venerdì 5 giugno 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 155)

Cap. 13 La prova finale

Le tre leve s’incamminarono per il viale che le avrebbe condotte sino alla dimora del saggio, quando una voce familiare le costrinse a fermarsi. <<Begli amici!>> esclamò un ragazzo dalla chioma scompigliata <<Affrontare l’ultima prova della competizione senza neanche degnarsi di salutare>> aggiunse mostrandosi indignato. Qualche fogliolina ancora attaccata al ramo sporgeva dall’indisciplinata capigliatura, mentre pezzi di liane secche pendevano dall’arco fissato alle sue spalle. <<Ah, sei tu!>> lo liquidò Reilhan voltandogli subito le spalle. Xera ed Elesya al contrario accolsero il vecchio amico con maggior calore. <<Norwen! Che ti è successo?>> domandò la giovane maga aiutando il ragazzo a ripulirsi, <<Ho perso il mio gruppo e per cercarlo mi sono addentrato nei boschi alle pendici del vulcano Svaltur>> spiegò dopo essersi ricomposto. <<Non cambi mai!>> lo ammonì il curatore, <<E cosa ti ha distratto questa volta? Chissà che Mihrrina non lo trovi interessante>> commentò infine provocandolo con lo sguardo ma il volto dell’amico si rabbuiò e Reilhan preferì non infierire. <<Tutto bene?>> asserì Xera incuriosita dall’improvviso cambio d’umore. <<Ho accompagnato Mihrrina al porto, dove tre Hem la attendevano per ricondurla a casa>> confessò con lo sguardo rivolto alle punte dei suoi calzari. <<Ha terminato il suo esame?>> ribatté il Novizio e Norwen annuì con il capo <<I suoi prescelti hanno affrontato la prova finale con successo e lei ha dimostrato il suo valore sia in campo sia al comando di una squadra vincente. Non le restava altro da fare su quest’isola, perciò gli Hem le hanno concesso l’autorizzazione che tanto attendeva>>

Il tono dell’arciere era triste e a tratti nostalgico ma, del tutto inaspettato, un largo sorriso si manifestò sul suo viso. <<Sta realizzando i suoi sogni e nonostante tutto sono davvero felice per lei>>. Reilhan si grattò il capo sbuffando, il pensiero che presto o tardi avrebbe dovuto compiere il medesimo sacrificio volle ricacciarlo nell’angolo più remoto della sua mente, ormai fin troppo occupata da preoccupazioni e timori. Allungò così la mano verso lo storico rivale, che colse la palla la balzo per prenderlo in giro un’ultima volta, prima di ricambiare il gesto di saluto <<Mi raccomando Rei, cerca di non fare brutte figure dinanzi al Saggio e ricorda che se dovessi fallire, ci sarà sempre un posto per te alla taverna di Aldaria: ho sentito che il lavapiatti si è licenziato!>>. Reilhan strinse la mano con maggior vigore e infine sorrise <<Piuttosto che rivedere la tua brutta faccia, abbandono l’isola a nuoto>> ribatté. La stretta fu sciolta e i saluti conclusi, Norwen riprese le sue ricerche mentre i tre ragazzi si lasciarono Kodur alle spalle immergendosi nei sontuosi giardini che precedevano la dimora del saggio. La luce del sole che filtrava tra le chiome si rifletteva sul selciato traslucido, proiettando giochi di luce arcobaleno sui tronchi degli alberi e sulla stessa erba che si estendeva a perdita d’occhio. Il trio poté godere di quello spettacolo naturale sino a che non abbandonarono i boschi, per poi ritrovarsi sulla cima di una scogliera impervia dinanzi all’uscio consunto di una capanna diroccata dalle brezze salmastre.

Bussare fu del tutto inutile, poiché la porta si aprì loro invogliandoli ad entrare in fretta e proprio lì, ad attenderli, vi trovarono una bambina dai capelli corvini e dagli occhi scarlatti. La veste rosa pastello era tre volte la sua misura, perciò ad ogni suo passo un lungo strascico la seguiva a piè pari. Non disse nulla sino alla porta di Murdar, che si premurò di accarezzare con l’indice per risvegliare i due guardiani assopiti. I due Luàn fissarono la guerriera in silenzio <<Che cosa vi conduce dal Saggio?>> domandò Kìrì il cui tono era stranamente stridulo, <<Murdar ha richiesto la nostra presenza>> si affrettò a rispondere il Novizio sperando così di tagliar corto. <<Chissà che avrete combinato questa volta>> mormorò Betùl deridendoli, Reilhan fece per ribattere ma la bambina pose fine alla discussione battendo il pugno contro la porta. I due guardiani rabbrividirono e in men che non si dica l’uscio si spalancò, la stanza però era vuota e del saggio non vi era alcuna traccia. La bambina allora indicò loro il divano, dove li invitò ad attendere senza dare altre spiegazioni in merito. Xera non poté fare a meno di fissare le innumerevoli chincaglierie sparse nell’alloggio e proprio dinanzi a lei una macchia distinta, di colore più chiaro rispetto alle pareti, attirò la sua attenzione. Era lì, infatti, che fino a qualche tempo prima risiedeva il suo prezioso scudo. Presa dai ricordi passati trasalì nell’udire alcuni passi improvvisi affrettarsi nel corridoio, che la indussero a scattare in piedi con una mano sull’elsa della spada. Fu Reilhan a bloccarle il braccio invitandola a darsi una calmata <<Non lasciare che la tensione prenda il sopravvento>> la ammonì, sebbene neanche lui si sentisse del tutto calmo. I passi si fermarono all’improvviso in corrispondenza della porta d’ingresso, seguiti da un lungo silenzio che innervosì i tre ragazzi. <<Che cosa sta succedendo?>> domandò Elesya ormai stanca di aspettare, <<Non ne ho idea! Restate qui, vado a vedere>> affermò il Novizio, anticipato tuttavia da qualcun altro che irruppe nella stanza in maniera brusca.

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