venerdì 19 giugno 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 159)

Elesya e Reilhan consumarono una colazione veloce messa a disposizione da Hillin, sebbene fosse riluttante nello svolgere simili mansioni. Di Xera, al contrario, nessuno aveva saputo più nulla dalla notte precedente. <<Per quanto ancora ha intenzione di riposare?>> domandò il curatore indispettito, <<Oggi avremmo dovuto allenarci per la prova>> aggiunse senza mitigare la tonalità della voce. <<Forse è già uscita. Non mi meraviglierebbe se si stesse già addestrando>> ribatté la giovane maga. I due ragazzi uscirono dalla dimora del saggio, ma nel piazzale che costeggiava la magione non c’era nessuno. <<Torniamo dentro>> propose il Novizio percorrendo velocemente il corridoio gremito di stanze. Si fermò dinanzi alla porta numero tre, bussò più volte ma nessuno rispose. Soltanto al terzo tentativo si rese conto che la porta non era chiusa a chiave. <<Che incosciente …>> lamentò entrando di straforo. La camera era avvolta dalle tenebre, poiché le finestre erano ancora sbarrate. Reilhan rimediò in un batter d'occhio e quando la luce poté infine entrare nell’angusta stanza, il curatore si ritrovò due occhi rabbiosi a fissarlo. <<Da quando in qua si entra senza bussare?>> obiettò la guerriera. I suoi capelli erano tutti scompigliati, mentre parte dei suoi abiti era adagiata sulla sedia accanto al letto. Il lenzuolo bianco le copriva il corpo ma non rese la situazione meno imbarazzante. 

In un primo momento il curatore si girò perché preso alla sprovvista, poi però il senso del dovere ebbe la meglio. <<Ti pare il caso di dormire così tanto? Stamane dovevamo allenarci, inoltre … ho bussato a lungo prima di entrare>> commentò innervosito. Xera scese dal letto visibilmente confusa, <<Che cosa dici, io non ho sentito niente. Per quanto riguarda i piani del mattino invece … li avevo dimenticati>> si giustificò rivestendosi in fretta. <<Come sarebbe a dire: “Dimenticati”? Tra pochi giorni affronteremo una prova importante. Come hai fatto a dimenticarlo?>> insistette il Novizio alzando il tono della voce. Fu l'intervento di Elesya che permise agli eventi di non prendere una brutta piega. <<È un bene aver riposato dopo le preoccupazioni di ieri>> affermò sorridendo, ma ancora una volta l’amica sembrò scendere dalle nuvole <<Perché dovrei essere preoccupata?>> domandò la fanciulla. Elesya si accostò alla guerriera sedendosi sulla sedia ormai sgombra <<Dopo aver letto quel messaggio, pensavo fossi in pensiero!>> le ricordò, <<Non so di cosa tu stia parlando Ely. Ieri ero stanca e sono andata subito a letto, non so nulla di presunti messaggi. Forse lo avrai sognato!>>. Xera aveva mantenuto un’espressione seria tutto il tempo, perciò i due ragazzi iniziarono a pensare che non stesse mentendo. 

La guerriera si diresse verso il tavolo e si versò un bicchiere ricolmo d’acqua, poi ignara delle perplessità suscitate nei suoi amici, si sedette poco più in la con il volto smarrito. Di tanto in tanto non mancava di grattarsi la spalla o giochicchiare con delle ciocche più lunghe delle altre e mai una volta parve preoccupata per qualcosa. <<Se questo è uno scherzo, ti prego di smetterla. Non è divertente>> dichiarò il Novizio fissandola a lungo. <<Ragazzi sul serio, stamane siete davvero strani. Piuttosto; giacché dovevamo allenarci, perché non usciamo?>> propose infine e tutti acconsentirono. Come luogo per l'addestramento scelsero il giardino dinanzi alla dimora, abbastanza spazioso e poco frequentato. Vi si addentrarono raggiungendo uno spiazzo privo d’ostacoli e infine sfoderarono ognuno le proprie armi, ad eccezione di Xera. <<Dov’è Rhinvel?>> disse Reilhan notando l’assenza della cintola attorno ai fianchi della fanciulla. <<Credo di averla dimenticata>> si giustificò la guerriera grattandosi la spalla. Con lo sguardo perlustrò velocemente il terreno e avvistato un bastone abbastanza lungo, lo brandì come fosse una spada, <<Questo andrà bene lo stesso>> affermò stupendo i suoi amici. Reilhan preferì passarci sopra, oltretutto con una tale arma tra le mani e la confusione che albergava nella sua testa, Xera avrebbe potuto far loro del male. <<Forse è meglio così>> mormorò tra sé e sé. 

<<Dovete combattere come se dinanzi a voi ci fosse un vero nemico>> spiegò Reilhan e subito non mancò di attaccare la giovane maga, che per tutta risposta evocò spesse catene oscure. Il giogo si mosse in fretta e avvolse in men che non si dica il Maglio del curatore. Reilhan provò a strattonarlo con tutte le sue forze, ma la robustezza degli anelli glielo impedì fino a strapparglielo dalle mani. L’arma ricadde ai piedi di Xera che per tutto il tempo era rimasta a fissare una fessura sul tronco di un albero secolare. <<State attenti!>> li ammonì spaventata dall’esigua vicinanza del Maglio, per poi distrarsi di nuovo con altri dettagli del lussureggiante bosco. Reilhan ed Elesya cessarono di combattere, poiché la guerriera parve non molto interessata all'argomento. Al culmine della rabbia il Novizio afferrò il fido Maglio e senza pensarci due volte, si scagliò contro l’amica. All'inizio Xera non se ne curò, poi però quando la distanza tra i due divenne irrisoria, si scansò evitando per un soffio l’attacco del curatore. Indietreggiando goffamente la giovane leva inciampò in una radice e si ritrovò così con la schiena a terra e con l’arma improvvisata a diversi metri di distanza. Questo tuttavia non servì a placare gli intenti del curatore, che ancora una volta si fiondò su di lei senza concederle il tempo di rialzarsi. In un primo momento la guerriera parve spiazzata, infine quando il ragazzo fu sul punto di colpirla, urlò a squarcia gola. 

Il Novizio si fermò all’istante, ripose il Maglio e dichiarò l’addestramento concluso. In seguito viste le copiose lacrime che Xera stava versando, la sollevò senza sforzo e se la issò sulla spalla. Vane furono le proteste dalla fanciulla, che non mancò di vessare la schiena dell’amico con pugni e graffi. <<Lasciami andare, bruto!>> inveì la fanciulla non suscitando però alcuna reazione nei suoi amici. Persino Elesya preferì non discutere e mantenne un rigoroso silenzio fino a che non furono dinanzi alla porta di Murdar. Questa si aprì in fretta e rivelò il saggio in compagnia del fido Gholja, che sorpresi dalla visita inaspettata cessarono di discutere immediatamente. <<Ragazzo mio che cosa sta succedendo?>> domandò il saggio incuriosito dai lamenti della fanciulla. Reilhan scaraventò Xera sul divano e risistemati i suoi abiti, fissò il vecchio negli occhi <<Abbiamo un problema. La notte scorsa un ladro si è introdotto nella stanza della nostra amica>> confessò il Novizio senza indugio, <<Un ladro nella mia dimora? Ragazzo non lo credo davvero possibile>> ribatté il saggio corrugando la fronte <<Signore, non sto mentendo>> insistette il ragazzo, <<D’accordo, d’accordo e cosa vi è stato portato via?>> asserì Murdar. Reilhan fissò la fanciulla in lacrime per poi risollevare lo sguardo sull’anziano uomo, <<Xera!>>.

2 commenti:

  1. Complimenti ancora per la tua opera personaggi ben definiti con tante sfumature trama mai banale e sempre imprevedibile maturazione dei personaggi giusta e non afrettata come anche i potenziamenti.Brava proprio brava ps io sono un lettore molto esigente

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    1. :D grazie mille, eppure qualche lamentela l'ho ricevuta per i finali dei miei post che lasciano sempre tutto in sospeso. :D ma in caso contrario come vi invoglierei a tornare?

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