mercoledì 30 settembre 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 177)

Il polso dell’uomo si fermò poco prima di sfiorare il capo del ragazzo; una forza misteriosa lo aveva bloccato e con esso la fattura in corso. Nel momento in cui il velo di vapore magico si diradò, Gholja vide l’arto circondato da una catena oscura. <<Allontanati Rei!>> gli ordinò una voce familiare non molto distante da lui. <<Ely …!>> esclamò sorpreso il ragazzo, scappando in un punto più isolato dell’antro senza tuttavia distogliere gli occhi dal suo nemico.
L’uomo si stupì di non essere riuscito ad anticipare la giovane maga, ma allo stesso tempo non se ne preoccupò. Con l’altra mano afferrò il giogo pece e con poco sforzo ne allentò gli anelli, spezzandoli come fossero giocattoli. Alcuni caddero a terra, mentre altri s’incastrarono nelle vesti dell’uomo. <<Cosa credi di fare!>> la minacciò con tono severo, ma Elesya non si fece intimorire <<Il necessario per sopravvivere>> rispose fissandolo negli occhi. Gholja rise a quell’affermazione e di nuovo fu costretto a congratularsi con i suoi avversari per la loro astuzia. Non fece in tempo però ad aggiungere altro, che una lama scarlatta gli piombò addosso da sinistra.
Gholja sollevò il braccio per contrastarne il filo, ma con sua grande sorpresa l’arto era immobilizzato. Fu costretto così a spostarsi in maniera repentina per evitare il fendente della guerriera.

L’uomo osservò i resti della catena di Elesya sul suo braccio, ognuno di essi emetteva delle scintille che contrastavano i suoi poteri. <<Sono colpito, ma non sarà questo a fermarmi>> asserì, chiudendo gli occhi. Xera si fermò vedendo il nemico immobile e sebbene per lei fosse impensabile attaccare chi non si potesse difendere, con Gholja non ci pensò due volte. Tornò subito sui suoi passi, sollevò Rhinvel e facendo ricorso alle sue forse residue, si scagliò contro il Segugio.
Lo stridio di due lame incrociate si propagò per tutto il vulcano, insieme a delle scintille generate dall’attrito. Xera fece allora un balzo indietro e solo in quel momento poté realizzare chi fosse il suo avversario o meglio “cosa”.
Uno scheletro dalle ossa coperte di muffa impugnava una falce molto più lunga del normale e dalla lama affilata. Benché quello fosse uno spettacolo insolito, per Xera quell’essere non era del tutto estraneo e quasi in risposta ai suoi pensieri, si rese conto che ai piedi del non morto vi era una carta vuota. Con il capo si girò alla ricerca del responsabile, per poi individuarlo ancora con le braccia sollevate e con il volto sorridente.
<<Tu!>> mormorò la guerriera, cercando di reprimere il profondo astio nei suoi confronti.
<<Non ti permetterò di colpirlo!>> gemette la donna con voce stridula. La guerriera osservò lo scheletro avanzare lentamente, perciò decise di anticiparne le mosse attaccando per prima. 

venerdì 25 settembre 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 176)

Reilhan approfittò della situazione per esercitare i suoi poteri sul corpo mal ridotto dell’amica. Braccia e gambe erano messe male ma nulla in confronto alla ferita aperta sul fianco. Sebbene i suoi poteri fossero tornati, grazie alla distruzione della barriera magica, il Novizio si rese presto conto di poter fare ben poco per lei. Soltanto un Chierico esperto avrebbe potuto aiutarla, tuttavia una frase inaspettata della ragazza lo distolse dai suoi pensieri. <<Ti prego, fa qualcosa per la mia mano, non ho bisogno d’altro>> gli suggerì cercando di sollevare l’arto verso il compagno. Reilhan lo afferrò con delicatezza; a causa del colpo ricevuto, alcune dita si erano spezzate poiché schiacciate tra l’elsa e la roccia, così da rendere inutilizzabile quella mano. Il Novizio sentì che la rabbia covata sino a quel momento fosse sul punto di esplodere, ma si sforzò di mantenere la calma, affinché i suoi poteri potessero funzionare a dovere. Xera percepì un calore intenso che le avvolse la mano come un guanto, per poi avvertire un leggero pizzicorino alla base delle dita. Trascorsero solo alcuni secondi e subito la fanciulla poté muovere l’arto senza provare alcun dolore. <<Ti ringrazio>> sospirò, continuando ad aprire e chiudere le dita. 

Poi con un gesto fulmineo afferrò Rhinvel, gettandosi sul Novizio, che per la sorpresa non poté far altro che assecondare l’amica. Due fauci si chiusero poco sopra le loro testa, mordendo tuttavia l’aria e qualche capello del curatore. Le zanne di energia svanirono un attimo dopo, con somma sorpresa dei due ragazzi che però non restarono a guardare. L’uomo era ancora fermo con il braccio alzato, sorpreso del fatto che la sua magia non avesse colpito il bersaglio, mentre la mano fumava come fosse incandescente. Xera e Reilhan erano consci di essere inferiori a lui per forza ed esperienza, ma arrendersi avrebbe significato perdere la vita e pensiero comune fu che per quel giorno erano morti già fin troppe volte. I due si fiancheggiarono armati di Maglio e spada, poi senza dire una parola, Xera si scagliò contro il suo nemico che la osservava indifferente. La guerriera sapeva che l’uomo fosse in grado di muoversi a gran velocità e perciò si preparò a vederlo svanire da un momento all’altro. Soltanto la presenza di Reilhan riuscì a infonderle il giusto coraggio per affrontare la situazione.
Quando però fu a pochi metri da lui, Xera si fermò all’improvviso. Gholja non solo non si era spostato di un passo, ma addirittura aveva aperto le braccia lasciando scoperto il corpo. 

martedì 22 settembre 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 175)

L’uomo aveva il volto imperturbabile, quasi gli eventi appena accaduti non lo avessero scalfito. E fu proprio quell’insensata calma che intimorì ancor di più la guerriera.
Sebbene la distanza dai due fosse esigua, a causa dei toni pacati e della posizione poco favorevole, Xera riuscì ad ascoltare soltanto alcuni frammenti del loro discorso.
<<L’artefatto è qui … Temahine non è pronta … dobbiamo andarcene>>. Xera rabbrividì; come poteva un uomo tanto caro a Murdar, essere in combutta con quella megera? Questa era la domanda che si ripeté più volte nella mente, pur non trovandovi una risposta.
Ripensò così a tutte le occasioni in cui le loro strade si erano incrociate e a come nel giro di pochi minuti si fossero poi trovati in situazioni pericolose. Dal suo punto di vista non vi furono più dubbi: Kiem Gholja era un traditore e di lì a poco l’avrebbe fatta franca ancora una volta.
La guerriera allora, senza farsi notare, cercò Rhinvel con lo sguardo e il suo cuore sussultò, quando si accorse di averla a portata di mano. Benché il suo corpo fosse molto provato, sentì di dover intervenire al più presto, nella speranza di guadagnare del tempo e impedire così ai due di fuggire.
Diede perciò un’ultima occhiata alle due sagome, che continuavano a volgerle le spalle, per poi allungare la piccola mano che sfiorò a stento l’elsa ruvida. Più tentò di avvicinarsi alla spada e più il braccio le doleva, poiché indolenzito. Fino a che, allo stremo delle forze, concentrò le poche energie rimaste in quell’ultimo tentativo, che fu ripagato nel momento in cui afferrò l’impugnatura di Rhinvel.

<<Ahhh!>> urlò dolorante; la sua mano era stata schiacciata con forza a terra, mentre ancora stringeva l'elsa della sua lama. Xera alzò il capo e solo allora vide l’uomo dalla pelle scura, guardarla con freddezza. Gholja spostò il piede dall’arto della fanciulla e chinandosi su di lei, la sollevò per il bavero della camicetta <<Dovevi continuare a fingerti svenuta>> le sussurrò facendola tremare. Essere osservata da quell’uomo e persino ascoltarne la voce, provocò nella guerriera un profondo turbamento, al punto che tutto iniziò a divenire sfocato e dai contorni irregolari. Fu in quell’istante che il Segugio la schiaffeggiò. Xera non era neanche riuscita a coglierne il movimento, fu invece il dolore intenso alla guancia che la riportò bruscamente alla realtà. <<Sarebbe stato scortese abbandonarci proprio ora!>> infierì senza distogliere lo sguardo. Un sapore acre e pungente si fece subito strada nella sua bocca, ma per la guerriera fu un dettaglio di poco conto.
Quello sguardo quasi opprimente non volle saperne di abbandonarla, il cui potere era riuscito ad annichilirla proprio come Madame Taròt.
<<“Che stupida sono stata”>> rifletté, <<Che cosa pensavo di fare? Rei avevi ragione, sono una sciocca impulsiva>> farfugliò a causa del taglio sulla lingua.
<<A quanto pare non sei l’unica!>>. Una voce calda e familiare echeggiò nelle sue orecchie, seguita da un gran polverone dovuto a un attacco mal riuscito, schiantatosi contro le macerie. 
<<Reilhan!>> esclamò la fanciulla; i suoi occhi si riempirono di lacrime e dopo tanto, finalmente poté tirare un sospiro di sollievo.

martedì 15 settembre 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 174)

Xera riaprì gli occhi non appena la luce si fu attenuata e attorno a lei notò soltanto detriti e scaglie luminose divenire polvere nel giro di pochi istanti. La sua testa le doleva, forse a causa del brusco impatto con qualche roccia che la statua non era riuscita a frenare, mentre il corpo faticava a muoversi. Per prima cosa si preoccupò dei suoi compagni; non erano molto distanti da lei. Non si era accorta, infatti, che la sua mano era saldamente stretta da quella di Reilhan, il quale tuttavia giaceva a terra privo di sensi. <<Rei …>> mormorò la guerriera con un filo di voce. La gola ardeva e ogni respiro divenne una sofferenza. Il curatore non rispose e la giovane leva provò una seconda e infine una terza volta. Accanto al Novizio vi era Elesya, anch’essa priva di sensi, ma dal cui aspetto parve quella messa meglio dei tre. Non ricevendo alcun segnale positivo dall’amico, Xera decise di provare con la maga, nella speranza che almeno lei si svegliasse al più presto.
<<Ely, Ely svegliati … ti prego>> singhiozzò allo stremo delle forze. Il susseguirsi degli avvenimenti che l’avevano condotta lì erano stati duri da sopportare e la guerriera, ormai esausta, sentì le membra pesanti come rocce. Per quanto provasse a muovere gambe e braccia, non riuscì a sollecitare neanche un muscolo, sebbene il suo unico desiderio fosse di risvegliare i suoi compagni. Così con le dita della mano, accarezzò la pelle dell’amico ripetendo nella mente la stessa frase più volte: “Ti prego, svegliati", quasi fosse una sorta di formula magica.

Continuò sino a che le dita non iniziarono a intorpidirsi e il braccio a dolerle a causa della posizione scomoda. All’improvviso il rumore di alcuni passi attirò la sua attenzione. Erano lenti e pesanti e pian piano si fecero sempre più rumorosi. Il cuore di Xera sobbalzò e come rianimato da una nuova speranza, prese a pulsare in maniera frenetica. <<“Murdar? Che sia finalmente giunto?”>> ipotizzò, senza tuttavia emettere un fiato. Solo in quell’istante si ricordò della donna lasciata in disparte durante l’attacco. Al contrario dei tre ragazzi, la Paramal non era stata protetta dalla statua d’ossidiana e perciò il suo corpo si sarebbe dovuto trovare sotto cumuli di macerie. A causa dei forti attacchi subiti dalla barriera magica, il vulcano era diventato instabile e privo di controllo; frequenti scosse inoltre, provocate da bolle d’aria calda, accentuarono le preoccupazioni di Xera.
Con la coda dell’occhio cercò il punto in cui si sarebbe dovuta trovare Madame Taròt e grande fu la sua sorpresa quando la vide illesa e quasi rassicurata. <<“L’erba cattiva non muore mai”>> sussurrò a denti stretti per non farsi sentire.
I passi si fecero più sicuri man mano che si avvicinarono e Xera incominciò a rabbrividire. Più li percepì nitidi e più il sangue prese a circolare nelle vene a gran velocità. Infine poté distinguere in maniera chiara i calzari di chi, con tutta probabilità, aveva distrutto la barriera magica.
Erano di pregiata fattura e stranamente familiari. L’uomo si scostò affinché Madame Taròt potesse vederlo e allo stesso tempo, permise alla guerriera di guardarlo in volto. Il suo cuore smise di sussultare e per un istante si fermò. Le lacrime discesero calde sulle sue guance e un senso di felicità avvolse i suoi pensieri <<Siamo salvi, amici miei>> biascicò tra un singhiozzo e l’altro, sebbene nessuno dei suoi compagni avesse ancora ripreso i sensi.

martedì 8 settembre 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 173)

Madame Taròt vide il resto dell’odiato trio raggiungerla e con la mente rivisse, momento per momento, il susseguirsi d’eventi che l’avevano condotta a giacere inerme al suolo. Tuttavia per quanto provasse a dare una spiegazione logica all'accaduto, non riusciva a capire come i tre ragazzi fossero tornati in vita.
<<Ho visto i vostri corpi esalare l’ultimo respiro, questo non sta accadendo sul serio>>, gemette a denti stretti e con il viso rivolto nella polvere color pece.
<<Ti abbiamo mostrato ciò che tu volevi vedere, dando per scontato che la brama di vendetta ti avesse oscurato la mente>> rispose la guerriera, <<Dopodiché ingannarti è stato un gioco da “ragazzi”>> aggiunse il curatore. Elesya indicò il foro sul suo abito e sollevando il sottile strato di stoffa, mostrò la pelle priva di segni o tagli. La Paramal sbarrò gli occhi dallo stupore, per poi tornare a fissare gli abiti macchiati di sangue. <<Io avevo il pieno controllo del suo corpo …>> lamentò cercando la guerriera con lo sguardo << Niente di più vero, ma benché i tuoi poteri fossero ancora attivi, la magia di quelle rune ne ha ridotto la forza. Mi è bastato sporcare la lama con il mio stesso sangue e poi fingere di pugnalare Elesya, per darti l’illusione sperata>> disse Xera sorridendo. Reilhan iniziò presto a spazientirsi e preso dal desiderio di portare a termine quella farsa, interruppe bruscamente le spiegazioni. 

<<Conversare non porterà a nulla, dobbiamo decidere cosa farne di lei!>> esclamò adirato. Il volto contratto dalla rabbia non accennava ad attenuarsi, soprattutto quando, con la coda dell’occhio, osservava i lividi sul collo dell’amica. C’era voluta una grande forza d’animo per non perdere il controllo del suo corpo, ma la forte pressione esercitata sulla pelle, le aveva lasciato il segno. Dal suo punto di vista la loro messa in scena era stata guidata dalla buona sorte e nient’altro; ignaro della finta morte di Elesya, lui per primo ne era stato ingannato e solo nel momento in cui fu sul punto di far del male alla sua amica, la ragazza gli sussurrò quanto era accaduto. Reilhan osservò le rune che circondavano la superficie del cono vulcanico e per la prima volta fu grato della loro presenza.
<<Questa donna non merita alcuna pietà!>> asserì il Novizio, <<Ma se dovessimo toglierle la vita, diverremmo degli assassini. Dal mio punto di vista non ci sarebbe peggior maledizione da sopportare per il resto dei miei giorni>> affermò risoluto. Elesya provò a replicare, ma sapeva bene quanto le parole dell’amico corrispondessero a verità. Madame Taròt sorrise compiaciuta, <<Hai fatto la scelta giusta ragazzo; sono sicura che Murdar sarà orgoglioso di te>> aggiunse ironica. Reilhan si voltò verso la donna e con un sorriso beffardo le rispose a tono <<I tuoi poteri da Paramal sono davvero straordinari, Madame Taròt>>, la donna inarcò le sopracciglia <<Che cosa stai farneticando?>>, Reilhan allora si avvicinò a lei di qualche passo, per avere la certezza che la donna lo guardasse in faccia. 

venerdì 4 settembre 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 172)

Madame Taròt si guardò intorno alla ricerca di una via d’uscita; quella stanza era stata creata per la prova finale e soltanto Murdar ne conosceva tutti i segreti. Decise così di attendere con ansia l’arrivo dell’uomo che più detestava, poiché di lì a poco si sarebbe di certo fatto vivo. La donna diede le spalle alle vittime del suo folle progetto, per poi recarsi alla base della statua che le avrebbe consentito di avere un’ottima visuale per il migliore degli spettacoli. Quando tuttavia fece per muovere un passo, una mano le serrò la caviglia. <<Che diamine …!>> esclamò guardando in basso. Lo stupore s’impadronì subito del suo volto, sostituendo la soddisfazione albergata sino a un attimo prima. <<Come puoi essere ancora viva?>> si domandò, cercando di liberarsi dall’insistente presa, che pian piano si fece sempre più dolorosa. <<Mi dispiace per te, ma uccidermi non è così semplice>> rispose la fanciulla che alzato il capo, la fissò dritto negli occhi. Un brivido freddo percorse la schiena della donna, in particolare dopo aver ricordato con quanta facilità si era disfatta della fattura. In preda al panico, allora, prese ad armeggiare con le sue tasche, tirandone fuori un pupazzo consunto e dei resti di capelli. Per quanto però la donna cercasse di ricreare le condizioni precedenti, la sua magia non funzionò. <<Sono spiacente per te; i tuoi poteri qui non funzionano>> replicò la ragazza e con uno scatto fulmineo afferrò la seconda caviglia della Paramal, bloccando del tutto i suoi movimenti. 

Vani furono i tentativi di ribellarsi alla presa, poiché la forza della guerriera era qualcosa che andava al di là dell’umano. Un secondo movimento costrinse la donna ad accasciarsi a terra, gemendo dal dolore per la caduta. Xera si rialzò, sovrastando così la vecchia megera e con una freddezza atipica negli occhi, cercò con la mente la sua fidata elsa.
Rhinvel però era a qualche passo da lei, una distanza relativamente breve per una persona tanto motivata. La giovane leva si allontanò dal corpo della donna, camminando senza particolare premura, cosa che stupì non poco la Paramal, data la ritrovata libertà. Madame Taròt interpretò quindi quel gesto come un eccesso di spavalderia tipico dei giovani e decise perciò di approfittare della situazione propizia, per rifarsi su di lei. Nel momento in cui tuttavia fece per alzarsi, si accorse che c’era qualcos’altro a bloccarla a terra. La donna alzò lo sguardo e con terrore, scoprì due occhi feroci che la fissavano con disprezzo. Il ragazzo le bloccava le spalle al suolo e sebbene il suo viso sembrasse provato, la forza fisica non ne aveva risentito. <<Ti sei pugnalato dinanzi a me, perché sei ancora vivo?>>, lamentò la donna che non riuscendo a liberarsi, decise di ricorrere al più sleale degli inganni. <<Ti prego lasciami andare. Come puoi sopraffare una donna e per giunta molto in la con gli anni? Credi davvero che un curatore che si rispetti si abbasserebbe a tanto?>> infierì ricordando l’alto senso morale del Novizio.

mercoledì 2 settembre 2015

Facciamo due chiacchiere

 Mie care Giovani leve, sembra solo ieri il giorno in cui toppai il post per il primo compleanno del mio blog, pubblicandolo addirittura un giorno in anticipo (link). Oggi invece, a distanza di ben due mesi dal secondo compleanno del mio adorato Scrittoio, mi trovo qui ad abbozzare questo semplice miscuglio di pensieri.
Vi ho abituati a post incentrati perlopiù sul mio racconto; raramente, infatti, mi concedo un momento per parlare direttamente con voi. Quest’oggi però, in occasione dell’ennesimo traguardo, ho deciso di fingere che questi 40° non ci siano per dedicarmi a voi.
Rileggendo il post dell’anno scorso, mi sono resa obiettivamente conto dell’enorme balzo che hanno fatto le visualizzazioni del blog (ricordo che alla fine del primo anno ne avevo collezionate 18mila), per questo mi è sembrato giusto dirvi: GRAZIE DI CUORE.

Ottantamila Views … che dire, non lo avrei mai quasi sperato. Sono partita con l’idea di creare un vero e proprio esperimento personale e ora sono qui a ringraziarvi per l’enorme pazienza che mi avete dimostrato in questi anni. Sono ben consapevole che seguire un racconto pagina dopo pagina alla lunga stanchi, eppure voi non avete fatto altro che crescere.
Sono inoltre soddisfatta del fatto che il mio libro sia quasi finito (come avrete capito e, oserei dire, sperato) sebbene continui a provare molteplici piattaforme per allargare il giro dei miei lettori (vedi Wattpad). Il mio progetto sarebbe di raggruppare ogni mio post e renderlo un vero e proprio romanzo, con l’auspicio che (una volta messo in commercio) voi avrete il desiderio di acquistarlo. Ci saranno cambiamenti che renderanno il racconto più omogeneo e meno frastagliato; elementi che lo collegheranno ai due libri che ne seguiranno e che ho intenzione di pubblicare soltanto quando saranno terminati.

In questo frangente, tuttavia, ho deciso di non abbandonare l’argomento libri. Tratterò quindi recensioni che riguarderanno in particolare le scrittrici novelle come me, accompagnate a quelle di libri più famosi che mi piacerebbe farvi conoscere.
Ho sempre pensato che la lettura fosse una condivisione di pensieri tra scrittore e lettore, ma non solo: emozioni, sensazioni tutti raccolti all’interno di righe nere su un foglio bianco.
Cosa c’è di meglio allora dell’invogliare qualcuno a leggere?
Non voglio annoiarvi con pensieri spiccioli o modi dire, contrariamente a quel che si possa pensare, preferisco arrivare dritta al punto.
Vi ringrazio perciò per la partecipazione, i commenti, i suggerimenti, i complimenti, i mi piace, le condivisioni ed ogni altra manifestazione d’affetto che mi avete dimostrato.
Vi ringrazio per i voti che date al mio blog e che gli consentono di essere sempre primo in classifica NetParade.
Vi ringrazio per la pazienza che mi dimostrate ogni settimana, tornando sul mio Scrittoio soltanto per leggere un frammento del mio racconto e di quella che manifestate quando quell’agognato post a volte salta.
Vi ringrazio e non vi ringrazierò mai abbastanza per esservi interessati a un puzzle di post che sognano di diventare un vero e proprio libro e se questo un giorno accadrà, sarà soltanto merito vostro.
Grazie a tutte voi mie care Giovani Leve, buona giornata e come sempre buona Lettura.


[Di seguito un piccolo disegnino commemorativo]


martedì 1 settembre 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 171)

Madame Taròt contemplò i suoi feticci e in particolare quello vincolato alla fanciulla. Era stata una fortuna per lei aver ritrovato alcuni capelli della guerriera sul suo vecchio divano, quasi il destino volesse aiutarla nella sua sadica vendetta. Sebbene i tentativi d’interazione col sigillo della ragazza, le avessero consentito soltanto di tenerla a bada per qualche giorno, proprio quel fallimento le aveva permesso di conseguire il migliore dei piani. Decise allora che della ragazza non ne aveva più bisogno e, con uno strattone, distrusse il vincolo attorno al collo della bambola. Nell’istante in cui la magia fu spezzata, la guerriera riaprì gli occhi ritrovandosi alla mercé del Novizio e della sua presa risoluta. I loro sguardi s’intrecciarono e benché la situazione richiedesse un immediato intervento, il corpo della giovane leva parve troppo provato. Reilhan cercò in tutti i modi di resistere a quella fattura, ma le sue mani non volevano saperne di ubbidire. Fece appello così a ogni fibra del suo corpo, tant’è che pian piano la sua fronte iniziò a imperlarsi di sudore. L’unico risultato ottenuto però fu quello di allentare, seppur di poco, la morsa attorno al collo. <<Rei, ti prego … fermati>> gemette Xera circondando i polsi del ragazzo con le sue mani, ma il volto contrito dell’amico le fece subito intendere la situazione.

<<È inutile ribellarsi ragazzina, ormai è finita! Arrenditi e lascia che il Novizio allevi le tue sofferenze. Dopotutto hai appena ucciso la tua cara amica, per cui meriti di morire>> gongolò Madame Taròt fissando, divertita, la scena. Xera cercò il corpo di Elesya con la coda dell’occhio e inorridendo, pianse lacrime amare. Reilhan si sentì morire dentro dinanzi a tanta sofferenza, ma la situazione in cui versava non era poi così diversa. Di lì a poco, infatti, anche lui avrebbe provato il medesimo dolore. Con i polsi ancora stretti nella fievole morsa della fanciulla, Reilhan era completamente in balia della megera che, stanca di attendere oltre, decise di porre fine al suo piano. <<Forza ragazzo è il momento. Un ultimo sforzo e sarà tutto finito!>> lo derise, mentre con le dita mosse il feticcio con insistenza. Il curatore perse così lo scarso controllo guadagnato con il sudore della fronte e, suo malgrado, fu costretto ad abbandonarsi a quel potere ignobile. Le mani, allora, si strinsero intorno al collo della guerriera e sebbene Xera non facesse che implorarlo, Reilhan non serrò la morsa sino a che la guerriera non si accasciò. Le mani, che fino a poco prima avevano tentato di respingere le braccia del curatore, crollarono pesanti sui fianchi e il respiro, già affannato, cessò del tutto. Quando la presa fu interrotta, il corpo di Xera cadde a terra accanto a quello dell’amica, scena che pietrificò il Novizio.