venerdì 30 maggio 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 67)

<< Come pensi di potermi affrontare senza nemmeno un’arma?>> affermo deciso il ragazzo, osservando la cintura scarna della guerriera. <<Questo è un mio problema, non tuo! Inoltre, non ho bisogno di una spada per toglierti di mezzo; saranno sufficienti anche le mie sole mani nude>>. I due contendenti si ritrovarono così al centro dello spiazzo, ma nessuno dei due mosse un muscolo. <<il mio nome è Dereth Lusio!>> asserì il ragazzo prima di sfoderare la sottile lama ancora intrisa del sangue di Elesya. <<E chi te l’ha chiesto?>> replicò Xera che per tutta risposta gli corse in contro con inaudita velocità. Nonostante i riflessi di Dereth fossero ben allenati, non si sarebbe mai aspettato che una così esile avversaria fosse tanto rapida e quando la guerriera giunse a pochi passi dal suo corpo, fu invano provare a spostarsi. La piccola mano, infatti, lo colpì dritto allo stomaco, togliendogli il fiato per diversi minuti. 

Dereth non aveva mai amato il combattimento corpo a corpo, che da quanto affermava di sovente, era un genere di lotta tipico dei bifolchi. Il suo stile invece era più elegante ma altrettanto feroce, giacché la forza dei suoi affondi non aveva nulla da invidiare a un pugno ben assestato. Nel momento in cui però la fanciulla lo investì con tutto il suo potere, dovette arrendersi all’idea che contro un’avversaria di quella portata, anche lui sarebbe dovuto scendere a compromessi. 

Quando Xera percepì le costole del suo avversario, infrangersi contro il suo stesso pugno, fece un balzo indietro per osservare compiaciuta le conseguenze del colpo, ma le sue aspettative furono infrante poiché Dereth era ancora in piedi dinanzi a lei. <<Sei più coriaceo di quanto mi aspettassi>> disse furente. Poi senza sosta, si fiondò nuovamente contro il ragazzo che in silenzio serrò la sua difesa. Xera si mosse senza mostrare alcuna esitazione o remora e con estrema precisione, indirizzò i suoi piccoli pugni nei punti più vulnerabile del corpo umano ma Dereth non era un combattente alle prime armi per cui parare o evitare quella serie di attacchi fu semplice, nonostante fossero eseguiti in maniera impeccabile.

lunedì 26 maggio 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 66)

Il ragazzo più alto rinfoderò la sua lama e osservando annoiato il corpo inerme della giovane maga, invitò il suo attendente a terminare quanto aveva iniziato. <<Ti ho dovuto aiutare Teka, sai questo che vuol dire?>> gli domandò serio ma la leva restò in silenzio, intimorito dallo sguardo del suo Capo gruppo. Quando Reilhan rialzò la testa tentando di scorgere il precedente avversario, con sorpresa e timore poté constatare che Teka era stato guarito da tutte le sue ferite. <<Anche loro hanno un curatore!>> pensò, poi però lo sguardo gli cadde nuovamente sulla sua compagna ferita e un dolore lancinante lo prese dritto al cuore. << È successo ancora una volta e di nuovo sotto i miei occhi!>> disse bisbigliando ma nessuno udì le sue parole. 

<< Ti ho ripetuto mille volte che detesto intervenire in situazioni tanto insignificanti eppure i miei discorsi non riescono a far breccia in quella tua testa vuota!>> continuò il ragazzo molto irritato, quando infine raggiunse il suo compagno, lo afferrò per il bavero della camicia e spingendolo con forza sul campo di battaglia, aggiunse <<Vai e distruggi quell’insetto o io finirò te!>>. Reilhan ascoltò i discorsi dei suoi avversari e la rabbia crebbe in lui. Lentamente allora si rialzò in piedi, sostenuto dal sentimento di rivalsa e ignorando il gruppo avversario, si portò al capezzale della maga cercando di soccorrerla con i suoi poteri, tuttavia ogni tentativo fu vano. Per quanta energia e potere infondesse nelle sue preghiere, il corpo della fanciulla non accennava a riscaldarsi dal freddo torpore della morte e con le mani ancora macchiate del suo sangue, brandì il martello con un nuovo desiderio nel cuore: prendere la vita dei suoi nemici.

venerdì 23 maggio 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 65)

L’aria si fece pesante, calda e quasi irrespirabile, forse a causa del bastone di Teka che non appena brandito, emise un flebile fumo oscuro. Subito Reilhan fu investito da una spiacevole sensazione e percepito il pericolo, invitò la sua amica a ritirarsi essendo lei inesperta. Elesya tuttavia irritata dal ragazzo minuto, preferì invece ignorare il compagno e prendere parte al duello. <<Ascolta almeno tu le mie parole, sono il vostro Capo gruppo ed è mio dovere proteggervi>> le disse nuovamente, ma Elesya rifiutò ancora una volta. <<Non resterò nascosta mentre ti batterai anche per me; quella ragazza non c’è più, ricordi?>> gli rispose e il Novizio non obbiettò. Il ragazzo allora, divertito dalla conversazione dei due amici, li schernì facendo loro intendere che se anche la maga si fosse arresa, non sarebbe stata risparmiata. 

<<Reilhan Alder è il mio nome>> affermò il curatore scuro in volto, <<Elesya Muritor è invece il mio>> continuò la maga ed entrambi si prepararono alla lotta. << Io sono Teka Kotor>> rispose il ragazzo poi dopo aver ruotato il bastone, lo piantò nella terra e senza perdere tempo recitò un sortilegio che né Elesya né Reilhan conoscevano.
Il fumo che fino a poco prima si era propagato impercettibilmente, si tinse di un intenso e nauseabondo verde marcio che in pochi secondi circondò i due ragazzi bloccandone gli arti. <<Non posso muovere le gambe e le braccia!>> disse a fatica la maga. Reilhan però non si fece intimorire e con facilità neutralizzò la paralisi utilizzando una semplice preghiera antidoto. Quando anche Elesya fu libera dal maleficio, il curatore si lanciò contro il ragazzo, brandendo il martello. 

martedì 20 maggio 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 64)

Cap 5 Un insopportabile trio

Il primo sole non era ancora sorto ma Elesya stanca di sostare a letto, decise di alzarsi. Aveva aspettato con ansia quel giorno … per un’intera settimana. Ricordò di nuovo con dispiacere l’affrettata separazione con la sua cara amica Xera e il solo pensiero di poterla riabbracciare, la rendeva felice ed euforica. Si preparò quindi in fretta, riponendo le sue cose con cura nella consunta bisaccia, poi ignorando quanto fosse presto, bussò alla porta del Novizio esortandolo a svegliarsi. 

<<Ely che ti prende?>> disse Reilhan, con il volto di chi era appena caduto dal letto, <<Oggi torna Xera e tu te ne stai qui a poltrire; se non ti prepari, faremo tardi!>> gli rispose severa. <<Elesya Muritor, non è nemmeno l’alba; sei agitata a tal punto da non esserti resa conto che la notte imperversa ancora: forza, torna in camera tua e sorseggia una delle bevande rilassanti di Hillin>> le suggerì stropicciandosi gli occhi. << E tu invece che cosa farai?>> domandò irritata, ma Reilhan troppo stanco per rispondere, le chiuse semplicemente la porta in faccia. Elesya allora, non volendo tornare in camera, percorse il lungo corridoio gremito di stanze numerate, chiedendosi quanti ospiti potesse ospitare la dimora del saggio Murdar ma quel pensiero si perse insieme a molti altri che intanto le vorticarono in testa.

Raggiunta la sala da pranzo, fu sorpresa nel constatare che non fosse l’unica sonnambula che si aggirava in quella magione e sedendosi al lungo tavolo centrale, approfittò della colazione già servita per allietare lo stomaco in compagnia.
Dall’altra parte della tavolata, infatti, vi era una fanciulla dai corti capelli bruni, intenta a mangiare un dolce apparentemente più grande della sua stessa testa. Elesya salutò la ragazza che dall’uniforme indossata, doveva essere un’altra giovane leva. Questa però ignorò la maga e fingendo che non ci fosse nessun altro, seguitò a divorare la sua colazione.
Un lungo silenzio le accompagnò fino a che entrambi i vassoi non si svuotarono, poi quando ormai il primo sole aveva illuminato tutto il cielo, la fanciulla si congedò e di nuovo ignorando Elesya. Presto giunse anche Reilhan e dal suo aspetto si capì facilmente che non era più riuscito a chiudere occhio. <<Grazie mille!>> le disse prima di iniziare a mangiare ma Elesya, in preda all’ansia, non sentì.

venerdì 16 maggio 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 63)

<<Voglio complimentarmi con te! Pensavo che presto o tardi ti saresti arresa, invece sono giorni che m’insegui senza sosta, purtroppo però con scarsi risultati>> disse Alea dalla cima di un faggio. Xera era allo stremo delle forze; a stento, infatti, riusciva a reggersi in piedi. Nonostante tutto però non demordeva e per tre giorni era corsa dietro la sua mentore senza mai lamentarsi. <<Manca solo un giorno ormai: se entro l’alba non riuscirai a toccarmi, dovrai abbandonare Horsia>> asserì la spadaccina rincarando la dose. Xera avvertì la tensione accrescersi un minuto dopo l'altro: il suo sogno era in pericolo, così come la sua libertà futura. La guerriera quindi iniziò a correre a perdifiato e quando intravedeva Alea sostare di proposito su dei rami troppo alti, con forza strattonava gli alberi in questione costringendola a cambiare strada. 

<<Hai un modo di combattere veramente rozzo, mia cara!>> le confessò Alea più volte ma Xera preferì ignorarla. Di nuovo si ritrovarono presso il loro accampamento di fortuna e com’era già capitato in passato, la guerriera non perse occasione per dissetarsi o mangiare qualcosa al volo, tuttavia le scorte terminarono e con lo stomaco vuoto, la caccia si rivelò ancora più ardua. Accasciata al suolo per riprendere fiato, Xera ripensò a tutte le strategie che aveva utilizzato per arrivare a toccare la veloce Tohua e a come nessuna si fosse rivelata utile, per cui non sapendo che altro escogitare, nella sua mente iniziò a farsi strada l’idea che presto o tardi avrebbe dovuto dire addio ai suoi fidati compagni. Quel pensiero però fu subito ricacciato e schiaffeggiandosi il viso con energia, tornò in sé riprendendo la sfida.

martedì 13 maggio 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 62)

<<Non lo farò, mi rifiuto!>> urlò Elesya in preda all’agitazione, <<Mia cara, è necessario. Le carte non mentono mai!>>. Madame Taròt restò impassibile dinanzi alla reazione della giovane maga e come nulla fosse, continuò a fumare la sua pipa. Reilhan invece era confuso; dopo aver ascoltato la spiegazione della Paramal, non riusciva a comprendere perché la sua amica si stesse ribellando in quel modo. <<Calmati Ely, hai già fatto una cosa del genere e tu stessa te ne sei occupata di persona, si può sapere che ti prende?>> le domandò perplesso. Elesya tornò a sedersi e mostrando vergogna e imbarazzo, confessò al suo Novizio che in passato gli aveva mentito. <<Non ho mai tolto la vita a nessun essere vivente!>> annunciò con lo sguardo fisso sulle sue mani. 

<<Non è possibile, io stesso ho visto i corpi dei Pokiha, abbiamo persino recitato il rituale di Hila>> le ricordò il curatore. <<Mi dispiace Rei>> rispose Elesya e una piccola lacrima le rigò il volto, <<In realtà avevo aggiunto del Napello nei biscotti che ho usato come esca: quei poveri animali erano solo assopiti>>. Reilhan si alzò di scatto e il tavolino traballò: non sopportava le menzogne, né tanto meno chi le proferiva. <<Ora capisco perché nessuno vuole affidarci delle missioni, deve essersi diffusa la notizia della falsa consegna a Barz, sono sicuro che ci avranno etichettato come ladri e truffatori>> poi riprendendo la sua bisaccia, si congedò dalle due chiudendosi la porta alle spalle. <<Rei, ti prego aspetta!>> disse Elesya, ma la sua invocazione si perse nel buio di quella stanza. 

venerdì 9 maggio 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 61)

I giorni passarono in fretta ma nonostante l’allenamento, Elesya non era ancora riuscita a sbloccare la sua pergamena. Vane furono, infatti, le visite al vecchio Murdar, poiché proprio in quei giorni (secondo quanto aveva riportato loro, Hillin) il saggio era troppo occupato per dar retta a dei piccoli mocciosi; ovviamente sia Reilhan, sia Elesya sapevano che l’uomo non avrebbe mai detto una cosa del genere, al contrario invece della burocrate. In seguito al primo rifiuto però, non si arresero e ritornarono dal saggio per altri tre giorni, anche se il risultato fu sempre lo stesso. 

Seduti sulle scale della piazza centrale, i due ragazzi attesero l’apertura dei negozi e delle botteghe per rimettersi a caccia di missioni secondarie. Dopo la prima, infatti, avevano raccolto erbe, consegnato merce e persino ritrovato alcuni animali domestici perduti. Come promesso inoltre, Reilhan aveva iniziato ad addestrare la sua amica con non poche difficoltà però, essendo la ragazza troppo emotiva. <<Murdar non si è mai negato in questo modo>> disse il Novizio perplesso, Elesya invece preferì restare in silenzio, era molto stanca a causa dell’ultimo allenamento, ma non osava lamentarsene. Quando la maggior parte dei mercanti aprì i battenti, i due ragazzi iniziarono a cercare. Ben presto anche altre leve si unirono a loro e la tensione per alcuni, salì alle stelle. Non era insolito, infatti, che nascessero delle zuffe per accaparrarsi la richiesta migliore, ma il duo tuttavia non se ne preoccupava, poiché erano interessati solo alle missioni da tutti rifiutate. 

Senza perdere tempo, il Novizio si diresse nei soliti vicoli nascosti ma quel giorno non trovarono nessuno che avesse bisogno d’aiuto. <<Sono spiacente ragazzo, ho esaurito le mie richieste per oggi>> disse loro l’ennesimo venditore. Reilhan però non era uno sciocco e dopo il quarto rifiuto, iniziò a sospettare che qualcuno stesse applicando la loro stessa strategia. <<Che cosa facciamo Rei? Nessuno ha bisogno di noi oggi>>, asserì Elesya rabbuiandosi. Il Novizio allora quasi correndo, perlustrò tutti i vicoli del villaggio ma senza alcun risultato e quando furono sul punto di arrendersi, qualcuno li avvicinò. <<Ragazzi, si dico a voi, venite qui>> disse una donna con un filo di voce. Elesya e Reilhan entrarono così in un vecchio edificio che esternamente sembrava abbandonato, all’interno invece … lo era del tutto. Ragnatele e muffa erano i sovrani incontrastati di quell’abitazione e la polvere, la loro umile serva. 

La donna li fece accomodare a un tavolino mal messo e per un attimo, Elesya temette persino di cadere a causa del legno marcio. Poiché le finestre erano serrate e le luci rotte, la signora accese una candela per illuminare la stanza. <<Io sono Madame Taròt e questa è la mia umile dimora>>. Elesya e Reilhan restarono in silenzio, il concetto di umile, infatti, fu rivalutato alla vista di quella casa. Madame Taròt era una donna dalla pelle abbronzata, paffuta e in là con gli anni, proprio come dimostravano i suoi voluminosi ricci bianchi, pur essendoci ancora qualche ciocca che manteneva il suo colore originale. Nonostante l’unica luce provenisse da una fioca candela, si distingueva bene il castano di quei boccoli. Sul suo viso c’erano tante piccole rughe, alcune d’espressione altre invece sembravano quasi delle cicatrici, forse frutto di una lunga battaglia contro il tempo. Era bizzarro però che tutto il trucco che la donna aveva utilizzato per apparire al meglio, non era stato in grado di camuffarle. 

martedì 6 maggio 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 60)

<<Forza svegliati! Non siamo venute qui per riposare>> disse Alea impaziente. Xera aprì gli occhi a fatica, dopo aver trascorso la notte precedente a correre tra i boschi, si sentiva stanca e spossata, soprattutto perché non dormiva da due giorni. <<Che cosa farò oggi? Nuoto? Corsa con i sacchi?>> le rispose irritata. Una volta lontane dal villaggio infatti, Alea aveva sottoposto la guerriera a esercizi fisici intensi e tra questi erano compresi anche i classici giochi delle fiere di paese. <<Ricordi cosa ti ho detto?>> la ammonì, <<Farai tutto quello che ti dirò, senza mai lamentarti>> ripeterono all’unisono. <<Bene, adesso alzati; ti concedo cinque minuti per rinfrescarti e mangiare, dopo di che ricomincerà il tuo addestramento>> le intimò la ragazza prima di inoltrarsi tra i boschi, immersa nei suoi pensieri. 

Xera non perse tempo, se c’era una cosa che aveva imparato in quei giorni, era che Alea metteva in pratica tutto quello che diceva e niente le avrebbe impedito di mantenere i suoi propositi, anche a costo di rischiare la propria vita. I minuti passarono veloci e ben presto la ragazza fece ritorno con qualcosa tra le mani. <<Prendi!>> disse, lanciandole un lungo bastone di legno che Xera afferrò al volo come fosse una spada. <<Oggi ho deciso che è giunto il momento di proporti una piccola sfida>> le annunciò, <<Se entro il tramonto del primo sole, riuscirai a colpirmi almeno una volta, ti permetterò di tornare dai tuoi amici>>. La giovane leva restò incredula << Pensavo che …>> asserì balbettando, <<Pensavi cosa?>> domandò Alea, <<Credevo che ci saremmo allenate per una settimana, cosa ti ha fatto cambiare idea?>>. 

La ragazza allora iniziò ad agitare la coda e sorridendole beffarda, rispose <<Questa è davvero bella! È così dai per scontato che riuscirai anche solo a sfiorarmi, allora lascia che cambi le condizioni di questa sfida>>, poi porgendole le spalle e deponendo la sua fidata Kenòs, continuò <<Se riuscirai a colpirmi prima che questa settimana volga al termine, potrai tornare dai tuoi amici>>. Con un agile balzo si allontanò dalla guerriera <<Sempre che tu riesca prima a trovarmi>> e correndo velocemente, svanì inghiottita dal bosco. In un primo momento Xera rimase senza parole, poi, però tornata in sé, inseguì la ragazza, armata di bastone. Nei giorni precedenti aveva già avuto modo di prendere dimestichezza con quei luoghi, cosa anomala per una persona incapace di orientarsi, infatti, muoversi evitando rami e radici era diventato molto semplice. Quello che invece divenne arduo, fu il restare al passo con la grande velocità della nuova arrivata. Agile e precisa, scivolava tra gli alberi elegante come un Fhian e i suoi stessi passi erano silenziosi e leggeri. Di tanto in tanto capitava che si fermasse di proposito per dar modo alla guerriera di avvicinarla, per poi evitare come nulla fosse i suoi attacchi e riprendere a correre nella direzione opposta. 

venerdì 2 maggio 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 59)

Trascorsero alcune ore prima che i due ragazzi avvistassero dei Pokiha e nonostante fossero una specie diffusa in quei boschi, non furono semplici da individuare proprio a causa della loro rinomata furbizia. <<Barz aveva detto che sarebbe stato semplice, ovviamente ci ha preso in giro!>> affermò la giovane maga contrariata. Il Novizio invece sapeva che per quel tipo di missioni, bisognava armarsi di grande pazienza. <<Ricorda che sono animali scaltri, non si faranno trovare facilmente; allo stesso tempo però, hanno un debole per i dolci e se utilizzeremo la giusta esca, catturarli sarà semplice>>. 

Reilhan spiegò il suo piano alla compagna e prima che Elesya potesse lamentarsi, le ordinò di evocare le sue funi oscure e di piazzarle in punti strategici, accanto a dei biscotti. Dopo aver disposto le trappole, si nascosero e aspettarono. Passarono soltanto alcuni minuti e la prima preda si fece avanti. Elesya fu colpita dall’eleganza di quell’animale: non aveva notevoli dimensioni, era, infatti, poco più grande di un gatto e come quest’ultimo, aveva delle grandi orecchie pelose e nere. Il musetto invece era più piccolo e fino di color bianco. Il manto inoltre sembrava voluminoso e soffice, così come la lunga e affusolata coda, i cui toni ricordavano quelli del rame. <<Non osservarlo troppo a lungo o ti mancherà la forza per catturarlo>> le sussurrò il Novizio ma Elesya era una ragazza molto sensibile e far del male a qualcuno, sia pure un nemico, era per lei motivo di sofferenza. <<Stringi le corde attorno alle zampe!>> le intimò l’amico, ma la giovane maga non ne ebbe il coraggio e per tutta risposta, richiamò la sua magia e la dissolse.

giovedì 1 maggio 2014

10.000

Quando ho aperto questo blog, non avrei mai potuto immaginare di poter raggiungere un simile traguardo, ancora prima di festeggiare il primo anno di vita dello Scrittoio Segreto. Ebbene sì mie care Giovani Leve, abbiamo raggiunto le 10.000 visualizzazioni e per questo non posso che ringraziarvi di cuore.
Pian piano avete iniziato a farvi sempre più numerose ed io sono davvero senza parole. Per esternare la mia gioia, vi dedico un disegno frutto della nuova tavoletta grafica che ho ricevuto in regalo, spero apprezziate i miei primi scarabocchi. :)
Che dire, ancora 10.000 volte grazie per aver continuato a leggere un racconto che a differenza dei comuni libri, è in continuo svolgimento; la vostra pazienza è ciò che m’infonde la forza e la voglia di portare avanti questo mio esperimento letterario. Continuate a seguirmi e se potete, condividete i miei post: più siamo e meglio è. :) 
Valeria