martedì 13 maggio 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 62)

<<Non lo farò, mi rifiuto!>> urlò Elesya in preda all’agitazione, <<Mia cara, è necessario. Le carte non mentono mai!>>. Madame Taròt restò impassibile dinanzi alla reazione della giovane maga e come nulla fosse, continuò a fumare la sua pipa. Reilhan invece era confuso; dopo aver ascoltato la spiegazione della Paramal, non riusciva a comprendere perché la sua amica si stesse ribellando in quel modo. <<Calmati Ely, hai già fatto una cosa del genere e tu stessa te ne sei occupata di persona, si può sapere che ti prende?>> le domandò perplesso. Elesya tornò a sedersi e mostrando vergogna e imbarazzo, confessò al suo Novizio che in passato gli aveva mentito. <<Non ho mai tolto la vita a nessun essere vivente!>> annunciò con lo sguardo fisso sulle sue mani. 

<<Non è possibile, io stesso ho visto i corpi dei Pokiha, abbiamo persino recitato il rituale di Hila>> le ricordò il curatore. <<Mi dispiace Rei>> rispose Elesya e una piccola lacrima le rigò il volto, <<In realtà avevo aggiunto del Napello nei biscotti che ho usato come esca: quei poveri animali erano solo assopiti>>. Reilhan si alzò di scatto e il tavolino traballò: non sopportava le menzogne, né tanto meno chi le proferiva. <<Ora capisco perché nessuno vuole affidarci delle missioni, deve essersi diffusa la notizia della falsa consegna a Barz, sono sicuro che ci avranno etichettato come ladri e truffatori>> poi riprendendo la sua bisaccia, si congedò dalle due chiudendosi la porta alle spalle. <<Rei, ti prego aspetta!>> disse Elesya, ma la sua invocazione si perse nel buio di quella stanza. 
<<Oh mia cara, non ti preoccupare. Si è recato dal conciatore che avete ingannato per scusarsi; anche tu però, mentirgli in questo modo … e dire che ti credevo una ragazza dai sani principi>>. Elesya pianse, non le erano mai piaciuti i rimproveri, anche se meritati. <<Sei sicura che non ci sia un altro modo per sbloccare la mia pergamena?>> domandò asciugandosi il viso, <<Sicurissima: l’appeso è la carta del sacrificio e per quanto possa essere crudele, la magia esige sempre un prezzo da pagare. La negromanzia inoltre è la più dura tra le discipline; mia cara sei davvero convinta che faccia al caso tuo?>>. Madame Taròt abbandonò il tavolino e portando la candela con sé, rivelò con la sua luce un divano non molto distante e anch’esso impolverato. La donna non ci fece molto caso tuttavia e come fosse nuovo di zecca, ci si sedette placidamente. <<Presto bambina, vieni accanto a me>> la esortò ma Elesya, ancora affranta per quanto era accaduto, preferì restare sola e al buio. 

Trascorsero diversi minuti in cui la maga sfogò tutto il suo dispiacere, poi tornata la tranquillità, raggiunse finalmente la veggente. <<Non devi angustiarti>> le suggerì Madame Taròt, <<Sacrificare una vita può sembrarti orribile in principio, vedrai però che una volta sbloccato il tuo lascito, ne sarà valsa la pena>> le spiegò entusiasta. <<Come fate a parlare in questo modo?>> rispose Elesya colma di risentimento e disprezzo. <<Togliere la vita per voi, è forse solo un gioco? Che razza di persona siete?>>, la giovane maga allora si alzò dal divano e scrutando la Paramal con disgusto, ne prese le distanze. <<Piccola piagnucolona viziata, chi ti credi di essere per giudicarmi dall’alto del tuo piedistallo!>> obiettò irritata Madame Taròt, <<Tu che immagini il mondo gremito di favole e balocchi, osi sentenziarmi e guardarmi con tale disprezzo; in verità mia cara, sono io a disprezzare te e a compatirti. Non hai la minima idea di che cosa voglia dire essere una maga, del sacrificio che si cela dietro un grande potere e soprattutto della sofferenza cui siamo sottoposti pur di realizzare i nostri desideri. Come osa quindi una bambina viziata, giudicare chi ha avuto il coraggio di prendere in mano la sua vita, senza aiuti o vantaggi>>.

La donna al culmine della rabbia, si alzò in piedi lasciando cadere la preziosa pipa a terra, poi agitando le mani, materializzò ancora una volta le sue mistiche carte che fluttuando, circondarono la piccola maga. Elesya intimorita, provò a indietreggiare ma le fu impossibile poiché le carte avevano innalzato una barriera intorno a lei. <<Osserva piccola sciocca, guarda che futuro ti attende, scruta le onde del destino e ammira come tutte le persone che saranno al tuo fianco, perderanno la vita perché tu sei troppo debole per lottare da sola>>. Le carte vorticarono velocemente e la ragazza, oppressa dalla pressione magica, cadde in ginocchio. Immagini atroci iniziarono a manifestarsi: Reilhan e Xera che perivano in battaglia nel tentativo di proteggerla da bestie prive di scrupoli. Anche chiudendo gli occhi la situazione non migliorava, poiché le immagini continuavano a scorrere e lei non poteva fare a meno di guardare. Infine giunse l'ultima che la ritraeva distrutta dal dolore mentre con le mani, sporche del sangue dei suoi amici, stringeva i loro corpi ormai privi di vita. Fu allora che la giovane maga si ribellò e urlando disperata, respinse la magia delle carte e ordinò loro di svanire.

<<Incredibile bambina, allora sei davvero una maga. Iniziavo a pensare che tu solo fossi una bugiarda, dopotutto non hai fatto altro che mentire da quando sei scesa da quella nave>> affermò la donna ricomponendosi. <<Che cosa intendete dire?>> replicò Elesya ancora molto agitata. <<Oh andiamo, lo sai benissimo! Hai detto di essere una maga e ti rifiuti di usare la magia, hai detto che intendi diventare una negromante e poi fuggi dai tuoi doveri, e infine hai persino detto di amare i tuoi compagni e poi non fai nulla per proteggerli … dalle mie parti le persone come te le chiamiamo bugiarde o mi sbaglio forse?>>. La rabbia della giovane maga svanì in fretta, dopotutto la veggente diceva il vero e in cuor suo lo aveva sempre saputo. <<Il futuro che ti ho mostrato può essere modificato solo dalle azioni compiute nel presente, quindi sta solo a te decidere come e quando agire. Tuttavia se davvero intendi rispettare i tuoi principi, sappi che presto o tardi dovrai scavare delle tombe>>

La donna infine, stanca per aver utilizzato i suoi poteri dopo lungo tempo, chiuse gli occhi addormentandosi senza fare troppi complimenti e mentre il suo russare scandiva come un orologio il passare dei minuti, Elesya ripensò a quanto, già in passato, i suoi compagni si fossero sacrificati per lei. Così senza perdere altro tempo abbandonò la dimora dell’anziana donna e correndo tra un vicolo e l’altro, andò alla ricerca di Reilhan.
Quando però finalmente ritrovò il Novizio, si accorse che non era solo bensì in compagnia di altre tre giovani leve e in procinto di menar le mani. Senza pensarci quindi raggiunse il ragazzo e fiancheggiandolo, si unì alla discussione. <<I truffatori al completo! Ero ansioso di conoscervi>> disse il ragazzo più giovane del gruppo. <<Perché invece non chiudi quella bocca e torni a giocare con sonagli e bambole di pezza?>> intimò il Novizio, ferito nell’orgoglio. Il ragazzo allora sguainò la sua asta di legno e proprio quando iniziò a recitare un incantesimo, il più grande lo bloccò con un gesto della mano. <<Non sprecare la tua magia per questi due Teka, non ne vale la pena. Ora andiamo via, mi sono stancato della loro presenza>> disse voltandogli le spalle e congedandosi in silenzio. Anche il giovane ragazzo e la minuta fanciulla che lo accompagnavano imitarono il capogruppo e ben presto le due leve restarono nuovamente sole.

<<Chi erano quei tre?>> domandò curiosa la giovane maga ma il curatore non rispose, anzi si congedò anch'egli, incamminandosi in direzione della casa abbandonata. <<Aspetta Rei, ti prego>>. Reilhan allora si fermò <<Cos’è vuoi confessarmi altro per oggi?>> disse visibilmente adirato. La giovane maga allora lo raggiunse e poggiando le piccole mani contro la sua ampia schiena, si scusò ancora una volta ma con scarsi risultati. <<Come hai potuto mentirmi! Sai che frodare i mercanti di Horsia è una pazzia? Non ricevere più missioni per noi vorrebbe dire perdere la competizione, inoltre in caso di lamentela formale presso Murdar, potremmo anche correre il rischio di essere cacciati dall’isola. Si può essere tanto avventati?>>. Il curatore continuò a camminare per sbollire la rabbia ed Elesya non poté fare a meno di seguirlo. 

Dopo aver percorso diversi vicoli in assoluto silenzio, giunsero proprio dinanzi alla bottega di Barz che scrutandoli severo, chiuse le porte della sua conceria in modo brusco. Elesya allora, vi entrò determinata e ne uscì solo quando il vecchio mercante accettò le sue scuse, più le monete sufficienti per l’acquisto di una nuova e spaziosa bisaccia. <<Sono spiacente Rei, ma i guadagni delle richieste scorse, sono andati! Adesso però nessun altro ci negherà dei lavori: l’anziano pellaio ci ha perdonati>>. Poi la ragazza consegnò la nuova borsa al curatore che seppur ancora irritato, accettò il dono e le scuse della sua amica. <<Non mentirmi mai più>> le disse poco prima di rientrare nella casa fatiscente, <<Non potrei mai perdonare una seconda volta, chi si è preso gioco di me!>>. Quando le leve varcarono l’uscio, Madame Taròt era dietro il bancone intenta a cucinare, nonostante il profumo del suo cibo non fosse poi così invitante.

<<Madame, vorrei farvi una domanda!>> disse il Novizio risoluto, la donna allora annuì e lo esortò a continuare <<Non tutti i mercanti sapevano della frode, è possibile quindi che qualcuno ci stia boicottando volontariamente?>>. La donna allora abbandonò per un momento il mestolo e sorridendo furbescamente, annuì una seconda volta. <<Sei molto saggio! Confesso che quando siete andati via, senza salutare per giunta, ho riletto le carte e vi dico solo che la "luna nera" non compare mai per caso. Fate attenzione bambini, mistificazioni e insidie vi attendono>>. La veggente servì loro una ricca cena a base di viscidi liquidi verdognoli e maleodoranti pezzi di carne <<Non fatevi trarre in inganno: nonostante l’aspetto raccapricciante, nessuno dei miei ospiti si è mai lamentato>> i ragazzi tuttavia, dotati di lingua e senso del gusto funzionanti, furono di parere diverso, <<Sempre che siano ancora vivi>> borbottò il Novizio. 

Subito però, giunse l’ora per i due di abbandonare la vecchia veggente, la quale infine strappò loro la promessa di far presto ritorno, curiosa di vedere con i suoi occhi, cosa celava quella misteriosa pergamena. Le leve tirarono dritto verso la locanda di Aldaria, ritornare nei boschi non avrebbe avuto senso e con la mente ancora colma di domande, si prepararono per affrontare un nuovo giorno, oscurato però da un’ombra misteriosa.

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