mercoledì 7 agosto 2013

Ringraziamenti

Ho creato questo blog con l’unico scopo di condividere con voi il mondo che c’è nella mia testa. Sapevo che scrivere un racconto su questa piattaforma, per certi versi, poteva essere controproducente poiché vi è sempre il rischio che qualcuno possa rubare il tuo lavoro o che semplicemente non interessi. 
Oggi quindi, avendo superato la soglia delle 1000 visualizzazioni (traguardo che solo sognavo) mi sento in dovere di ringraziare tutti quelli che mi seguono e leggono questa mia bizzarra storia. Spero di potervi ringraziare adeguatamente postando materiale sempre più interessante che possa coinvolgervi e proiettarvi in un mondo dove tutto è possibile; Dove il magico è routine, il combattimento all’ordine del giorno e gli animali e la natura sono differenti dalle nostre.
Spero poi che la rubrica “Curiosità da Raifaelia” possa spiegarvi tutto ciò che troverete di difficile comprensione. V’invito a commentare i miei post perché reputo importante il punto di vista dei miei lettori, io risponderò a tutti, senza spoiler però ;)


Ps. Cerco di postare solitamente una pagina al giorno, tuttavia, essendo noi in Agosto e essendoci un caldo abominevole, molto spesso mi è totalmente impossibile mettermi al pc perché incandescente. Agosto è anche periodo di vacanze e a tal proposito annuncio una settimana di stop, che passerò al mare, lontana dal mio caro portatile/termosifone. In ogni caso, quando ci saranno dei nuovi aggiornamenti, li posterò sia sul mio account di Facebook, sia su quello di Twitter (@iside2184) che su Google+. Se non siete amanti dei Social, iscrivetevi come lettori fissi o tramite Mail, così potrete avere notizie in tempo reale tramite posta elettronica.

Grazie a tutti   Valeria.

venerdì 2 agosto 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag.11)

<<Dove diamine eri finita? Dobbiamo rimanere uniti, la barriera è prossima!>> disse Reilhan un po’ preoccupato.

Xera avrebbe voluto dir loro del colloquio con il Capitano, ma non c’era tempo da perdere, lo scudo magico era ormai chiaramente visibile. Sembrava un enorme bolla di sapone che circondava interamente l’isola; non aveva un aspetto spaventoso, al contrario di come le era stato descritto in precedenza, anzi era molto bello da vedere, poiché, una volta illuminato dalla luce dei due soli, produceva riflessi colorati simili all'arcobaleno  Quasi tutti ne rimasero incantati, non era uno spettacolo che si poteva vedere tutti i giorni. Reilhan suggerì loro di tirar fuori dagli zaini, la pergamena dorata e di stringerla saldamente; spiegò ancora una volta che grazie alle speciali incisioni runiche presenti sul documento, avrebbero superato senza danni quella barriera. Invitò le sue amiche a non lasciarsi ingannare dall'aspetto etereo dello scudo, perché al contrario era veramente pericoloso, ma questo lo capirono anche loro molto presto.

La nave avanzava lentamente, pur non avendo né rallentato in precedenza, né mitigato la sua corsa; era come se il tempo, in quell’unico punto, procedesse a un ritmo diverso e fosse quasi immobile. Di questa condizione però ne risentiva solo l’imbarcazione poiché, sia il flusso delle correnti, sia i movimenti dell’equipaggio, avevano mantenuto la stessa velocità.

<<Che strano, la nave sembra sospesa, ma com’è possibile?>> chiese Elesya e subito Reilhan le spiegò che era un effetto della barriera. <<Rallentando il moto di tutte le imbarcazioni che desiderano oltrepassarla, dà loro un’ultima possibilità, in caso di intenzioni ostili, di cambiare i propri propositi, infatti, se il mezzo volesse invertire la propria rotta, riprenderebbe la velocità iniziale>> aggiunse.

Xera ne fu molto sorpresa, quello scudo che lei aveva sottovalutato, aveva una forza tale da fermare una nave così imponente senza nemmeno esserne sfiorato. Fu pervasa da un certo timore con l’avvicinarsi della barriera, così Elesya la prese per mano e le sussurrò.

<<Una volta superato questo ostacolo, finalmente saremo a Horsia, sono così emozionata. Tienimi la mano, ho paura di perdermi quando approderemo>> e le sorrise dolcemente.

Xera si sentì subito meglio, la sua nuova amica poteva sembrare frivola a prima vista, ma sapeva infondere calma e tranquillità solo con un sorriso.

<<Ragazze non fatevi prendere dal panico, quando giungeremo al porto di Horsia, sono sicuro che ci sarà molta confusione e alcuni di questi gruppi si disperderanno; cerchiamo di rimanere uniti, ma soprattutto seguite solo e soltanto me. Diffidate da quelli che vi proporranno scorciatoie, o armi invincibili poiché vi inganneranno rendendovi una facile preda per le bestie dell’isola>>.

Reilhan era molto teso, si poteva capire dalla postura rigida e dal tono delle sue parole; lo sguardo era fisso su di un punto che né Xera né Elesya riuscivano a scorgere, l’unica certezza era che andava ben oltre la barriera.
La prua nella nave si conficcò nello scudo che pian piano la avvolse; le pergamene iniziarono a brillare tutte contemporaneamente, rispondendo ad un richiamo che nessuno poteva udire. Man mano che l’imbarcazione avanzava, la barriera incamerava sempre più centimetri della nave; qualcuno preso dal timore arretrò, cercando di ritardare di qualche minuto l’ingresso, ma era del tutto inutile poiché di lì a poco l’intera Sylvia sarebbe stata assorbita.

A un tratto tutti gli oggetti che erano stati scartati in precedenza, come cibo, armi o abiti dismessi, presero fuoco, una volta colpiti dallo scudo; ci furono momenti di panico, ragazzi che iniziarono a indietreggiare sempre di più, temendo di fare la stessa fine dei propri vestiti. Quelli che avevano conservato qualcosa del vecchio bagaglio, si ritrovarono piccole fiamme nella bisaccia della Leva, altri videro i propri monili, nascosti sotto l’uniforme, incenerirsi. Xera, istintivamente, si toccò il fiocco che aveva tra i capelli, temendo che potesse bruciare come tutto il resto, ma non ripiegò quando la barriera giunse davanti ai suoi occhi. 

Accadde tutto in pochi minuti, il suo corpo fu totalmente avvolto da un’energia che non era né buona né malvagia; era magia allo stato puro, contro la quale si era totalmente inermi. La pergamena brillò più intensamente, emettendo la stessa luce sprigionata al portale di Dalihan e come allora Xera chiuse gli occhi per non rimanerne accecata. Non sentiva ne caldo e ne freddo, solo una profonda quiete; questa sensazione ebbe durata breve tuttavia, poiché ben presto la ragazza si ritrovò oltre la barriera, totalmente incolume, così come Elesya e Reilhan. Il suo fiocco era intatto e di questo fu sollevata, Elesya le teneva ancora la mano, mentre il loro amico, dopo aver riposto la pergamena nello zaino, si preparò a scendere dalla nave.

<<Mie care fanciulle, ecco quella che sarà la vostra casa per molto tempo>> disse riprendendo il solito tono beffardo. <<Si spera per poco, non voglio ammuffire su quest’isola>> replicò Xera, <<l’importante è rimanere uniti, solo così potremo superare tutte le prove>> disse Elesya sorridendo.

Dopo pochi metri dalla barriera, si poteva chiaramente distinguere l’isola e un piccolo porto dinanzi a loro. Xera non riusciva a determinare, con il solo sguardo, le reali dimensioni di quel lembo di terra poiché era più vasto di quel che immaginava. L’unica cosa che poteva chiaramente scorgere, era un vulcano alla sommità dell’isola, circondato da chilometri di foresta fitta e verdeggiante. Il porto era al centro di un golfo naturale, dove le correnti si placavano e il mare diventava limpido e cristallino. Il clima era mite e temperato e nonostante la stagione calda fosse ormai prossima, non si avvertivano picchi esagerati di calore, sembrava una perenne primavera. Elesya, riparandosi con una mano dalla luce del primo sole, sembrava un po’ accaldata, al contrario del resto del gruppo.

<<Il sole è molto forte da queste parti, nella mia Payanir filtra di rado per i maestosi alberi antichi che circondano le paludi. Non pensavo che Nurya potesse essere così caldo>> disse Elesya abbastanza provata.

<<Nurya? Non conosco questo nome>> disse Reilhan perplesso. <<E’ un’antica leggenda che si tramanda nelle mie terre, magari ve la narrerò quando approderemo; Nurya è il nome con il quale chiamiamo il Primo Sole>> spiegò la ragazza.

<<Amici guardate il porto è vicino, dobbiamo prepararci a scendere>> disse Xera interrompendo la conversazione. <<Ragazze non perdete mai di vista le mie spalle!>> ricordò loro Reilhan, <<si! Abbiamo capito Rei, non dobbiamo parlare con gli sconosciuti e non possiamo fare compere, tutto questo è chiaro, lo avrai ripetuto solo cento volte, nell'ultima mezzora!>> rispose seccata Xera.

<<Lo ripeterò altre mille se necessario, così che anche una testa dura come la tua potrà memorizzare le mie parole>> aggiunse a tono Reilhan. <<Amici non vi arrabbiate per favore, se ci mettiamo a discutere proprio ora, cose ne guadagneremmo se non di restare indietro rispetto a tutti gli altri>> replicò Elesya. Nessuno dei due obiettò perché la loro amica aveva perfettamente ragione, erano in un punto cruciale del viaggio e la tensione si poteva quasi toccare.

<<Ti chiedo scusa Rei>> disse con una flebile voce Xera, fingendo di guardare l’orizzonte;  <<e accetto volentieri le tue scuse! Anche se ci conosciamo da poco, ho capito che queste cortesie, con te, saranno più uniche che rare>> e iniziò a ridere. La mano di Elesya strinse con maggior vigore quella dell’amica, aveva capito che si sarebbe arrabbiata per quel commento, essendo facilmente irritabile, Xera però era troppo tesa e quasi non sentì le parole infelici ma veritiere di Reilhan.
I suoi amici se ne resero conto e per tranquillizzarla si strinsero attorno a lei, facendo sentire la loro presenza; anche Reilhan la prese per mano e senza aggiungere altro condusse le due ragazze al centro del ponte della nave, luogo in cui si sarebbe innalzata una passerella, che avrebbe permesso a tutti di scendere sull'isola.

La nave si arrestò, le vele furono ammainate e una schiera di marinai, per mezzo di corde molto robuste, sollevarono dal fianco dell’imbarcazione, un ponticello. Altri, sul lato opposto, spingevano con forza un enorme mulinello, al quale, man mano che girava, si avvolgeva una catena nera di dimensioni notevoli, alla cui estremità era collegata un’ancora. Questa, unuestQQQQ tempo, doveva essere stata lucida come uno specchio, come si poteva facilmente intuire dalle piccole parti prive d’incrostazioni, che riflettevano la luce del sole. Dall'alto della cabina di comando, si sentivano le voci del Capitano Flor e del Primo Ufficiale coordinare lo sbarco e tutte le azioni del resto dell’equipaggio. Tutto era pronto, i tre amici preferirono non scendere per primi per evitare di disperdersi, ma non furono nemmeno gli ultimi; come aveva più volte ripetuto Reilhan, il molo si riempì di ragazzi sperduti e senza meta, la confusione dilagava e alcuni iniziarono a gridar a gran voce i nomi dei propri compagni dispersi nella folla.

I tre si tenevano saldamente per mano, ma prima di abbandonare completamente la nave Xera si girò di colpo e gridando a squarciagola disse <<Addio Capitano, addio signor Primo Ufficiale, vedrete che questo non sarà un viaggio sfortunato>>.

Dall'alto del ponte si udì chiaramente una fragorosa risata, Flor la salutò e riprese a impartire ordini, il suo Ufficiale, invece, si limitò a un appena accennato gesto di saluto, ma fu contento delle parole di quella bizzarra ragazza con fiocco e spada.



<<Andiamo amici, Horsia aspetta solo di essere conquistata>> disse fiera Xera, mentre Reilhan e Elesya, ancora stupiti per quel saluto finale, si limitarono a sorridere mentre si lasciarono alle spalle l’imponente Sylvia.               

giovedì 1 agosto 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag. 10)

 L’approdo

Erano passate sei ore dalla partenza e sul ponte della maestosa Sylvia, ormai regnava la tensione tra le Giovani Leve. Di tanto in tanto si sentiva discutere animatamente tra membri di diversi gruppi, senza un motivo apparente. L’agitazione si faceva sentire anche per Xera, che ormai esausta, non vedeva l’ora di arrivare a Horsia. 

Elesya era la più calma, sembrava, al contrario del resto dei partecipanti, molto rilassata, come se stesse prendendo parte a un viaggio di piacere, con amici di vecchia data; ogni tanto, per passare il tempo, lucidava il suo bastone, pur essendo nuovo di zecca, sistemava la sua uniforme, laddove si creavano delle pieghe e infine si occupava dei suoi capelli che sistematicamente spostava da una spalla all’altra, poiché il vento la spettinava continuamente. Più ripeteva quei gesti e più Xera s’innervosiva, ormai aveva raggiunto e superato il suo limite, in merito alle lunghe attese. 

Si alzò di scatto e cominciò a camminare avanti e dietro per sgranchirsi le gambe; Reilhan, che aveva ripreso a dormire, dopo aver comunicato loro le informazioni iniziali, si svegliò e una volta stiracchiato, iniziò a guardare con molta attenzione l’orizzonte, come se stesse cercando di scorgere qualcosa d’invisibile al resto del gruppo. Xera lo raggiunse e speranzosa, gli chiese se erano finalmente arrivati, ma la risposta fu negativa e ancora più irritata, riprese a camminare per tutto il ponte della imponente Sylvia.

Senza rendersene conto raggiunse l’altra estremità della nave e con sua grande sorpresa, vi trovò il capitano Flor, intento a chiacchierare rumorosamente con il suo Primo Ufficiale. Non volendo disturbare, Xera pensò di tornare indietro ma i due uomini, accorgendosi della presenza della ragazza e interrompendo la conversazione, la invitarono a unirsi a loro.

<<Ragazzina! Si tu con quel fiocco da bambolina tra i capelli, vieni qui non avere paura!>> disse il Capitano incuriosito.

<<Non era mia intenzione disturbare, Signore!>> disse Xera intimorita.

<<Che sciocchezze, se avessi voluto avere un colloquio privato, sarei nella mia cabina adesso>> e Flor iniziò a ridere fragorosamente.

<<Dimmi un po’ qual è il tuo nome, ragazzina buffa!>> aggiunse il Capitano.

<<Io sono Xera, Signore!>> Flor la guardò con molta attenzione, abbassò lo sguardo e si concentrò sulla spada che la giovane aveva appuntata in vita.

<<Una spada corta!>> e rise <<Avrei giurato che le bambine avessero un debole per le arti magiche o curative, vedere una donzella infiocchettata, con una spada, è assai bizzarro!>>

Il Primo ufficiale si schiarì la gola per evidenziare la maleducazione del suo capitano, non era cortese offendere una fanciulla, ma Flor era un uomo che non badava molto all’etichetta, per questo il suo sottoposto era costretto a correggerlo continuamente, soprattutto durante occasioni ufficiali che richiedevano rigore e formalità.
Xera non aveva accettato di buon grado il giudizio del capitano, ma certamente non avrebbe discusso con un uomo così importante, per cui strinse i denti e finse di sorridere, cosa che purtroppo non le riusciva molto bene.
Il Capitano che, nonostante le apparenze, era una persona molto comprensiva, per rimediare al suo torto, volle darle altre spiegazioni in merito al viaggio, sapeva quanto fosse importante, per le giovani Leve, raccogliere quante più informazioni possibili per affrontare le prove dell’isola.

<<Su, su! Non ti arrabbiare bambina e perdona questo vecchio scortese, non era mia intenzione offenderti! Piuttosto sono curioso di sapere come mai hai scelto di diventare un soldato, vuoi forse far arrabbiare mamme e papà? Oppure vuoi spaventare un ammiratore impertinente?>>

 Xera era molto confusa, non riusciva a capire a cosa volesse alludere Flor; non sapeva che poche donne sceglievano di percorrere il suo stesso cammino e la maggior parte delle volte, questa decisione era stata spinta da motivazioni simili a quelle elencate dal capitano; per Xera però si trattava di una vera passione e molto presto anche lui se ne sarebbe reso conto.

<<Io non so molto di ammiratori impertinenti e sicuramente mia madre non è contenta della mia scelta, tuttavia mi ha aiutata, perché sapeva quanto desiderassi diventare una Paladina. Una ragazza che vuol combattere può suscitare ilarità, ne sono consapevole, ma sono pronta a sfidare tutti quelli che oseranno deridermi, abbattendo i loro sciocchi pregiudizi>>.

 Xera smise di parlare, si rese conto che forse aveva osato troppo, non era molto intelligente dare dello sciocco a un Capitano così importante e si preparò al peggio.

<<Ammirevole bambina, queste si che sono parole sacro sante. Mi è capitato in tanti anni di viaggi, di incontrare giovani volenterose e forti, molto più di certi uomini di mia conoscenza e tutte animate dal tuo stesso sentimento di rivincita, verso un mondo (quello militare) dove sono considerate deboli e d’intralcio. Sarei tuttavia un bugiardo se ti dicessi che tutte quelle che ho conosciuto sono mosse da così nobili ideali; soprattutto durante queste competizioni, ho visto bambine spinte per lo più dalle mode del momento o da certi genitori maggiormente interessati al prestigio del loro nome, che al futuro delle loro figlie. Sono contento di aver incontrato una fanciulla così determinata durante questo viaggio, vuol dire che non è stato del tutto inutile, questa volta!>>  e scoppiò nuovamente a ridere dando pacche sulla spalla della ragazza.

Xera, ancora confusa, chiese timidamente <<Volete dire che alcuni viaggi sono stati inutili, signore?>>

Intervenne il Primo Ufficiale, che sino a quel momento, aveva preferito ascoltare <<Il Capitano Flor si è confuso, voleva dire sfortunato; nessuno dei nostri viaggi è stato inutile>> e si schiarì la gola.

Xera non era ancora soddisfatta <<Che cosa intendete per sfortunato, signore?>>chiese.

Il Capitano si grattò la testa, si era reso contro tardi di aver parlato troppo e non sapeva come uscire da quella difficile situazione; guardò il Primo Ufficiale e lasciando a lui la patata bollente, finse di avere impegni importanti da dover sbrigare con una certa urgenza. Sbuffando esasperato, dalla poca professionalità di Flor, il marinaio cercò di rimediare.

<<Mia signora, come lei sa, queste competizioni sono molto difficili, oserei definirle estremamente dure e purtroppo non tutti hanno la forza necessaria per superare le numerose prove dell’isola. Alcuni preferiscono rinunciare quasi subito, altri a metà del percorso, altri ancora ... >>  e per un attimo calò il silenzio. <<Non tutti i viaggi sono quindi fortunati! Il capitano è tuttavia speranzoso in merito alla vostra persona; è motivo di orgoglio per lui incontrare persone così motivate, che oggigiorno sono più uniche che rare. Ora mi dovete scusare, ma essendo la nostra meta quasi vicina, devo coordinare l’equipaggio; si prepari, ormai Horsia è vicina!>> 


Il Primo Ufficiale raggiunse il capitano sul ponte di comando, mentre il resto della ciurma iniziò tutti preparativi necessari per l’approdo. Xera, per non essere d’intralcio, corse verso il suo gruppo, intento a osservare, con molta attenzione, l’orizzonte; un’imponente barriera si parava dinanzi alla nave.