martedì 24 dicembre 2013

Buone Feste

Lo Scrittoio Segreto vi augura 
                              Buon Natale 

venerdì 20 dicembre 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag.33)

Le due ragazze impiegarono pochi minuti per ritornare al piccolo accampamento creato da Reilhan e una volta giunte, vi trovarono una sgradita sorpresa: <<Fatti da parte e rendimi la tua imbarcazione, se farai come ti dico non ti capiterà nulla>> urlò un giovane, brandendo una lunga asta di legno scuro, <<Pensi davvero che ti cederò la mia zattera, dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per costruirla? Sei pazzo!>> rispose Reilhan con rabbia. 

Le due ragazze preoccupate per il loro compagno, non persero tempo: Elesya evocò le funi nere per catturarlo, mentre Xera si preparò ad attaccare, ma non ebbe il tempo di reagire poiché il giovane si divincolò dal cappio incantato con estrema facilità, <<Incantesimo, senza dubbio, eseguito alla perfezione, ma con me non funziona!>> replicò e muovendo rapidamente l’asta, materializzò una gabbia di lame che intrappolarono Elesya. Xera in preda alla furia, si scagliò contro l’avversario che senza alcun timore, evitò il contrattacco della guerriera e la immobilizzò con un’altra formula, <<Se non fossi stato allenato, mi avresti sicuramente sconfitto, ma contro di me nessuno rozzo guerriero potrà mai averla vinta>>, ma non finì la frase poiché Reilhan, dopo averlo aggirato e approfittando della confusione creata dalle sue amiche, lo attaccò con il fido Maglio.

Il ragazzo cadde a terra, travolto dal peso del martello e finalmente smise di parlare <<Diventerai un’abile Stregone, devo ammetterlo, ma parli troppo e ti manca ancora l’esperienza in battaglia>> gli disse il Novizio porgendogli la mano in segno di pace. <<Come ti chiami?>>, chiese Reilhan, la giovane Leva accettò il suo aiuto e rialzatosi, rispose << Paldur è il mio nome e vengo da Sihlya>>, ripulì in fretta l’uniforme e per prima cosa dissolse la gabbia che circondava Elesya. <<Grazie mille, quelle lame erano un po’ troppo affilate per i miei gusti>> disse sorridendo la ragazza; Xera invece, si liberò dopo pochi minuti, dallo stato in cui versava, con la sola forza fisica. 

<<Com’è possibile?>> chiese Paldur sorpreso, << Ci ho messo anni per imparare quella formula e soltanto un abile stregone avrebbe potuto spezzarla>> spiegò stupito, <<La nostra Xera ti sorprende sempre>> rispose il Novizio, <<avrai modo di capirlo tu stesso, ma ora sarà meglio mangiare perché a stomaco vuoto, si commettono il doppio delle stupidaggini>> gli disse, porgendogli un pezzo di carne ben cotta. <<Come mai una giovane Leva, si aggira per Horsia completamente sola?>> domandò ancora una volta Reilhan, << Il mio Novizio era un debole, così come il mio compagno: durante le nostre prime due battaglie, ho dovuto combattere da solo perché nessuno dei due era abbastanza forte, per cui ho deciso di proseguire per la mia strada, senza palle al piede>>. 

Il discorso di Paldur innervosì Reilhan che al contrario, prendeva molto sul serio il ruolo di Novizio e di guida per il suo gruppo; anche Xera non ne fu contenta, soprattutto dopo essere stata definita una rozza guerriera. L’unica che sembrava sopportare la presenza dell’egocentrica Leva, era la giovane maga che quasi pendeva dalle sue labbra, << ti senti bene Ely?>> chiese bisbigliando Xera, ma la domanda non ebbe alcuna risposta, essendo Elesya visibilmente distratta dal nuovo arrivato. La guerriera e il Novizio si guardarono perplessi e inventando una banale scusa, si allontanarono dal falò per parlare, <<Quel tizio non mi piace!>> disse Reilhan senza peli sulla lingua, <<Neanche a me piace, ma Elesya ne sembra attratta, non vorrei vederla soffrire a causa sua>>. 

Xera era molto preoccupata e così attendendo la notte, ne approfittò per parlare con la sua amica, <<Che ne pensi di Paldur>>, << È un mago molto forte>> disse arrossendo << è alto, slanciato e, i suoi lunghi capelli neri, hanno dei riflessi quasi blu; senza contare gli occhi poi, sono grigi come le nuvole prima di un acquazzone>>. Elesya continuò a descrivere ogni singolo particolare del ragazzo, arrossendo e mostrando quanto interesse avesse riscosso in lei, così per non arrecarle un dispiacere, Xera decise di rimandare la conversazione, pensando che non fosse giusto giudicare una persona, solo dalla prima impressione. 

<<Potrai venire con noi fino a Kodur>> disse Reilhan l’indomani, <<la nostra zattera è abbastanza capiente>> e il ragazzo accettò, rendendo felice la giovane maga. Il Novizio e la guerriera si offrirono di remare per la prima parte del viaggio, per poi darsi il cambio nella successiva con i due maghi ma ancora una volta, Paldur diede mostra della sua bravura, <<Non ci sarà alcun bisogno di remare, posso guidare la zattera controllando l’acqua con i miei poteri>> e dopo l’ennesima formula, l’imbarcazione si mosse spinta dalla sola forza del fiume. <<Dove hai imparato tutti questi incantesimi? Sei solo una giovane Leva dopotutto>> domandò Elesya sempre più sorpresa. 

<< Come ho già detto, provengo da Sihlya la capitale della magia: i miei genitori sono due figure di spicco del concilio e come loro, un giorno, occuperò quel posto tanto ambito ma che solo i migliori possono ottenere>>, <<Parole forti per una Leva alle prime armi!>> disse Reilhan, omettendo quel che pensava in merito, <<è vero sono ancora una giovane Leva, tuttavia mi reputo quanto meno superiore, alla maggior parte di quelli sbarcati mesi fa e penso di averne dato già prova>> replicò Paldur senza perdere la sua sicurezza. <<Su quest’isola non serve a niente essere i migliori, perché ci sarà sempre qualcuno più bravo e più forte che incrocerà il tuo cammino. Pensando esclusivamente al potere invece, rischierai di isolarti dal resto del mondo; ricordi il detto che recitava “l’unione fa la forza”?>>, il mago non gradì le parole di Reilhan, <<Abbiamo due modi di pensare completamente differenti, io però ho deciso la mia strada e non intendo tirarmi indietro>> ribadì Paldur e dopo preferì continuare il viaggio in silenzio. 

Passarono diverse ore e come qualche sera prima, il gruppo decise di stabilire dei turni per dormire, ma nuovamente la giovane Leva, volle fare di testa sua, invitando i tre ragazzi a riposare, mentre lui avrebbe continuato a guidare la zattera; non volendo discutere ancora una volta, sia Xera sia Reilhan si addormentarono, Elesya invece, decise di tenere compagnia al ragazzo, sostenendo di non essere per niente stanca.


Lottando contro la sua timidezza, la giovane maga tentò di intrattenere una conversazione con Paldur cercando di non dare a vedere, l’interesse che provava nei suoi confronti. <<Pensi di potermi insegnare qualche formula?>> domandò, lo stregone allora, inizialmente restio, non se la sentì di negare il suo aiuto alla dolce ragazza che lo guardava invaghita, <<Mi farebbe piacere, anche se di solito non farei mai una cosa del genere, le formule per un mago sono sacre, ma non si tratta, in questo caso, di incantesimi creati da me, quindi non vedo perché non aiutarti>> replicò lusingato per essere stato scelto come insegnante. Elesya sprizzava gioia da tutti i pori e non vedeva l’ora di iniziare il suo addestramento, cosa che non avvenne immediatamente però, poiché il giovane Paldur parlò per circa un’ora dell’importanza della segretezza per un mago e di come scegliere la strada della magia comportasse sacrificio,dedizione ma soprattutto isolamento. 

<<Noi maghi abbiamo bisogno di entrare in contatto con la Natura per poterla dominare, dobbiamo diventare i padroni degli elementi e poi utilizzarli a nostro vantaggio per essere i migliori>> disse come se stesse parlando a una folla. Elesya in verità non concordava del tutto con il suo modo di pensare ma l’idea di averlo come insegnante offuscava tutto il resto. <<Vuoi forse dirmi che dovrò abbandonare i miei amici alla fine?>>, <<Io credo che avere degli amici costituisca un ostacolo, almeno in questa fase della nostra vita>> replicò Paldur, <<Se non avessi abbandonato il mio gruppo, adesso sarei ancora al punto di partenza e non avrei imparato tutte queste formule; sei consapevole che al villaggio ti assegneranno delle missioni da fare?>>. 

Elesya ricordò le parole di Reilhan in merito e annuì, <<Bene, che cosa succederà quando dovrete scegliere a chi spetterà la ricompensa? Scommetto che quella guerriera arrafferà tutte le armi migliori e il tuo caro novizio, le formule più potenti; a te cosa rimarrà?>>. La giovane maga s’intristì, non poteva credere alle parole di Paldur perché voleva bene ai suoi amici, tuttavia il seme del dubbio fu impiantato quella sera e presto o tardi, sarebbe sbocciato.

Grazie a tutti voi


lunedì 16 dicembre 2013

Come far nascere un racconto con un semplice click!

Salve a tutti amici lettori, come vi ho già anticipato in un precedente post, Lo Scrittoio Segreto porta avanti da circa tre settimane, un gioco ( ma si chiamiamolo così, i giochi piacciono a tutti :D) a cui tutti voi siete invitati.

 Il mio intento è quello di scrivere un nuovo racconto insieme a voi, sebbene contattarvi uno per uno sarebbe impossibile, come potrete ben immaginare; per questo attraverso i vari social network di cui faccio parte ( Facebook  - Twitter -  Google+ ) posterò una serie di domande specifiche, che riguarderanno piccoli frammenti del nostro nuovo racconto. Il risultato del precedente quesito (Dove sarà ambientata la nostra storia?) è il seguente: la maggioranza ha decretato che le vicende narrate saranno ambientate per metà sulla Terra e per metà su di un mondo inventato. 

Oggi però ho in serbo per voi una nuova domanda: In che lasso di tempo vuoi che si svolga la nostra storia? Per rispondere vi basterà cliccare il seguente linkhttp://strawpoll.me/875015  e infine, scegliere una delle proposte elencate.

Partecipate numerosi, vi basterà un semplice click! :) 

Grazie a tutti.

Valeria

giovedì 12 dicembre 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag.32)

Come previsto dal Novizio, i tre amici riposarono qualche ora prima di salpare; nonostante il timore accompagnasse ancora la giovane maga, l’idea di raggiungere velocemente il villaggio Kodur era troppo allettante. Dopo aver preparato una piccola scorta di cibo, salirono sulla zattera e tramite dei remi, ricavati dal restante legname, spinsero l’imbarcazione sino al centro del ristretto corso d’acqua. Non avendo avuto modo di intrecciare una vela, sfruttarono solo le correnti del fiume e con l’ausilio dei remi, riuscirono a prendere velocità, nonostante l’assenza di venti a favore. 

Il fiumiciattolo attraversava il deserto per diversi chilometri, che passarono in fretta, non dovendo affrontarli a piedi <<Non so voi ragazze, ma io ero stufo di tutta quella sabbia, preferisco di gran lunga questa piacevole navigazione>> disse soddisfatto Reilhan e le sue amiche non poterono essere più d’accordo. <<Quanto manca al fiume?>> chiese Elesya ansiosa, <<Non dovrebbe mancare molto, il deserto non è tanto esteso, credo che tra un’ora al massimo, saremo già sfociati nel fiume Lille>>, rispose il Novizio visibilmente soddisfatto. <<Non avere paura Ely, la nostra zattera è resistente, ma se dovessimo incappare in qualche impedimento, potremo sempre proseguire a piedi>> aggiunse Xera, per tranquillizzare i timori della sua amica. 

Ancora una volta, la previsione di Reilhan si avverò e dopo circa un’ora, raggiunsero finalmente il torrente in questione: anche Lille non sembrava particolarmente pericoloso, poiché le sue correnti erano facilmente controllabili con i soli remi, per cui Elesya acconsentì a proseguire la navigazione. <<Guardate a sinistra ragazze, quella foresta oscura sull'altra sponda, è l’ingresso delle Paludi Lodo e per fortuna, le abbiamo evitate; non credo che il temibile Lodo, sarebbe stato generoso e magnanimo quanto Chundra>> spiegò Reilhan, smettendo improvvisamente di sorridere. Le due ragazze ripensarono a tutte le difficoltà affrontate al lago Biru e dopo aver ascoltato le parole del Novizio, inorridirono immaginando quanto potesse essere crudele il signore delle paludi. 

<<Sta diventando notte>> disse Xera scrutando il cielo, <<Che ne pensate di fare dei turni per riposare?>> chiese e i due ragazzi accettarono, avendo remato per quasi tutto il restante giorno. Il primo turno toccò a Elesya che del gruppo, era la meno resistente, dopo tre ore fu la volta di Reilhan e infine Xera, cui spettarono le restanti ore prima dell’alba. Una volta destata, i ragazzi mangiarono i frutti raccolti nell'oasi, però, avendo navigato per tutta la notte, cominciarono ad avvertire il bisogno di sgranchirsi le gambe << Possiamo fermarci sulla sponda che preferite, non vi è alcuna differenza perché ci troviamo nel centro di una pianura>> disse il Novizio, osservando la mappa. Il gruppo optò allora, per la riva destra e sfruttando una zona più bassa del fiume, poterono approdare senza difficoltà: prima di abbandonare la zattera però, la assicurarono con una fune, alla roccia più resistente, <<Proverò a cacciare qualcosa, dopo aver acceso un fuoco vicino alla nostra imbarcazione, non ho alcuna intenzione di perderla, dopo tutto quel lavoro! Come potete notare, non ci sono molti alberi qui>> disse Reilhan preoccupato, <<Ricordate che questa è pur sempre una competizione e non tutte le Leve o Novizi che incontreremo, saranno amichevoli quanto i nostri vecchi amici; fate attenzione!>> e dopo aver dato loro le dovute raccomandazioni, iniziò a mettere in pratica, quanto aveva detto. 

Xera ed Elesya invece, preferirono farsi un bagno nel fiume Lille e allontanandosi di qualche metro, lavarono anche i loro indumenti <<Sono contenta, finalmente ci possiamo rilassare un po’>> disse la giovane maga spogliandosi, <<Anch'io ne sono lieta, però ti confesso che non vedevo l’ora di ripartire>> aggiunse Xera un po’ malinconica. Anche la guerriera si liberò della sua uniforme, scoprendo così la spalla e il sigillo su di essa <<Ti fa ancora male?>> chiese timidamente Elesya, <<La spalla? No, non più! Avverto a volte un po’ di bruciore ma credo che sia più che altro, un riflesso di quanto provato mesi fa>> e sciogliendo i suoi capelli, coprì l’infausto segno. Le due ragazze entrarono nel fiume e per alcuni minuti pensarono solo a rilassarsi come due normali amiche alle terme, <<Guarda Xera!>> disse Elesya, indicando un punto sulla riva. La guerriera si voltò velocemente e poté osservare che l’erba aveva iniziato a muoversi in maniera sospetta, <<Potrebbe esserci qualcuno, resta qui mentre cerco di raggiungere la spada>>. 

Xera, nuotando con molta agilità, arrivò in poco tempo alla riva non lontana e senza fare rumore, afferrò la sua arma che subito brandì. Anche Elesya si avvicinò alla sponda sospetta e temendo che il pericolo potesse essere più di uno, corse in soccorso dell’amica; la guerriera però, che aveva un discreto vantaggio, decise di non aspettarla e con molta attenzione, si recò verso il punto indicato poco prima da Elesya. Una volta raggiunta la zona, rimase immobile aspettando che il nemico si mostrasse, ma questa volta la ragazza non poté combattere poiché, dalle fronde erbose della pianura, fece capolino un gruppo di timidi Kobay, ansiosi di potersi dissetare con le acque del fiume Lille. Xera abbassò subito la spada e raggiunta da Elesya, guardarono divertite le simpatiche creature giocare con l’acqua, senza mostrare alcun timore. <<Sono così simpatici, pensavo che sull'isola vivessero solo bestie spietate, ossia tutto l’opposto dei Kobay>> disse la giovane maga, <<Ely, non ti sembra strano che nonostante la loro nota natura schiva e timida, non abbiano paura di noi?>> chiese pensierosa Xera, <<Forse sono abituati alla presenza delle giovani Leve!>> rispose Elesya pur non essendone molto convinta. 

Le ragazze decisero di ritornare dove avevano lasciato le uniformi, ma quando voltarono le spalle ai piccoli animaletti, questi iniziarono a seguirle come ipnotizzati. <<Perché ci stanno inseguendo?>> bisbigliò Elesya, <<Non ne ho idea, muoviamoci lentamente e vediamo che succedere>> rispose sussurrando Xera. Erano quasi giunte nei pressi dei loro indumenti, quando i Kobay iniziarono a correre, superando le due ragazze stupite per il comportamento anomalo degli animali: incuriosite allora, iniziarono a inseguirli per cercare di capire a cosa stessero mirando. Si accorsero ben presto però, che l’obiettivo degli strani esseri, erano proprio le bisacce e per impedire loro di depredarle, cercarono di batterli in velocità, <<Quei piccoli ladri, vogliono rubarci le nostre cose, ma hanno sbagliato Leve!>> disse Xera visibilmente arrabbiata, Elesya invece, che non era altrettanto veloce, stanca di correre, recitò l’incantesimo che aveva imparato a memoria e in un batter d’occhio delle robuste corde, nere come la notte, si materializzarono catturando tutti i furbi Kobay. 

<<Sei un genio, amica mia!>> disse soddisfatta Xera, sollevando senza alcuna fatica la scura cima, con la quale sette piccoli Kobay erano stati imprigionati. <<Rei aveva ragione, niente è quel che sembra su Horsia e tutto quello che pensiamo di sapere, qui è come una menzogna!>> disse Elesya fissando gli animaletti agitarsi, <<Rivestiamoci e una volta raggiunto Reilhan, sciogli il tuo incantesimo, dubito che saranno tanto sciocchi da riprovarci>>, assicurando la fune a un albero non molto distante, s’incamminarono in direzione della zattera.

martedì 10 dicembre 2013

Sondaggio creativo

Salve a tutti amici lettori, da una settimana, sulla pagina ufficiale dedicata a questo blog, ho iniziato a porre una serie di quesiti ai quali tutti voi potrete rispondere. Domanda dopo domanda, acquisiremo determinate informazioni che alla fine, ci permetteranno di generare un racconto collettivo. Ogni quesito ha risposte multiple, quella che riceverà più voti, verrà inserita del racconto. 

La prima domanda riguardava il sesso del nostro protagonista e la maggior parte di voi, ha optato per un personaggio femminile. La seconda domanda invece, vi ha fatto scegliere la sua natura, in questo caso ibrida e nel terzo quesito, avete decretato che lei fosse per metà umana e per metà soprannaturale. Per la domanda successiva, ho scelto di accantonare momentaneamente la protagonista, chiedendovi dove voi vorreste che la storia abbia luogo, questo quesito però, è ancora attivo e chiunque voglia votare, può ancora farlo. 

Non avete un account Facebook che vi permetta di accedere alla pagina? Nessun problema, poiché ho attivato su questo sito http://strawpoll.me/837740  un sondaggio che esula dai vari social network. Vi basta cliccare sul link, scegliere la risposta e votare. Per quanto riguarda gli aggiornamenti di Xera, la ragazza con la spada, cercherò di dedicargli (salvo imprevisti) due giorni della settimana (per esempio martedì e venerdì) i restanti, invece, saranno dedicati esclusivamente al racconto collettivo. Se optate per la situazione opposta, ossia due giorni per i quesiti e i restanti per Xera, commentate qui sotto e in base alle vostre preferenze, mi regolerò.

Domani posterò il nuovo quesito e il nuovo sondaggio, fino ad allora vi saluto e vi ringrazio per il sostegno che mi state dando. 
Buon Sondaggio.

Valeria

giovedì 5 dicembre 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag.31)

Destinazione Villaggio Kodur (inizio secondo libretto)


Erano passate due settimane da quando i tre giovani amici avevano abbandonato la dimora di Chundra e molto era cambiato, in particolare, il rapporto che legava il gruppo, non più unito solo dalle rigide regole della competizione; ognuno confidava nell'altro, seppur le discussioni non mancassero mai. Una volta lasciatosi alle spalle il Lago Biru, i tre ragazzi s’incamminarono verso il villaggio Kodur, tuttavia, la strada che li separava dalla tanto agognata meta, era lunga e non priva di pericoli. In particolare furono costretti, dovendo ritornare sui loro passi, ad attraversare nuovamente il deserto, gremito di talpe e creature a sangue freddo: questa volta però, il gruppo era ben organizzato e grazie alle pergamene ricevute dall’Hulfùr, affrontarono facilmente quelle difficoltà. 

Reilhan poteva medicare le ferite delle sue compagne, con la preghiera di cura donatagli da Chundra, non era una benedizione di alto livello, tuttavia, le lesioni di media entità, non lo impensierivano più. Elesya, invece, aveva ricevuto, una pergamena incanto, il suo primo incantesimo da giovane maga: essendo una ragazza molto estrosa, aveva deciso battezzare quella formula con il nome di “Giogo del Condannato”<<Forse dando dei nomi lugubri ai miei incantesimi, avrò più credibilità quando diventerò una Negromante; materializzare corde nere non sarà una gran cosa, ma almeno potrò aiutarvi intrappolando i nostri nemici>> disse leggendo la pergamena per la prima volta. 

Xera infine, al contrario dei suoi compagni, aveva ricevuto un dono potente ma pericoloso: i sigilli del sole e della luna; dopo quanto accaduto a Reilhan, si era ripromessa di mettere da parte la sua impulsività, temendo di perdere il controllo ancora una volta, specialmente durante le notti di luna piena, quando era più vulnerabile alle influenze negative del sigillo. Non si sentiva ancora pronta, tuttavia, per affrontare l’addestramento proposto da Chundra e non volendo correre il rischio di sprecare la sua unica possibilità, decise di concludere la competizione, prima di prendere una simile decisione. Dopo due settimane di cammino, erano giunti presso una piccola oasi, quasi alla fine del deserto: secondo la mappa di Reilhan, non mancava molto al bosco antecedente il villaggio, ma nonostante tutto, la strada da percorrere era ancora molta.

<<Ci sono due modi per raggiungere Kodur: il primo è limitarsi a camminare seguendo la strada nel bosco; il secondo invece, è navigare per il fiume Lille che scorre sino al centro del villaggio. In questo caso però, avremo bisogno di un’imbarcazione o perlomeno potremmo provare a costruirne una>>, le ragazze si guardarono perplesse, nessuna delle due, infatti, aveva mai costruito una barca, <<Io non sono un’abile nuotatrice, come ben sapete, se l’imbarcazione si dovesse rivoltare, potrei annegare. Non conosciamo il fiume e non vorrei sottovalutarlo>> disse Elesya ancora intimorita. Xera ci pensò su e dopo qualche minuto anche lei disse la sua <<La costruzione di una zattera, quanto tempo ci farà perdere? Io non so nemmeno da dove iniziare>>, il giovane Novizio allora, volendo tranquillizzare le sue amiche, spiegò loro che il fiume Lille non era pericoloso, essendo perlopiù un torrente, mentre la costruzione di una zattera robusta ma non molto grande, avrebbe portato via si e no qualche ora, nulla in confronto al cammino che avrebbero dovuto ancora affrontare. 

<< Se è più conveniente navigare sul fiume, io ci sto! Sono stanca di camminare, i miei calzari si sono consumati>> disse Xera, Elesya invece, decise che avrebbe acconsentito solo dopo aver visto, con i suoi occhi, il torrente in questione, tuttavia, si rese disponibile alla costruzione dell’imbarcazione, poiché anche i suoi di calzari erano quasi del tutto logori. Reilhan e Xera si occuparono della legna, mentre la giovane maga, approfittando della vegetazione dell’oasi, raccolse tutto ciò che poteva essere intrecciato e quindi usato per legare i tronchi.


<<Siamo stati fortunati a incappare in questa macchia verde così rigogliosa, nonostante si trovi nel bel mezzo del deserto>> disse il Novizio, << Ma il vero pregio di quest’oasi è il corso d’acqua che la percorre>>, <<Per quale motivo?>> chiese Xera incuriosita, <<Semplice! Questo fiumiciattolo defluisce direttamente, nel torrente che stiamo cercando>>. Le ragazze sorrisero soddisfatte, finalmente le cose giravano per il giusto verso, dopo mesi di peregrinazioni e sofferenze, << Ora dobbiamo allineare i tronchi, eliminando quelli troppo sproporzionati, in questo modo avremo un sostegno solido ed equilibrato>> spiegò Reilhan, indicando alle sua amiche dove e come disporre il legname. 

<< Alcuni sono troppo pesanti, fate attenzione a non sollevarli da sole o potreste farvi male>> aggiunse, ma non ebbe il tempo di concludere il monito, poiché la giovane guerriera aveva già afferrato il ceppo più pesante, con le sue sole forze, <<E devo ricordami di non farti più arrabbiare, amica mia!>> ironizzò, concludendo il discorso. Xera, che sino a un attimo prima, non si era resa conto di aver dato mostra della sua nuova forza, lasciò cadere improvvisamente il tronco, << Sarà meglio che mi occupi del pranzo o ci toccherà restare a digiuno>> disse sconsolata, allontanandosi dal gruppo. Elesya e Reilhan continuarono a costruire la zattera, lasciando alla loro amica, un po’ di tempo per se stessa: dopo quella notte, Xera non aveva più subito mutazioni, tuttavia, di tanto in tanto, si manifestavano strani effetti sui quali non aveva alcun controllo. Il più evidente era stato il notevole accrescimento della sua forza fisica, che cercava in tutti i modi di nascondere, ma con scarso successo. 

Dopo un’ora di duro lavoro, il Novizio decise che era giunto il momento di utilizzare la grande forza della sua amica, per concludere più in fretta la costruzione dell’imbarcazione, così una volta messa al corrente Elesya delle sue intenzioni, andò a parlare con la testarda guerriera, <<Te ne prego Rei, sii gentile e ricorda che nel nostro gruppo, l’unico curatore sei tu>> disse la maga sorridendo. Xera era talmente assorta nei suoi pensieri, da non rendersi conto che il suo amico, l’era seduto accanto da diversi minuti, così volendo rompere il ghiaccio, Reilhan prese la parola, <<Si sta bene qui vicini al fuoco, non credi?>> disse un po’ nervoso. << Si lo penso anch’io, ma tu non dovresti essere con Elesya vicino al corso d’acqua?>>, << Hai ragione, dovrei essere li, del resto però, ci dovresti essere anche tu, i pesci sono ormai ben cotti da quel che vedo, forse anche fin troppo>>.  

Xera tolse subito il cibo dal fuoco, essendo quasi del tutto bruciato e imbarazzata decise di cercarne altro, << Il pranzo può anche aspettare, perché invece, non ci dai una mano con quei tronchi? Sono troppo pesanti per noi>> provò a chiedere il Novizio, <<Vuoi forse insinuare che questo è un lavoro per “Xera il mostro”?>> rispose la ragazza visibilmente indispettita, Reilhan allora cercò di calmarla, spiegandole che con l’ausilio di tutti e tre, il lavoro sarebbe stato più semplice, indipendentemente dalla sua forza fisica.  Xera allora, scusandosi con il compagno, acconsentì ad aiutarli e tornati da Elesya, si adoperarono per la costruzione della zattera. La guerriera, sollevò i tronchi con estrema facilità e nonostante le procurasse ancora grande imbarazzo, si rese conto di come quel dono, potesse diventare un valido aiuto per tutto il gruppo. 

Dopo quattro ore, finalmente l’imbarcazione rudimentale era pronta e una volta sistemata una passerella di fortuna, fu uno scherzo per i ragazzi, avvicinare la zattera al corso d’acqua <<Visto? Proprio come vi avevo anticipato: ci abbiamo impiegato solo qualche ora, in compenso però, risparmieremo giorni di cammino>> disse entusiasta il giovane Novizio, <<Non credo che ci avremmo impiegato solo “qualche ora” se Xera non fosse stata così forte>> disse Elesya contrariata, << è tutto merito suo e per questo ti ringrazio amica mia>> aggiunse sorridendo, <<Non stiamo a guardare i dettagli, l’importante è aver concluso il lavoro, riposiamoci qualche ora e prendiamo subito il largo, sarà meglio non perdere altro tempo>> rispose Reilhan euforico e sdraiandosi soddisfatto accanto alla nuova zattera, si addormentò con il sorriso stampato ancora in volto.

martedì 3 dicembre 2013

Facciamo due chiacchiere

Salve amici lettori, spero che tutti voi abbiate apprezzato il racconto che vi ho proposto fino a pagina trenta. Nella versione originale è ben oltre le trenta pagine, come potrete ben immaginare, ed è per questo che avevo pensato di chiudere il primo ciclo delle avventure di Xera: possiamo dire che il primo libretto è concluso. Era mia intenzione, introdurre nuovi racconti nel mio blog, magari creati con la collaborazione di voi lettori, ma ci sono alcuni che si sono affezionati alle avventure della piccola Xera, per questo continuerò questo racconto, senza però farne il fulcro del mio spazio telematico. Tramite la mia pagina ufficiale di facebook, ogni tot, inserirò dei quesiti ai quali tutti voi potrete rispondere e in base alle vostre scelte, cercherò di creare un racconto originale da postare sul blog. Mi piacerebbe inoltre arricchire i miei racconti con dei disegni, per questo esorto tutti voi, appassionati di disegno o grafica, a inviarmi (se vi fa piacere) immagini, disegni fatti a mano o al PC, ispirati ai miei racconti, che io poi pubblicherò sul blog e sulla pagina con le dovute menzioni :). Non voglio dilungarmi molto in questo piccolo post, come sempre voglio ricordarvi i link attraverso i quali potrete contattarmi e sono Twitter, Google+ e la pagina ufficiale di facebook (Lo Scrittoio Segreto). Per concludere, vi ricordo che potrete sempre commentare sul mio blog, indipendentemente da quei link, io leggerò tutti i vostri commenti e risponderò.  Che dire ancora, ma certo: Grazie a tutti :D

mercoledì 27 novembre 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag.30)

Il viaggio continua


Le bisacce erano ormai pronte, una piccola provvista di cibo ed erbe, invece, era stata divisa tra i tre compagni, mentre le armi furono lustrate e riposte nelle apposite custodie. Chundra si limitò a osservare i ragazzi senza dire una parola, non avrebbe mai immaginato che dopo quanto narrato a Xera, il gruppo avrebbe ripreso il cammino, insieme. Durante gli ultimi preparativi però, anche il trio aveva svolto le proprie mansioni in silenzio, non una parola, non un sorriso, solo il rumore dei mille pensieri che vorticavano nelle loro teste. 

Quando l’atmosfera iniziò a essere insostenibile, Reilhan ruppe il ghiaccio, <<Non vedo l’ora di arrivare al Villaggio Kodur, il polpettone di Aldaria è strepitoso, ma non voglio anticiparvi nulla>> disse sorridendo, <<Anche io spero di arrivarci presto, vorrei tanto imparare degli incantesimi, sono stanca di non potervi aiutare in combattimento>> rispose Elesya, Xera invece, si limitò ad ascoltare riordinando la caverna. 

<<Prima di partire, vorrei donarvi qualcosa!>> disse Chundra, invitando separatamente i ragazzi nella sua dimora. Sia Reilhan sia Elesya ebbero in dono una pergamena, Xera invece, ricevette una canzone, <<Non so a cosa possano servirmi queste note ma credo di aver ricevuto molti doni in quest’ultimo mese, la troppa generosità potrebbe viziarmi>> disse sarcastica, ma Chundra insistette <<Ti ho già posto questa domanda, ma forse lo hai dimenticato: sei consapevole che il tuo amico Reilhan non ti seguirà per il resto della vita?>>, <<E io ho già risposto, sì ne sono consapevole! Perché me lo chiedi ancora una volta?>>, <<Perché da sola non riuscirai mai gestire quello che ti sta accadendo, ora comprendi perché devi accettare questo dono?>>. Xera era confusa, non capiva come una semplice melodia, avrebbe potuto aiutarla, ma non volendo passare per una sciocca, annuì. 

Prese la pagina e la ripose nella bisaccia, <<Quando arriverete al Villaggio, mostra la canzone a Murdar, lui saprà spiegarti come utilizzarla al meglio; vorrei però che tu abbia anche questa>>, l’Hulfùr afferrò una piccola pietra, recitò una formula e subito dopo, su di essa, comparvero, per pochi secondi, delle strane lettere luminose, sostituite, in seguito, dalla runa della luna, la stessa incisa sulla spalla di Xera. <<Quando ti sarai liberata di tutto ciò che ti rende un’umana fragile e instabile, torna qui e sarò lieto di insegnarti come diventare padrona di te stessa e di quello che potresti essere. Attenta però, perché ti concedo una sola occasione, un unico viaggio, non sprecarlo!>>, <<Questa è una …>>, <<Sì è una Pietra Traccia o meglio conosciuta con il nome di Ohrm, ossia un oggetto in cui è infuso, in minima parte, il potere spirituale di una persona o di un posto specifico, per poi essere utilizzato come portale di ritorno: come tu ben saprai una volta utilizzato l’Ohrm, perde il suo potere, tornando a essere un oggetto comune. Sappi tuttavia, che non ne riceverai un altro, né ti addestrerò, se ti dovessi giudicare non ancora pronta; usalo saggiamente!>>. 

Xera prese la pietra e la ripose in una tasca interna della bisaccia per non perderla, ma, poco prima di uscire dalla caverna, tornò sui suoi passi e avvicinandosi nuovamente all’Hulfùr, lo accarezzò, <<Potrei anche decidere di non utilizzarla mai>>, <<Non mi stupirebbe, la tua cocciutaggine è leggenda ormai>>, la ragazza sorrise e ringraziando la divinità, uscì dalla dimora, finalmente pronta per ripartire. Elesya, vedendo la sua amica più serena, le si avvicinò e dalla borsa prese un lungo pezzo di stoffa rossa, rammendata alla perfezione, <<Vorrei restituirli questo, ho cercato di sistemarlo come potevo, anche se non avevo gli strumenti adatti a … >> ma non poté nemmeno finire la frase, perché Xera la abbracciò quasi commossa. 

<<Pensavo di averlo perso per sempre>> le sussurrò, <<Niente può essere perduto, se nel nostro cuore ne preserviamo, sempre vivido, il ricordo; la prima cosa che hai fatto, quando ti sei svegliata, è stato toccarti i capelli e in quel momento, ho capito che ciò che ti mancava, era il fiocco di tua madre così, senza indugio, sono ritornata sulle sponde del lago e lì, logoro, l’ho ritrovato. Reilhan mi ha fornito una spina di pesce, abbastanza grande, da poter essere usata come ago e con alcune fibre vegetali, ho potuto rammendarlo>>. La giovane guerriera, dopo aver legato i capelli con il fiocco, ascoltò il breve racconto stringendo la mano di Elesya, non era solita abbandonarsi a gesti così affettuosi, ma il sentimento di gratitudine che provava in quel momento era talmente grande, da non poterlo contenere. 

Dopo un po’ anche Reilhan si avvicinò loro e disse spalancando le braccia, <<Anch’io credo di meritare un abbraccio, per il solo fatto di essere il vostro Novizio preferito>>, Elesya sorrise divertita e così anche Xera, almeno sino a quando non le cadde l’occhio sul rammendo della camicia, che le riportò alla mente cosa, quella cucitura, nascondesse: allora il sorriso svanì e fu sostituito dalla vergogna per il male che aveva arrecato al compagno. Reilhan, se ne accorse e tirandola per un braccio, con decisione, la portò nella foresta, chiedendo a Elesya e Chundra di lasciarli soli; Xera cercò di ribellarsi ma fu tutto inutile, poiché il giovane Novizio era più caparbio di lei. 

Una volta al centro di una radura, gettò la bisaccia a terra, seguita dal maglio che aveva sulla schiena e senza pensarci, tolse anche la camicia, restando a torso nudo. Xera distolse subito lo sguardo, imbarazzata, ma Reilhan le prese delicatamente il viso tra le mani, facendo in modo che la ragazza non potesse guardare altrove, <<Guardami!>> le disse deciso, << e poi guarda la mia cicatrice>>. Xera sconvolta, cercò di divincolarsi dalla presa del Novizio ma Reilhan fu più veloce e le afferrò i polsi, ripetendo ancora una volta, <<Guardami per favore>>, la fanciulla allora, si arrese e iniziò a fissare il volto del suo amico e poi la cicatrice. I suoi occhi si riempirono di lacrime e al culmine della disperazione, cadde in ginocchio, <<Volevo diventare una guerriera, per difendere le persone dai mostri e dalle bestie che ci sono in queste terre, adesso però, sono io il mostro da cui difendersi>> disse singhiozzando. 

Anche il ragazzo s’inginocchiò e sorridendo, le asciugò le lacrime con la mano, <<Puoi ancora diventare quella guerriera, per quanto riguarda la storia del mostro invece, beh mi dispiace dirti che lo eri già da prima del sigillo, pensavo ci fossi abituata>> le disse, anche Xera non poté fare a meno di sorridere, <<Non farei troppo lo spiritoso, fossi in te, sei anche disarmato>> rispose la ragazza, << Perché altrimenti che fai, mi colpisci ancora? Non sei stanca di farmi del male?>> aggiunse fingendo disperazione ma Xera non riuscì a scherzare sull’argomento, ancora troppo duro da affrontare. Reilhan si rivestì, poi porgendo la mano alla sua amica, per aiutarla a rialzarsi, le disse <<Dovrai perdonarti prima o poi!>> e scompigliandole la testa simpaticamente, si diresse verso la caverna di Chundra. 

I tre compagni finalmente riuniti, salutarono e ringraziarono ancora una volta l’Hulfùr, che fu ben felice di ritornare a occupare la sua dimora prediletta, <<Che possiate realizzare i vostri sogni, senza però, rinunciare a voi stessi!>> disse l’Hulfùr congedando il trio. Reilhan, Elesya e Xera lasciarono le sponde del lago Biru con la consapevolezza di essere cambiati: il giovane Novizio aveva riacquistato fiducia in se stesso, manifestando il suo potere curativo, la piccola maga, invece, aveva finalmente degli amici veri e infine la guerriera, che a caro prezzo, aveva imparato una dura lezione, nessuno è invincibile e chi pensa di esserlo, presto o tardi mette in pericolo prima se stesso e poi gli altri. 

I tre amici si sentirono più grandi o forse un po’ più saggi e questo sentimento, accrebbe maggiormente il loro desiderio di ricominciare, dopo tutto era pur sempre una competizione.

venerdì 22 novembre 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag.29)

I pensieri di Xera


Ho aperto gli occhi da pochi minuti e sento le mie palpebre pesanti e gonfie, come se non le avessi dischiuse da un secolo: per quanto tempo ancora, ho dormito, ma soprattutto dove mi trovo? Che sciocca, quasi dimenticavo, sono nella dimora di Chundra. La mia bocca è secca, ho tanta sete, vorrei bere dell’acqua per cancellare questo sapore ferroso, così intenso e rivoltante; non è la prima volta che provo questa sensazione: ricordo, infatti, quando avevo sette anni ed ero nei prati accanto alla mia casa, sferzando il vento con la spada, ricavata dal legno della vecchia culla; se ripenso al dispiacere che arrecai a mia madre, ancora mi sento male. 

Giocando con quella spada, dalle fattezze grezze, mi ferii con una scheggia; non fu tanto doloroso e ingenuamente pensai di curarmi, mettendo il dito graffiato in bocca: fu proprio allora che assaggiai, forse per la prima volta, il sapore del mio sangue, ma lo sputai subito dopo, perché quell'aroma per me era disgustoso. Adesso, come allora, provo lo stesso ribrezzo, tuttavia, non posso che chiedermi perché la mia bocca ha il sapore del sangue. 

La prima cosa che mi viene in mente è una probabile ferita, ma non avverto alcun dolore, solo un gran fastidio alla spalla destra, come se mi fossi bruciata in passato e ancora risentissi dell’ustione; con la mano cerco di raggiungere il punto preciso, ma riesco a toccare solo le bende che l’avvolgono. Mi rendo conto però, che non è la sola parte bendata del mio corpo, anche i miei polsi lo sono: delicatamente allora, scosto la medicazione, cercando lacerazioni che potessero giustificare quel gusto così nauseante, ma vi ho trovato solo dei lividi di cui, tuttavia, non mi capacito. Sono stanca di star distesa, piena di domande cui non so dare una risposta, è il momento per me di alzarmi e cercare i miei compagni, solo loro potranno risolvere i miei dubbi.

Ora che sono finalmente in piedi, noto che i miei vestiti sono logori ma rammendati al meglio, di sicuro c’è la mano di Elesya dietro queste cuciture così accurate, non riesco però, a starci a lungo, con la sola forza delle mie gambe, per cui appoggiarmi alle pareti della caverna è inevitabile; le mie energie sono agli sgoccioli, ma non voglio tornare a dormire, l’ho fatto fin troppo a lungo. Con tutti questi pensieri, non mi ero nemmeno resa conto di avere i capelli sciolti sulle spalle: sono molto più lunghi, rispetto a quando ci siamo imbarcati su Sylvia, adesso ricoprono quasi interamente la mia schiena; è facile dedurre allora, che non si è trattato di un semplice sonnellino ristoratore, proprio come temevo.

<<Xera, ti sei svegliata finalmente!>>, alzo gli occhi, in direzione dell’uscio e scorgo la mia amica, che mi guarda preoccupata e forse un po’ intimorita, ma perché? <<Si penso di aver dormito fin troppo per i miei gusti, non possiamo perdere altro tempo, dobbiamo riprendere il nostro viaggio, dove sono tutti gli altri?>>, Elesya ha uno sguardo così triste, <<Ho tante cose da dirti, amica mia, ma adesso devi tornare a letto, altrimenti potresti svenire ancora!>>, <<Sei forse sorda? Ti ho detto che sono stanca di dormire, voglio uscire da questa dannata caverna>>, no, no, no perché me la prendo con lei, è solo in pensiero per me. <<Scusami, non volevo farti arrabbiare, avviso Chundra del tuo risveglio>>, <<Aspetta Ely, non sei tu a doverti scusare>>. Sono una sciocca, perché ho reagito con così tanta rabbia, non ha senso tutto questo rancore che sento dentro, voglio bene a quella ragazza, perché farla scappare allora? Nei suoi occhi ho visto la paura, per la prima volta da quando la conosco; devo uscire da questo posto claustrofobico, ho bisogno di prendere una boccata d’aria.


Provo a camminare ma le vertigini si fanno più forti e perdo l’equilibrio: mi aspettavo di cadere, però non è successo, perché qualcuno mi ha afferrato in tempo. Non riesco ad aprire gli occhi, senza provare una forte nausea, così mi limito a tenerli chiusi, aspettando che il capogiro passi: sento il battito del suo cuore, è normale se si tiene poggiata la propria testa, sul petto di qualcuno, chi può essere? È più alto di me e con la mano, avverto sul suo torace un solco, forse una cicatrice. Provo allora a vedere se quanto percepito con il solo tatto, corrisponde alla realtà e mi accorgo che si trattava proprio di una cicatrice, sul petto di Rei. 

<<Chi è stato a farti questo?>>, ho paura della risposta che potrebbe darmi, che questa lesione sia collegata ai miei lividi? <<Non credi che mi renda molto più attraente? Si sa che le fanciulle abbiano un debole per gli uomini con cicatrici di guerra>> ecco il solito Reilhan, fastidioso e poco divertente, <<Non hai risposto alla mia domanda>>,<<Mentre la nostra guerriera riposava beatamente, qualcuno doveva pur fare la guardia, contro le bestie feroci della foresta>>. Non so perché ma la sua risposta non mi convince, forse a causa dei suoi occhi tristi; Reilhan è cambiato soprattutto nell'aspetto: il suo viso è provato, reduce forse da un periodo difficile, lo stesso che ho letto sul volto di Elesya, mi sento in colpa e non capisco perché.

 <<Per quanto apprezzi il corpo di una fanciulla tra le mie braccia, è il momento di tornare a riposare>>, non ho avuto il tempo di rispondergli come meritava, perché mi ha sollevato come fossi un fuscello, riportandomi delicatamente su quel giaciglio, accanto al fuoco. È la prima volta che un ragazzo mi prende in braccio, non mi ero mai sentita così vulnerabile come in questo momento, ma è inutile insistere perché hanno ragione, non sono ancora in grado di stare in piedi, devo purtroppo riposare. <<Da quando mi rimbocchi persino le coperte?>>, <<Da più di un mese ormai, anche se dubito che tu te ne sia resa conto>>, ha cominciato a fissarmi intensamente, come fa di solito, mettendomi non poco a disagio: mi sento sempre nuda, quando mi guarda così e lo detesto. 

<<Dimmi la verità, non mentirmi pensando a me come a una fragile fanciulla, posso accettare quello che tenti di nascondermi>>, <<Hai ragione, devi sapere la verità>>, odio quando si prende lunghe pause, <<Forza allora non perdere altro tempo>>,<<Xera, la verità è che … No non posso, sarebbe troppo doloroso per te>>, << Oh ma per favore! Sputa il rospo>>, perché tergiversa in questo modo, che cosa posso aver mai fatto, di tanto orribile? <<D’accordo, lo hai voluto tu però; Xera la verità è che tu … ebbene sì, tu russi! So che probabilmente sarà sconvolgente per te saperlo, ma sei stata tu a insistere; non temere tuttavia, sono un gentiluomo e preserverò questo tuo piccolo segreto>>. Alle solite, non si può mai essere seri con questo ragazzo, perché non ho la mia spada a portata di mano, quando sono alle prese con il suo lato divertente? <<Hai per caso visto, la mia arma?>>, <<Non ti preoccupare è al sicuro, lontana da certe persone che potrebbero utilizzarla in maniera scorretta, solo perché prive di senso dell’umorismo>>. 

Per quanto sia detestabile alle volte, mi sento meno spaventata adesso, dopotutto se scherza così a cuor leggero, forse non è accaduto nulla di grave. <<Vorrei parlare con Chundra, se fosse possibile: devo chiedergli del mio sigillo>>, ma Rei finge di non aver sentito e questo mi fa arrabbiare <<Hai capito quello che ti ho detto, stupido Curatore da quattro soldi>>, maledizione è successo di nuovo, ho persino dovuto mettermi le mani alla bocca per impedirmi di continuare, non ho più il controllo di me stessa. <<Ti chiedo scusa, non so cosa mi stia succedendo>>, perfetto adesso ci mancavano solo le lacrime, più patetica di così non si può. 

<<Non capisco di cosa stai parlando, io non ho sentito niente, prendi questo fazzoletto, il fumo del falò deve averti procurato fastidio agli occhi>>, piangere davanti a lui m’infastidisce, però è sempre meglio che insultare i miei amici. <<Grazie Rei>>, <<Non ti preoccupare, ti chiedo solo di lavarlo però, prima di restituirmelo … quell'espressione contrariata sul tuo volto mi è mancata, bentornata Testa Calda! Ora vado a chiamarti Chundra prima che tu mi faccia un’altra cicatrice … >>, << Che cosa hai detto?>> perché Reilhan ha cambiato espressione, spero di aver capito male, <<Nulla d’importante, stavo scherzando come al solito, riposa adesso>>, inutile non mi convince, quello che ha detto prima allora è vero, sono stata io a fargli quella lesione sul torace, ma non ne ho alcun ricordo. 

<<Sono stata io, vero? Ti prego, se tieni a me, rispondimi!>>, non ho nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia, <<Se la metti su questo piano, devo forzatamente dirti di sì, ma allo stesso tempo risponderti di no>>, sono così confusa, le sue parole non hanno senso, <<Adesso basta! Tu Novizio, raggiungi la piccola maga qui fuori, devo parlare in privato con Xera, è il momento per lei di sapere che cosa ha fatto e di pagarne le conseguenze>>.

martedì 19 novembre 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag.28)

Nonostante la ferita, Reilhan riuscì a evitare i successivi attacchi della fanciulla, tuttavia, i suoi movimenti diventarono più lenti, avendo perso troppo sangue. Cercò molte volte di condurla alla ragione, parlandole o ricordando le avventure vissute insieme, ma fu tutto inutile poiché Xera sembrò esserne indifferente. Pur essendo i colpi sempre più violenti, il Novizio decise di non contrattaccare, temendo di ferire la sua compagna o renderla ancora più nervosa, ma le forze iniziarono a venirgli meno, mentre Xera guadagnava terreno. 
Sentì chiaramente di essere sul punto di svenire perché la vista cominciò ad annebbiarsi e così altri due tagli, ormai impossibili da schivare, solcarono il suo corpo: Reilhan era riverso al suolo esausto, il sangue continuava a scorrere dalle ferite e la vita lo stava lentamente abbandonando, così come ultimo tentativo disperato, iniziò a declamare l’antica preghiera, sulla quale si era esercitato per lungo tempo, pur temendo che sarebbe stato, forse, tutto inutile. 

Non appena pronunciò il primo verso dell’incanto, la fanciulla parve risentirne, come fosse stata bloccata da delle catene invisibili, alle quali cercò ardentemente di sottrarsi con la forza, senza però riuscirci. Reilhan allora, decise di continuare e con il verso successivo, si materializzarono dei bracciali di pura energia, che andarono a posizionarsi ai polsi della ragazza: quando, tuttavia, sfiorarono la sua pelle, le procurarono un grande dolore, al punto da indurla ad urlare a squarciagola e ad abbandonare la spada che stava impugnando. Man mano che la preghiera proseguiva, la richiesta di energia aumentava e nel momento più difficile dell’arcano rito, il giovane Novizio si rese conto che non avrebbe potuto portarlo a termine. 

Anche la fanciulla lo capì e liberandosi dalla magica prigione, con estrema facilità, rientrò in possesso della sua arma, decisa a eliminare definitivamente il debole avversario. <<Non avrai un’altra possibilità, Curatore>> gli disse, con una voce diversa e molto più fredda: Xera strinse la spada e con un rapido movimento, si fiondò sull'ormai inerme Novizio, ma non ebbe il tempo di ferirlo perché un ululato lontano la assordò, come fosse il rumore più molesto al mondo. Il suono diventò molto intenso, così come il dolore della ragazza, Reilhan sapeva che Chundra si stava avvicinando e così sentendosi al sicuro, svenne sfinito. 

La divinità non era sola, con lui arrivò anche Elesya, che durante la ricerca, aveva incrociato l’Hulfùr, informandolo della situazione: deciso quindi a ritrovare Xera, si era offerto di trasportare sulle sue spalle, la giovane maga, aiutandola così negli spostamenti. Avevano poi vagato a lungo fino a quando, Chundra non udì la preghiera del Novizio, percependo l’esiguo potere che restava al ragazzo; ci mise poco per raggiungerlo, temendo il peggio e una volta al lago, intervenne prontamente, usando la sua magia per bloccare i movimenti di Xera. Elesya non poté credere a quanto aveva visto: la sua amica era diventata un’altra persona, la stessa che aveva quasi ucciso Reilhan, ferendolo gravemente. 

Mentre la bianca fanciulla, cercava di liberarsi dalla forza che la imprigionava, Elesya ne approfittò per raggiungere il Novizio, prestandogli così un primo soccorso, Chundra invece, dopo aver recitato delle formule di protezione per i due ragazzi, decise di contrattaccare Xera, ormai sul punto di diventare una Chimera. <<Per nessuna ragione, dovrai uscire dallo scudo che ho creato intorno a voi>> spiegò a Elesya, <<Solo così saprò che siete al sicuro; non lasciare che il dispiacere o la paura, compromettano ulteriormente questa situazione … Posso fidarmi ragazza?>>, <<Hai la mia parola, se questa è l’unica cosa che posso fare per aiutare te e i miei compagni, la farò! Ti prego però, di promettermi al contempo, che farai tutto il possibile per restituirmi la mia migliore amica>>. L’Hulfùr osservò attentamente Xera <<Ci proverò, anche se bloccare un processo di mutazione così inoltrato, non sarà una cosa semplice, ma se rispetterai il mio volere, tutto andrà bene>>

Chundra cominciò a girare attorno alla ragazza canuta, studiandone i movimenti e la nuova fisionomia, <<Stammi lontano bestiaccia>> gli intimò Xera, strattonando catene invisibili, <<Mi dispiace ma non posso esaudire il tuo desiderio, dovrai abituarti alla mia presenza, poiché sarà l’ultima cosa che vedrai prima di sparire per sempre>> rispose minacciandola. Xera allora, presa dal panico e da una crescente rabbia, iniziò ad agitarsi con più violenza, avendo percepito il grande potere dell’essere che si parava dinanzi, << Sei un vigliacco, mi tieni prigioniera perché hai paura della mia forza, liberami e combatti lealmente sciocca bestia >>. Chundra tuttavia, era furbo e non cedette alle provocazioni della ragazza, così comprendendo che non avrebbe potuto ottenere la libertà con le sole parole, la fanciulla decise di rientrare in possesso della sua lama, abbandonata a pochi passi da lei: l’Hulfùr però, anticipò Xera e prendendo l’arma con il muso, la scaraventò nel lago. 

Quando anche l’ultimo piano fu sventato, la ragazza urlò in preda alla rabbia, maledicendo il suo avversario e strattonando con maggior veemenza, le catene magiche che la imprigionavano. Fu proprio allora che Chundra le disse <<Tu bieca creatura maligna, ti sei approfittata della debolezza del corpo che ti ospitava, per prenderne il sopravvento, ma il tuo malsano desiderio di sangue, ti ha impedito di fuggire lontano, dall’unica persona che avrebbe potuto distruggerti; sarà un piacere per me eliminarti, ora che ti sei mostrata>>. La divinità recitò l’antica preghiera insegnata al Novizio; dopo ogni verso, una fune prendeva forma e intrappolava la ragazza, la quale non poté fare altro che contorcersi dal dolore. 

Al culmine del rito, l’aspetto di Xera iniziò a cambiare: i capelli si tinsero nuovamente di un rosso scarlatto, le iridi dei suoi occhi, invece, ritornarono verdi come i campi di Dalihan, mentre la veste bianca che la ricopriva, svanì quasi fosse fatta di fumo, lasciando il corpo della fanciulla, nudo, ma dal colorito roseo. Chundra la prese sulle spalle, poiché priva di sensi, accompagnando i giovani amici presso la sua dimora; non appena giunti, curò subito Reilhan, facendo sparire dal suo corpo, i segni del combattimento, con la sola eccezione del taglio sul petto: non poté cancellare, quella lacerazione, poiché era la più profonda e quindi la più difficile da rimarginare, tuttavia, a parte l’appariscente cicatrice, tornò come nuovo. Elesya, intanto, rivestì la sua amica, con l’uniforme che aveva ritrovato a pochi metri dalla caverna, poi preoccupata per la salute di Xera, chiese ulteriori spiegazioni alla divinità. 

<<Come mai il suo corpo ha subito quella trasformazione così spaventosa?>>, <<Temo che sia stata tutta colpa della luna piena>> rispose l’Hulfùr pensieroso, <<Dovremo quindi temere che tutto si ripeta ad ogni plenilunio?>>, <<Non posso escluderlo, forse però, l’effetto è stato accentuato dalla debolezza in cui versava la ragazza>>. Poi dopo una breve pausa, continuò <<Questa è solo una mia supposizione: la luna e il sole influenzeranno sempre la vostra compagna, solo lei potrà decidere se in bene o in male>>. Elesya parve molto turbata dalle parole di Chundra e dopo aver visto gli effetti di una mutazione, iniziò a temere che la sua amica, non sarebbe più stata la ragazza incontrata, mesi addietro, al porto di Libra. 
<<Sono certo che quella testa calda, una volta sveglia, sarà più cocciuta di prima! Vedrete!>> intervenne Reilhan, ritemprato quasi del tutto, <<Come ti senti Rei?>> chiese preoccupata la fanciulla, <<Benissimo, se non fosse per la mia camicia distrutta però, starei anche meglio>> e tutti sorrisero rasserenati.

venerdì 15 novembre 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag.27)

La luce della luna piena, era talmente intensa da illuminare a giorno l’intero antro; i due ragazzi, tuttavia, continuarono a riposare incuranti del forte bagliore, almeno sino a quando Reilhan non fu disturbato da un rumore improvviso. Normalmente non aveva il sonno così leggero, ma a causa della tensione provata in quell'ultimo periodo, a stento riusciva a riposare: una volta destato, era solito continuare i suoi studi, ma quella sera, qualcos'altro catturò l’attenzione del giovane Novizio. 

Si rese conto, infatti, che il giaciglio della sua compagna era vuoto, per la prima volta, dopo un mese ma di lei non vi era traccia; svegliò Elesya preoccupato, chiedendole se avesse visto Xera alzarsi, tuttavia, anche la giovane maga, rimase sorpresa nel notarne l’assenza. I due ragazzi allora, decisero di andarla a cercare con non poco timore, a causa di quanto detto da Chundra, in merito ai possibili cambiamenti che avrebbe potuto subire la guerriera, una volta destata. 

Elesya si recò nei boschi circostanti, mentre Reilhan decise di perlustrare il lago; il sentiero era ben illuminato dalla luna e per il Novizio fu uno scherzo orientarsi, anche nel cuore della notte. Una volta giunto sulle sponde del lago Biru, provò a invocare a gran voce, il nome della sua amica, tuttavia, con esito negativo; era sul punto di cambiare direzione, quando delle luci, poco distanti da lui, lo incuriosirono. In pochi minuti raggiunse quel boschetto, ma non vide nulla d’insolito, almeno sino a quando, inoltrandosi tra la fitta vegetazione, poté scorgere delle felci recise di netto, come fossero state tagliate, con estrema precisione, da una lama molto affilata: ne dedusse quindi, che qualcuno si fosse creato un passaggio, tra quelle fronde, con violenza. Impugnando il suo Maglio, decise di proseguire, pronto a difendersi in caso di nemici improvvisi, ma con sua somma sorpresa, giunto alla fine di quel sentiero artificiale, si ritrovò nuovamente dinanzi al lago, presso le cui sponde vi era una ragazza, completamente avvolta dalla luce della luna. 

I suoi lunghi capelli bianchi, riflettevano i raggi lunari, come fossero fili d’argento, ondeggiando leggeri per la brezza notturna; indossava una strana veste, anch'essa bianca e argentata, adagiata sul prato, per quanto era estesa: pareva di seta e talmente sottile da mostrare le sinuose forme della fanciulla, pur coprendola. Reilhan rimase colpito da quell'inaspettata visione, ma il suo stupore, durò pochi minuti: non gli ci volle molto tempo, infatti, per notare che la ragazza stesse impugnando una spada lunga e affilata. Ripensò al sentiero artificiale, che aveva seguito sino al lago, deducendone che la responsabile di tale scempio, era proprio dinanzi a lui; prima di affrontarla, però, decise che sarebbe stato più saggio osservarla ancora, non essendo certo che si trattasse di un nemico, così, approfittando della fitta vegetazione, si mimetizzò tra i cespugli, studiandola da una distanza di sicurezza. 

Reilhan provò sensazioni contrastanti: una parte di lui, ardeva dal desiderio di affrontarla, ma l’altra, forse la sua ragione, gli diceva di starne alla larga; era talmente preso dai suoi pensieri, che a stento notò delle bende sotto del fogliame, probabilmente abbandonate da poco, essendo ancora pulite. Le prese con estrema delicatezza, per non provocare rumori improvvisi che avessero potuto attirare l’attenzione: poté osservare allora, il balsamo di cui erano intinte, una medicina a lui familiare, con la quale aveva avuto a che fare tutti i giorni, nell'ultimo mese; non vi erano più dubbi, quelle erano le medicazioni di Xera. Improvvisamente una grande paura pervase il suo cuore, temendo che tutte le preoccupazioni della divinità, si fossero avverate, osservò allora più attentamente la ragazza cercando in lei, qualsiasi particolare che potesse dimostrare quello che la sua ragione già sapeva. 

Tentò di avvicinarsi il più possibile senza dare nell'occhio e proprio lì, sul corpo della candida fanciulla, vide quel marchio inconfondibile, che non avrebbe mai dimenticato, essendo il sigillo imposto a Xera, per tenerla in vita. La runa della luna intersecata a quella del sole, il marchio di Chundra e Suhanna, ricopriva la spalla destra della ragazza canuta che gli si parava dinanzi, nella quale però non vi era alcuna traccia della sua amica. 

Stanco di aspettare decise di affrontarla, pronto ad attaccare se fosse stato necessario; oltrepassò i cespugli, che aveva usato come riparo, silenziosamente e intraprese la distanza che lo separava da lei, stando attento a non farsi scoprire. Mancavano pochi metri ormai, quando la giovane donna si voltò, mostrando finalmente il suo viso, al Novizio: anche se l’aspetto differiva, non vi erano più incertezze, si trattava di Xera. <<Che cosa ti è successo?>> gli chiese preoccupato, ma la ragazza si limitò a osservarlo; il suo viso era privo di qualsivoglia espressione, nei suoi occhi un tempo pieni di speranze, non c’era traccia di dolore o gioia, al contrario parevano vuoti e spenti, al punto che persino il colore ne aveva risentito: il verde chiaro era stato sostituito con il nero più oscuro, tipico delle tetre notti d’inverno. 

Il Novizio si avvicinò a Xera con timore e quando le provò a sfiorare il viso, con un gesto fulmineo, la fanciulla agitò la spada che impugnava, incidendo sul corpo del giovane, un taglio lungo e profondo. Reilhan, per quanto avesse dei riflessi allenati, non poté schivare del tutto quel colpo e portandosi le mani al petto, scorse il suo sangue inzuppargli la camicia. Nonostante la ferita fosse molto estesa, non provò alcun dolore, essendo stato colpito con estrema rapidità, tuttavia, la paura che ne scaturì subito dopo, lo gettò a terra come pietrificato. Nella sua mente sapeva di dover fuggire al più presto, ma una forza misteriosa lo inchiodava al suolo, rendendo vano ogni suo tentativo di fuga. 

Il suo sangue ricopriva la lama argentea per intero, rendendo quell'arma ancor più spaventosa; con un altro rapido movimento, la ragazza ripulì la spada, dell’ancora calda, sostanza in eccesso, mentre il resto che ne rimase, lo portò alla bocca assaggiandolo, come fosse un nettare irresistibile. Il viso, prima privo d’espressione, si oscurò minaccioso; in lei ormai non vi era più alcuna traccia d’umanità, solo una forte brama di sangue.