martedì 9 giugno 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 156)

 Una fanciulla dai capelli corti e biondi come il grano maturo entrò di forza dalla porta. Esausta per aver corso durante tutto il tragitto, fu lieta di aver raggiunto le stanze del saggio con largo anticipo. Quando ebbe rialzato il capo, dopo aver ripreso fiato, il suo volto si contrasse in un’espressione di stupore e fastidio. <<Voi?>> domandò respirando con affanno. Reilhan tuttavia non sembrò particolarmente sorpreso, poiché del suo volto non aveva alcun ricordo <<Ci conosciamo?>> ribatté confuso. <<La tua memoria è davvero così penosa? Del resto cosa ci si può aspettare da un uomo in vestaglia?>>. Il Novizio corrugò le sopracciglia e si grattò il pizzetto <<Io non indosso alcuna vestaglia>> fece notare, sebbene i suoi abiti fossero fin troppo evidenti. <<Da dove vieni? Non sai che questa espressione è di uso comune in città? Sei o no un curatore?>> lo bersagliò di domande e in ognuna vi era una presa in giro poco velata che però Reilhan preferì ignorare. Xera raggiunse i due ragazzi e quando i suoi occhi incrociarono quelli della fanciulla esclamò <<Te ora Mure ore!>> portando una mano al petto. La ragazza tuttavia non rispettò il saluto e per tutta risposta, si andò a sedere sul divano poco prima occupato dalle tre leve. <<Non dovresti appropriarti di certi modi di fare che non ti appartengono>> commentò aspramente. 

La larga spada riposta nel fodero alla sua sinistra fu adagiata accanto alla sedia, poiché molto ingombrante. <<Soltanto ai soldati di Nortor bisogna augurare una “vita eterna”. Perché dovrei rispettare il rituale con te che sei quanto più lontano possa esserci dal definirti con tale appellativo?>>. Xera s’indispettì, seppur fosse consapevole del fondo di verità celato nelle sue parole. <<Temo che la gentilezza sia un requisito che a Nortor è stato dimenticato!>> Murdar interruppe bruscamente la conversazione, apparendo sulla sedia dietro la scrivania. <<Saya Rakan, sono contento di rivederti>> aggiunse con un largo sorriso sul volto. La fanciulla abbassò lo sguardo dall’imbarazzo, momento che però durò ben poco date le notizie urgenti che era venuta a portare. <<Nortor mi ha inviato qui per conferire con voi circa ingenti anomalie riscontrate alla barriera>> disse tutto d’un fiato, senza premurarsi di preservare il codice di segretezza. Soltanto qualche secondo più tardi lo ricordò e portata una mano alla bocca, fortemente imbarazzata riabbassò il capo. Murdar però non vi fece caso, anzi al contrario invitò tutti ad accomodarsi. Con un cenno della mano la credenza in fondo alla stanza si aprì e da essa ne fuoriuscirono: un vassoio con cinque tazze di tè fumanti e un piatto di biscotti alla cannella. Quando ogni commensale fu servito, il saggio prese la parola. <<Sono contento che una grande capitale come Nortor vigili sulla nostra incolumità. Tuttavia ritengo che tali attenzioni debbano essere rivolte altrove, specie in tempi come questi>> asserì sorseggiando la bevanda calda. 

<<La mia età è piuttosto avanzata, ne sono consapevole, ma vi assicuro che ci so ancora fare. Io stesso mi sono recato sul luogo incriminato per indagare sull’accaduto>>. Le tre leve ascoltarono senza dire una parola, benché non riuscissero a comprendere l’argomento principale della discussione. Fu Murdar a espletarlo non volendo emarginarli dai fatti. <<A questo punto mi sembra opportuno parlare chiaro, sulla discrezione dei ragazzi garantisco io>>. Dopo un breve scambio di sguardi, il saggio spiegò loro il nocciolo del problema: <<Come ho già detto, mi sono recato nel luogo in cui ho percepito la barriera vacillare>> sostenne accarezzano il gioiello vincolato al monile intorno al suo collo, <<ed ho potuto constatare che effettivamente vi era qualcosa di anomalo>>, <<Ben più che anomalo direi>> obiettò Saya e l’uomo dovette schiarirsi la voce prima di riprendere a parlare. <<Trattasi per la precisione di "una breccia" che ho subito provveduto a riparare>>. Reilhan scattò in piedi rovesciando quel che era rimasto nella sua tazza <<Una breccia? Ma signore la barriera …>> tuttavia non poté ultimare la sua frase, poiché il saggio lo interruppe invitandolo ad accomodarsi. 
<<Soltanto tre esseri umani sono passati per quel varco e non per invadere l’isola, bensì per abbandonarla>> rivelò loro. <<Quella barriera è una delle magie difensive più potenti mai esercitate, com’è possibile che tre persone abbiano potuto infrangerla>> Saya strinse i pugni e li batté sul tavolo facendo tintinnare le antiche porcellane. 

<<Presto imparerai bambina mia, che in questo mondo nulla dura per sempre e che le nuove generazioni, con il dovuto aiuto s’intende, sanno essere piene di risorse>> aggiunse inducendo lo sguardo sui tre ragazzi. Saya si alzò di scatto e riprendendo possesso della spada si diresse verso l’uscita <<Indagherò personalmente sull’accaduto, se mi date la vostra autorizzazione>> sostenne e dopo averla ottenuta, abbandonò la capanna in fretta e furia. <<Tornando a noi!>> disse <<La vostra presenza qui m’induce a pensare che la decisione sia stata presa>> commentò senza giri di parole ma Reilhan era deciso a non far cadere l’argomento appena affrontato. <<Signore avete scoperto l’identità dei trasgressori?>>, << È davvero così importante per te saperlo?>> lo scalzò l’uomo fissandolo con intensità, <<Mi dispiace non poter essere più dettagliato, ma in questo momento è di vitale importanza che voi affrontiate la prova finale!>> si lasciò sfuggire l’uomo. <<Che intende dire>> ribatté Elesya riflettendo sulle parole pronunciate dal saggio, qualcuno però pose fine alla discussione bussando pesantemente alla spessa porta della stanza.

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