martedì 16 giugno 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 158)

Come promesso dal saggio, a ognuna delle tre leve fu affidata una stanza, affinché potessero riposare prima della prova. Reilhan però non riusciva proprio a prendere sonno, perché la sua mente non faceva altro che riproporgli tutte le informazioni acquisite durante il giorno. Stanco di scaldare il letto senza risultato, decise di alzarsi e fare una passeggiata ma nel momento in cui aprì la porta della sua camera, si ritrovò una gradita sorpresa. <<Che cos …>> non poté riaversi dalla visita improvvisa della guerriera, poiché la fanciulla gli pose una mano sulle labbra e lo trascinò della stanza in fretta e furia. Dopo che ebbe chiuso la porta, trascorsero alcuni minuti prima che Xera si decidesse a lasciarlo andare. Reilhan arrossì quando si rese conto che l’amica non si era premurata di abbottonare ogni singola asola della camicetta, distrazione che tuttavia passò in secondo piano nel momento in cui i suoi occhi incrociarono quelli di lei. <<Si può sapere che succede?>> bisbigliò scansando l’esile mano della ragazza dalla sua bocca, <<Qualcuno è entrato nella mia stanza!>> confessò Xera porgendo l’orecchio all’uscio. <<Ne sei sicura? Forse stavi soltanto sognando>> ribatté il curatore, ma lo sguardo accigliato della fanciulla lo invitò a non mettere in dubbio la sua parola. 

<<Ero uscita perché non riuscivo a dormire e al mio ritorno ho trovato la porta socchiusa. Io però sono certa di averla chiusa a chiave>> spiegò indicando la cordicella fissata al suo collo. <<Un ladro nella dimora di Murdar, mi sembra impossibile anche solo ipotizzarlo>> commentò senza tuttavia mettere in dubbio la compagna. <<Nessuna delle mie cose è stata toccata>> asserì Xera <<Piuttosto …>> esitò senza tuttavia poter concludere il discorso giacché il curatore le tappò la bocca stringendola a sé. <<Sento dei passi>> mormorò facendo un cenno in corrispondenza dell’ingresso. Il rumore si acuì dinanzi alla camera del Novizio, che subito si riappropriò del Maglio, pronto ad accogliere chiunque fosse dall’altro lato. Su invito di Reilhan, Xera si fece da parte perché disarmata, mentre il curatore spalancò la porta all’improvviso rivelando la vera identità dell’intruso. <<Sei forse impazzito, mi hai spaventata a morte>> lamentò Elesya portando una mano al petto. <<Possibile che stanotte nessuno voglia dormire?>> ribatté Reilhan invitando la giovane maga a entrare. <<Lo avrei fatto volentieri, se dei rumori nel corridoio non mi avessero svegliata>> commentò la fanciulla indispettita. I tre ragazzi cercarono di calmarsi e seduti allo stesso tavolo, discussero sul da farsi. 

<<Quando sono rientrata, qualcuno aveva lasciato questo biglietto sul mio letto>> rivelò Xera mostrando il messaggio ai suoi amici. Reilhan glielo strappò quasi di mano e dopo aver letto le poche righe, lo appallottolò e lo gettò nel fuoco. <<Perché lo hai fatto? Potevamo consegnarlo a Murdar>> lo riprese la guerriera, <<Scordatelo! È solo qualcuno che vuole intimidirci, non annoierò il saggio con ulteriori preoccupazioni>> la liquidò ma Xera non era d’accordo. <<Ogni volta che abbiamo fatto di testa nostra, qualcuno o si è ferito o è morto …>> tentò di ricordargli, però il Novizio non volle sentir ragioni. <<Non darò adito a un messaggio tanto infimo>> aggiunse fissando la carta ardere. Xera si sollevò facendo cadere la sedia <<”Se affronterete la prova finale, qualcuno morirà”>> citò testualmente, <<Non mi sembra così "infimo". Ne parlerò con il saggio, mi dispiace ma ho deciso>> disse infine. Anche Reilhan si sollevò in fretta e furia e prima che la guerriera potesse andare, la bloccò stringendole l’avambraccio. <<Possibile che tu non capisca? Murdar ha già mille pensieri per la testa. E se il piano dei nostri nemici fosse appunto quello di distrarlo? Ragiona!>> affermò tutto d’un fiato. Xera non distolse mai lo sguardo da quello del curatore e lo sostenne fino a che Elesya non intervenne. <<Adesso basta!>> esclamò risentita dal loro comportamento. <<Siete due sciocchi. Vi preoccupate per Murdar quando è palese che il vero intento dell'autore sia di farci litigare>>. 

I due ragazzi tornarono a sedersi, senza tuttavia rivolgersi la parola. <<Il saggio ha sempre sostenuto che le prove dell’isola servivano a renderci un gruppo unito; che cosa accadrebbe se proprio qualche giorno prima dell’ultima fase, noi litigassimo?>>. Xera e Reilhan non risposero ma entrambi si calmarono all’istante. <<Rei ha fatto bene a stracciare quella lettera …>> asserì Elesya e il curatore sorrise soddisfatto, <<Ma è anche vero che una simile minaccia non va presa sottogamba>> aggiunse e così Xera poté avere la sua rivincita morale. E proprio la guerriera poco dopo affermò <<E se il biglietto non fosse una minaccia, bensì un avvertimento?>> le leve aggrottarono le sopracciglia, poiché incapaci di comprendere dove la guerriera volesse andare a parare. <<Abbiamo dato per scontato che fosse una minaccia … e se invece qualcuno avesse tentato di avvisarci?>>, <<Tipo chi?>> ribatté il Novizio, incuriosito dalla nuova teoria. <<Hillin per esempio, oppure il signor Gholja>>. Elesya congiunse le mani e chiuse gli occhi immergendosi nei suoi pensieri. <<Perché ricorrere a un biglietto, potevano parlarci di persona>> tentò di obiettare il curatore. <<”Qualcuno” è entrato nella mia stanza, però io non ero lì in quel momento. Forse desiderava parlarmi>> la guerriera parve del tutto convinta dalla sua ipotesi, tuttavia Reilhan non era dello stesso avviso. 

<<Mi sembrano soltanto discorsi campati per aria. Con i “se” non si va da nessuna parte. Manca una settimana alla prova, io propongo di dormirci su e a mente riposata, riparlarne>>. Il ragazzo si sdraiò sul letto ancora caldo e si girò su se stesso voltando le spalle alle amiche. <<Chiudete la porta quando uscite>> aggiunse infine prima di addormentarsi. Xera ed Elesya abbandonarono la stanza senza dire una parola, sebbene la guerriera non avesse cambiato idea, circa il tenere Murdar informato. <<Sarà meglio fare come dice Rei, rimuginare a tarda notte non serve a nulla>> suggerì la giovane maga rientrando nella stanza numero cinque. Xera si chiuse la porta alle spalle e vi si appoggiò per alcuni secondi. Era stanca e assonnata, ma i recenti avvenimenti non le consentivano di dormire. Decise cosi di bere un sorso d’acqua dalla brocca ricolma sul tavolo e infine si gettò sul letto, immergendo il volto nel cuscino. <<Che intenzioni avevi?>> mormorò chiudendo gli occhi e abbandonandosi gradualmente allo stato di torpore che all’improvviso la avvolse. Presto si addormentò lasciando che i pensieri le scivolassero via dalla testa e illuminata dalla candida luce della luna, non si accorse del riflesso, a malapena visibile, della piccola gemma sotto il suo cuscino.

Nessun commento:

Posta un commento

Dimmi cosa ne pensi