martedì 24 settembre 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag.16)

I tre amici raggiunsero ben presto il punto della foresta da cui provenivano le urla e seduto accanto a una giovane, distesa su di un giaciglio di foglie secche, vi trovarono un ragazzo disperato che le teneva la mano; dall'uniforme  non poteva essere altro che una Giovane Leva.

<<Per favore aiutateci!>> disse disperato << La mia compagna è svenuta da un’ora e non riesco a svegliarla!>>. Elesya avanzò con cautela, ricordando tutti gli avvertimenti di Reilhan in merito agli inganni dell’Isola ma presto si rese conto che la ragazza assopita non era un nemico << Il mazzo di fiori, sotto quell'albero, è vostro?>> chiese, <<Si li ho raccolti per la mia Shùly, lei adora i fiori, dopo averli annusati, però, è svenuta>>. Xera li riconobbe, erano gli stessi che Elesya aveva notato raccogliendo frutta, <<Si tratta di un fiore molto velenoso, il Napello; se a contatto con la pelle, provoca un sonno profondo e infine la morte. Il veleno è solitamente utilizzato per intingere le armi e renderle più funzionali durante la battaglia>>, Reilhan guardò Elesya stupito <<Ma sei un’enciclopedia vivente?>>, la ragazza arrossì <<Quando si tratta di piante velenose e mortali, posso sempre far ricorso a quanto mi è stato insegnato dai miei genitori>>, <<Devo ricordarmi di non farti mai arrabbiare allora>> rispose il giovane.

<<Che cosa possiamo fare per curare la mia Shùly?>> chiese la Giovane Leva disperata, <<Purtroppo l’antidoto cresce solo vicino a dei corsi d’acqua sulfurea, su quest’isola c’è un vulcano ma è troppo lontano, se provassimo a raggiungerlo, la tua amica potrebbe morire durante il tragitto>> rispose rammaricata.
Nessuno osò parlare dopo quanto detto da Elesya, la ragazza assopita sarebbe stata condannata a morte senza l’antidoto, quando improvvisamente a Xera venne un’idea <<Se provassimo a farle bere l’acqua del lago Biru? Sbaglio o Reilhan ha detto che ha proprietà magiche?>> tutti si guardarono sollevati, <<Che sciocco! Come ho potuto dimenticarmene?>> disse rimproverandosi. Reilhan raccontò del lago al ragazzo e finalmente la speranza si riaccese in lui; provava un profondo senso di colpa per aver causato l’avvelenamento della fanciulla che amava e il solo pensiero di perderla era inaccettabile, <<Il mio nome è Keldas, mentre lei è la mia fidanzata Shùly>>. Reilhan però, che conosceva tutti i Novizi presenti sulla nave, ne notò l’assenza in quel gruppo e così gli venne spontaneo chiedere << Dovreste essere in tre, dov'è il vostro Novizio?>>. Il ragazzo, ancora una volta sconfortato, rispose <<Ci siamo separati una volta scesi dalla nave; avevo visto delle armi in un emporio del porto e ingannati dalle false promesse del mercante, abbiamo perso di vista il nostro capo gruppo. Dopo aver vagato senza meta fino al deserto, decidemmo di dirigerci verso questa foresta, pensando che fosse la strada giusta per il villaggio>>. Tutti ascoltarono in silenzio le peripezie che i due giovani avevano affrontato fino a quel momento, un attimo di distrazione era costato alle Giovani Leve la separazione dal proprio Novizio e l’avvelenamento di Shùly; Xera capì che tutte le raccomandazioni di Reilhan erano state utili, anche loro avrebbero potuto avere lo stesso infausto destino.

Presa in spalla la fanciulla svenuta, la condussero all'accampamento di fortuna, che i tre ragazzi avevano allestito in precedenza, Reilhan decise che non avrebbe abbandonato le Giovani Leve, anche se si trattava di una competizione. Dopo aver mangiato dei frutti e carne di coniglio, il gruppo riposò poiché non era sicuro incamminarsi di notte, in un luogo a loro sconosciuto. Basandosi sulla mappa, il Novizio, attraverso dei calcoli, identificò il centro della foresta e una volta sistemate le loro cose, s’incamminarono.

Vagarono per ore verso Sud-Ovest ma del lago non vi era alcuna traccia; di tanto in tanto si fermavano per controllare la mappa e per ritemprare le energie, Keldas in particolare, poiché trasportava sulle spalle la sua Shùly. Reilhan si offrì di aiutarlo in diverse occasioni ma il giovane non accettò. Decisero allora di fare un piccolo spuntino con la frutta raccolta da Elesya durante il tragitto, tuttavia non fu sufficiente a placare il loro stomaco, ma non potendo perdere altro tempo, si dovettero accontentare.

Poco prima della fine del pasto però, sentirono delle foglie muoversi alle loro spalle; restarono improvvisamente tutti in silenzio e pronti a difendersi, se necessario. Fu in quell'occasione che Xera notò le armi dei nuovi amici; Keldas possedeva una spada lunga, che poteva essere brandita solo a due mani, mentre Shùly, legati alla cintura, aveva due pugnali. Il movimento delle foglie aumentò e iniziarono a sentirsi dei passi provenire da dei cespugli; tutti erano pronti ad attaccare, nel caso si fosse trattato di un nemico, poiché quella foresta era gremita di bestie selvagge. I passi erano sempre più vicini, gocce di sudore freddo, imperlarono la fronte di Keldas e la tensione si fece sempre più netta. A un tratto il calpestio cessò e le foglie smisero di muoversi, nessuno osò fiatare, quando dal più grande dei cespugli spuntò, impaurito, uno strano animale del tutto innocuo. 

Riponendo il martello Reilhan sorrise e disse quasi sollevato << È solo un pacifico Fhian, per un attimo ho temuto il peggio, ve lo confesso>>, ma non fece in tempo a finire la frase che, immediatamente dopo l'apparizione del Fhian, sentirono un forte bramito tutt'altro che pacifico; si trattava del vero motivo per il quale quell'animale era così spaventato. Ben presto però, non fu il solo ad avere paura poiché, davanti a loro, fece la sua comparsa, un essere di notevoli dimensioni, << State attenti!>> urlò Reilhan riprendendo il martello << È un Hòros ed è anche molto arrabbiato; abbiamo involontariamente interrotto la sua caccia e adesso ci attaccherà>> spiegò.

Elesya era terrorizzata e non riusciva più a muoversi, Keldas invece, per quanto spaventato strinse maggiormente la sua spada, sapendo di non poter scappare a causa delle condizioni della sua amata; per quanto fuggire, sarebbe stata la scelta più giusta in quel momento, nessuno avrebbe abbandonato un amico in difficoltà.
Xera, molto lentamente, si spostò davanti alla sua amica per proteggerla, anche se si rendeva conto che quella bestia era troppo forte per tutti loro. 

L’Hòros avanzò facendosi largo a zampate, sradicando tutta la vegetazione che ostruiva il suo cammino; non era molto lontano dai ragazzi ormai e si preparò ad attaccare. Reilhan allora, gli andò in contro impugnando minaccioso il maglio, era sua responsabilità proteggere le Giovani Leve ma quando Xera tentò di seguirlo, lui le intimò di proteggere Elesya e di rimanere indietro, non essendo ancora esperta nell'arte del combattimento. Con uno scatto felino, fece un balzo, cercando di imprimere più forza al suo colpo sfruttando la gravità, ma fu del tutto inutile poiché l’Hòros lo fermò con una violenta zampata che scaraventò il Novizio dietro dei cespugli. Xera si preparò ad attaccare, anche se la preoccupazione per la sorte del suo amico, offuscava il suo giudizio; impugnando la spada con la mano destra, corse in contro alla bestia ma quando fu sul punto di colpirlo, alle spalle dell’Hòros spuntò Reilhan, malconcio, che con una martellata ben assestata all'arto inferiore dell’animale, lo costrinse a piegarsi su se stesso, in preda al dolore. 

<<Allontanati, ti avevo detto di stare indietro! Perché non ascolti mai!>> disse arrabbiato alla ragazza, ma era troppo tardi per indietreggiare, l’Hòros tornò su due zampe in breve tempo e pronto al contrattacco. Con un arto assestò un altro duro colpo a Reilhan, mentre con l’altro percosse la ragazza che aveva tentato di ritirarsi. Xera fu spinta pesantemente verso un albero ma l’intervento tempestivo di Keldas, le evitò un violento impatto.

A causa della forza dell’attacco, la fanciulla aveva perso la presa della sua spada e gli artigli dell’Hòros le avevano procurato una vistosa lacerazione, sul braccio sinistro, che cominciò a sanguinare copiosamente. Elesya avanzò preoccupata verso la sua amica e occupando il posto di Keldas, la aiutò a sorreggersi, << Dobbiamo medicare quella ferita Xera, perdi molto sangue!>>, ma non era il momento di perdersi in chiacchiere, la bestia voleva ucciderli. 

<<Proteggete Shùly, ve ne prego>> disse Keldas prima di procedere velocemente verso l’Hòros infuriato, brandendo la sua spada con tutta la forza che aveva in corpo. Lo raggiunse anche Reilhan che intanto si era rialzato <<Attacchiamolo nello stesso momento!>> urlò al ragazzo; ancora una volta il Novizio mirò agli arti posteriori per minare l’equilibrio della bestia, mentre Keldas puntò alla testa. Reilhan colpì nuovamente la zampa destra, l’Hòros si accasciò ma accorgendosi della presenza di Keldas, si concentrò sulla Giovane Leva, che scaraventò lontano dal suo collo. Sbarazzatosi del ragazzo, puntò il Novizio che intanto, fortemente provato dai colpi subiti, era disteso al suolo completamente indifeso. Serrò i possenti artigli e con la forza che gli era rimasta, assestò un colpo diretto al giovane. 

Elesya non volle guardare la scena e chiuse gli occhi piangendo, ma Xera la tranquillizzò, perché il tonfo che avevano udito non era stato provocato dal colpo inferto a Reilhan, ma dalla pesante caduta della bestia. L’Hòros giaceva addormentato a terra, con tre frecce profondamente conficcate nella sua spalla.

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