mercoledì 31 luglio 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag. 9)

<<è il momento per voi di indossare l’uniforme, come sapete, sono gli unici abiti consentiti sull’isola; Horsia è circondata da una barriera magica che la rende impenetrabile a chiunque provi ad approdare, senza le opportune procedure. Solo con questi vestiti, lo zaino della Leva e la pergamena con speciali incisioni runiche, che rendono possibile l’accesso all’isola senza subire alcun danno, sarà possibile per voi oltrepassare la barriera incolumi. Tutto il resto si limiterà ad ardere e sarà quindi incenerito. Una volta terminato l’addestramento anche l’uniforme dovrà essere bruciata, durante il rito del saluto finale, affinché sia impossibile da utilizzare per far ritorno a Horsia>>.
Reilhan indicò alle due giovani delle stanze all’interno delle quali avrebbero potuto cambiarsi, attendendole, seduto, sul ponte della nave.

Xera prese a frugare nel suo zaino alla ricerca degli abiti. Questi erano molto elementari; una camicetta bianca di tessuto leggero, che lasciava scoperte le braccia dalla spalla e un gonnellino di pelle, di color del legno, reso più femminile da dei piccoli pizzi bianchi ai bordi di questo. La gonna era molto corta e non avendone mai indossate di così scarsa lunghezza, si sentiva in imbarazzo. Anche i calzari erano semplici, ricavati dalla pelle di qualche animale che doveva popolare l’isola, suppose, non avendola mai vista. 
Prese la cintura alla quale era saldamente legata la spada corta e l’appunto in vita. Nella tasca del gonnellino vi era un paio di guanti che lasciavano libere le dita, anch’essi di pelle e dall’aspetto sembravano molto resistenti; subito li indosso e si rese conto che avrebbero facilitato la presa della spada.
Gettò i suoi vecchi indumenti sul pavimento, tutti ad eccezione del fiocco che continuò a indossare e al quale non aveva alcuna intenzione di rinunciare. Chiuse velocemente lo zaino e lo rimise sulle spalle, poi raccolse con poca cura gli abiti dismessi e posandoli sull’avambraccio si recò sul ponte, dove Reilhan le attendeva.

Elesya aveva finito poco prima di Xera, quell’uniforme le donava, era molto femminile e questo si notava a prima vista; differiva solo nell’arma da quella di Xera, infatti, la giovane aveva uno strano bastone di legno dal manico in metallo, ben legato alle spalle tramite delle cinghie simili a quelle che sorreggevano il martello di Reilhan. Anche lei aveva tra le mani la sua vecchia tunica mentre discuteva, con il loro comune amico, circa la sua volontà di conservarla.
<<Non ho alcuna intenzione di gettare in mare un simile capolavoro. È un sacrilegio chiedere ad una donna di rinunciare ai suoi vestiti>>.
Per la prima volta da quando l’aveva incontrata, Elesya sembrava essersi arrabbiata, a quanto pare l’argomento abbigliamento per lei era molto importante, seppur Xera lo trovasse sciocco.
<<Oh ecco Xera, vedrai come anche lei sarà della mia stessa opinione. È inammissibile dover gettare in mare i propri abiti, vero?>>  chiese guardando l’amica che li aveva appena raggiunti.
<<Ti ho già ripetuto diverse volte che queste sono le regole della competizione>> disse Reilhan <<è un rito propiziatorio gettare le proprie vesti in mare, un’antica usanza per dire addio alla vecchia vita. In più ti ho già detto che non è ammesso alcun tipo di oggetto con proprietà magiche che possa dare un qualche vantaggio alla giovane Leva>>.

Il ragazzo si girò verso Xera e non poté fare a meno di contemplarla senza dire una parola. Con l’uniforme era notevolmente più femminile e la sua bellezza balzava agli occhi. La sua pelle era abbronzata e la corporatura era magra e atletica tuttavia visibilmente ancora acerba nonostante, di li a poco, avrebbe abbandonato i lineamenti fanciulleschi per quelli di una giovane donna.
Xera si rese conto di essere osservata da Reilhan con molta intensità e non essendo abituata a simili attenzioni, arrossendo, interruppe quello stato catatonico dicendo, 
<<le mie vesti non hanno alcuna proprietà magica, sono comuni abiti cuciti a mano da mia madre, se, tuttavia, è nelle regole gettarli in mare, per me non vi è alcun tipo di problema>> e scaraventò i suoi vecchi indumenti giù dal ponte della nave, senza scomporsi in alcun modo.
Elesya, che invece aveva contato sull’appoggio dell’amica, non avendo trovato alcun sostegno da parte sua, volle punirla aggiungendo, 
<<bene allora dovrai rinunciare anche al tuo fiocco rosso. Anche quello non rientra nell'uniforme e visto che per te non ci sono problemi in merito a tale regola, dovresti gettarlo in mare insieme a tutto il resto>>.

 Xera si rese effettivamente conto che quel ragionamento non faceva una grinza, anche il suo nastro faceva parte della vecchia vita e così, non sapendo cosa rispondere, cercò aiuto con lo sguardo in Reilhan, sperando in una qualche soluzione che le permettesse di tenerlo.
Il ragazzo si accorse della velata richiesta d’aiuto. 
<<Mi pare che non ci siano regole in merito a ciò che si dovrebbe usare per legare i capelli,  l’importante è che questi oggetti non abbiano proprietà magiche e non mi sembra che quel fiocco rappresenti un vantaggio per qualcuno, se non forse il rendere più bella la sua proprietaria. Al massimo potrebbe incenerirsi al contatto con la barriera, qualora mi fossi sbagliato>> disse facendo loro un occhiolino.
Elesya non era una persona cattiva e non cercò di ribattere in alcun modo alle parole del ragazzo anche perché era consapevole che la sua tunica, al contrario del nastro rosso, avrebbe potuto avvantaggiarla per le sue doti di riflessione del danno. Versando tenere lacrime si costrinse a rinunciare al suo amato abito e con profondo rammarico, gettò anch’essa la veste in mare, ma distogliendo quasi subito lo sguardo da quella scena, che per lei era troppo duro da sopportare. Xera non riusciva a capire come fosse possibile piangere per un vestito, tuttavia si rendeva conto che, se avesse dovuto rinunciare al fiocco, donatole da sua madre, anche lei si sarebbe intristita.

Dopo aver sistemato la questione uniforme, fu la volta degli zaini, anch’essi furono tutti svuotati sia del cibo sia di eventuali mappe o oggetti non previsti dalle regole della competizione; l’idea di rinunciare a tutte le provviste fu per molti motivo di discussione, poiché questo avrebbe reso la prova più dura. Elesya ancora scossa per la perdita della sua adorata tunica, chiese al resto del suo gruppo come poter recuperare del cibo, una volta sull’isola e Reilhan non tardò a rispondere.
<<Questa è un ottima domanda! Una delle prime cose da imparare per sopravvivere a Horsia è cacciare, seguita dallo studio, riconoscimento e quindi raccolta di alcune erbe importanti, sia per guarire da ferite o avvelenamenti causati dalle creature che popolano l’isola, e sia per alleviare il senso di fame che ci perseguiterà se non ci metteremo subito in azione>>.
Xera non aveva mai dovuto cacciare bestie feroci poiché, con sua madre, preferivano allevare e al massimo tosare gli Yak pacifici di Dalihan, a pensarci bene non aveva mai tolto la vita ad alcun animale pur avendo un temperamento bellicoso. All’improvviso l’idea di cacciare perse tutto il suo fascino anzi fu inevitabile per la fanciulla, domandarsi se sarebbe stata in grado di sopprimere un altro essere vivente.

<<Vi assicuro che per quanto sia orribile la prospettiva di dover uccidere per sopravvivere, soprattutto per delle ragazze, sarà l’unica alternativa che avremo per non fare una brutta fine; anche io inizialmente ero scettico a riguardo e per molto tempo mi sono rifiutato di prendere la vita anche delle bestie che mi attaccavano>> disse Reilhan <<ma quando ti rendi conto che in un attimo potresti perdere la tua di vita, il pensiero viene subito sostituito dalle azioni. Non pensate a queste prove come a un semplice esame teorico, di quelli che si sostengono nelle comuni scuole. Qui il prezzo che si paga per il fallimento è molto alto>>.
Il ragazzo guardò con molta intensità le due giovani e pose loro una domanda importante.
<<Siete davvero sicure di voler continuare il vostro viaggio?>>
Sia Xera sia Elesya annuirono, nonostante la durezza di quello che le attendeva e ancora più determinate di prima, guardarono l’orizzonte pronte a tutto.

4 commenti:

  1. Continua cosi', la storia si fa molto interessante.

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  2. Ciao Vale, ho letto tutto in poche ore e sono curiosa di sapere il resto! :) soprattutto xkè Elesya è così attaccata ai vestiti e a cose ke sembrano frivole! Xera è forte, ma forse preferisco Elesya che sembra + fragile, come se fosse capitata lì x sbaglio...nn mi sono mai piaciuti molto i personaggi troppo "cazzuti" ke sembrano aver capito tutto della vita e sanno sempre ciò ke vogliono, anche se forse è giusto ke la protagonista sia + carismatica! Mi piace molto l'angolo delle curiosità e ancor di + l'espediente dei libri della biblioteca, per un attimo ho pensato fossero libri veri XD!Spero ke ogni tanto la storia tornerà a trovare Annabell, anche il suo personaggio, così dolce e tormentato mi piace molto!Il racconto scorre e non annoia, anzi prende! La scrittura è chiara e semplice, ma ben costruita e mai banale! Brava!

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    1. Grazie mille vedrai in seguito conoscerai meglio Elesya e le sue stramberie. XD

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    2. Ps. per Annabell non temere anche lei non ha ancora concluso il suo ruolo in questo racconto ;)

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