mercoledì 10 luglio 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag. 7)

Xera era cosi concentrata, da aver dimenticato per un attimo l’imbarazzo provato in precedenza, almeno sino a quando non si rese conto di essere osservata insistentemente dal giovane dai capelli color del fuoco.

<<Sai che è di cattivo gusto fissare la gente?>> disse seccata, il ragazzo però non rispose, si limitò a sorriderle divertito sino a quando il capitano Flor non riprese a spiegare le regole del viaggio.

<<Prima di salire a bordo, formerete dei gruppi che registrerete dal Primo Ufficiale. In ognuno di questi non dovranno esserci più di tre Leve, di cui una sarà un Novizio, con il compito di istruirvi e guidarvi sull’isola, almeno per i primi tempi. Questa mansione era un tempo, di competenza esclusiva del Saggio Murdar, tuttavia con il passare degli anni e dell’età si è, come dire, reso necessario un piccolo aiuto extra!>>

Flor sussurrò qualche parola al Primo Ufficiale, che prontamente prese posto dietro un tavolo abbastanza logoro, dinnanzi alla nave. Da una bisaccia tirò fuori dei fogli di carta ingialliti, una piuma di Burug ed una bottiglietta di inchiostro nero quasi del tutto secco.

<<Avete cinque minuti per formare i gruppi, passati i quali verrete abbandonati sulla terraferma! Odio perdere del tempo prezioso per colpa di mocciosi, con scarse doti organizzative!>> aggiunse il capitano sghignazzando.

Improvvisamente Xera, presa dal timore di rimanere senza gruppo, cominciò a cercare tra la folla possibili compagni, dimenticando di averne già una accanto, che saldamente le teneva la mano.
<<Non vi agitate leggiadre fanciulle, voi due siete con me!>>  disse il ragazzo ritornando ad occupare il posto accanto a Xera, nonostante lei fosse visibilmente contrariata 
<<Dimmi perché mai dovrei volerti nel mio gruppo? Non hai fatto altro che irritarmi da quando ho avuto la sfortuna di incrociare il tuo cammino!>>

Il viso del giovane divenne subito serio <<Non hai sentito, le parole del capitano? Preferisci forse restare a terra? Hai solo cinque minuti per formare un gruppo nel quale, per giunta, dovrà esserci un Novizio e si da il caso che io lo sia!>> le sussurrò il ragazzo, per non farsi sentire dal resto delle Leve. <<Voglio confidarti un piccolo segreto, anche se non lo meriti, noi Novizi non siamo in molti, ciò vuol dire che la metà di questi ragazzi sarà scartata!>>

Xera cambiò espressione, non accettava di buon grado le ramanzine, ma questa volta ne andava del suo sogno per il quale si sarebbe fatta piacere persino i tanto odiati Yak.
<<Io sono Xera e vengo da Dalihan>> disse rivolta ai due nuovi amici, cercando maldestramente di farsi perdonare per quanto aveva appena detto.
<<Io invece sono Elesya e Payanir è la mia terra!>> continuò la sorridente giovane. <<Io invece sono Reilhan, ma potete chiamarmi Rei è il mondo la mia casa!  Sarei lieto di accompagnare queste due splendide fanciulle sull’isola di Horsia, se per loro va bene.>> aggiunse usando un tono meno severo del precedente.

Xera non era ancora del tutto convinta, ma questo non le impedì di accettare l’invito di Reilhan e dirigendosi quindi dal Primo Ufficiale, registrarono il gruppo appena formato. Finiti i convenevoli salirono sulla nave, era la prima volta per le due ragazze, che molto emozionate continuavano a tenersi per mano.

Il veliero aveva tre alberi maestri ai quali erano fissate saldamente, vele consumate ma molto resistenti, un tempo forse bianche come le nuvole. Al centro di quelle, spiccavano le bandiere delle tre capitali, volte a decretare  l’ufficialità della nave. Xera ricordò che il capitano Flor, durante il suo discorso, l’aveva chiamata Sylvia e questo non la stupì poiché, grazie a un vecchio cavaliere che per un breve periodo aveva soggiornato nella sua casa, seppe dell’antica tradizione dei marinai di battezzare le proprie imbarcazioni con nomi femminili per buon auspicio. Sapeva anche che le donne sulle navi, erano sinonimo di sventura e, infatti, non si meravigliò nemmeno quando una volta salite a bordo, tutte le ragazze erano state costrette a stringere un sacchetto di sale “fortunato”, con la loro mano sinistra, suscitando ilarità in Reilhan, che per diversi minuti non smise di ridere avendo notato il disappunto di Xera e di molte altre.
Poco prima di partire però, Elesya notò un certo scompiglio davanti alla nave e prontamente avvertì i suoi due compagni, da diversi minuti, infatti, erano cominciati a volare insulti, tra chi non poteva più salire a bordo e il resto dell’equipaggio.

<<Che cosa vuol dire non idonea, sciocco vecchio rimbambito?>> urlò a squarcia gola la ragazza snob con la quale Reilhan aveva discusso in precedenza.
<<Non sai con chi stai parlando vecchio ignorante! Vuoi forse che il Signore delle terre di Heis, dichiari guerra al tuo insulso equipaggio di poveri e grassi marinai? Io sono Sapphira, unica figlia di  Re Fros e dovresti essere onorato della mia presenza su questa mediocre barca!>>

Il primo ufficiale non ebbe alcuna reazione nonostante le offese appena ricevute e come gli era stato ordinato di fare in questi casi, si limitò a ripetere quanto detto poco prima.

<<Avendo lei utilizzato mezzi vietati per raggiungere Libra, è stata dichiarata non idonea secondo  la legge delle tre Capitali, alla quale persino suo padre è vincolato contrariamente a quello che pensa. Pertanto non le è concesso di proseguire il viaggio e la preghiamo di far ritorno presso la sua abitazione. La invitiamo tuttavia a riprovarci il prossimo anno, nel pieno rispetto delle regole.>>

La ragazza era visibilmente arrabbiata, pareva quasi sul punto di esplodere <<Un giorno te ne farò pentire stupido vecchio! Sapphira ottiene sempre tutto quello che vuole!>> e senza aggiungere altro salì sulla sua Hidrolfiera completamente sola, per far ritorno a casa. Non fu la sola però a essere stata scartata molti altri, infatti, vennero dichiarati non idonei perché, come  aveva detto in precedenza Reilhan, i Novizi erano in pochi. In quel momento Xera capì che le prove erano appena iniziate e fu costretta a riconsiderare il suo atteggiamento nei riguardi del ragazzo per merito del quale, era riuscita a superare, senza fatica, il primo ostacolo. Sapeva di doverlo ringraziare, ma il suo sorriso compiaciuto la irritava a tal punto da volerlo piuttosto gettare in mare aperto.

<<Guardate ragazzi, la nave si muove! Venite a salutare Libra per l’ultima volta come Leve inesperte! Quando vi faremo ritorno sarà da valorosi guerrieri!>> disse con molta sicurezza Elesya e con un grande sorriso riportò la calma tra i due. Il porto era ormai lontano e Xera non poté fare a meno di pensare a sua madre, gli occhi si riempirono di candide lacrime, mentre la sua terra spariva all'orizzonte.

2 commenti:

  1. Il suo racconto è invero interessante ma vorrei compiere alcune precisazioni. Un veliero, inteso in senso stretto, presenta quattro alberi denominati di mezzana, di maestra e trinchetto, infine vi è il quarto che sporge in diagonale, oltre la propra della nave, denominato bompresso.

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    1. Grazie per la precisazione, mi ha fornito una preziosa informazione che sicuramente darà al mio racconto, più valore. Quando ristrutturerò la storia sarò ben lieta di inserire questi dettagli nelle mie pagine. Grazie ancora.

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