venerdì 24 aprile 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 147)

Xera afferrò sia Divaahr sia Rhinvel e s’incamminò in direzione delle sagome scure. A piccoli passi si avvicinò sino a che le ombre non assunsero caratteri distintivi, scoprendo così che i suoi amici erano lì ad attenderla. Con gli abiti logori e ferite sparse per tutto il corpo, la guerriera sospirò sollevata nel momento in cui i suoi occhi incontrarono quelli del curatore. Quando Reilhan scorse l’amica a pochi passi da lui, impallidì e prima che la fanciulla si accasciasse al suolo poiché allo stremo delle forze, riuscì ad afferrarla in tempo. Delicatamente la strinse tra le braccia, per poi farla sdraiare su di vecchio mantello sopravvissuto alla colluttazione. Anche Elesya aveva riportato molte ferite ma grazie ai poteri del Novizio era riuscita a guarire in fretta. Reilhan si tolse la camicia con la quale permise a Xera di coprirsi e infine, a torso nudo, il suo petto sfoggiò una nuova cicatrice. Xera sollevò la mano e con la punta delle dita sfiorò le lettere scure incise sulla pelle dell’amico. Non era in grado di parlare ma il suo volto stupito e allarmato in egual misura, consentì a Reilhan di comprenderla al volo. <<Ti spiegherò quando sarà tutto finito>> disse stringendo la piccola mano della guerriera.

Dereth fissò Xera a lungo ma non fece domande, al contrario restò in silenzio fino a che Elesya non gli domandò come mai lui fosse l’unico a esserne uscito indenne. <<Di cosa ti stupisci? Ho già affrontato queste paludi una volta, le illusioni della nebbia su di me non hanno più alcun effetto>> si giustificò tentando di tagliar corto, <<Mi piacerebbe crederti, ma in questo momento ho ben altro a cui pensare>> commentò Reilhan tra una medicazione e l’altra. Poiché Xera era ancora in balia del veleno, il curatore non poté far ricorso ai suoi poteri temendo di peggiorare le già precarie condizioni fisiche dell'amica. Persino le stesse erbe curative rimastegli si dimostrarono insufficienti. Reilhan accarezzò il capo della guerriera e per la prima volta riprovò l’orribile sensazione che per anni l’aveva accompagnato, <<Perdonami, non posso fare di più>> si scusò. Xera gli sorrise dolcemente e infine perse i sensi. <<Rei, che cosa facciamo?>> biascicò Elesya con il volto rigato dalle lacrime, <<Non voglio perdere la mia migliore amica, ti supplico fa qualcosa>> gemette scuotendo il corpo della guerriera nella speranza di risvegliarla, ma fu tutto inutile. <<Se sconfiggessimo Lodo, potremmo utilizzare il suo sangue per guarirla>> spiegò Dereth interrompendo Elesya. 

Entrambi i ragazzi presero a fissarlo in cerca di risposte <<Non capisco di cosa tu stia parlando>> ribatté Reilhan, <<Non mi stupisce!>> ironizzò lo spadaccino irritando il Novizio, che guidato dalla rabbia lo afferrò per il bavero della camicia. <<Ascoltami bene, non lo ripeterò ancora. Tu non mi piaci e di te non mi fido. Sono qui soltanto perché desidero che le mie amiche abbandonino al più presto quest’isola, illese e soprattutto vive, ma se questo non dovesse accadere a causa tua o delle tue continue omissioni, mi accerterò personalmente che tu condivida il loro stesso destino. Spero di essere stato abbastanza chiaro. Ora spiegami che cosa accidenti sai del sangue di Lodo, se non vuoi che ti metta in pari in quanto a ferite e contusioni>>. Reilhan strattonò lo spadaccino per poi separarsi da lui e tornare al capezzale della guerriera. <<Poco prima di affrontare le paludi, io ho raccolto diverse informazioni circa la vera natura di Lodo. Non tutte erano precise ma quella che mi è sembrata più veritiera riguardava il suo sangue>> affermò Dereth, <<Ossia?>> lo interruppe Elesya. La leva si schiarì la gola << Si dice che il sangue di Lodo sia l’antidoto a tutti i veleni dell’isola, per questo motivo usa la barriera nebbiosa per proteggere la sua dimora>>. Reilhan si alzò di scatto <<Non perdiamo altro tempo allora, Xera ha le ore contate>> asserì estraendo il Maglio. <<Facile a dirsi, siete quasi morti affrontando una parte dei suoi poteri, quante speranze pensate di avere con il sovrano in persona?>>, ma Elesya scosse il capo <<Forse nessuna, tuttavia se però non tentiamo, non lo sapremo mai. Inoltre i tuoi amici ti stanno aspettando, sarà meglio muoversi>>. Reilhan accese un fuoco d’emergenza con le poche risorse a disposizione, mentre Elesya evocò la gabbia di lame con cui circondò Xera, <<Qui sarà al sicuro, in queste condizioni sarebbe soltanto d’intralcio>> mormorò il curatore con il volto contrito. I tre ragazzi allora s’incamminarono in direzione del ristretto viale materializzatosi con la scomparsa della nebbia che, secondo le indicazioni della mappa, li avrebbe finalmente condotti alla dimora di Lodo.

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