martedì 20 gennaio 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 122)

Reilhan si sedette sullo sgabello alla sua destra, sentir nominare quella creatura lo fece rabbrividire. <<Come ben sai, non si può ambire alla prova finale se non si solcano le sue terre … è una tappa obbligatoria che tutti alla fine dovremo affrontare>> spiegò Dereth fissando i due ragazzi. Xera si sentì confusa, non comprendeva infatti, perché Reilhan ne fosse tanto intimorito. Da quando erano approdati sull’isola nessuna missione si era rivelata semplice per cui, dal suo punto di vista, neanche questa avrebbe fatto eccezione: perché averne paura allora? <<Dopo Goreha dubito che qualcun altro potrà impensierirmi>> mormorò la guerriera sovrappensiero. <<Goreha? Il lombrico con la fissa per le rose?>> li derise Dereth, <<Era un serpente dal quale, se ben ricordo, hai preferito scappare>> lo provocò. <<Perché avrei dovuto perdere tempo con una simile nullità? Avevo altri progetti>> si giustificò guardandola negli occhi. Xera mantenne il contatto visivo fin tanto che il ragazzo non si accomodò di nuovo. <<Prima di rifiutare ascoltate ciò che ho da dire, dopo di che deciderete!>> asserì incrociando le dita quasi fosse una sorta di preghiera. <<Pensi sul serio che ti permetterò di parlare dopo quanto hai fatto a Elesya, tu devi essere completamente pazzo>> Xera perse la pazienza. 

<<Ci hai attaccato con i tuoi insulsi leccapiedi, hai ferito i miei amici e ora ti presenti qui, come nulla fosse, proponendoci un “affare”>>, <<Esattamente!>> rispose, <<Vai al diavolo!>> insistette Xera fuori di sé. Reilhan non intervenne e questo fece innervosire la guerriera ancora di più. <<Te ne starai imbambolato a lungo?>> lo redarguì attirando la sua attenzione. <<No davvero. Mi chiedo invece come mai ti serva il nostro aiuto quando hai dei compagni su cui fare affidamento … che a quanto pare ti hanno abbandonato>> tenne a sottolineare il Novizio. Dereth lo fissò dritto negli occhi raggelandolo con il suo sguardo di ghiaccio, ma subito chinò il capo concentrandosi sul movimento delle sue dita. <<è per loro che sono qui>> confessò, <<Sono stati presi!>>, <<Da chi?>> domandò Xera, <<Da Lodo, come punizione per averlo sfidato!>>. La fanciulla sgranò gli occhi, <<Allora Murdar potrebbe …>>, provò a suggerire ma Dereth la interruppe bruscamente, <<Sei una povera sciocca! Murdar combatterà mai contro un suo sottoposto. Non lo avevi ancora capito?>> la incalzò. Fu Reilhan a intervenire questa volta <<Sei tu lo sciocco se pensi una cosa del genere; il saggio non abbandonerebbe mai delle leve in pericolo!>>. Dereth scattò in piedi <<Dici sul serio? Eppure sei quasi morto per mano di Goreha>> lo additò, poi voltandosi verso Xera aggiunse, << Tu invece sei stata incarcerata e infine la tua amica … beh, la tua amica è assopita come un vegetale inerme>> rimarcò. 

<<Non comprendo il senso delle tue parole, perché dovremmo accusare il saggio per l'accaduto?>> domandò il Novizio confuso <<Perché? È semplice, quell’uomo non è intervenuto una sola volta per evitare anche la pena più piccola alle sue carissime leve. Andiamo ragazzi svegliatevi. Murdar è il sovrano di Horsia e in quanto tale avrebbe potuto bandire queste creature. Perché invece, pur sapendo quando fossero pericolose, non ha mosso un dito?>> si sfogò mostrando del profondo risentimento nei confronti del saggio. <<Che genere di sovrano sarebbe stato, se avesse scacciato qualcuno dalla propria dimora?>> Reilhan provò a farlo ragionare, <<inoltre questa è pur sempre una competizione>>. Dereth alzò gli occhi al cielo <<Vedo che il vecchio ti ha indottrinato per bene!>> sentenziò, <<Rimangiatelo!>> si scaldò Reilhan alzandosi a sua volta, <<Non ci penso proprio. Sei accecato dall’aura che emana quell’uomo a tal punto da ignorare la realtà. Chi pensi abbia istituito la famosa competizione che costringe dei "bambini" ad affrontare prove molto più grandi di loro e che nella maggior parte dei casi li conduce a morte certa? Se tenesse sul serio alle sue leve, quest’isola sarebbe un campo d’addestramento pari a tutti gli altri e non un luogo da cui non fare più ritorno. Senza contare …>>. 

Dereth indugiò ma Xera non gli permise di esitare a lungo <<Continua!>> disse, <<Non dargli ascolto, vuole solo coinvolgerti nella sua guerra personale>> la redarguì Reilhan, seppur invano. <<Senza contare che sebbene questa competizione sia tanto osannata, chiunque può ambire al risultato finale pur non approdando su Horsia!>>, <<Non capisco!>> asserì Xera e Dereth sorrise, <<Tu vuoi diventare una guerriera, giusto?>>, << Con tutta me stessa>>, <<Bene, allora sappi che se ti fossi recata presso l’Accademia di Nortor, adesso saresti nel mezzo del tuo addestramento>>. Xera lo fissò confusa <<Soltanto ai vincitori è concesso un onore simile, non sai quello che dici>> lo ammonì ma con scarsa convinzione. <<Ti sbagli, dopo il meteorite è tutto cambiato. Chiunque desideri combattere è ben accetto, soprattutto se offri la tua vita per la difesa della famiglia reale. Lo stesso vale per Sihlya, curatori e maghi giungono da ogni parte di Raifaelia e nessuno è rifiutato>>. Reilhan voltò le spalle al ragazzo, <<Non dire assurdità! Non avrebbe senso rimanere su Horsia altrimenti!>> affermò. <<Perché credi sia arrivato il Concilio? Per non parlare degli Hem che giorno dopo giorno non fanno che sottrarre leve alla competizione>>. Xera cercò Reilhan con lo sguardo, le parole di Dereth non la lasciarono indifferente, per quanto non ci volesse credere. 

Il curatore tuttavia non sembrò convincersene, data la profonda stima nei confronti del saggio. <<Perché restare qui se, come dici tu, questa competizione è inutile?>> lo smentì il novizio, <<Andiamo amico, la risposta la conosci già>> Dereth incrociò le braccia e sbuffò, <<D’accordo lo dirò io per entrambi. Siamo "carne da macello" per le amate creature di quest’isola; tenerle buone vorrebbe dire lasciarle lontane dalla battaglia che sta infuriando a Nord di Nortor, Horsia in fondo è pur sempre la loro “prigione”, sebbene  non ne siano del tutto consapevoli>>. Sia Reilhan sia Xera si ammutolirono e nel profondo del cuore iniziarono a dubitare delle loro certezze, infrante ormai dai discorsi di Dereth. Il curatore si portò una mano alla testa che man mano si fece più pesante. <<Dentro di me sentivo che c’era qualcosa di strano!>> confessò lasciando Xera esterrefatta, <<Rei …> mormorò. <<Murdar però mi ha sempre incoraggiato, per me è stato come un secondo padre. Non m’importa nulla se Horsia sia una prigione o la dimora di creature eccentriche, né tanto meno che il significato recondito della competizione sia stato falsato dalla nuova politica delle accademie. Io so invece che porterò a termine quanto ho incominciato anni fa e che la Dea mi fulmini se non manterrò i miei propositi>>. 

Xera sorrise compiaciuta, mentre Dereth batté forte le mani <<Sei e sarai sempre un inetto>> disse, << Beh, almeno sono in ottima compagnia>> affermò fissando caldamente l’amica negli occhi. La guerriera incrociò le braccia e si fece subito pensierosa, << Non dico di aiutarlo, tuttavia penso che se affrontare Lodo è una tappa fondamentale per giungere all'ultima prova, tanto vale farlo ora>> sentenziò la ragazza lasciando Reilhan di stucco. <<Prima o poi avremmo dovuto farci i conti, per cui è meglio non indugiare oltre, senza contare il fatto che per quanto quei due siano delle leve irritanti e discutibili, non me la sentirei di abbandonarle al loro destino>>. <<Sono contento che almeno uno di voi abbia del buon senso>> commentò Dereth afferrando una mappa dalla bisaccia. <<Non così in fretta “amico”>> lo incalzò il Novizio, <<Potrai esporci il tuo piano solo quando Elesya si sarà svegliata … starà a lei, infatti, decidere se darti ascolto oppure no>> annunciò serio e sebbene il ragazzo si sentisse ribollire dalla rabbia, mantenne la calma e accettò le condizioni del curatore.

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