venerdì 16 gennaio 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag. 121)

Cap. 12 Lodo, il signore delle paludi

Il primo sole fece capolino dalla sottile linea che divideva il cielo e il mare, illuminando con la sua luce Kodur che lentamente incominciò a svegliarsi. Gli alberi e le strade si tinsero di sfumature dorate e man mano che il sole si stagliava nel cielo, andarono schiarendosi. La magia si ripeté con il secondo sole che seguì il primo dopo alcune ore, benché diversi abitanti del villaggio avessero già iniziato la loro giornata. L’aria era particolarmente calda per quel periodo dell’anno, a tal punto da permettere alla guerriera di sostare sulla terrazza con piacere. Erano trascorsi quattordici giorni dal triste combattimento e da allora Elesya non aveva fatto altro che dormire. Con l’aiuto del gruppo di Mihrrina erano riusciti a trasportarla fino alla locanda di Aldaria, dove la gentile donna offrì loro riparo senza chiedere nulla in cambio. La Hem e i due amici decisero di incontrare Murdar per primi, sia per esporre la loro versione sia per discutere con lui circa la prova finale. In quell’occasione ebbero modo di ricongiungersi con Shùly e Keldas che, in pena per il proprio Novizio scomparso, erano accorsi dal saggio. Anche Xera e Reilhan furono interrogati a lungo da Murdar, il quale non mise mai in dubbio le loro parole. Da quel giorno però non avevano fatto altro che attendere il risveglio di Elesya la quale, per ragioni sconosciute, non sembrava rispondere al potere curativo del Novizio. 

Una brezza frizzantina mosse i capelli scarlatti della fanciulla, che con la mente altrove, se ne stava immobile ammirando il panorama. Ne fu talmente rapita da non accorgersi della presenza di Reilhan fino a che non le fu accanto. <<Buongiorno!>> la salutò stiracchiandosi, <<Buongiorno Rei>> rispose accennando un sorriso. <<Sono sicuro che si possa fare di meglio!>> la punzecchiò sebbene il morale di entrambi fosse il medesimo. <<Novità?>> domandò la ragazza sperando in buone nuove, <<Tutto come al solito, dorme profondamente>> disse appoggiando i gomiti alla fresca ringhiera di ferro battuto. <<Hai provato a interrogare …?>> azzardò con cautela il ragazzo, <<Quell'essere non si degna di rispondermi, inoltre è fuorviante cercare di comunicare con un bastone>>, s’indispettì Xera. <<Lo sai che non è una comune arma; quando Elesya si è assopita, ci ha assicurato che si sarebbe risvegliata>> asserì il curatore, citando le esatte parole dell’artefatto, <<Lo ha detto quattordici giorni fa e da allora non si è più preso la briga di divulgarci altre informazioni>> insistette esasperata dalla lunga attesa. <<Si sveglierà nel momento in cui sarà guarita, bisogna solo avere pazienza … dopotutto non è la prima volta che affrontiamo una situazione simile>> aggiunse Reilhan sorridendo sotto i baffi. Xera alzò gli occhi al cielo, sapeva, infatti, che in un duello verbale l’amico aveva sempre l'ultima parola. 

<<Che cosa facciamo adesso?>> gli chiese fissandolo distrattamente. <<Dunque …>> Reilhan iniziò a stropicciarsi il pizzetto e la guerriera abbozzò un risolino, <<Perché mi deridi?>> ironizzò il Novizio, <<Ripensavo alla prima volta che ci siamo incontrati>> confessò Xera, <<Jarak>> aggiunse incrementando il fragore della risata. << Noto con piacere che prenderti gioco di me ti diverte!>> esclamò fingendosi contrariato e lasciando spiazzata la ragazza, che subito gli si accostò preoccupata, <<Da quando sei diventato tanto permaloso?>> lo redarguì muovendo il capo da un lato all'altro della schiena, con la speranza di scorgerne il volto divertito. <<Senti chi parla … “Testa calda”>> le rispose a tono, voltandosi per ammirare l’espressione indignata dell’amica. <<Questo sciocco nomignolo che mi hai affibbiato sin dal primo giorno … non lo sopporto>> confessò offesa e incrociate le braccia, fu lei a dargli le spalle questa volta, <<E poi sono io il permaloso! Dai su, lo sai che stavo solo scherzando!>> si giustificò e sfioratole il braccio con la mano, la invitò a girarsi, per scoprire suo malgrado che la ragazza si era presa gioco di lui. <<Ma … non ti facevo tanto astuta>> l’ammirò guardandola negli occhi. Si scoprì così a fissarla a lungo con piacere, contemplandone la bellezza che in quei lunghi mesi era sbocciata. Della lunga chioma non restava che un caschetto sbarazzino, tuttavia era un’acconciatura che le donava poiché ne esaltava il viso sinuoso e roseo. 

Continuò a guardarla con intensità fino a che la ragazza non lo riprese. <<Smettila!>> bofonchiò arrossendo. << Di fare cosa?>> la provocò, adorava vederla rifuggire dagli sguardi insistenti. <<Lo sai! Mi fissi in quel modo … è imbarazzante!>> lo ammonì contemplando il panorama. <<Non farmene una colpa, sei così bella da lasciarmi senza fiato. Perciò non posso fare altro che guardarti in silenzio>> le confessò e Xera si sentì avvampare. <<Che cavolo vai farneticando? Stamane i tuoi scherzi sono del tutto fuori luogo>> lo rimproverò arrabbiata ma allo stesso tempo lusingata. <<Chi ti dice che io stia scherzando?>> la punzecchiò e la guerriera non poté che voltarsi di scatto, osservandolo a bocca aperta. Fu allora che Reilhan iniziò a ridere di gusto. <<Il mio onore è stato vendicato, ora mi andrebbe proprio una fetta di torta alle more per festeggiare la vittoria>> disse stiracchiandosi di nuovo e dirigendosi verso la porta di legno consunto che conduceva alle scale. Xera al contrario non mosse un passo, non sapeva, infatti, se essere contrariata per il tiro mancino subito o esserne sollevata. <<Che fai ancora lì Testa calda? Forza, datti una mossa o non resterà nulla della torta>> la esortò tendendole la mano in segno di resa. La guerriera strinse gli occhi a fessura, mostrando così il suo disappunto, ma al contempo non si fece ripetere l’invito due volte. 

Lo raggiunse con due falcate ma non ebbe modo di cantargliene di santa ragione, poiché il Novizio la prese per mano trascinandola verso le cucine. <<Rei non c’è bisogno di affrettarsi in questo modo, Aldaria ha una dispensa ben fornita>> gli ricordò sperando di ridurre, seppur di poco, la velocità dei suoi passi e quindi il rischio di cadere rovinosamente per le scale. <<Dai pigrona, correre un po’ non potrà farti che bene>> la provocò, <<Ma se poco fa hai detto che sono bellissima>> lo incalzò e il Novizio, preso contromano, si distrasse a tal punto da scivolare sull'ultimo gradino, cadendo di spalle sul pavimento del primo piano. Non contento inoltre, trascinò con sé la fanciulla, che ben presto si ritrovò suo malgrado sopra di lui e tra le sue braccia. <<Ti darei un pugno in pieno volto, in questo momento>> lo avvertì imbarazzata e arrabbiata allo stesso tempo, <<La frase che ogni uomo vorrebbe sentirsi dire dalla donna che stringe a sé>> ironizzò senza tuttavia scomporsi. Di nuovo in piedi, la guerriera tese la mano al compagno che, approfittando del gesto premuroso, si ricompose prima di farsi notare dagli altri commensali. <<Ti sei fatto male?>> domandò la fanciulla incuriosita, <<Si proprio qui>> disse lui indicando il petto e Xera arrossì non volendo, <<Non pensavo fossi tanto pesante, dovresti correre più spesso>> aggiunse scappando a gambe levate dalla ragazza, che non a caso prese a inseguirlo stringendo l’elsa di Rhinvel. 

<<Attenta, non vorrai arrostire qualcuno?>> la redarguì senza oscurare il sorriso compiaciuto che la fece infuriare ancora di più. <<Non temere ho una mira perfetta>> rispose a tono la guerriera. <<Non direi, per poco non incenerivi una foresta>> le ricordò aumentando il passo. Finalmente davanti alle cucine, Reilhan provò a entrare, ma qualcuno attirò la sua attenzione e così quella di Xera. <<Quanta energia di primo mattino!>> esclamò un ragazzo dall'aspetto familiare. Aveva lunghi capelli corvini e un cipiglio inconfondibile. <<Eppure dalle voci che ho udito, dovreste piuttosto sperare che nessuno vi noti>> affermò alzandosi in piedi dopo aver finito di consumare il suo pasto. Xera corrugò la fronte tentando di ricordarne il nome, <<Non affannare la tua testolina!>> le rispose quasi leggendone i pensieri. <<Non ci siamo presentati in maniera ufficiale. Il mio nome è Dereth Lusio comunque, sebbene creda che la chiave di volta per ricordare sia il mio Fioretto, piuttosto che un nome>> la provocò. Xera sgranò gli occhi e istintivamente si mosse verso di lui. Reilhan tuttavia alzò il braccio e le sbarrò la strada. <<Che cosa vuoi?>> gli intimò con voce greve. <<Da te? Nulla. Da lei invece vorrei un favore!>> lo spiazzò. <<Un favore? Stai scherzando vero?>> lo incalzò il Novizio anticipando di poco la reazione della ragazza. <<Non scherzo mai quando propongo un affare!>> confessò <<O forse non è semplicemente nella mia natura scherzare!>> aggiunse chinando il capo di lato dopo aver poggiato la mano sul fianco. I suoi profondi occhi grigi fissavano Xera senza pudore e presto Reilhan divenne irrequieto. <<Ammetto di aver avuto difficoltà nel riconoscerti priva di quel fiocco tanto ridicolo>> asserì avvicinandosi alla fanciulla che il Novizio nascondeva dietro il suo corpo. 

<<Non avanzare ancora>> lo minacciò. <<Tranquillo amico, non ho intenzione di combattere!>> lo rassicurò alzandole braccia in segno di resa. << Io non sono tuo amico!>> precisò Reilhan arretrando di qualche passo, giusto il necessario per ristabilire una certa distanza tra i due. <<Come ho già detto, voglio solo proporvi un affare; a fine lavoro ognuno riprenderà la propria strada e voi potrete ricominciare a tubare come due piccioncini>> lo punzecchiò facendogli intendere di aver assistito alla scena. Xera arrossì per l’imbarazzo e quel sentimento non fece che incrementare il suo astio nei confronti di Dereth. Non avrebbe mai dimenticato, infatti, la pena provata mesi prima dopo che il ragazzo aveva pugnalato al cuore Elesya. <<Non farei mai affari con uno del tuo calibro! Adesso vattene prima che te ne faccia pentire>> sentenziò la guerriera. Dereth scrollò le spalle e scuotendo il capo, riprese la bisaccia dal dorso della sedia. <<È un vero peccato>> mormorò fingendo di non essere ascoltato, <<Questo incarico sarebbe stato un lasciapassare per la prova finale>> aggiunse voltando loro le spalle, <<Che cosa intendi dire?>> domandò Xera, incuriosita suo malgrado. <<Lascia stare>> la ammonì il Novizio <<Non abbiamo bisogno di lui>>, <<Davvero? Sorprendente, non avevo mai conosciuto qualcuno con la tua sicurezza>> ironizzò Dereth, <<Confido nelle mie compagne e “insieme” affronteremo l’ultima prova senza aiuti esterni>> decretò certo della sua affermazione. <<Anche se questo vorrebbe dire affrontare Lodo da soli?>> sentenziò il ragazzo. Reilhan sbarrò gli occhi dallo stupore. Un brivido freddo gli percorse la schiena, la fame di colpo svanì e al suo posto una forte nausea prese il sopravvento.

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