martedì 11 febbraio 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 42-43)

Qualche tempo prima …

<<Ancora l’ennesimo carico di mocciosi, mio fidato Primo Ufficiale; spero solo che nessuno di loro bagni le mie brandine stanotte, ah ah ah !>>, <<Capitano dobbiamo salpare tra quindici minuti, date inizio alla prova o rischieremo di  tardare>>.
Il capitano Flor amava il mare, non a caso ci aveva trascorso la sua intera esistenza; qualcuno addirittura sosteneva che fosse l’unico uomo a essere rimasto sulla terra ferma, per non più di un giorno. Nonostante questo però, ogni volta che gli era affidato il compito di prelevare le Giovani Leve, il suo umore cambiava. <<Sono solo dei bambini!>> disse guardando la piccola folla che attendeva speranzosa ai piedi della sua imponente nave.

<<Non vedo l’ora di partire!>> affermò un ragazzino bruno e alto, <<Io spero solo che la mia stanza sia luminosa e spaziosa, odio dividere le mie cose con gli altri>> disse un’altra.
<<Che branco di sciocchi>>  mormorò una fanciulla minuta, guardando il resto dei compagni con aria sprezzante. <<Pensi di essere migliore di loro?>> rispose un ragazzo dai capelli rossi che le sedeva accanto. << Su questo non ho alcun dubbio>> affermò lei. La giovane leva, osservò la ragazza con molta attenzione: aveva una corporatura minuta e snella, cosa che probabilmente le garantiva notevole agilità. I suoi lineamenti però, erano ancora molto infantili, marcati ancor di più dal taglio corto dei suoi capelli castani. Infatti, con altre vesti, la si sarebbe potuta scambiare per un bambino. Nonostante l’espressione di disapprovazione che aveva sul volto, il ragazzo non poté non notarne la bellezza del viso e in particolare dei suoi occhi scuri, che secondo il suo umore, avrebbero potuto incantarti quanto terrorizzarti.

<<Benvenuti, piccoli mocciosi!>> urlò l’uomo di mare, dal ponte della sua nave.
Il Primo Ufficiale tossì e il Capitano Flor si corresse, <<Ah ah ah! Benvenute Giovani Leve, io sono il Capitano Flor. Non amo fare lunghi discorsi, soprattutto considerando che ognuno di voi è stato preparato dal proprio custode, sui rischi e pericoli cui sta andando in contro. La vita è vostra e fateci ciò che più vi aggrada>>. Tutti i ragazzi cominciarono a guardarsi perplessi e ancora una volta il Primo Ufficiale tossì. << Quel che forse non sapete, invece, è che la metà di voi sta per tornarsene a casa e vi assicuro che i veri fortunati saranno proprio loro>>. Un’altro colpo di tosse si udì alle spalle di Flor. <<Bisogna proprio che tu ti faccia controllare, amico mio. Non vorrei che ti stessi ammalando ah ah ah! >> disse ridendo il Capitano. 

<<Dovete formare dei gruppi rispettando tre condizioni fondamentali, se anche solo una di queste mancherà, sarete lasciati a terra>> spiegò, incrociando le braccia. <<La prima è che il gruppo sarà costituito da sole tre Leve; la seconda, forse la più importante, è che in ogni gruppo dovrà esserci un Novizio; la terza infine, è che avete a disposizione solo quindici minuti per registrarvi dal Primo Ufficiale; odio perdere del tempo prezioso per colpa di ragazzini piagnucolosi>>. Per un instante calò il silenzio, poi però, il Capitano decretò l’inizio della prima prova e lo stupore si tramutò in paura. Tutte le Giovani Leve furono prese dal panico, ad eccezione di due. 

La ragazza minuta restò in disparte osservando la scena e così anche il ragazzo dai capelli rossi. <<Confermo quanto detto prima, sono un branco di sciocchi>> disse lei. <<Sei molto sicura di te! Hai forse individuato un Novizio?>> domandò il ragazzo incuriosito, <<Credo di sì, ma perché dovrei dirlo a te, sei un mio avversario dopotutto>> rispose infastidita, poi senza aggiungere altro, sparì tra la folla. La Giovane Leva iniziò a osservare i volti dei suoi compagni notando che, nonostante tutti sembrassero spaventati e intimoriti, alcuni di loro si limitavano a starsene immobili, senza dire una parola. <<Trovato!>> pensò, così dirigendosi verso quello a lui più vicino, disse <<Sei un Novizio vero? Posso far parte del tuo gruppo?>>. Il ragazzo voltandosi, gli rispose <<Sei stato abile, ma purtroppo ho promesso i miei servigi a qualcun altro>> e gentilmente si congedò. 


La Giovane leva così, tornò a osservare la folla e ancora una volta, riuscì a individuare un altro Novizio che tuttavia, era stato già scovato da alti due suoi compagni. Dopo ben tre tentativi andati male, il ragazzo iniziò a perdere le speranze e temendo di essere lasciato indietro, cominciò ad agitarsi. Nonostante la tensione però, riuscì a raggiungere altri due Novizi ma la risposta fu la stessa già udita. La speranza di prendere il largo a bordo della nave, andò man mano scemando così come il tempo a disposizione. Quando ormai mancavano solo alcuni minuti, si accorse che la ragazza minuta, stava discutendo con uno dei Novizi da cui era stato rifiutato poco prima. 

<<è assurdo! Preferisci far gruppo con quei due Gaal, invece di scegliere me!>> urlò irritata. <<Sono le regole, chi primo arriva, firma! Non sono io a scegliere il mio gruppo>> rispose il Novizio, tentando di calmarla, <<Allora le regole sono sbagliate, chi le ha scritte un altro Gaal>> poi furiosa, gli voltò le spalle, allontanandosi dal resto dei compagni. La Giovane Leva raggiunse la ragazza minuta e senza dire una parola, le sedette accanto. <<Che cosa credi che sia questo, il posto degli esclusi? Se ti sei arreso, torna tra le fila dei perdenti>> gli disse senza peli sulla lingua. <<Allora qual è il tuo piano? T’intrufolerai sulla nave di nascosto?>> domandò il ragazzo incuriosito. <<Se fossi costretta, potrei anche farlo, il Capitano non mi sembra così sveglio>> rispose lei.

<<Posso farti una domanda?>> disse il ragazzo, <<Spara! Purché tu non mi faccia perdere del tempo prezioso >>, <<Che cosa sono i Gaal>>. La ragazza minuta si voltò stupita, <<Come fai a non conoscere i Gaal! Persino i bambini li conoscono!>>. <<Bé dalle mie parti non ne ho mai visti, forse i bambini della tua terra, sono i soli a sapere della loro esistenza>>. Dopo averci riflettuto un po’, la ragazza gli disse <<I Gaal sono simili ai cavalli ma al contrario di questi, sono bestie stupide, l’unica cosa che sono in grado di fare è obbedire ai loro padroni. Di solito apprendono un solo comando nella loro vita e lo eseguono fino alla fine. Odio ripetermi ma sono davvero sciocchi!>> spiegò. <<Poveri animali, se solo potessero sentire le tue parole; è così che la loro grande devozione è vista dall’uomo? Spero solo che queste tue considerazioni, tu le abbia tenute per te, ho sentito dire che sono creature molto permalose>>Qualcuno alle loro spalle si unì alla conversazione. 

Il ragazzo dai capelli rossi si voltò, trovandosi dinanzi la fanciulla più bella che avesse mai visto. Aveva dei lineamenti gentili e delicati, quasi fosse una di quelle principesse di cui si narrava nei racconti. I suoi capelli erano dello stesso colore dell’oro e leggeri le ricadevano sulle spalle, fermati da un piccolo monile a forma di fiore sulla sinistra del capo. I suoi occhi invece erano celesti come il cielo più limpido. La fanciulla indossava la stessa uniforme che lui teneva nella bisaccia e questo gli fece intuire che probabilmente doveva essere un Novizio. <<E tu chi sei, il difensore degli sciocchi?>> domandò sprezzante, la ragazza minuta. <<Bé questo forse, è il titolo più bello che abbia mai ricevuto e ti ringrazio>> rispose la fanciulla sorridendo <<Generalmente mi chiamano Hila, se volete, potreste farlo anche voi>>. 

Il ragazzo dai capelli rossi allora, facendosi avanti, si presentò <<Il mio nome è Reilhan Alder, mia signora!>>. Colpita dalla formalità della presentazione, la fanciulla si avvicinò al ragazzo e prendendogli il viso tra le esili mani, gli disse, <<Come sei gentile, però chiamami solo Hila, tra amici è così che si fa>> poi inaspettatamente, gli donò un bacio sulla fronte che imbarazzò il ragazzo al tal punto, da farlo arrossire. <<E tu come ti chiami, piccola?>> domandò Hila, osservando la ragazza minuta. <<Io sono Mihrrina Thyll, ma ti prego risparmiami i tuoi baci e riservali a lui soltanto: le sue guance rosee dimostrano quanto li gradisca>> disse ridendo. <<Baciare te, sarebbe come abbracciare un cespuglio di rose: doloroso e folle!>> rispose Reilhan accigliato. I due ragazzi allora, iniziarono a litigare e così Hila fu costretta a prendere il controllo della situazione, dando loro un piccolo buffetto sulla fronte. 

<<Non è il momento di discutere, ci resta solo un minuto per registrare il nostro gruppo dal signor Primo Ufficiale>> spiegò. <<Un momento di quale gruppo stai parlando?>> domandò Mihrrina, <<Ovviamente del nostro!>> rispose Hila, poi alzandosi dalla panca sulla quale era seduta, prese le due Giovani Leve per mano e li condusse al tavolo delle firme. Quando la fanciulla si alzò in piedi, Reilhan notò quanto fosse alta e improvvisamente, accanto a lei, si sentì un bambino. <<Ei tu spilungona, cosa credi di fare!>> protestò Mihrrina cercando di divincolarsi dalla presa della ragazza. <<Credevo volessi salpare! Mi sono forse sbagliata?>> disse la ragazza, confusa. <<No non ti sei sbagliata, ma senza un Novizio c’è proibito>> risposte, continuando a divincolarsi, così Hila incurante delle proteste della Giovane Leva, riprese a dirigersi verso il Primo Ufficiale e poco prima di raggiungerlo disse <<Dopotutto non sei poi così diversa dai Gaal, ma negherò di averlo detto, dovessi trovarmi dinanzi a loro>>. Reilhan iniziò a ridere divertito, seguito dalla stessa Hila che complice gli strizzò l’occhio.

<<Vedo che ancora una volta hai aspettato l’ultimo minuto Hila, è davvero una pessima usanza la tua>> gli disse il Primo Ufficiale, che pensando di aver terminato il suo compito, aveva riposto la lista dei partecipanti. <<  Come si dice dalle mie parti: “Il meglio si lascia sempre per ultimo” e voi sapete quanto io sia esigente sulle Leve da accompagnare>> poi, voltandosi verso i suoi nuovi compagni, spiegò loro dove firmare e insieme salirono a bordo della maestosa Sylvia. <<Piccola Mihrrina, prendi questo prima di salire! I marinai sono molto superstiziosi; assecondiamoli se questo li rende felici, dopotutto ci lasciano viaggiare sulla loro preziosa nave, senza versare una sola moneta>> disse Hila, consegnandole un sacchetto di sale. Al contrario di quel che pensava Reilhan, la nuova compagna obbedì senza fare storie, forse perché ancora stupita per essere riuscita a superare la prova. 

<<Cos’è il gatto ti ha mangiato la lingua?>> domandò il ragazzo per provocarla, ma Mihrrina parve non averlo sentito. I tre compagni occuparono il loro posto al centro della nave, posizione strategica, spiegò loro Hila, per osservare le debolezze dei propri rivali. Nessuno parve spiccare particolarmente, a eccezione di un ragazzo, abbastanza alto per la sua età e molto magro. Era forse l’unico che si stava davvero divertendo durante quel viaggio, tuttavia, le sue attenzioni, erano riservate soltanto alle fanciulle a bordo, non disdegnandone nessuna. Il bizzarro ragazzo, si presentò a tutte le nuove compagne e tra un complimento e l’altro, senza mostrare imbarazzo, invitava queste a uscire con lui. <<Non credo che tu abbia capito dove stiamo andando!>> gli rispose una. <<Sull’isola dell’amore, dove altrimenti!>> asserì il ragazzo sicuro di sé ma contrariamente a quel che sperava, la fanciulla non fu per niente colpita e lo cacciò via.

Non perdendosi d'animo, la Leva si guardò intorno e quando posò gli occhi su Hila, ne fu abbagliato. <<Oh mia Dea! Le vostre umane sembianze potranno ingannare gli occhi degli stolti, ma non i miei. Lo splendore della vostra anima mi ha attirato a voi, come un Hòros bramoso del dorato e dolce nettare, chiamato miele>>. Hila sorrise divertita, <<Che ragazzo simpatico!>> affermò. <<Sono lieto di aver incontrato una Dea tanto magnanima, temevo di esser condannato alla morte, per il solo fatto di aver posato i miei occhi su di voi>>, <<Spero ci sia un limite a tutte queste idiozie>> affermò infastidito Reilhan, <<Hai ripetuto la stessa solfa alla ragazza che siede di fronte a noi, potresti, quantomeno, essere più originale?>> gli disse rincarando la dose. <<Che vuoi che ti dica, mio geloso amico, oggi è il mio giorno fortunato, ho incontrato due Dee e sono ancora vivo per raccontarlo>> disse gongolando. 

<<Forse anche più di due, giacché anche la fanciulla dai capelli corvini laggiù, è stata allietata dagli stessi complimenti>> disse sarcastica Mihrrina, intromettendosi nella conversazione. <<Che mi prenda un colpo, perdonate la mia villania, gentil donzella!>> disse il ragazzo, inginocchiandosi al cospetto della minuta Leva. <<Come ho potuto non notare, che su questa fortunata nave, ci fosse anche la bella principessa delle Elhvy>>. Mihrrina era visibilmente confusa, <<Che bel complimento ti ha fatto!>> le spiegò Hila, <<Ti ha paragonato alla principessa di una delle creature più incantevoli delle terre di Sihlya>>. Mihrrina arrossì, non era abituata alle attenzioni dei ragazzi con i quali, di solito, preferiva menar le mani. <<Si Mihrrina, è proprio bello: queste creature sono piccole, dispettose e amano raggirare i viandanti. Proprio a causa del loro bell'aspetto, ti traggono in inganno; non potevano farti un complimento migliore>>

La ragazza cambiò subito espressione, mostrando rabbia e disappunto. <<Lasciatelo dire mie signore, la sua è invidia>> disse la giovane leva, poi sfiorando le mani delle fanciulle, si presentò seguendo l’etichetta riservata ai nobili. <<Il mio Nome è Norwen Nhul, umile Arciere delle Contea di Candhelia. Al vostro servizio>>. Il nuovo amico restò in loro compagnia per tutta la durata del viaggio, riempiendo le ragazze di complimenti e irritando Reilhan che al contrario delle sue compagne, preferì stargli alla larga. Poco prima di arrivare, Hila invitò i suoi protetti a indossare la loro uniforme, requisito fondamentale per accedere sull’isola. Secondo l’ennesimo rituale della nave, le nuove leve abbandonarono le vecchie vesti, gettandole nel mare come buon auspicio anche se c’era sempre qualcuno che si rifiutava e generalmente erano delle ragazze. 

In poche ore, si ritrovarono sull’isola che al contrario di quanto detto da Norwen, non si mostrò per nulla un luogo piacevole, soprattutto le prime due settimane, forse le più dure che Reilhan avesse mai vissuto. Qualsiasi cosa era un pericolo, persino le creature a prima vista, più innocue. Le cose iniziarono ad andare meglio dopo il loro incontro con il vecchio Murdar, potendo da quel momento in poi, contare sul fidato Maglio. Generalmente Hila lasciava che fossero le sue leve ad affrontare gli scontri, tuttavia, quando le cose si facevano pericolose, bastava un suo rapido intervento per ritornare alla normalità. Era un’arciera molto dotata e precisa, con una vasta conoscenza in merito alla caccia che insegnò ai suoi pupilli, rendendoli dei veri maestri. Ciò che Reilhan più apprezzava, era come lei facesse di tutto per evitare lo scontro e se proprio doveva esserci, mostrava pietà e rispetto nei confronti dei suoi avversari. 

Ogni volta che toglieva una vita, sia pur solo per mangiare, Hila era solita seguire un antico rituale, nella lingua dei druidi, per invocare il loro perdono. <<Mia madre mi ha insegnato che essere in grado di porre fine a una vita, non fa di noi degli esseri superiori, anzi al contrario, ci rende deboli e infimi. È importante quindi, invocare il perdono delle creature cui abbiamo strappato un dono così prezioso, solo in questo modo, è possibile redimerci>> gli spiegò la prima volta che eseguì il rito dinanzi a lui.
Con il passar dei mesi, i sentimenti di stima e affetto che nutriva nei confronti delle due ragazze, crebbero: ormai era come vivere in compagnia di due sorelle, che avrebbe protetto a ogni costo. Il duro allenamento cui si erano sottoposti, iniziò a dare finalmente i suoi frutti e in particolare Mihrrina, sviluppò un’agilità e velocità ben superiore a tutte le altre leve. Reilhan invece, nonostante tutto l’impegno che dimostrava, non era ancora riuscito a esercitare i suoi poteri curativi.

 Durante una serata particolarmente dura, Hila lo prese in disparte, avendo notato in lui solo rassegnazione e dispiacere. <<Rei non devi arrenderti! Sono sicura che saresti il miglior Curatore di tutti i tempi, se solo credessi in te stesso>> gli disse, ma il ragazzo anziché esserne lieto, sfogò la sua frustrazione e la sua rabbia, sulle spalle dell’amica. <<Comincio a pensare che ciò in cui credi sia solo un’illusione che ti sei creata, per non ammettere di aver scelto un allievo incapace >> asserì furioso, <<Hai alimentato le mie speranze solo per te stessa, quando invece, avresti potuto dirmi la verità e mettermi dinanzi alla cruda realtà. Non diventerò mai un curatore, accettalo!>> disse fuori di sé. Hila s’intristì e Reilhan preso dal rimorso, afferrò la sua bisaccia, deciso ad abbandonare le due amiche. <<Che cavolo stai combinando, Rei?>> gli rimproverò Mihrrina, avendo assistito alla scena. <<Me ne vado!>> annunciò deciso, <<Sono solo un peso per voi!>>. 

Voltando le spalle alle compagne, nonostante avessero cercato di dissuaderlo, le abbandonò, inoltrandosi nel cuore del bosco alle pendici del vulcano, con la speranza di incontrare qualche avversario, sul quale scaricare la sua rabbia. Hila e Mihrrina decisero di attendere il loro amico per un’ora, passata la quale, avrebbero iniziato a cercarlo.

<<Spero solo che non si sia recato nei pressi della Caverna Ana>>, disse preoccupata la Novizia, <<Che posto è?>>,  domandò Mihrrina, <<La tana delle Labah-Labah, i ragni che popolano le caverne alle pendici  del vulcano. Oltre ad essere grandi quanto macigni, sono velenose e al vostro livello attuale, costituirebbero un grande pericolo. Presto piccola, corri più veloce che puoi, abbiamo un curatore da salvare!>> rispose, lanciandosi tra gli alberi. 

Giunte ai piedi del vulcano, ritrovarono la bisaccia di Reilhan, abbandonata, ma di lui non vi era alcuna traccia. <<Guarda Mihrrina!>> gridò Hila, terrorizzata, poi avvicinandosi velocemente a delle fronde secche, afferrò un brandello di stoffa, impigliato. Dopo averlo annusato, ebbe la conferma che si trattava di un lembo della camicia di Reilhan e tutto le faceva supporre che si fosse inoltrato nella caverna dinanzi a loro. Armate di torce improvvisate, seguirono l’unico percorso possibile, stando ben attente a non inciampare, sulle ossa decomposte di prede sfortunate. <<Spero di non fare la stessa fine!>> disse preoccupata Mihrrina. Camminarono per diversi minuti senza incontrare nessuno, mentre l’aria si fece man mano irrespirabile, a causa dei gas sprigionati dai corpi putrefatti. 

Nonostante tutto però, decisero di proseguire. Giunte in prossimità di un grande atrio, che Hila suppose essere il centro della caverna, da tutti i cunicoli ad esso collegati, si iniziarono a sentire piccoli passi minacciosi. Dal rumore dovevano essere in tanti e messe alle strette, le due ragazze capirono di essere circondate. <<Non avere paura piccola!>> disse Hila, <<Afferra i tuoi coltelli e sii pronta a colpire per uccidere, le Labah-Labah non fanno sconti a nessuno>>. Le prime bestie a raggiungerle, sbucarono dal corridoio alla loro destra e grazie alle precise frecce di Hila, perirono senza nemmeno poterle sfiorare. Il successivo seguito invece, giunse alle loro spalle e Mihrrina, riuscì a disfarsene senza troppe difficoltà. <<Andiamo Hila, pensavo fossero pericolosi, invece sono solo dei ragnetti innocui>> disse spavalda la ragazza ma la Novizia prontamente la ammonì, <<La loro minaccia non risiede nella forza del singolo, bensì nel loro numero>> ma non ebbe il tempo di avvisarla che una miriade di Labah-Labah cominciò a fuoriuscire da tutti i corridoi adiacenti al grande atrio. 

Per ogni ragno ucciso, tre si facevano avanti. Ben presto Hila terminò le frecce a sua disposizione, così armandosi di ossa appuntite, iniziò a trafiggere le bestie nemiche. Dando fondo a tutte le loro forze, riuscirono ad abbattere tutte le Labah-Labah ed esauste si accasciarono al suolo.  La pausa però fu presto interrotta dal rumore di nuovi passi. <<Non credo di potercela fare Hila, perdonami>> disse Mihrrina con le lacrime agli occhi. La Novizia allora, con le poche energie che aveva, si sollevò a fatica, pronta a difendere la sua protetta. <<Mentre le attacco, tu prova a scappare>> le intimò la ragazza, <<Non potrei mai abbandonarti qui, non chiedermi questo>> le rispose la fanciulla affranta, ma Hila insistette e non volle sentir ragioni, <<Dammi uno dei tuoi pugnali, sarà sempre meglio di queste stupide ossa>> le disse sorridendo. 

Una nuova orda di Labah-Labah arrivò ed anche più numerosa della precedente.  Hila combatté con tutte le poche energie che aveva, ma dopo la prima ondata era già allo stremo delle forze. Quando fu sul punto di arrendersi però, qualcuno le arrivò alle spalle e con un colpo ben assestato di martello, sbaragliò due ragni, scaraventandoli sulle parenti della caverna.  <<Rei, sei tu e sei vivo!>> disse felice la Novizia, prima di crollare a terra, stremata. In poco tempo Reilhan si occupò delle Labah-Labah rimaste, portando così le sue compagne in salvo. Non potendo trasportarle insieme, sotto suggerimento di Hila, si occupò di Mihrrina per prima, accompagnandola fino all’ingresso della caverna. <<Aspettami qui, vado a prendere Hila>> si raccomandò il ragazzo. 

Percorse la strada velocemente, ma giunto al luogo in cui si era separato dalla compagna, non la trovò e preoccupato, invocò il suo nome ad alta voce.  Inoltrandosi nuovamente nel cuore dell’antro, continuò a gridare il suo nome, quando improvvisamente sentì il verso di una Labah-Labah sopravvissuta, giungere alle sue spalle. Con difficoltà riuscì a evitare il suo morso e a sconfiggerla, esaurendo però tutta la sua forza, al punto da accasciarsi al suolo esausto. <<Rei …!>>. Una flebile voce, proveniente da un mucchio di detriti accanto a lui, lo chiamava. Ci mise un po’ a riconoscerla e nel momento in cui si rese conto che si trattava della sua amica, il suo cuore si fermò. 

<<Hila!>> urlò. Si avvicinò al corpo della Novizia, riverso tra i resti delle altre vittime delle Labah-Labah, macchiato del suo stesso sangue. <<Non sono stat … Non sono stata abbastanza veloce questa volta>> disse a stento la fanciulla. <<Non ti devi preoccupare di nulla>> le rispose, rassicurandola <<Io ti curerò, p-posso farlo!>>, <<Si tu puoi farlo>> confermò la ragazza sorridendo. Reilhan recitò la preghiera che aveva imparato a memoria, ma non accadde nulla. <<Prova ancora Rei, devi solo credere in te stesso!>> gli disse Hila rassicurandolo. Così si fece coraggio e ricominciò a recitare la preghiera, ma ancora una volta inutilmente. <<Basta così Rei!>> disse serenamente la ragazza, <<è colpa mia se sono stata ferita, dovevo stare più attenta. Ho abbassato la guardia troppo presto>> spiegò la Novizia. 

Reilhan la strinse tra le braccia, sollevandola. <<Resisti ti prego, nella mia bisaccia, ho delle erbe mediche, devi solo resistere>>la supplicò. Raggiunta Mihrrina all’ingresso, le due leve cercarono, in preda al terrore, qualsiasi erba che potesse essere d’aiuto, ma il veleno si era ormai diffuso in tutto il corpo e per la ragazza non ci furono più speranze. <<Lasciatemi guardare i vostri volti>> disse poco prima di morire, <<Sono davvero orgogliosa di voi! Siete gli allievi migliori che potessi desiderare>>, <<Che cosa stai dicendo Hila, non sono nemmeno riuscito a guarirti, dovresti odiarmi piuttosto>> replicò il ragazzo piangendo. Hila sollevò le braccia a fatica e come quando li aveva incontrati, diede loro un piccolo buffetto sulla fronte, poi rivolgendogli il suo dolce sorriso, si spense serena.

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