venerdì 6 giugno 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 69)

I giorni passarono in fretta e per l’instancabile trio, non ci fu un attimo di tregua. Ancora irritato per la sconfitta subita, Reilhan decise di affrontare il suo incarico con maggior rigore, affinché le sue amiche fossero sempre al sicuro. Non avrebbe più concesso, infatti, ai suoi avversari di sopraffarlo in combattimento. Per settimane quindi si concentrò esclusivamente sul portare a termine missioni e addestrare le sue compagne, creando tuttavia un certo malcontento nel gruppo. <<Rei, te ne prego, ho bisogno di riposare! Non ho più memoria dell’ultima volta in cui ho dormito per una notte intera >> disse sconsolata la maga, massaggiandosi i piedi indolenziti. 
<<Non ne abbiamo il tempo!>> lamentò, <<”Siamo troppo indietro rispetto a tutti gli altri”>> recitarono le fanciulle all'unisono

<<Abbiamo capito Rei; non fai altro che ripetere le stesse frasi da giorni, ma ti assicuro, che addormentarsi sul campo di battaglia non ci garantirà la vittoria>> tenne a precisare Xera, anch'essa provata. Il curatore però non volle sentir ragioni, convinto ormai che la causa dei passati fallimenti, fosse da imputarsi al suo carattere fin troppo accondiscendente. <<Avremo tempo per riposare, distanziati i nostri avversari; inoltre poiché le spade di Kowal costano troppo, la nostra unica possibilità di farti avere un’arma, è portare a termine una missione di grado superiore>> spiegò. <<Sappiamo anche questo e ve ne sono grata, ma ripeto che allenarsi senza mai riposare non porterà alcun beneficio>>. Vane tuttavia furono le parole di Xera e dovette presto arrendersi, perché la caparbietà del Novizio era diventata ormai un muro insormontabile. Si trovarono così ad accettare l’ennesima richiesta, che prevedeva un lungo viaggio in direzione Sud. 

Con le monete accumulate, acquistarono cibo e degli abiti di ricambio; rivisti infine i dettagli della missione, si apprestarono a partire. <<Siamo stati fortunati a poterla rivendicare per primi: la ricompensa in monete è davvero alta, per non parlare poi dell’artefatto segreto di cui il vecchio non ci ha voluto rivelare i dettagli>> disse entusiasta il Novizio. <<Già! Non ti è sembrato strano però che raccogliere dei semplici petali, per quanto possano essere pregiati, ci venga così ben pagato?>> replicò Xera perplessa. Anche Elesya si pose la stessa domanda; dopo quanto vissuto dallo sbarco sull'isola, aveva ormai compreso che non ci si doveva fidare di nessuno. <<Ammetto che “cercare fiori” possa sembrare una missione di poco conto, tuttavia credo che se quell’uomo è disposto a ripagarci con cento monete d’oro, chi siamo noi per giudicare? Chissà, forse si tratta di una pianta assai rara che cresce su ripidi pendii>> spiegò cercando di essere il più convincente possibile, sebbene anche lui nutrisse dei dubbi a riguardo. 

<<Ecco perché abbiamo acquistato delle corde, dunque!>> affermò Elesya, <<Nonostante fossero superflue … ah, capisco!>> aggiunse sospirando <<Non ti fidi delle mie capacità>>. Reilhan si fermò; era stato talmente concentrato sull’obiettivo della missione da dimenticare che la sua compagna fosse in grado di evocare delle robuste corde oscure, per cui acquistando delle funi (non volendo) aveva ferito i suoi sentimenti. <<Ben fatto davvero!>> asserì la guerriera sarcastica. Ci vollero diversi chilometri di marcia prima che Elesya si convincesse del contrario, ma fu solo dopo averle concesso un’intera notte di riposo, che la ragazza lo perdonò. <<Ottimo lavoro!>> le bisbigliò Xera nell’orecchio.
Giunti ben oltre il bosco che li separava dal villaggio Kodur, si ritrovarono nuovamente nella vasta distesa erbosa, attraversata da un fiume che già in passato avevano solcato con la vecchia zattera. <<Se Paldur non l’avesse rubata, avremmo impiegato meno tempo per svolgere la missione; purtroppo in queste lande non ci sono tracce di alberi, per cui sarà impossibile costruirne un’altra>> affermò il curatore grattandosi la barbetta. 

<<Strano a dirsi, considerando che abbiamo appena abbandonato un bosco>> precisò Xera sbuffando. <<Vorrà dire che cammineremo più in fretta: non manca molto al tramonto del primo Sole e per allora avremo superato la pianura>> e affrettando il passo, Reilhan si inoltrò tra l'erba fitta.
Di tanto in tanto incontrarono qualche bestia selvatica di piccola taglia che però non manifestò alcuna intenzione ostile. Persino un branco di Congura fece la sua comparsa, spaventando Elesya poiché colta alla sprovvista. <<Non temere Ely, questi animali sono inoffensivi!>> la tranquillizzò il curatore. Per un lungo tratto i tre ragazzi furono accompagnati dall'incessante saltellare di quei bizzarri esseri, il cui ritmo li indusse quasi a correre per tenere il passo. 

Il più alto del branco precedeva il resto dei Congura, guidandoli e indicando loro la strada. Possedevano delle orecchie sottili e corte che al minimo rumore scattavano agitate. Si spostavano inoltre prevalentemente con le due zampe posteriori, essendo queste lunghe e slanciate, il contrario esatto delle superiori che a stento permetteva loro di sfiorarsi il capo. La coda era lunga, robusta e capace addirittura di sostenerne il peso del corpo: in caso di pericolo, infatti, la utilizzavano per sovrastare l'erba alta, intimorendo così i loro nemici. Sulla schiena delle femmine e del capobranco, vi era infine anche una specie di sacca nella quale trasportavano i cuccioli. In più occasioni le due ragazze li distanziarono di pochi passi e osservarne i musetti timidi far capolino dalla schiena della madre, le mise di buon umore a tal punto da permettere loro di dimenticare quanto in realtà fossero stanche. Così in men che non si dica, raggiunsero la fine della pianura tuttavia incapaci di proseguire oltre, avendo corso per precedere il tramonto. 

<<Scusami Rei, sono davvero esausta, possiamo riposarci ora?>> domandò Elesya e ricordando la promessa fatta, il Novizio accettò. Il discreto bosco in cui si accamparono, gli permise di allestire un piccolo campo e di accendere quindi un falò; infine rifocillati, dormirono a turno. La prima a riposare fu Elesya, le cui forze erano giunte talmente agli sgoccioli da crollare addormentata durante il pasto.
Gli altri due invece ne approfittarono per rivedere la mappa, notando così che una nuova zona era comparsa. <<Guarda qua, hai macchiato la mappa!>> disse Xera indicando un punto oscuro della pergamena, <<Ti sbagli, quello non è dello sporco>> replicò Reilhan serio, <<Temo invece che si tratti della nostra prossima destinazione>>.  Il Novizio studiò attentamente le nuove coordinate riportando, di tanto in tanto, alcuni appunti su della vecchia carta. Quando infine confrontò tutte le informazioni, il suo volto impallidì. 

<<Non può essere>> affermò agitato, <<Che cosa è accaduto?>> domandò allora Elesya stropicciandosi gli occhi ma Reilhan si dimostrò restio nel rispondere. <<Reilhan Alder, sputa il rospo>> protestò Xera torva e il curatore non poté tergiversare oltre. <<Guardate!>> rispose indicando loro la macchia nera, <<La mappa non è ancora completa, questa è solo la cruna dell’ago!>>. Reilhan si alzò in piedi e volgendo lo sguardo verso Sud, pensieroso, si grattò il mento. << Avrei dovuto sospettarlo, che i petali incriminati potessero trovarsi in quella foresta nefasta e tossica>> mormorò. <<Sii più chiaro per favore?>> ribatté Xera, <<Uno dei luoghi più “caratteristici” dell’isola, dopo le Paludi Lodo, è la “Foresta di Goreha”. Non ci sono mai stato di persona, tuttavia ne ho sentito parlare da alcuni abitanti di Kodur>>. Le due ragazze si guardarono perplesse. <<Chi sarà questa Goreha?>> s’interrogò Elesya incuriosita, <<Dovresti riformulare la tua domanda e chiediti invece “cosa” è Goreha!>> precisò il Novizio, infine tornato accanto al fuoco aggiunse, <<Bene, adesso è il mio turno!>> chiuse gli occhi e si addormentò. 

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