venerdì 23 maggio 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 65)

L’aria si fece pesante, calda e quasi irrespirabile, forse a causa del bastone di Teka che non appena brandito, emise un flebile fumo oscuro. Subito Reilhan fu investito da una spiacevole sensazione e percepito il pericolo, invitò la sua amica a ritirarsi essendo lei inesperta. Elesya tuttavia irritata dal ragazzo minuto, preferì invece ignorare il compagno e prendere parte al duello. <<Ascolta almeno tu le mie parole, sono il vostro Capo gruppo ed è mio dovere proteggervi>> le disse nuovamente, ma Elesya rifiutò ancora una volta. <<Non resterò nascosta mentre ti batterai anche per me; quella ragazza non c’è più, ricordi?>> gli rispose e il Novizio non obbiettò. Il ragazzo allora, divertito dalla conversazione dei due amici, li schernì facendo loro intendere che se anche la maga si fosse arresa, non sarebbe stata risparmiata. 

<<Reilhan Alder è il mio nome>> affermò il curatore scuro in volto, <<Elesya Muritor è invece il mio>> continuò la maga ed entrambi si prepararono alla lotta. << Io sono Teka Kotor>> rispose il ragazzo poi dopo aver ruotato il bastone, lo piantò nella terra e senza perdere tempo recitò un sortilegio che né Elesya né Reilhan conoscevano.
Il fumo che fino a poco prima si era propagato impercettibilmente, si tinse di un intenso e nauseabondo verde marcio che in pochi secondi circondò i due ragazzi bloccandone gli arti. <<Non posso muovere le gambe e le braccia!>> disse a fatica la maga. Reilhan però non si fece intimorire e con facilità neutralizzò la paralisi utilizzando una semplice preghiera antidoto. Quando anche Elesya fu libera dal maleficio, il curatore si lanciò contro il ragazzo, brandendo il martello. 

Teka tuttavia riuscì ad anticipare tutte le mosse del Novizio e senza perdere il sorriso di scherno che aveva in volto, innalzò il bastone richiamando così il fumo che divenne una vera e propria barriera difensiva. Quando Reilhan la sfiorò con uno dei suoi attacchi, la sua stessa forza riflessa lo ricacciò indietro con violenza ma non ebbe spiacevoli conseguenze poiché l’intervento tempestivo di Elesya impedì al curatore di precipitare al di là della scogliera. << Corde oscure! Che simpatico gioco di prestigio!>> disse Teka irritato, <<Non pensavo che anche tu fossi una maga, ti credevo una semplice dama di compagnia!>> asserì beffardo. Elesya allora incapace di tollerare ulteriori offese, agitò velocemente il bastone per poi infine pronunciare, quasi bisbigliando, delle parole in lingua arcaica. Approfittando quindi dell’eccessiva sicurezza del suo avversario, lo ingabbiò in una prigione di lame affilate. 

<<Questa magia è la stessa di Paldur!>> disse il novizio sorpreso, <<Ti sbagli!>> replicò la maga, <<Le mie lame sono ricoperte di veleno!>> e guardando la giovane leva catturata, aggiunse <<Credo sia il momento di arrendersi per te, piccolo mostriciattolo!>>. Nonostante la prigione impedisse al ragazzo di compiere qualsiasi movimento senza correre il rischio di ferirsi, la leva non sembrò preoccupata, al contrario invece si dimostrò furente a causa del nuovo nomignolo affibbiatogli dalla maga. <<Maledetta svampita, come osi dirmi che sono basso e piccolo: te la farò pagare!>> urlò. Ritrovando la concentrazione, Teka rafforzò la sua magia e senza muovere nemmeno un muscolo, infranse la gabbia come fosse fatta di semplice vetro. 
Ogni singola lama si disperse, poi puntando il bastone contro Elesya, pronunciò un altro maleficio che investì la fanciulla in pieno petto. 

Al contrario del precedente non la paralizzò ma la costrinse al suolo come fosse schiacciata da un enorme masso. Allo stesso tempo la medesima sostanza che circondava l’arma di Teka, iniziò a fuoriuscire dalle narici e dalla bocca della maga, indicando così un avvelenamento in corso. Quando il ragazzo infine tentò di scagliarle il colpo finale, fu avvolto da un’intensa luce bianca che lo scaraventò lontano dalla fanciulla. Reilhan che intanto si era ripreso dal brusco impatto, raggiunse la compagna e imponendole una mano sulla bocca, ne assorbì il veleno trasferendolo nel suo stesso braccio.

Elesya tossì più volte ma presto tornò a respirare regolarmente e con le lacrime agli occhi ringraziò il Novizio. <<Rei … il tuo braccio è diventato verde>> disse tremante, ma il curatore la rassicurò con una carezza e impugnando il martello con l’altra mano, tornò in posizione di difesa. Anche la giovane maga si rialzò seppur a fatica e nonostante fosse stata a un passo dalla morte, volle continuare a battersi. <<Non pensavo che un curatore attaccasse alle spalle>> lamentò il ragazzo massaggiandosi il collo, <<Quando un’amica è in pericolo, la cavalleria può andare a farsi benedire!>> rispose il Novizio senza mezzi termini. Teka ripulì gli abiti impolverati e riprendendo possesso del suo bastone, aggiunse <<Avresti dovuto finirmi quando ero ancora a terra, non avrai una seconda occasione>>, poi di nuovo il fumo lo circondò ma questa volta non assunse la forma di una barriera, al contrario invece divenne ancora più denso e molto lentamente si propagò divorando tutto ciò che toccava. 

Entrambi i ragazzi indietreggiarono in fretta (pur non conoscendone gli effetti) ma con scarsi risultati poiché nonostante continuassero a muoversi, il fumo seguiva tutti i loro passi. << È perfettamente inutile scappare: queste esalazioni tossiche vi daranno la caccia fino in capo al mondo!>> disse schernendoli. Sia Reilhan sia Elesya provarono a fermarlo facendo ricorso ai propri poteri, tuttavia nessun espediente servì ad arrestarne la marcia.
 <<Sbrigati!>> intimò il Capo gruppo a Teka, <<Siamo stanchi di aspettarti!>> aggiunse. Il ragazzo allora, agitò il bastone con più energia e allo stesso modo anche la velocità del fumo aumentò. Evitarlo diventò sempre più difficile e in non poche occasioni i loro calzari vi entrarono in contatto riportando così evidenti bruciature. Quando infine la situazione sembrò precipitare, Reilhan suggerì alla maga di utilizzare le sue corde per bloccare le braccia di Teka ma Elesya non ne fu in grado perché i movimenti del fumo le impedivano di concentrarsi sulla formula. 

<<Non ti preoccupare>> le disse allora bisbigliando, <<Farò in modo che quello sciocco non ti attacchi. Mi raccomando non perdere la concentrazione qualsiasi cosa dovesse accadere … proprio come ti ho insegnato!>> aggiunse sorridendole per poi fiondarsi incurante del pericolo, contro la giovane leva. Teka non fu in grado di schivare il movimento fulmineo del curatore e colto alla sprovvista, riuscì a mitigare solo in parte la forza del maglio ergendo una barriera di fortuna. Lo scudo tuttavia s’infranse poiché non evocato in tempo e il ragazzo si ritrovò di nuovo ricacciato violentemente e con un braccio rotto. Elesya, sconvolta per il sacrificio dell’amico, ricordò i suoi insegnamenti e ritrovando la concentrazione, evocò le corde oscure che in un istante avvolsero il corpo ferito della giovane leva. 

Il fumo scomparve ma i segni del suo passaggio no. Lo spiazzo che circondava l’abitazione del saggio, era stato quasi tutto bruciato o comunque assorbito dalla magia di Teka. Il suolo invece si era tinto del medesimo colore del fumo e lo stesso fu per il curatore. Il braccio e le gambe, infatti, erano diventati verdi e in gran parte ustionati, tant’è che per Reilhan fu impossibile restare in piedi e presto si accasciò al suolo, dolorante. Elesya lo raggiunse in fretta ma non sapendo come intervenire, tentò quantomeno di sostenerne il capo. <<So che stai soffrendo Rei ma cerca di sopportarlo, solo così potrai alleviare il dolore con i tuoi poteri>>. Il Novizio allora, rincuorato dalle parole dell’amica, strinse i denti e con non poca fatica curò le sue ustioni, <<Ho bisogno di alcune erbe per eliminare il veleno, la mia magia non è sufficientemente forte>> disse tremante. 

La maga non se lo fece ripetere e forte della sconfitta del loro avversario, distolse l’attenzione dal campo di battaglia per poi iniziare a cercare affannosamente nella sua bisaccia, qualcosa che potesse essere utile al curatore. Quando finalmente ritrovò alcune radici colte in passato, gli sollevò ancora la testa facendo si che Reilhan potesse vederle.

Avvenne tutto in un attimo ed Elesya quasi non se ne rese conto. Una lunga spada affilata le trafisse il cuore. Non avvertì dolore, né il calore del sangue che lentamente macchiò i suoi abiti lacerati dalla lama nemica, infine osservando la ferita, il suo viso s’intristì e prima di accasciarsi al suolo, quasi bisbigliando, disse <<Che peccato, il mio vestito si è rovinato>>.

2 commenti:

Dimmi cosa ne pensi