venerdì 1 agosto 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 85)

<<Riconoscerei questo tanfo ovunque>> mormorò Reilhan annusando l’aria. Xera osservò i volti contrariati dei suoi compagni ma non ne comprese il motivo fin quando non si ritrovò dinanzi a una signora di mezza età, eccessivamente truccata e dagli abiti bizzarri. <<Ce ne avete messo di tempo!>> lamentò la donna raggiungendo il gruppo a metà strada. Quando s’incamminò, tutte le decorazioni presenti sui suoi abiti iniziarono a produrre una serie di suoni che scandirono i passi della donna, quasi stesse danzando a ritmo di musica. Per primi salutò Reilhan ed Elesya che stretti nel suo abbraccio, trattennero il fiato per non soccombere a causa dell’eccessivo profumo. Dopo, scrutò Xera da capo a piedi e per un istante la guerriera notò un guizzo nei suoi occhi. Fu questione di secondi tuttavia e presto non vi fece più caso. 

<<Tu devi essere la famosa guerriera dal fiocco rosso di cui tanto si parla al villaggio!>> disse prendendole la mano sulla quale Xera sfoggiava il prezioso Divaahr in forma di anello. <<Devi essere proprio speciale se il vecchio ti ha elargito un così prezioso bottino>> aggiunse, fissando avidamente l’artefatto. Xera si sottrasse alla presa della donna delicatamente e insieme tornarono a incamminarsi nello stretto vicolo del villaggio. <<Io sono Madame Taròt!>> esclamò, presentandosi alla ragazza, <<Quando ho incontrato i tuoi compagni, tu eri impegnata altrove. Credo tuttavia che ti abbiano già parlato di me, del resto è impossibile che io passi inosservata!>> spiegò ridendo. <<In verità, nessuno ha mai accennato il suo nome!>> rispose ingenuamente e la donna s’indispettì. Giunti dinanzi alla locanda, la guerriera si separò momentaneamente dal gruppo per raggiungere Kowal. Il fabbro era nel pieno del suo lavoro e grondante di sudore, fu lieto di sapere che Xera aveva già raccolto la somma pattuita. <<Entro domani la nuova spada sarà pronta!>> le riferì prima di congedarla, poiché troppo oberato per badare a lei. 

Non appena la guerriera si riunì ai suoi compagni, li ritrovò a discutere con la donna che con le mani poggiate sui fianchi, li stava rimproverando. <<Dovevate passare subito da me, quando avete sbloccato la pergamena>> continuava a ripetere contrariata e vane furono le spiegazioni dei due ragazzi o il racconto sulla dipartita di Goreha. <<Di quella megera nessuno sentirà la mancanza!>> asserì grattandosi un orecchio. <<Persino il suo vecchio ne desiderava la morte … che uomo bizzarro!>> aggiunse incuriosendo il gruppo. <<Lo conoscete, Madame?>> domandò Xera, ma la colse alla sprovvista e la donna sobbalzò spaventata. <<Non puoi giungere alle spalle di una signora; anche se non si direbbe, io ho una certa età!>> si giustificò infastidita. <<Non eravate un’indovina?>> disse la ragazza perplessa, <<Pensavo vedeste e sapeste tutto!>>. La donna accusò la frecciatina e fingendo che nulla fosse accaduto, rispose alla prima domanda della guerriera. <<Ho avuto modo di incontrarlo vent’anni fa!>> spiegò, <<Venne da me sperando che gli potessi rivelare come porre fine alla sua esistenza>> aggiunse e nessuno se ne meravigliò. 

<<Nemmeno io però ho saputo aiutarlo … che inutile spreco di tempo!>> mormorò infine. Reilhan fissò la Paramal, poi incrociate le braccia esclamò, <<Non credo tu volessi aiutarlo per semplice altruismo!>>. La donna allora alzò lo sguardo sul ragazzo e confessò senza peli sulla lingua. <<Che male c'è se in cambio del mio aiuto chiedo del denaro? Quell’uomo inoltre ne possiede molto, eppure non ha voluto pagarmi una volta scoperto che non potevo aiutarlo. Se lo avessi saputo, non gli avrei dedicato neanche un secondo!>>. Xera cercò con lo sguardo gli occhi di Elesya. “Eppure mi era parso di capire che sapesse leggere il futuro! pensò. La maga alzò le spalle dubbiosa, ponendosi anche lei lo stesso dubbio.
<<Io penso che finalmente abbia accettato la sua condizione>> disse Elesya speranzosa ricordando la promessa dell’uomo ma Taròt dissentì <<E tu ci hai creduto? Per lui è diventata una fissazione, del resto tale padre, tale figlia!>> la donna sospirò <<Vuole accedere al Regno Eterno per ricongiungersi con l’amata moglie, almeno è quello che andava farneticando>> rivelò loro, << Tutti però sanno che la donna fuggì abbandonando la famiglia, poiché stanca di vivere accanto a un uomo ossessionato dalla conoscenza >>. 

I ragazzi non poterono crederci, <<Non è quello che ci è stato detto!>> spiegarono e ancora una volta Taròt dovette dissentire. <<A tutti diceva che la donna fosse morta e non solo, vi crebbe anche sua figlia con quella convinzione. Non mi meraviglio che una volta adulta, Goreha avesse tutti quei problemi!>>. Xera ripensò allo sguardo malinconico del vecchio speziale, un uomo costantemente alla ricerca di qualcosa che potesse colmare l’enorme vuoto che aveva nel cuore. Per quanto Madame Taròt sembrasse convincente, preferì credere alle parole di Alamar, i cui occhi sembrarono più sinceri delle dicerie proferite dalla bizzarra donna.
<<Percepisco la presenza di un nuovo artefatto!>> disse a un certo punto la Paramal, <<Non qui però, questo villaggio ha occhi e orecchie ovunque. Presto, seguitemi! A casa mia saremo al sicuro>>. 

Per quanto Reilhan volesse evitare la fetida baracca, il suo essere allarmata lo preoccupò e guardandosi le spalle, iniziò a seguire la veggente senza opporre resistenza. Una volta chiuso l’uscio consunto, i tre ragazzi si accomodarono su vecchie sedie che circondavano un tavolo tondo non messo meglio. Quando Xera si sedette, sentì la sedia scricchiolare e per un attimo pensò che da li a poco avrebbe ceduto. Anche la donna li raggiunse, poi però iniziò a fissare la giovane maga e prima che lei potesse dire una parola, il teschio si materializzò al centro del tavolo. Xera sobbalzò dalla sorpresa e la sedia sulla quale era seduta, s’incrinò. <<Come diavolo …!>> disse e la donna sorrise compiaciuta. <<La tua pergamena, paragonata a questo, è un semplice pezzo di carta straccia!>> affermò sfregandosi le mani. Nel momento in cui Madame Taròt provò a sfiorare il teschio con le dita, una piccola scintilla la fece ritrarre bruscamente. << È sigillato! Diamine>> asserì. 

Elesya allora intervenne <<Potreste usare le vostre carte, come in passato, forse così avremmo più possibilità di venirne a capo>> ma la donna scosse la testa. <<Potrei, ma non lo farò!>> rispose alzandosi dalla sedia e versandosi una tazza di tè dalla caraffa sul bancone. <<Perché ci avete condotto qui?>> lamentò il Novizio ansioso di congedarsi, <<Il primo consulto era un omaggio, il secondo ha un prezzo>> spiegò brusca la donna, sorseggiando lo strano intruglio, <<Qual è la vostra richiesta, dunque!>> ribatté allora Reilhan contrariato. La Paramal accennò un ghigno <<Non sono in cerca di denaro, non temere!>> tenne a precisare <<In cambio del mio aiuto, dovrete fare qualcosa per me>> aggiunse. <<Sarà un gioco da ragazzi per chi ha sconfitto la perfida Goreha!>> affermò cercando di indorare la pillola. <<Portatemi due frammenti estratti dal legno in cui è stato sigillato uno spirito centenario e solo allora vi aiuterò>>. Le due ragazze fissarono il Novizio, essendo il capo gruppo toccava a lui prendere le decisioni. 

<<Dove sarebbe questo legno? Al centro di una prigione gremita di guardie?>> ironizzò ricordando la precedente missione, <<Mi dispiace, ma sta a voi scoprirlo; se lo sapessi, ci andrei personalmente>>. Reilhan si alzò di scatto e la sedia scricchiolò, poi afferrando il teschio lo riconsegnò alla compagna affinché lo custodisse. <<Ho imparato che è inutile mettersi a discutere con voi donne>> borbottò guardando Xera e infine la Paramal, <<E sia! Non appena ci saremo rimessi in forze, inizieremo a cercare i frammenti che ci hai chiesto>> disse poco prima di uscire dalla vecchia dimora, ma la donna lo fermò <<Non così in fretta, ragazzo! Pensi forse che io mi fidi di chi - già in passato - si è preso gioco di me? Il nostro sarà un giuramento vero e proprio>> spiegò estraendo dalla tasca tre feticci malconci. A turno, strappò loro un capello dalla testa che andò poi ad avvolgere attorno ai feticci. 
<<Saprò sempre dove siete e se provate a fare i furbi … non ve la caverete con un semplice rimprovero>>. Madame Taròt intascò gli amuleti e congedò infine i tre ragazzi che, massaggiandosi il capo, tornarono alla locanda senza dire una parola.

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