<<Forza
svegliati! Non siamo venute qui per riposare>> disse Alea impaziente.
Xera aprì gli occhi a fatica, dopo aver trascorso la notte precedente a correre
tra i boschi, si sentiva stanca e spossata, soprattutto perché non dormiva da due
giorni. <<Che cosa farò oggi?
Nuoto? Corsa con i sacchi?>> le rispose irritata. Una volta lontane dal villaggio infatti, Alea aveva sottoposto la guerriera a esercizi fisici
intensi e tra questi erano compresi anche i classici giochi delle fiere di
paese. <<Ricordi cosa ti ho
detto?>> la ammonì, <<Farai
tutto quello che ti dirò, senza mai lamentarti>> ripeterono all’unisono.
<<Bene, adesso alzati; ti concedo
cinque minuti per rinfrescarti e mangiare, dopo di che ricomincerà il tuo
addestramento>> le intimò la ragazza prima di inoltrarsi tra i
boschi, immersa nei suoi pensieri.
Xera non perse tempo, se c’era una cosa che
aveva imparato in quei giorni, era che Alea metteva in pratica tutto quello che
diceva e niente le avrebbe impedito di mantenere i suoi propositi, anche a
costo di rischiare la propria vita. I minuti passarono veloci e ben presto la ragazza
fece ritorno con qualcosa tra le mani. <<Prendi!>>
disse, lanciandole un lungo bastone di legno che Xera afferrò al volo come
fosse una spada. <<Oggi ho deciso
che è giunto il momento di proporti una piccola sfida>> le annunciò, <<Se entro il tramonto del primo sole,
riuscirai a colpirmi almeno una volta, ti permetterò di tornare dai tuoi
amici>>. La giovane leva restò incredula << Pensavo che …>> asserì balbettando, <<Pensavi cosa?>> domandò Alea,
<<Credevo che ci saremmo allenate
per una settimana, cosa ti ha fatto cambiare idea?>>.
La ragazza
allora iniziò ad agitare la coda e sorridendole beffarda, rispose <<Questa è davvero bella! È così dai per
scontato che riuscirai anche solo a sfiorarmi, allora lascia che cambi le
condizioni di questa sfida>>, poi porgendole le spalle e deponendo la
sua fidata Kenòs, continuò <<Se
riuscirai a colpirmi prima che questa settimana volga al termine, potrai
tornare dai tuoi amici>>. Con un agile balzo si allontanò dalla
guerriera <<Sempre che tu riesca
prima a trovarmi>> e correndo velocemente, svanì inghiottita dal
bosco. In un primo momento Xera rimase senza parole, poi, però tornata in sé, inseguì
la ragazza, armata di bastone. Nei giorni precedenti aveva già avuto modo di
prendere dimestichezza con quei luoghi, cosa anomala per una persona incapace
di orientarsi, infatti, muoversi evitando rami e radici era diventato molto
semplice. Quello che invece divenne arduo, fu il restare al passo con la grande
velocità della nuova arrivata. Agile e precisa, scivolava tra gli alberi elegante come un Fhian e i suoi stessi passi erano silenziosi e leggeri. Di
tanto in tanto capitava che si fermasse di proposito per dar modo alla
guerriera di avvicinarla, per poi evitare come nulla fosse i suoi attacchi e
riprendere a correre nella direzione opposta.
Dopo circa due ore, Xera era talmente
confusa da non riuscire più a capire da che parte andare. Così non vedendo Alea
da nessuna parte, si accostò a un albero per riprendere fiato e avvistata una
piccola fonte d’acqua vicina, si dissetò. Quando però rialzò la testa dal
ruscello, si ritrovò di fronte la ragazza che la fissava incuriosita. <<Se fosse stata una missione, avresti già
fallito. Quando insegui qualcuno, non hai il tempo di fare pause e riposini o
forse alla fine, non t’importa così tanto di ritornare dai tuoi compagni!>>
la schernì Alea. <<Credo che ti
manchi ancora la giusta motivazione e si dà il caso che l’informazione che sto
per darti, potrebbe esserti utile>>. Anche Alea approfittò della
fonte per dissetarsi, dopo di che continuò. <<Ti avevo già accennato che sono tornata sull’isola per ordine di
Murdar, il quale in seguito mi ha assegnato il compito di addestrarti>>.
Xera annuì, <<In verità ho omesso
una parte del discorso: Murdar mi ha sì ordinato di allenarti ma allo stesso
tempo, ha lasciato a me il giudizio finale in merito alla tua permanenza su
Horsia … o forse credevi che un’inesperta Tohua potesse circolare liberamente
su un’isola gremita di ragazzi, con il rischio di mutare da un momento all’altro?
Se alla fine di questa settimana il mio giudizio sarà negativo, dovrai
abbandonare Horsia e probabilmente sarai condotta in prigione per impedirti di
far del male a qualcuno>>. Xera impallidì. Non avrebbe mai voluto trascorrere
la sua vita in cella, né tanto meno abbandonare Horsia e i suoi amici. <<Se non riuscirai a colpirmi entro la fine
della settimana, il mio giudizio finale sarà negativo>> concluse. La
guerriera però non si lasciò abbattere e afferrando nuovamente il bastone, si
fiondò contro la ragazza cercando di colpirla. Per Alea tuttavia, fu uno
scherzo evitare ogni singolo affondo. <<Ti ho detto che ti sbatterò in prigione per il resto della tua vita e
continui ad attaccarmi senza impegno; nei tuoi occhi leggo solo paura e nessuna
sicurezza, di questo passo dovrai tener pronta la bisaccia>> asserì
delusa, evitando i suoi colpi.
In preda al panico allora, Xera cominciò a
imprimere più forza nei suoi attacchi, fino a sgretolare il bastone con le sue
stesse mani. <<Ohi Ohi! Ti servirà
una nuova arma; guarda, questo bosco ne è pieno>> disse Alea ironica.
Xera afferrò così il primo pezzo di legno a portata di mano e ancora scossa, lo
agitò cercando di colpire la ragazza. Alea però si muoveva velocemente e ogni
volta che la guerriera era sul punto di toccarla, la fanciulla con balzi e
capriole, ribaltava la situazione. Ancora una volta corse tra gli alberi e Xera
seppur esausta, riprese il suo inseguimento. Ben presto però il primo sole
iniziò a tramontare e dopo alcune ore, anche il secondo. Il buio quindi avvolse l’intero bosco, rendendo la caccia ancora più difficile, ma proprio quando la
guerriera pensò che la situazione non potesse peggiorare, iniziò a piovere e la
terra solida, si tramutò in fango. Ogni movimento divenne più pesante, così come
i suoi stessi abiti bagnati.
<<Non
credere che con l’arrivo della notte, ci riposeremo!>> le urlò da
lontano Alea, sovrastando lo scrosciare della pioggia, <<Non ti preoccupare, non l’ho pensato nemmeno
per un momento>> le rispose Xera irritata. <<Guarda il lato positivo!>>
continuò, <<E quale sarebbe,
sentiamo?>>, <<Fino a quando pioverà, non avrai più motivo di
pensare alla sete>> e ridendo divertita, ricominciò a correre. L’inseguimento
continuò per tutta la notte e Xera non poté nemmeno avvicinarsi alla ragazza, a
causa del terreno accidentato. Più volte era inciampata e i suoi abiti nuovi divennero completamente zuppi e infangati. Persino i capelli, prima raccolti in una
lunga e ordinata treccia, erano scompigliati e sporchi. Alea al contrario era ancora impeccabile,
persino le sue scarpe non avevano risentito della pioggia, come se si fosse
librata in volo invece di correre. Quando l’alba giunse e la pioggia cessò,
Xera si rese finalmente conto che inseguendo la ragazza, era inavvertitamente
tornata al loro piccolo accampamento e approfittando della situazione, si
liberò della bisaccia, del mantello e persino di una parte dei suoi abiti, alleggerendosi
notevolmente. Con solo indosso una camicetta, pantaloni, stivali e guanti,
afferrò il bastone ancora una volta e ritornò a inseguire le tracce di Alea.
Muoversi divenne più semplice e perfino la stanchezza per un po’ sembrò mitigarsi. <<Pensa Xera, pensa!>>
ripeté fra sé e sé, <<Se mi
limito a correre senza un piano, non riuscirò mai a raggiungerla>>
ipotizzò. Poi però, ragionando a mente lucida, finalmente ricordò la sua migliore
attitudine: la strategia. Approfittando della fitta vegetazione, nascose la sua presenza cercando di fare il meno rumore possibile, poi accertatasi che Alea fosse
lontana, dispose una semplice trappola il cui intento era di imprigionare la
ragazza. Aveva visto Reilhan realizzarla così tante volte, che riprodurla
fedelmente fu un gioco da ragazzi. Le bastò, infatti, annodare delle liane e
nasconderle tra il fango e il fogliame. Rapidamente infine, tornò al campo non
lontano per recuperare il suo mantello e lo sistemò in maniera tale da sembrare una persona seduta, intenta a riposare. Xera sapeva però, che Alea non sarebbe
mai caduta in trappola con quell'espediente così banale, considerando poi che
la sua esca era incompleta. Velocemente quindi si privò del fiocco rosso e
lo utilizzò per fermare alcune foglie intrecciate, che avrebbe così fatto
passare per i suoi capelli. Il colore però era diverso e non avendo nulla per
tingerle, afferrò il piccolo pugnale che le aveva donato Mihrrina e si ferì
volutamente la mano sinistra, affinché il suo stesso sangue macchiasse e quindi
camuffasse la finta treccia. Ultimati gli ultimi preparativi, si nascose e aspettò.
Dopo mezzora intravide la figura di una donna avvicinarsi
in fretta. <<Credevo di essere
stata chiara! Non ci si riposa durante l’addestramento … sempre che tu non ti
sia arresa>> disse Alea ad alta voce, ma non sentendo alcuna
risposta, si avvicinò incuriosita alla sagoma. Non appena sfiorò il mantello,
una liana le avvolse la caviglia sinistra e con forza la spinse in alto,
ritrovandosi ben presto a testa in giù. Solo allora Xera si mostrò e
compiaciuta riprese possesso del suo porta fortuna, indossandolo nuovamente.
<<Davvero astuto da parte tua,
utilizzare delle trappole per catturarmi e addirittura ferirti di proposito per
creare un’esca credibile: sono senza parole>> asserì Alea
soddisfatta, <<Tuttavia non posso
credere che tu abbia anche solo immaginato che un simile trucchetto ti aiutasse
a vincere la sfida>> la schernì. <<La tua posizione attuale dice il contrario!>> rispose a tono
Xera. <<Se lo pensi sul serio,
allora prova a colpirmi e lo scoprirai tu stessa>> ribatté Alea
provocandola.
La guerriera non se lo fece ripetere due volte e armata di
bastone, si fiondò contro la ragazza. Quando tuttavia fu sul punto di toccarla,
Alea oscillò con forza allontanandosi e senza alcuna difficoltà si liberò dal
cappio, utilizzandolo infine per raggiungere un ramo in alto. <<Visto?>> disse la ragazza
sorridendo, <<Ne hai di strada da percorrere,
prima di potermi catturare, ora basta perdere tempo però, ci siamo riposate
abbastanza!>>, <<Non c’è bisogno che tu me lo dica>>
borbottò Xera e con il morale a terra, non le resto da fare altro che ricominciare
a correre.
Riuscirà la nostra eroina a tornare dai suoi amici? La risposta alla prossima puntata. Brava continua cosi'.
RispondiElimina:)
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