Trascorsero alcune ore prima che i due ragazzi
avvistassero dei Pokiha e nonostante fossero una specie diffusa in quei boschi,
non furono semplici da individuare proprio a causa della loro rinomata furbizia.
<<Barz aveva detto che sarebbe
stato semplice, ovviamente ci ha preso in giro!>> affermò la
giovane maga contrariata. Il Novizio invece sapeva che per quel tipo di
missioni, bisognava armarsi di grande pazienza. <<Ricorda che sono animali scaltri, non si faranno trovare
facilmente; allo stesso tempo però, hanno un debole per i dolci e se
utilizzeremo la giusta esca, catturarli sarà semplice>>.
Reilhan
spiegò il suo piano alla compagna e prima che Elesya potesse lamentarsi, le
ordinò di evocare le sue funi oscure e di piazzarle in punti strategici,
accanto a dei biscotti. Dopo aver disposto le trappole, si nascosero e
aspettarono. Passarono soltanto alcuni minuti e la prima preda si fece avanti.
Elesya fu colpita dall’eleganza di quell’animale: non aveva notevoli
dimensioni, era, infatti, poco più grande di un gatto e come quest’ultimo,
aveva delle grandi orecchie pelose e nere. Il musetto invece era più piccolo e
fino di color bianco. Il manto inoltre sembrava voluminoso e soffice, così come la lunga
e affusolata coda, i cui toni ricordavano quelli del rame. <<Non osservarlo troppo a lungo o ti mancherà
la forza per catturarlo>> le sussurrò il Novizio ma Elesya era una
ragazza molto sensibile e far del male a qualcuno, sia pure un nemico, era per
lei motivo di sofferenza. <<Stringi
le corde attorno alle zampe!>> le intimò l’amico, ma la giovane maga
non ne ebbe il coraggio e per tutta risposta, richiamò la sua magia e la
dissolse.
<<Cosa ti
è saltato in mente? Ci abbiamo impiegato ore per trovare il posto giusto e tu
mandi tutto all’aria!>> lamentò Reilhan, <<Non voglio uccidere dei poveri animali indifesi; mi dispiace, ma dovrai
fare a meno di me per questo incarico!>> ribatté Elesya sul punto di
piangere.
<<Bene! Ora
però, vorrei che tu mi spiegassi come intendi procedere con tutte le altre
missioni che ci assegneranno: se non riesci a svolgere nemmeno le più semplici,
come pensi di portare a termine anche le prossime? Anzi mi chiedo perché tu
stia partecipando a questa competizione, se il tuo intento è di non far del
male a nessuno!>>. Elesya si rabbuiò. <<Essere su quest’isola è un onore per noi, non devi dimenticarlo; in
molti ci hanno provato e in tanti hanno fallito. Mi dispiace essere così duro
con te, ma da quando siamo scesi dalla nave, non hai fatto altro
che aggrapparti ai tuoi compagni, piangendo se le cose andavano male. All’inizio
ho preferito chiudere un occhio, anche perché sei la sola in grado di far ragionare
la nostra “testa calda”. Adesso però che lei è lontana, m’illudevo che tu
facessi la tua parte, invece continui a frignare e a lamentarti … io credo che
tu debba lasciare quest’isola!>>.
Le parole di Reilhan risuonarono
come un eco nella sua testa. Elesya avrebbe voluto ribattere ma ciò che il
Novizio le aveva confessato era la verità, per cui preferì restare in silenzio
ricacciando le lacrime. <<Scusami!>> le disse poco dopo, <<Sono ancora nervoso
per la partenza di Xera e so che non mi giustifica! Avrei dovuto dirti ciò che
pensavo diversamente e con meno asprezza>>, <<No … hai fatto bene invece! Quello che hai
detto è tutto vero, sono una debole dal pianto facile. È sempre stato così sin
da piccola! Ogni volta che piangevo, qualcuno accorreva da me per soccorrermi, così
con il passar del tempo ho cominciato a pensare che non fossi in grado di fare
nulla da sola ed ora credo di esserne del tutto convinta. Forse dovrei davvero
abbandonare l’isola, non penso che questo sia il posto giusto per me>>
rispose la ragazza.
Reilhan le sedette accanto, anche lui aveva provato i suoi
stessi dubbi in passato e nessun’altro avrebbe potuto comprendere
meglio, lo stato d’animo della sua amica. <<Io ho perso una persona cara prima di capire che scappare non è mai
la soluzione ai problemi. Se ora tu facessi ritorno a Payanir, te ne pentiresti
per il resto della vita, senza contare poi che finito l’allenamento, Xera non
ritroverebbe più la sua fidata amica ad attenderla>>. Elesya sorrise
ripensando alla guerriera, ma la sua scarsa autostima non era un avversario
semplice da battere. <<Facciamo un
patto!>> affermò il novizio, poi prendendole la mano, le disse <<Giacché non possiamo allontanarci dal
villaggio, accetteremo tutte le missioni minori a disposizione e durante lo svolgimento di queste, io ti allenerò. Se al ritorno di Xera sentirai ancora che l’isola
non è il tuo posto, potrai almeno salutare la nostra amica, prima di lasciare
Horsia per sempre>>.
La giovane maga restò in silenzio ripensando a
quanto aveva vissuto in quei pochi mesi. Abbandonare tutto senza nemmeno
salutare la guerriera, sarebbe stato un gesto vile che Xera non meritava,
inoltre una volta tornata a casa, avrebbe dovuto rinunciare al suo sogno, senza
nemmeno averci provato sul serio. <<Una
settimana, hai detto? Va bene!>>, Elesya strinse a sua volta la
mano del compagno e sussurrando la formula che ormai conosceva a memoria, evocò
le corde nere che avvolsero il corpo del Novizio, immobilizzando. <<Che cosa stai facendo?>> domandò
sorpreso, <<Mi assicuro che tu non
possa aiutarmi a svolgere questa missione, riposati mentre io andrò a
caccia!>>. La maga quindi si allontanò, cercando di non fare troppo rumore e
abbandonò Reilhan senza dissolvere la sua magia, <<Donne, chi le capisce è un genio!>> disse sbuffando.
La mattina trascorse in fretta e presto il primo sole
iniziò a tramontare, fu allora che le corde svanirono liberando il Novizio.
<<Fortuna che la sua magia ha
ancora una durata limitata, al contrario avrei trascorso la notte legato
come della carne essiccata!>> pensò. Si sgranchì le gambe e
ricomponendosi, decise di aspettare la maga fino al tramonto del secondo sole.
Proprio quando la notte iniziò a farsi largo nel cielo, Elesya tornò portando
in spalla le dieci prede richieste. <<Sono
senza parole!>> affermò Reilhan, <<Ora non ci resta che cercare i cinque Fhian>> disse contento.
La maga però, non fece in tempo a consegnargli il frutto della caccia, che
perse i sensi. Bastò tuttavia farle annusare una pianta dal profumo intenso per
svegliarla. <<Come ti
senti?>>, <<Che cosa è
successo?>> domandò la ragazza confusa. <<Sei svenuta, devi aver usato troppa magia e il tuo corpo non è
abituato>> le spiegò il Novizio. <<Inoltre la sensibilità di una persona non si cancella con un semplice
discorso d’incoraggiamento, aver tolto la vita a quegli animali deve averti
provato>>. Reilhan avvicinò le prede alla ragazza e prendendole le
mani, recitò un’antica formula di ringraziamento appresa anni prima. <<Voglio insegnartela, sono sicuro che tu sia
la persona giusta alla quale tramandarla, Hila ne sarebbe stata contenta>>.
Elesya tentò di risollevarsi, ma la debolezza non l’aveva
ancora abbandonata, così Reilhan accese un fuoco di fortuna e accertatosi che
la compagna fosse al sicuro, si allontanò per concludere l’incarico.
Diversamente dalla maga, Il Novizio aveva più esperienza con le missioni di
caccia e fu uno scherzo per lui procurarsi le prede mancanti. Dopo due ore
tornò al piccolo accampamento e poiché mancava ancora molto tempo prima della
consegna, decise che sarebbe stato saggio riposare. Mangiarono un pasto veloce, grazie alle scorte di Aldaria e una
volta sazi, dormirono a turno. Quando però toccò a Elesya, la ragazza non
riuscì a prendere sonno a causa delle forti emozioni provate, così preferì
concentrarsi sullo studio della pergamena che le era stata donata da Murdar.
<<Che cosa pensi che sia?>>
domandò il ragazzo incuriosito, <<Non
saprei, a prima vista credo un incantesimo, ma non riesco nemmeno ad
aprirla: è come sigillata>> rispose Elesya. Reilhan osservò
il rotolo con molta attenzione; anche senza toccarlo, percepiva un intenso
potere provenire dal pezzo di carta. <<Quando Chundra mi ha donato l’antica preghiera, ho subito avvertito un
potere intenso che avvolgeva il testo, adesso sto provando la stessa sensazione
con la tua pergamena, ma l’energia è completamente diversa>>, <<Che
cosa vuoi dire?>>, <<Non so spiegartelo bene: è come se volessi
paragonare un’intensa luce calda, a un’oscura e fredda ombra>>.
Elesya era confusa e spaventata, suo nonno era sempre stato una persona buona e
gentile, non le avrebbe mai tramandato un oggetto pericoloso.
<<Questa è solo la mia impressione, non deve tuttavia condizionarti. Le nostre magie sono molto diverse, dovresti poterlo capire tu
stessa ormai. Quando mi hai avvolto con le corde nere, ho percepito il medesimo
potere>>. Anche la giovane maga aveva provato le stesse sensazioni,
dinanzi alla magia del curatore e finalmente iniziò a comprendere la vera
natura dei suoi poteri, allo stesso modo però, sentiva di non saperne
abbastanza. <<L’unica cosa che
posso fare adesso, è cercare di capire come sbloccare la pergamena: forse Murdar
potrebbe aiutarmi in tal senso>> affermò Elesya. <<Perfetto!>> ribatté il Novizio,
<<Domani, dopo aver consegnato le
pelli, ritorneremo dal saggio … speriamo solo che Hillin sia altrove, quella
donna mi dà i brividi. Ora cerca di riposare, ci attende una giornata
impegnativa>>. Elesya ripose il dono nella bisaccia e avvolta dal
caldo mantello, finalmente si addormentò.
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