<<Non lo
farò, mi rifiuto!>> urlò Elesya in preda all’agitazione, <<Mia cara, è necessario. Le carte non mentono
mai!>>. Madame Taròt restò impassibile dinanzi alla reazione della
giovane maga e come nulla fosse, continuò a fumare la sua pipa. Reilhan invece
era confuso; dopo aver ascoltato la spiegazione della Paramal, non riusciva a
comprendere perché la sua amica si stesse ribellando in quel modo. <<Calmati Ely, hai già fatto una cosa del
genere e tu stessa te ne sei occupata di persona, si può sapere che ti
prende?>> le domandò perplesso. Elesya tornò a sedersi e mostrando
vergogna e imbarazzo, confessò al suo Novizio che in passato gli aveva mentito.
<<Non ho mai tolto la vita a nessun
essere vivente!>> annunciò con lo sguardo fisso sulle sue mani.
<<Non è possibile, io stesso ho
visto i corpi dei Pokiha, abbiamo persino recitato il rituale di Hila>>
le ricordò il curatore. <<Mi
dispiace Rei>> rispose Elesya e una piccola lacrima le rigò il volto,
<<In realtà avevo aggiunto del
Napello nei biscotti che ho usato come esca: quei poveri animali erano solo
assopiti>>. Reilhan si alzò di scatto e il tavolino traballò: non
sopportava le menzogne, né tanto meno chi le proferiva. <<Ora capisco perché nessuno vuole affidarci
delle missioni, deve essersi diffusa la notizia della falsa consegna a Barz,
sono sicuro che ci avranno etichettato come ladri e truffatori>> poi
riprendendo la sua bisaccia, si congedò dalle due chiudendosi la porta alle
spalle. <<Rei, ti prego
aspetta!>> disse Elesya, ma la sua invocazione si perse nel buio di
quella stanza.
Trascorsero diversi
minuti in cui la maga sfogò tutto il suo dispiacere, poi tornata la
tranquillità, raggiunse finalmente la veggente. <<Non devi angustiarti>> le suggerì Madame Taròt, <<Sacrificare una vita può sembrarti orribile
in principio, vedrai però che una volta sbloccato il tuo lascito, ne sarà valsa
la pena>> le spiegò entusiasta. <<Come fate a parlare in questo modo?>> rispose Elesya colma di
risentimento e disprezzo. <<Togliere
la vita per voi, è forse solo un gioco? Che razza di persona siete?>>,
la giovane maga allora si alzò dal divano e scrutando la Paramal con disgusto,
ne prese le distanze. <<Piccola
piagnucolona viziata, chi ti credi di essere per giudicarmi dall’alto del tuo
piedistallo!>> obiettò irritata Madame Taròt, <<Tu che immagini il mondo gremito di favole e balocchi, osi sentenziarmi
e guardarmi con tale disprezzo; in verità mia cara, sono io a disprezzare te e
a compatirti. Non hai la minima idea di che cosa voglia dire essere una maga,
del sacrificio che si cela dietro un grande potere e soprattutto della
sofferenza cui siamo sottoposti pur di realizzare i nostri desideri. Come osa
quindi una bambina viziata, giudicare chi ha avuto il coraggio di prendere in
mano la sua vita, senza aiuti o vantaggi>>.
La donna al culmine della rabbia, si alzò in piedi
lasciando cadere la preziosa pipa a terra, poi agitando le mani, materializzò
ancora una volta le sue mistiche carte che fluttuando, circondarono la piccola
maga. Elesya intimorita, provò a indietreggiare ma le fu impossibile poiché le
carte avevano innalzato una barriera intorno a lei. <<Osserva piccola sciocca, guarda che futuro
ti attende, scruta le onde del destino e ammira come tutte le persone che saranno
al tuo fianco, perderanno la vita perché tu sei troppo debole per lottare da
sola>>. Le carte vorticarono velocemente e la ragazza, oppressa dalla
pressione magica, cadde in ginocchio. Immagini atroci iniziarono a
manifestarsi: Reilhan e Xera che perivano in battaglia nel tentativo di
proteggerla da bestie prive di scrupoli. Anche chiudendo gli occhi la
situazione non migliorava, poiché le immagini continuavano a scorrere e lei non
poteva fare a meno di guardare. Infine giunse l'ultima che la ritraeva
distrutta dal dolore mentre con le mani, sporche del sangue dei suoi amici,
stringeva i loro corpi ormai privi di vita. Fu allora che la giovane maga si
ribellò e urlando disperata, respinse la magia delle carte e ordinò loro di
svanire.
<<Incredibile
bambina, allora sei davvero una maga. Iniziavo a pensare che tu solo fossi una
bugiarda, dopotutto non hai fatto altro che mentire da quando sei scesa da
quella nave>> affermò la donna ricomponendosi. <<Che cosa intendete dire?>> replicò Elesya ancora molto agitata. <<Oh
andiamo, lo sai benissimo! Hai detto di essere una maga e ti rifiuti di usare
la magia, hai detto che intendi diventare una negromante e poi fuggi dai tuoi
doveri, e infine hai persino detto di amare i tuoi compagni e poi non fai nulla
per proteggerli … dalle mie parti le persone come te le chiamiamo bugiarde o mi
sbaglio forse?>>. La rabbia della giovane maga svanì in fretta,
dopotutto la veggente diceva il vero e in cuor suo lo aveva sempre saputo.
<<Il futuro che ti ho mostrato può
essere modificato solo dalle azioni compiute nel presente, quindi sta solo a te
decidere come e quando agire. Tuttavia se davvero intendi rispettare i tuoi
principi, sappi che presto o tardi dovrai scavare delle tombe>>.
La
donna infine, stanca per aver utilizzato i suoi poteri dopo lungo tempo, chiuse
gli occhi addormentandosi senza fare troppi complimenti e mentre il suo russare scandiva come un orologio il
passare dei minuti, Elesya ripensò a quanto, già in passato, i suoi compagni si
fossero sacrificati per lei. Così senza perdere altro tempo abbandonò la
dimora dell’anziana donna e correndo tra un vicolo e l’altro, andò alla ricerca
di Reilhan.
Quando però finalmente ritrovò il Novizio, si accorse
che non era solo bensì in compagnia di altre tre giovani leve e in procinto di
menar le mani. Senza pensarci quindi raggiunse il ragazzo e fiancheggiandolo,
si unì alla discussione. <<I
truffatori al completo! Ero ansioso di conoscervi>> disse il ragazzo
più giovane del gruppo. <<Perché
invece non chiudi quella bocca e torni a giocare con sonagli e bambole di pezza?>>
intimò il Novizio, ferito nell’orgoglio. Il ragazzo allora sguainò la sua asta
di legno e proprio quando iniziò a recitare un incantesimo, il più grande lo bloccò
con un gesto della mano. <<Non
sprecare la tua magia per questi due Teka, non ne vale la pena. Ora andiamo
via, mi sono stancato della loro presenza>> disse voltandogli le
spalle e congedandosi in silenzio. Anche il giovane ragazzo e la minuta fanciulla
che lo accompagnavano imitarono il capogruppo e ben presto le due leve
restarono nuovamente sole.
<<Chi
erano quei tre?>> domandò
curiosa la giovane maga ma il curatore non rispose, anzi si congedò anch'egli, incamminandosi in direzione della casa abbandonata. <<Aspetta Rei, ti prego>>. Reilhan
allora si fermò <<Cos’è vuoi
confessarmi altro per oggi?>> disse visibilmente adirato. La giovane
maga allora lo raggiunse e poggiando le piccole mani contro la sua ampia
schiena, si scusò ancora una volta ma con scarsi risultati. <<Come hai potuto mentirmi! Sai che frodare i
mercanti di Horsia è una pazzia? Non ricevere più missioni per noi vorrebbe dire
perdere la competizione, inoltre in caso di lamentela formale presso Murdar,
potremmo anche correre il rischio di essere cacciati dall’isola. Si può essere
tanto avventati?>>. Il curatore continuò a camminare per sbollire la
rabbia ed Elesya non poté fare a meno di seguirlo.
Dopo aver percorso diversi
vicoli in assoluto silenzio, giunsero proprio dinanzi alla bottega di Barz che
scrutandoli severo, chiuse le porte della sua conceria in modo brusco. Elesya
allora, vi entrò determinata e ne uscì solo quando il vecchio mercante accettò
le sue scuse, più le monete sufficienti per l’acquisto di una nuova e spaziosa
bisaccia. <<Sono spiacente Rei, ma
i guadagni delle richieste scorse, sono andati! Adesso però nessun altro ci
negherà dei lavori: l’anziano pellaio ci ha perdonati>>. Poi la
ragazza consegnò la nuova borsa al curatore che seppur ancora irritato, accettò
il dono e le scuse della sua amica. <<Non
mentirmi mai più>> le disse poco prima di rientrare nella casa
fatiscente, <<Non potrei mai
perdonare una seconda volta, chi si è preso gioco di me!>>. Quando le
leve varcarono l’uscio, Madame Taròt era dietro il bancone intenta a cucinare, nonostante
il profumo del suo cibo non fosse poi così invitante.
<<Madame, vorrei farvi una domanda!>>
disse il Novizio risoluto, la donna allora annuì e lo esortò a continuare
<<Non tutti i mercanti sapevano
della frode, è possibile quindi che qualcuno ci stia boicottando
volontariamente?>>. La donna allora abbandonò per un momento il
mestolo e sorridendo furbescamente, annuì una seconda volta. <<Sei molto saggio! Confesso che quando siete
andati via, senza salutare per giunta, ho riletto le carte e vi dico solo che
la "luna nera" non compare mai per caso. Fate attenzione bambini, mistificazioni
e insidie vi attendono>>. La veggente servì loro una ricca cena a
base di viscidi liquidi verdognoli e maleodoranti pezzi di carne <<Non fatevi trarre in inganno: nonostante l’aspetto raccapricciante, nessuno dei miei ospiti si è mai
lamentato>> i ragazzi tuttavia, dotati di lingua e senso del gusto
funzionanti, furono di parere diverso, <<Sempre che siano ancora vivi>> borbottò il Novizio.
Subito però, giunse l’ora per i due di
abbandonare la vecchia veggente, la quale infine strappò loro la promessa di
far presto ritorno, curiosa di vedere con i suoi occhi, cosa celava quella
misteriosa pergamena. Le leve tirarono dritto verso la locanda di Aldaria, ritornare
nei boschi non avrebbe avuto senso e con la mente ancora colma di domande, si
prepararono per affrontare un nuovo giorno, oscurato però da un’ombra
misteriosa.
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