Il tempo trascorreva in fretta e presto giunse il tramonto. Sia Mihrrina
sia Zabora si accomodarono alle spalle di Faiha, discorrendo circa le loro
intenzioni in merito alla prova finale. <<Non appena Faiha si sarà riposata, potremo ritornare al villaggio; non
credo che il vecchio tarderà a lungo>> asserì la Novizia
masticando un filo d’erba. <<Non
vedo l’ora, quest’isola inizia a stancarmi>> rispose il guerriero.
<<Perché non chiudete la
bocca?>> s’intromise Reilhan, ancora adirato per il modo in cui le
due leve lo avevano preso in giro, <<Sta
calmo curatore, non sei il solo a essere nervoso>> disse la Hem che
all’improvviso si fece seria. <<Non sono nerv …>>, <<Shhh, fate silenzio! Ho sentito un
rumore>> lo zittì la ragazza estraendo uno dei suoi pugnali
preferiti. Reilhan avrebbe voluto ribattere, ma presto anche lui ebbe modo di
udire qualcosa di sospetto. Xera si sollevò lentamente e, con la coda
dell’occhio, incominciò a scrutare l’ambiente in torno a lei. Zabora invece, preferì
restare accanto alle due ragazze che, a causa del rito in corso, non avevano
alcuna difesa. Nessun angolo della radura fu lasciato incustodito, sebbene la
situazione fosse immutata. Quando a un tratto il fogliame si mosse,
attirando così l’attenzione di tutte le giovani leve. Il movimento continuò per
diversi secondi e l’attesa accrebbe l’ansia dei ragazzi. Stanca d’indugiare,
Mihrrina prese la mira e con assoluta precisione lanciò il suo pugnale al
centro del folto cespuglio.
Tutto tacque per un istante, almeno fin a che uno
spaventato Kobay non balzò fuori dalla sua tana, scappando nella direzione
opposta. Il gruppo sospirò sollevato alla vista del pavido animaletto che
correva con la coda fra le gambe, suscitando non poca ilarità tra i ragazzi.
<<Stupido Kobay, adesso mi tocca
recuperare il pugnale>> gemette Mihrrina, che scocciata si recò
laddove aveva lanciato l’arma. Non ebbe tuttavia modo di raggiungerla poiché
una coltre nebbiosa all'improvviso la imprigionò. Xera corse in suo soccorso,
incurante del pericolo che non si era ancora mostrato, ma nel momento in cui la
nebbia le sfiorò la pelle, avvertì il corpo farsi pesante. Non poté resistere a
lungo e presto ricadde al suolo priva di sensi accompagnando, suo malgrado, la
giovane Hem. <<È un gas soporifero!>>
esclamò Reilhan coprendosi le narici e la bocca con la mano, mentre con l’altra
strinse il Maglio. Anche Zabora lo imitò e subito sguainò la spada
incamminandosi verso il corpo della sua Novizia. <<Che cosa pensi di fare?>> gli intimò il curatore
afferrandogli il polso, <<Aiutare
Mihrrina, mi sembra ovvio>>, <<e quale parte di “gas soporifero”
non ti è chiara? Se respiri la nebbia farai la loro stessa fine. Non ci pensi
a Faiha? Chi la proteggerà?>>. Zabora indietreggiò, le parole di
Reilhan lo avevano fatto riflettere. <<Non appena la nebbia si sarà dissolta, aiuterò le nostre amiche>>
lo rassicurò ma qualcuno non fu d’accordo.
<<Prima che la nebbia si dissolva, tu sarai già nel regno eterno>>.
Una voce maschile, a tratti
familiare, si unì alla conversazione. La radura era avvolta dal gas e per i due
ragazzi non fu semplice comprende da dove provenisse quel suono. <<Oggi però mi sento buono, perciò consegnatemi
l’artefatto e vi lascerò vivere>>. Reilhan scrutò l’ambiente da cima
a fondo, ma non scorse nulla d’insolito <<Chi sei e perché sei interessato al nostro artefatto?>>
domandò tentando di distrarlo con le sue parole, ma invano. Una freccia, infatti,
gli sfiorò il viso, schiantandosi sul tronco retrostante. Il graffio iniziò a
sanguinare senza tuttavia intimorire il Novizio. <<Fate quello che vi dico, se ci tenete alla pelle>> ripeté.
Zabora si avvicinò al corpo di Faiha, creando una sorta di scudo umano, Reilhan invece restò immobile al centro della radura, tentando di individuare
il suo avversario. <<Quanto coraggio
per uno che conduce un duello nascosto dietro un albero, hai forse
paura?>> lo provocò nella speranza di farlo uscire allo scoperto e la
sua astuzia andò a buon fine. <<Io
non ho paura di nessuno!>> tuonò la voce piombando su di loro dal
cielo. Un balzo felino lo condusse al cospetto dei due ragazzi, rivelando
infine la sua presenza. Aveva un mantello logoro che lo proteggeva, mentre un
cappuccio gli copriva il volto.
Reilhan lo riconobbe <<Ci siamo già visti, sei quello che ha rapito
Elesya già una volta>> lo additò. <<Quale onore. Ho un posto speciale nei tuoi ricordi, non sono mai stato
più felice in vita mia>> ironizzò l’aggressore. Senza perdere tempo,
il ragazzo tese l’arco che però era vuoto e quando la corda raggiunse la
massima estensione, lasciò la presa. Una serie di frecce si materializzò a mezz’aria,
costringendo il Novizio ad acquattarsi per scansare l’inaspettato attacco. I
suoi riflessi tuttavia non furono abbastanza pronti, poiché una delle frecce
colpì il suo braccio. Il dolore si diffuse in fretta ma non gli impedì di
rialzarsi. Ritrovata la concentrazione, avvolse il Maglio di candide fiamme, per
poi scagliarsi contro il suo avversario. Con entrambe le mani afferrò il manico
dell'arma prediletta e ruotando il bacino per imprimere maggiore slancio
al colpo, sferzò l’aria bruciandola con le sue fiamme. Il nemico però fu molto
agile e come nulla fosse, evitò il tempestivo contrattacco del Novizio. Reilhan
non si arrese e sebbene il braccio gli dolesse, non si perse d’animo.
Sfruttando la spinta del precedente colpo, ruotò su se stesso e accostate le
braccia al petto, si lanciò alla volta del suo nemico. Il peso del Maglio agevolò
i suoi movimenti e grazie al controllo acquisito nel corso degli anni, fu in
grado di colpire l’avversario rompendogli il braccio.
Inginocchiato a terra a
causa del dolore, il nemico fu alla mercé di Reilhan che senza esitare gli
strappo il cappuccio di dosso. Il Novizio inorridì quando riconobbe il volto
del suo avversario. Era Norwen, non vi erano dubbi. Persino Zabora trasalì
nel momento in cui scorse il suo viso. Reilhan indietreggiò piano, creando una certa
distanza tra loro. <<Pensi di aver
vinto, ma è qui che ti sbagli>> lo minacciò Norwen contraendo il viso a
causa del dolore lancinante. Fu in quell'istante che il curatore notò in lui
qualcosa d’insolito. Al centro della fronte, infatti, vi era una runa da cui
si diramavano una serie di vene nero pece, sintomo di un avvelenamento in corso.
Attorno ai suoi occhi, un tempo sereni, si stagliavano profonde occhiaie che
risaltavano a causa dell’eccessivo pallore del viso. A tratti gli parve
irriconoscibile, osservandolo con più attenzione. <<Che cosa ti è successo?>> domandò tremante, <<Bizzarro che sia proprio tu a pormi questa
domanda, il mio braccio è rotto a causa tua>> rispose Norwen ironico,
<<Non prenderti gioco di me, perché
ci hai voltato le spalle?>> lo incalzò ancora una volta. << Non so di cosa tu stia parlando>>
affermò l’arciere e stranamente parve sincero. <<Sai chi sono io?>> asserì Reilhan, <<Sicuro, un uomo morto>>. Risollevatosi
con agilità, rientrò in possesso dell’arco che poco prima aveva perso a causa
dell’attacco di Reilhan e tendendolo di nuovo, bersagliò il curatore di
frecce.
Una di queste gli perforò la coscia, mentre un’altra gli sfiorò la
spalla. <<Norwen non pensi a
Mihrrina?>> Zabora tentò di farlo ragione chiamando in causa la sua
amata, ma neanche questo servì allo scopo. <<Perché dovrei pensare a qualcuno che non conosco? Inoltre chi sarebbe Norwen?>> sentenziò l’arciere arretrando dinanzi al guerriero.
<<Zabora è tutto inutile, i suoi
ricordi sono stati cancellati … temo sia manovrato da qualcuno>>
spiegò Reilhan gettando le frecce da una parte. Non ebbe modo di curare le
sue ferite, poiché una terza serie di frecce piovve fulminea. Zabora però fu
più rapido e frapponendosi tra il curatore e lo sciame acuminato, innalzò una
barriera che rese nullo l’attacco dell’arciere. Reilhan gli fu riconoscente,
<<è Faiha che devi ringraziare, l’orecchino
che indosso è infuso della sua magia>> rivelò sbrigativo. <<Che cosa facciamo? Mihrrina non mi
perdonerebbe mai se facessi del male al ragazzo che ama>> confessò
Zabora, <<Credo di avere un piano, devo
avvicinarmi a lui quanto basta per toccarlo, sebbene le sue frecce siano per me un muro
inespugnabile>> disse Reilhan, <<Se sono solo quelle ad impensierirti, lascia fare a me. Preparati
adesso, avremo una sola occasione!>>.
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