Cap. 12 Lodo, il signore delle paludi
Il primo sole fece capolino
dalla sottile linea che divideva il cielo e il mare, illuminando con la sua luce
Kodur che lentamente incominciò a svegliarsi. Gli alberi e le strade si tinsero di
sfumature dorate e man mano che il sole si stagliava nel cielo, andarono schiarendosi. La magia si ripeté con il secondo sole che seguì il primo dopo
alcune ore, benché diversi abitanti del villaggio avessero già iniziato la loro
giornata. L’aria era particolarmente calda per quel periodo dell’anno, a tal
punto da permettere alla guerriera di sostare sulla terrazza con piacere.
Erano trascorsi quattordici giorni dal triste combattimento e da allora Elesya
non aveva fatto altro che dormire. Con l’aiuto del gruppo di Mihrrina erano
riusciti a trasportarla fino alla locanda di Aldaria, dove la gentile donna
offrì loro riparo senza chiedere nulla in cambio. La Hem e i due amici decisero
di incontrare Murdar per primi, sia per esporre la loro versione sia per
discutere con lui circa la prova finale. In quell’occasione ebbero modo di
ricongiungersi con Shùly e Keldas che, in pena per il proprio Novizio scomparso,
erano accorsi dal saggio. Anche Xera e Reilhan furono interrogati a lungo
da Murdar, il quale non mise mai in dubbio le loro parole. Da quel giorno però
non avevano fatto altro che attendere il risveglio di Elesya la quale,
per ragioni sconosciute, non sembrava rispondere al potere curativo del
Novizio.
Una brezza frizzantina mosse i capelli scarlatti della fanciulla, che con la mente altrove, se ne stava immobile ammirando il panorama. Ne fu talmente
rapita da non accorgersi della presenza di Reilhan fino a che non le fu
accanto. <<Buongiorno!>>
la salutò stiracchiandosi, <<Buongiorno Rei>> rispose accennando un sorriso. <<Sono sicuro che si possa fare di
meglio!>> la punzecchiò sebbene il morale di entrambi fosse il
medesimo. <<Novità?>>
domandò la ragazza sperando in buone nuove, <<Tutto come al solito, dorme profondamente>> disse appoggiando
i gomiti alla fresca ringhiera di ferro battuto. <<Hai provato a interrogare …?>> azzardò con cautela il
ragazzo, <<Quell'essere non si
degna di rispondermi, inoltre è fuorviante cercare di comunicare con un
bastone>>, s’indispettì Xera. <<Lo sai che non è una comune arma; quando Elesya si è assopita, ci ha
assicurato che si sarebbe risvegliata>> asserì il curatore, citando
le esatte parole dell’artefatto, <<Lo
ha detto quattordici giorni fa e da allora non si è più preso la briga di divulgarci
altre informazioni>> insistette esasperata dalla lunga attesa.
<<Si sveglierà nel momento in cui sarà guarita,
bisogna solo avere pazienza … dopotutto non è la prima volta che affrontiamo
una situazione simile>> aggiunse Reilhan sorridendo sotto i baffi.
Xera alzò gli occhi al cielo, sapeva, infatti, che in un duello verbale l’amico aveva
sempre l'ultima parola.
<<Che cosa
facciamo adesso?>> gli chiese fissandolo distrattamente. <<Dunque …>> Reilhan iniziò a stropicciarsi
il pizzetto e la guerriera abbozzò un risolino, <<Perché mi deridi?>> ironizzò il Novizio, <<Ripensavo alla prima volta che ci siamo
incontrati>> confessò Xera, <<Jarak>> aggiunse incrementando il fragore della risata.
<< Noto con piacere che prenderti
gioco di me ti diverte!>> esclamò
fingendosi contrariato e lasciando spiazzata la ragazza, che subito gli si
accostò preoccupata, <<Da quando
sei diventato tanto permaloso?>> lo redarguì muovendo il capo da un
lato all'altro della schiena, con la speranza di scorgerne il volto divertito.
<<Senti chi parla … “Testa calda”>>
le rispose a tono, voltandosi per ammirare l’espressione indignata dell’amica.
<<Questo sciocco nomignolo che mi
hai affibbiato sin dal primo giorno … non lo sopporto>> confessò
offesa e incrociate le braccia, fu lei a dargli le spalle questa volta,
<<E poi sono io il permaloso! Dai
su, lo sai che stavo solo scherzando!>> si giustificò e sfioratole il
braccio con la mano, la invitò a girarsi, per scoprire suo malgrado che la
ragazza si era presa gioco di lui. <<Ma
… non ti facevo tanto astuta>> l’ammirò guardandola negli occhi. Si
scoprì così a fissarla a lungo con piacere, contemplandone la bellezza che in quei lunghi mesi era sbocciata. Della lunga chioma non restava che un
caschetto sbarazzino, tuttavia era un’acconciatura che le donava poiché ne
esaltava il viso sinuoso e roseo.
Continuò a guardarla con intensità fino a che la ragazza non lo riprese. <<Smettila!>>
bofonchiò arrossendo. << Di fare
cosa?>> la provocò, adorava vederla rifuggire dagli sguardi
insistenti. <<Lo sai! Mi fissi in quel
modo … è imbarazzante!>> lo ammonì contemplando il panorama. <<Non farmene una colpa, sei così bella da
lasciarmi senza fiato. Perciò non posso fare altro che guardarti in
silenzio>> le confessò e Xera si sentì avvampare. <<Che cavolo vai farneticando? Stamane i tuoi
scherzi sono del tutto fuori luogo>> lo rimproverò arrabbiata ma allo
stesso tempo lusingata. <<Chi ti
dice che io stia scherzando?>> la punzecchiò e la guerriera non poté
che voltarsi di scatto, osservandolo a bocca aperta. Fu allora che Reilhan
iniziò a ridere di gusto. <<Il mio
onore è stato vendicato, ora mi andrebbe proprio una fetta di torta alle more
per festeggiare la vittoria>> disse stiracchiandosi di nuovo e dirigendosi verso la porta di legno consunto che conduceva alle scale. Xera al
contrario non mosse un passo, non sapeva, infatti, se essere contrariata per il
tiro mancino subito o esserne sollevata. <<Che fai ancora lì Testa calda? Forza, datti una mossa o non resterà nulla
della torta>> la esortò tendendole la mano in segno di resa. La
guerriera strinse gli occhi a fessura, mostrando così il suo disappunto, ma al
contempo non si fece ripetere l’invito due volte.
Lo raggiunse con due falcate
ma non ebbe modo di cantargliene di santa ragione, poiché il Novizio la prese
per mano trascinandola verso le cucine. <<Rei non c’è bisogno di affrettarsi in questo modo, Aldaria ha una
dispensa ben fornita>> gli ricordò sperando di ridurre, seppur di
poco, la velocità dei suoi passi e quindi il rischio di cadere rovinosamente
per le scale. <<Dai pigrona,
correre un po’ non potrà farti che bene>> la provocò, <<Ma se poco fa hai detto che sono
bellissima>> lo incalzò e il Novizio, preso contromano, si distrasse
a tal punto da scivolare sull'ultimo gradino, cadendo di spalle sul pavimento
del primo piano. Non contento inoltre, trascinò con sé la fanciulla, che ben
presto si ritrovò suo malgrado sopra di lui e tra le sue braccia. <<Ti darei un pugno in pieno volto, in questo
momento>> lo avvertì imbarazzata e arrabbiata allo stesso tempo,
<<La frase che ogni uomo vorrebbe
sentirsi dire dalla donna che stringe a sé>> ironizzò senza tuttavia
scomporsi. Di nuovo in piedi, la guerriera tese la mano al compagno che, approfittando
del gesto premuroso, si ricompose prima di farsi notare dagli altri commensali.
<<Ti sei fatto male?>>
domandò la fanciulla incuriosita, <<Si
proprio qui>> disse lui indicando il petto e Xera arrossì non volendo, <<Non pensavo fossi tanto
pesante, dovresti correre più spesso>> aggiunse scappando a gambe levate dalla ragazza, che non
a caso prese a inseguirlo stringendo l’elsa di Rhinvel.
<<Attenta, non vorrai arrostire
qualcuno?>> la redarguì senza oscurare il sorriso compiaciuto che la fece infuriare ancora di più. <<Non temere ho una mira perfetta>> rispose a tono la guerriera.
<<Non direi, per poco non
incenerivi una foresta>> le ricordò aumentando il passo. Finalmente
davanti alle cucine, Reilhan provò a entrare, ma qualcuno attirò la sua
attenzione e così quella di Xera. <<Quanta
energia di primo mattino!>> esclamò un ragazzo dall'aspetto familiare. Aveva lunghi capelli corvini e un cipiglio inconfondibile. <<Eppure dalle voci che ho udito, dovreste
piuttosto sperare che nessuno vi noti>> affermò alzandosi in piedi
dopo aver finito di consumare il suo pasto. Xera corrugò la fronte tentando di
ricordarne il nome, <<Non affannare
la tua testolina!>> le rispose quasi leggendone i pensieri. <<Non ci siamo presentati in maniera
ufficiale. Il mio nome è Dereth Lusio comunque, sebbene creda che la chiave di volta per ricordare sia il mio Fioretto, piuttosto che un nome>> la
provocò. Xera sgranò gli occhi e istintivamente si mosse verso di lui. Reilhan
tuttavia alzò il braccio e le sbarrò la strada. <<Che cosa vuoi?>> gli intimò con voce greve. <<Da te? Nulla. Da lei invece vorrei un
favore!>> lo spiazzò. <<Un
favore? Stai scherzando vero?>> lo incalzò il Novizio anticipando di
poco la reazione della ragazza. <<Non
scherzo mai quando propongo un affare!>> confessò <<O forse non è semplicemente nella mia natura
scherzare!>> aggiunse chinando il capo di lato dopo aver poggiato la
mano sul fianco. I suoi profondi occhi grigi fissavano Xera senza pudore e
presto Reilhan divenne irrequieto. <<Ammetto
di aver avuto difficoltà nel riconoscerti priva di quel fiocco tanto
ridicolo>> asserì avvicinandosi alla fanciulla che il Novizio
nascondeva dietro il suo corpo.
<<Non
avanzare ancora>> lo minacciò. <<Tranquillo amico, non ho intenzione di combattere!>> lo
rassicurò alzandole braccia in segno di resa. << Io non sono tuo amico!>> precisò Reilhan arretrando di
qualche passo, giusto il necessario per ristabilire una certa distanza tra i
due. <<Come ho già detto, voglio
solo proporvi un affare; a fine lavoro ognuno riprenderà la propria strada e
voi potrete ricominciare a tubare come due piccioncini>> lo
punzecchiò facendogli intendere di aver assistito alla scena. Xera arrossì per l’imbarazzo e quel sentimento non fece che incrementare
il suo astio nei confronti di Dereth. Non avrebbe mai dimenticato, infatti, la
pena provata mesi prima dopo che il ragazzo aveva pugnalato al cuore Elesya. <<Non farei mai affari con uno del tuo calibro! Adesso
vattene prima che te ne faccia pentire>> sentenziò la guerriera.
Dereth scrollò le spalle e scuotendo il capo, riprese la bisaccia dal dorso
della sedia. <<È un vero peccato>>
mormorò fingendo di non essere ascoltato, <<Questo incarico sarebbe stato un lasciapassare per la prova finale>>
aggiunse voltando loro le spalle, <<Che cosa intendi dire?>> domandò Xera, incuriosita suo
malgrado. <<Lascia stare>>
la ammonì il Novizio <<Non abbiamo
bisogno di lui>>, <<Davvero? Sorprendente, non avevo mai conosciuto qualcuno con la tua sicurezza>> ironizzò Dereth, <<Confido
nelle mie compagne e “insieme” affronteremo l’ultima prova senza aiuti
esterni>> decretò certo della sua affermazione. <<Anche se questo vorrebbe dire affrontare Lodo da soli?>>
sentenziò il ragazzo. Reilhan sbarrò gli occhi dallo stupore. Un brivido freddo
gli percorse la schiena, la fame di colpo svanì e al suo posto una forte nausea
prese il sopravvento.
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