Cap.
7 Rhinvel, la spina di rosa.
Quando i ragazzi
abbandonarono il castello, si trovarono dinanzi un nuovo scenario. L’ambiente
malsano e tossico della foresta nera era mutato e al posto delle lunghe radici
spinose, era comparso un bosco lussureggiante con alberi maestosi e dall’apparenza
antichi. <<Com’è possibile?>> si domandò Xera incredula.
<<Quei rovi erano il frutto di una magia della regina. Con la sua
morte sono svaniti, rivelando il vero aspetto di questo posto>>
spiegò Reilhan.
Trascorsero due giorni e
presto il gruppo raggiunse Kodur. Elesya congedò la creatura, giunta infine presso
la locanda di Aldaria che non appena vide i tre ragazzi, li accolse a sue spese
affinché riposassero. La donna aveva una certa simpatia per Xera poiché le
ricordava Mya, la giovane nipote da qualche tempo partita alla volta di Nortor.
Essendoci numerosi ospiti in quel periodo, Elesya e Xera dovettero dividere la
stanza; a Reilhan invece ne toccò una più piccola e vicina alle cucine, ma nessuno
osò lamentarsi. Aldaria li rifornì anche di nuove vesti e nuovi mantelli che
però i ragazzi vollero pagare, considerando che già in passato avevano potuto
apprezzare la grande generosità della donna. Mentre la guerriera riposava,
Elesya rammendò al meglio i loro vecchi abiti poiché ancora utilizzabili, per
poi lavarli e stenderli sulla panoramica terrazza della locanda.
Ammirare l’ameno
paesaggio, riuscì a risollevarla dopo giorni di sofferenze. Anche Reilhan
subito la raggiunse, confessando alla maga che quello era il suo posto
preferito in assoluto. Era quasi il crepuscolo e il secondo sole lentamente si
nascose dietro la sottile linea che divideva il cielo e il mare. Ogni edificio
si tinse di rosso e arancione e tramite i riflessi sulle finestre, i colori del
tramonto si diffusero in ogni strada del villaggio. Sulla cima della scogliera
la casa di Murdar era la più luminosa, potendo godere di una posizione
privilegiata offertale dall’altezza. Dal camino fuoriusciva del fumo color
smeraldo, che suscitò nei ragazzi ilarità e allegria. Elesya osservò Reilhan,
il suo viso era stanco ma rilassato. La barba incolta e i capelli lunghi sino
alla fine del viso, gli conferivano un’aria vissuta e un po’ trasandata,
tuttavia nel complesso non mitigavano il suo fascino. Gli occhi blu come il
cielo del tardo pomeriggio e i capelli rossi, rendevano quel ragazzo molto
attraente.
Elesya arrossì ma subito distolse lo sguardo, temendo di destare l’attenzione
del Novizio. <<Come stai?>> gli chiese, interrompendo il
silenzio. <<Sono stato meglio, in verità! Non riesco a riposare come
vorrei! Ogni volta che chiudo gli occhi, rivedo me stesso pugnalare Xera senza
provare rimorso o dispiacere. In seguito tocca anche a te, mentre io me ne resto
fermo, guardando i vostri corpi senza dire una parola>>. Il ragazzo
nascose la testa tra le mani, ed Elesya gli si accostò. <<Non è colpa
tua!>> gli disse, <<Goreha ti aveva plagiato con il suo
veleno. Non eri in te! Inoltre tu stesso hai potuto constatare, che le azioni non
sempre sono guidate dalla nostra volontà. Quella cicatrice sul petto non ha
incrinato la vostra amicizia, perché sapevi che Xera non era cosciente quando
te l’ha inferta. Lo stesso sarà per lei. Grazie a te poi, le è rimasta solo un’impercettibile
cicatrice che nemmeno si nota. Facciamo che siete pari!>> aggiunse
sorridendo e se anche l’umore del Novizio non era migliorato, si sentì un po’ più
sereno.
Quando i ragazzi
abbandonarono la terrazza, il cielo era puntellato di stelle e nella locanda
incominciò a diffondersi un piacevole profumo di carne arrosto. Spazzolarono la
loro cena in men che non si dica e ancora esausti, tornarono nelle loro stanze
per riposare. Non appena il primo sole fece capolino, Elesya aprì gli occhi ma
si rese subito conto che il letto accanto a lei era vuoto. Si rivestì in fretta
e - scese le scale - si ritrovò nella stanza dal grande camino completamente sola.
Per alcuni minuti perlustrò l’intera locanda, ma di Xera nessuna traccia. Poi preoccupata
per la sua assenza, corse ad avvertire il Novizio che ancora assonnato, si
vestì in fretta per unirsi alle ricerche. Non percorsero molta strada tuttavia, poiché avvertirono due voci concitanti far baccano nel vicolo. Le due leve abbandonarono
la locanda per raggiungere il luogo in questione e vi trovarono Xera e Kowal nel
pieno di un’animata discussione.
La fanciulla stringeva tra le mani la lunga
spina scarlatta, mentre il fabbro se ne stava con le braccia conserte,
scuotendo freneticamente il capo. <<Non è un materiale adatto per
farne una spada. Si lavora con difficoltà, inoltre il compenso che ti chiederei
è troppo alto, perché tu possa permettertelo>> sostenne Kowal. Il
suo aspetto inculcava timore a causa della possente stazza e della vasta
cicatrice sull’occhio destro. Le sue braccia erano muscolose, dovendo sollevare
ingenti pesi e battendo il metallo ogni giorno. Aveva i capelli brizzolati: un
miscuglio tra il nero della notte e il candido della neve. E le sue folte
sopracciglia non erano certo da meno, seppur la destra fosse divisa a metà dai
resti di una vecchia ferita. Indossava i vestiti tipici di Kodur, più una
specie di corazza spessa, che proteggeva il fabbro dalle scintille
incandescenti. Non a caso quell’armatura era gremita di schegge metalliche sul
ventre. Sulla cintura erano disposti una serie di attrezzi indispensabili per
il suo lavoro, tutti un po’ malconci ma solidi e spessi.
Ogni volta che Xera
apriva bocca, lui scuoteva il capo e di conseguenza il lungo codino sulla
schiena, si muoveva come fosse la coda di un gatto. Reilhan abbozzò un sorriso.
Per quanto quell’uomo sembrasse spaventoso, la guerriera non parve intimorita e
senza peli sulla lingua, iniziò ad alzare la voce, sfidandolo sul suo stesso
campo di battaglia. Presto la strada divenne molto rumorosa e diversi abitanti
del villaggio iniziarono a far capolino dalle loro finestre, con il volto ancora
assonnato. Il Novizio dovette quindi intervenire. <<Ci perdoni signor
Kowal, la mia amica non voleva offenderla!>> affermò, ma Xera subito lo smentì. <<Mi è stato detto che saresti stato in grado
di piegare persino le montagne, pur di farne delle armi. Invece ora mi ritrovo
davanti a un vecchio pigro, il cui unico scopo nella vita è accumulare
denaro>> asserì incrociando le braccia attorno alla spina. <<Altri fabbri farebbero carte false pur di
realizzare una spada con un artefatto tanto prezioso. Il “Cuore di Goreha, la
regina delle rose” è qui dinanzi a te e tu cosa fai? Scuoti il capo, solo
perché non posso offriti la cifra che mi chiedi. Ti ho proposto l’intero compenso
della missione appena svolta, ma hai rifiutato, dimostrando che la tua avidità
è pari alla fama che ti contraddistingue>>.
Reilhan restò senza
parole. <<Che cosa gli avresti
promesso?>> affermò sbalordito, ma subito distolse lo sguardo
dall’amica per concentrarsi sul nerboruto uomo dagli occhi furenti. In un primo
momento sembrò sul punto di esplodere, poi però si calmò e iniziò a ridere così
forte da far tremare i muri della fucina. <<Ne hai di carattere, bambina!>> bofonchiò dandole una sonora
pacca sulle spalle che le fece quasi perdere la presa sulla spina. <<trecento monete d’oro, non una di
meno!>> aggiunse lanciandole un eloquente sguardo che le fece
comprendere di non dover insistere oltre. <<Ci sto!>> rispose la ragazza stringendo con forza la mano
dell’uomo. <<Per Lanth, che presa
decisa! È tempo di mettersi a lavoro, avrai così modo di racimolare le monete
che mi hai promesso>> disse prima di congedarsi con in mano l’artefatto.
Elesya riprese a
respirare. <<Possibile che nulla ti
spaventi?>> lamentò con una mano sul cuore, come a volerlo trattenere
nel suo corpo. <<Posso dire lo
stesso di te, amica mia!>> asserì Xera circondandola con il suo
braccio, <<Sei tu che vanti una
scheggia nel cuore!>> mormorò facendole un occhiolino. Elesya
arrossì e avvolta dal calore della guerriera, la strinse a sua volta
incamminandosi verso la bottega del vecchio speziale. Reilhan invece continuò a
lamentarsi, facendo notare alla sua amica che la somma pattuita avrebbe
prosciugato le loro intere finanze, senza contare che la ricompensa era di sole
duecento monete e non trecento. <<E
tu credi forse che quell’uomo se la caverà con duecento misere monete?>>
spiegò irritata. <<Siamo quasi
morti … me ne deve minimo quattrocento!>>.
Il curatore preferì
non contestarla, quando Xera si metteva in testa qualcosa, era difficile
dissuaderla. Inoltre avvertiva ancora una certa tensione anche solo nel parlare
con lei. La guerriera si fermò bruscamente. Poi voltandosi di scatto si avvicinò al
Novizio quanto bastava per condividere quasi lo stesso respiro, tanto da costringerlo
ad arretrare per l’imbarazzo. Sollevandosi sulle punte dei piedi, si portò
alla stessa altezza dell’amico e lo fissò torva. <<Che cosa stai facendo, Reilhan?>> sbraitò. Il curatore però
non seppe rispondere poiché colto alla sprovvista. <<Non so di cosa tu stia parlando! Inoltre non ti garantisco una serietà duratura,
se continuerai a parlarmi con le movenze di una danzatrice>> disse
cercando di cambiare argomento ma Xera era caparbia e non accettò la sua
risposta. Tornando con i piedi per terra, la guerriera si avvicinò ancora una
volta, <<Sai di cosa sto parlando!
O devo forse ripeterti le parole che hai detto a me in quel bosco? Vuoi che mi
spogli per mostrarti la cicatrice? Magari ti convinceresti più facilmente in
questo modo!>>, affermò infine.
Reilhan sospirò, poi rassegnato,
abbassò le spalle e prendendo per il polso l’amica dall’aria ancora
imbronciata, la trascinò in direzione della bottega. Anche Elesya si unì al
compagno, cingendogli il braccio con le mani e insieme s’incamminarono per terminare
la loro missione. <<Ammetto che mi
sarei aspettato una proposta migliore da una donna!>> disse
volgendole le spalle, <<Andiamo! Invitare
un uomo a guardare il proprio corpo senza vesti, dovrebbe essere un momento
speciale! Se lo fai con quella faccia però, ti assicuro che per quanto tu possa essere
bella, l’uomo scapperà a gambe levate!>>. Xera arrossì e subito provò
a controbattere ma Reilhan la spinse a sé e ponendole un braccio sulle spalle,
la ringraziò. Con l’altro braccio invece strinse allo stesso modo Elesya; dopo
tanto tempo non si sentì più solo.
Sei brava a scrivere, riesci a rendere interessante il racconto.. Si vede la tua passione per i particolari (e diventa ad ogni pagina sempre più piacevole).. Non è una critica che toglie molto alle impressioni positive che ho ricevuto da questa lettura ma penso che dovresti "limare" (scusa il termine, intendo dire rendere più colloquiali possibili) i dialoghi diretti tra i protagonisti (con goreha ci stava date le circostanze e la natura del personaggio ma avvolte e come se mettessi uno schermo davanti ai personaggi quando esprimono i loro sentimenti .. . Per farti un esempio il dialogo reilhan-elesya di fronte al tramonto non è abbastanza spontaneo e toccante) . In sostanza mi lamento un po' del pathos. Comunque sei sempre meglio e non mi stupirei un giorno a vederti in vetrina.. Spero presto e intanto faccio il tifo per xera..e per te naturalmente. Sei un appuntamento fisso ormai ^^
RispondiEliminaGrazie mille per i complimenti e le critiche che trovo molto costruttive e mi serviranno per migliorare. Se vuoi, iscriviti alla mia pagina Facebook, mi potrai contattare personalmente e magari potremo approfondire i tuoi suggerimenti. I vostri punti di vista sono molto importanti per me. Grazie ancora.
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