Quando tutti i compagni
furono finalmente riuniti della stanza del Novizio, Alea non si perse in
chiacchiere e prendendo subito la parola, spiegò ai tre amici le sue opinioni
in merito al duello precedente. Il primo punto trattato fu la presunta dipartita
di Elesya, <<Non ne sono ancora sicura ma penso che la tua morte sia stata solo apparente, in altre parole: quando quel Dereth ha infilzato il tuo
cuore come uno spiedino, anziché ucciderti ti ha indotta in un sonno
profondo>>. Al che il curatore disse. <<Indubbiamente
il tuo modo di esporre i fatti può definirsi più che conciso, sento tuttavia
di dover dissentire poiché sono certo che Elesya fosse morta; al contrario, i
miei poteri me lo avrebbero rivelato!>>. Alea camminò avanti e dietro
per tutto il perimetro della stanza, poi quasi colta di sorpresa, aggiunse.
<< Credo allora di aver compreso come sono andate le cose: quando il
tizio ha colpito Elesya, non le ha ferito il suo corpo bensì la sua anima. È una
magia piuttosto complessa e questo spiegherebbe in effetti, come mai i poteri
del curatore siano stati ingannati>>, <<Non capisco!>>
ribatté perplessa Xera.
<<Nel momento in cui la nostra anima subisce un trauma, qualunque
esso sia, anche il corpo manifesta delle conseguenze e su questo principio
alcuni maghi hanno sviluppato i propri poteri. Non tutti, infatti, sanno che
interferire con l’anima di un individuo, equivale a ucciderlo o comunque a
ferirlo gravemente. La cosa peggiore inoltre è che la comune magia curativa risulta
del tutto inutile contro di essa>>. Reilhan, scettico, si sollevò di
scatto dal letto riaprendo così le sue ferite. <<Ho visto il sangue di
Elesya scorrere tra le mie mani, non credo quindi che quel tizio si sia
limitato a ferirle lo spirito>>. Alea obiettò <<Per quel che concerne la ferita, sono ancora in alto mare; a
questo punto credo si sia trattato di un inganno, il cui obiettivo era forse
quello di deconcentrarvi e quindi rendervi incapaci di affrontare il duello al meglio
delle vostre capacità>>.
Tutte quelle domande iniziarono a ronzare
vorticosamente nella testa delle giovani leve fino a quando il curatore non
intervenne di nuovo <<Di che danno stiamo parlano? Ho già estinto
il taglio che aveva sul collo!>> rispose perplesso. <<Forza
Xera spogliati e fai vedere loro quei lividi … perché mi guardi in quel modo? Ho per
caso detto qualcosa di sbagliato?>> asserì agitando la coda, <<Non
credo sia necessario spogliarmi>> rispose la guerriera e alzando una
manica, mostrò i segni che Dereth le aveva lasciato sulla pelle. <<Tutto
questo è assurdo!>> affermò Reilhan ad alta voce, sollevandosi
nuovamente dal letto. <<Smettila di agitarti Rei o le tue ferite
torneranno a sanguinare>> lo ammonì Elesya, rimboccandogli le
coperte.
<<Nemmeno un Hòros è riuscito a lasciare dei lividi sul corpo
di Xera, ho persino ipotizzato che la sua pelle fosse simile al metallo>>
poi ignorando le occhiatacce della guerriera, restò in silenzio assorto nei
suoi pensieri. << E se anche Dereth fosse …>> ma non poté finire
la frase poiché Alea sovrastandolo, aggiunse <<Lo escludo! Il mio fiuto
non sbaglia mai, se lui fosse un Tohua, io lo saprei!>>. Di nuovo calò il silenzio. <<Statene
alla larga fino a quando non avrete informazioni migliori!>> dichiarò risoluta, infine.
Improvvisamente qualcuno
bussò con forza alla porta della stanza dieci. <<Che sia Hillin che ci
ricorda l’ora di cena?>> ipotizzò Elesya timorosa. <<Ah no,
non credo proprio; purtroppo il pasto è ancora lontano>> rispose
sconsolata Alea. <<Capitano, so che è li dentro!>> urlò
qualcuno al di la del'uscio, continuando a percuoterlo ripetutamente.
<<Oh mia Dea! Mi hanno trovato!>> affermò la spadaccina
sollevandosi in fretta dalla poltrona e cercando quindi di fuggire dalla
finestra. La porta però si spalancò e Alea non poté più scavalcare il davanzale.
Una fanciulla dai capelli corti e biondi come il grano maturo entrò
forzatamente nella stanza. Con lo sguardo funesto e affaticata per aver
sfondato l'anta, raggiunse la ragazza senza degnare gli altri di una sguardo
per poi assumere, al suo cospetto, una posa assai rigida con una mano sul petto.
<<Mio Capitano, Te ora Mure
ore>> disse, infine terminato
il saluto, abbandonò ogni tipo di formalità e con circospezione esaminò tutta
la stanza. <<Siete voi la giovane
donna che il mio Capitano ha allenato per una settimana?>> domandò a
Elesya che confusa, si limitò a scuotere il capo dissentendo. La
fanciulla allora concentrò tutto il suo astio contro Xera che turbata dalla
nuova arrivata, chiese spiegazioni alla mentore. <<Che cosa ci fai qui Saya?>>
affermò Alea ricomponendosi. <<Saya
Rakan a rapporto, mio Capitano! L’onorevole Murdar mi ha concesso di approdare
su Horsia per comunicarti delle notizie urgenti e “riservate”!>>
rispose ponendo l'accento sull'ultima parola con il tono della voce.
<<Va bene,
possiamo parlarne nella mia stanza, ma prima dovrai scusarti con queste
persone: non è opportuno invadere le camere altrui in questo modo >>
la ammonì severa e Xera non poté essere più d’accordo. Saya fu ben lieta di
porgere le sue scuse al curatore e alla maga, quando però toccò alla guerriera, la ignorò per poi uscire dalla stanza visibilmente infastidita.
<<Che
cosa le ho mai fatto!>> si
domandò ad alta voce, perplessa dinanzi
a una simile reazione. <<Non farci caso: Saya non sopporta che io
venga meno ai miei doveri di Capitano. Deve aver saputo che ho abbandonato
Nortor per te e ora … si posso affermare che ti detesti; mmh, ignorala te ne prego.
Quando avrete modo di conoscervi meglio, ti renderai conto di quanto sia
gentile in realtà … a momenti … con la luna piena … e dopo una festa a base di
vino speziato>>.
Alea abbandonò la stanza
del curatore per raggiungere la sua sottoposta, dando così modo ai tre amici di
restare soli. <<Non appena avrò smaltito questo dannato veleno,
potremo finalmente riprendere la nostra competizione. Spero davvero di non incontrare ulteriori complicazioni:
a volte penso che qualcuno ci stia intralciando di proposito, divertendosi nel
vederci barcamenare in situazioni senza né capo né coda>> affermò
sconsolato il Novizio. <<Siamo stati solo sfortunati!>>
aggiunse Elesya sospirando poi rivolgendosi a Xera, domandò <<Che cosa
è accaduto durante la nostra separazione, mi sembri così diversa!>>.
La guerriera allora abbassò lo sguardo e
ripensando al supplizio subito, iniziò a narrare le sue disavventure. <<
È terribile!>> obiettò la maga, <<Capisco che volesse
spronarti, ma minacciarti in questo modo, è imperdonabile. Hai superato il rito,
possiamo quindi dedurre!>> asserì. <<Sì! C’è stato un
momento in cui ho pensato di non farcela, il potere di Alea è
inconcepibile>> spiegò, << è in grado di far emergere
strascichi della nostra anima a noi del tutto sconosciuti, per poi piegarli al
suo volere e infine sottometterli; il possedere inoltre ben due sigilli incisi sulla
schiena (cosa abbastanza rara) ha fatto sì che diverse entità albergassero nel
mio corpo e la loro continua diatriba presto o tardi mi avrebbe logorato.
Adesso però, grazie ad Alea, la mia anima ha ripreso il sopravvento e, se riuscirò
a mantenere lo status attuale, un giorno sarò in grado persino di controllare
la mia mutazione, proprio com'è accaduto a lei>>. In seguito alle spiegazioni
di Xera, i tre ragazzi poterono finalmente rilassarsi, ma non a lungo poiché Alea fece subito ritorno.
Con indosso il suo mantello e la borsa in spalla, era ormai pronta per
congedarsi dal gruppo. <<Ho ricevuto precisi ordini che questa volta
non posso ignorare>> spiegò, <<Purtroppo la nostra
resistenza a Nord di Nortor è stata annientata!>>, <<Capitano! Sono
informazioni riservate, non puoi rivelarle a dei civili>> lamentò
Saya contrariata. <<Non ti preoccupare, ben presto anche loro dovranno
affrontare la minaccia che si cela nel cratere Kroinei; è giusto che sappiano
quindi!>>. <<Kroinei hai detto? Ma non è dove si è
schiantato il meteorite oscuro>> replicò Xera sconvolta. <<Come
fai a saperlo?>> ribatté Saya, <<Io sono cresciuta a Dalihan
e la mia casa non è molto distante dal luogo dell’impatto>>. La
fanciulla guardò il suo Capitano con stupore e quasi bisbigliando, disse <<
È la ragazza Rouster?>> ma Alea le impose di tacere e Saya non
aggiunse altro. <<Che cosa sta succedendo? Mia madre è forse in
pericolo?>> asserì la guerriera allarmata.
<<Non temere, i
miei soldati stanno presidiando la tua città e inoltre io li raggiungerò
a breve; puoi quindi considerarla in una botte di ferro>>. Xera si tranquillizzò e sollevata, strinse la
mano della mentore ringraziandola più volte. Saya tuttavia non le permise di
continuare a lungo, poiché seccata dalla confidenza nata tra le due ragazze,
invitò il suo Capitano ad affrettare i saluti finali. <<Questo è un
arrivederci, sia chiaro! Conto di vederti presto tra le file dei miei
uomini>> mormorò rivolta a Xera, <<Per voi invece ci vorrà più
tempo, ma sono certa che le nostre strade sono destinare a incrociarsi ancora>>. Alea odiava perdersi in chiacchiere
per cui, fatte loro le ultime raccomandazioni, si congedò e in fretta abbandonò
la dimora del saggio Murdar.
Quando infine tornarono al
porto di Horsia, poco prima di imbarcarsi, Alea scrutò l’isola un’ultima volta.
Saya se ne rese conto e stringendosi al suo braccio, le disse <<Capitano
perché le avete mentito su sua madre?>>. La spadaccina s’intristì.
<<Quella ragazza ha già dovuto affrontare notevoli afflizioni, rivelarle quindi la verità, avrebbe compromesso tutto quello per cui ha tanto lottato.
Inoltre in questo momento non avrebbe potuto far nulla a riguardo … tuttavia
confido che un giorno non lontano, sarà per noi una risorsa preziosa e chissà
forse anche colei che risolleverà le sorti del nostro regno. Quel giorno però,
non è oggi!>>. <<Capitano, quella ragazza ti ha cambiata … lo
detesto!>> confessò Saya e Alea sorridendole, le rispose <<Tranquilla
tenente, sei sempre tu la mia preferita>>. Le fanciulle raggiunsero presto le proprie cabine: alla fine di quel viaggio, una guerra le attendeva.
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