venerdì 12 settembre 2014

Xera, la ragazza con la spada (pag. 93)

Il primo a risvegliarsi fu Reilhan con la schiena dolorante, poiché senza volerlo, si era ritrovato a dormire sul pavimento. Si stiracchiò ben bene alzando le braccia al cielo e in silenzio, si sedette sul divano ai piedi di Elesya che ancora sonnecchiava profondamente. Più in la sul letto, c’era invece Xera accompagnata dai due Hipis anch'essi addormentati tra le sue delicate braccia. Per un momento gli venne da sorridere dinanzi a quella scena tanto singolare, eppure resistette alla tentazione massaggiandosi invece la spalla provata per l’ottima mira dell’amica. Ripensò a quanto avevano vissuto insieme in quei lunghi mesi e a come sembrava essere passato un secolo dal giorno in cui quella ragazza era entrata nella sua vita come un fiume in piena. <<”Se lo avessi saputo, me ne sarei stato alla larga”>> mormorò ridendo sotto i baffi. Stanco infine di attendere, attraversò la camera in silenzio per ritrovarsi così nel corridoio gremito di porte numerate. Si chiuse l'uscio alle spalle e di filato entrò nella numero otto. 

La stanza era avvolta nella penombra, poiché le tende erano ancora tirate dall'ultima volta in cui la sua amica lo aveva strappato al sonno per mostrargli il nefasto sigillo. Anche il letto era ancora disfatto e per un attimo rimpianse di non averci dormito il giorno precedente. Quando aprì le tende, si rese conto che i Soli erano appena tramontati e lentamente le case di Kodur si stavano illuminando con le torce o candele presenti negli edifici. Da quella stanza inoltre vi era una chiara visione della piazza centrale, che per mezzo di falò strategicamente disposti in circolo, era diventata il ritrovo preferito di tutte le giovani leve dell’isola e non solo. Reilhan si chiese da quanto tempo non trascorrevano una normale giornata in compagnia dei loro amici, seppur sapesse fin troppo bene, che il loro soggiorno su Horsia era dovuto alla competizione in corso. Per di più la recente comparsa della runa sul collo di Elesya, aveva costretto i tre ragazzi a rivivere spiacevoli ricordi da molto accantonati. Reilhan passò una mano tra la folta chioma ribelle e senza rendersene conto, si ritrovò davanti allo specchio dopo tanto tempo. 

Inizialmente sorrise osservando il suo aspetto. Il volto era quasi del tutto coperto dalla rasa barbetta rossa che sugli zigomi sembrava fondersi con la capigliatura ormai troppo cresciuta. Gli abiti sporchi a causa del terriccio presente nelle grotte sotterranee, si era propagato anche sulla pelle che di tanto in tanto vantava ferite o abrasioni di cui neanche si era accorto. Il suo primo pensiero era sempre rivolto alle due amiche e sovente si ritrovava a trascurare se stesso al punto da dimenticare persino di curarsi. Quando alzò la mano per epurare le ferite con i suoi poteri, notò che persino le unghie erano diventate nere allo stesso modo degli abiti. Ben presto il suo aspetto trasandato non lo divertì più e fu allora che le parole dell’anziano padre gli tornarono alla mente: “Un uomo che non si cura di se stesso, non si curerà neanche del prossimo”. Per prima cosa allora fece un lungo bagno nella vasca al centro della stanza. In seguito invece si preoccupò di sfoltire la chioma e radere la barba, ma non del tutto. Sul mento, infatti, ne lasciò solo una piccola porzione. “Bentornato Reilhan” disse tra se e se. Indossò un cambio d'abiti donatogli da Aldaria e finalmente pronto, si recò di nuovo nella camera numero sei. 

Quando varcò l’uscio, le ragazze restarono ammutolite. <<Sei tu Rei?>> domandò ironica la guerriera pur tuttavia abbassando lo sguardo per l'imbarazzo. Il curatore se ne accorse e arrossendo anch'egli - ma senza darlo a vedere - sbuffò fingendosi offeso. <<Sembri un’altra persona Rei>> aggiunse Elesya fissandolo timidamente, <<Avevo proprio bisogno di una rinfrescata>> spiegò e portandosi un dito al naso disse <<e a quanto pare non sono il solo>>. Le due ragazze arrossirono per la vergogna e di nuovo il curatore si ritrovò nel corridoio, scacciato in malo modo. Anche Elesya uscì presto dalla stanza numero sei, per recarsi nella sette e darsi quindi una ripulita.
Xera si assicurò che i due Hipis avessero abbastanza erba prima di farsi un lungo e piacevole bagno caldo. Alla vista dell’acqua fumante però, i due animaletti non badarono più al cibo e correndo velocemente, si tuffarono nella vasca bagnando tutto il pavimento. Xera si tolse la schiuma dalla testa, ancora incredula per quanto era appena accaduto, ma subito ricordò le parole di Elesya circa il cambio di temperatura, che i due Hipis non avevano gradito. Fu allora che istintivamente cominciò a toccarsi in principio il viso e poi di seguito le altre parti del corpo, costatando suo malgrado che la temperatura corporea fosse più alta del normale. 

<<Ecco perché mi sono saltati addosso!>> esclamò dubbiosa. I due Hipis iniziarono a giocare con i lunghi capelli rossi della guerriera, nei quali si nascondevano per poi riemergere divertiti. Mentre Xera si asciugava dall’altro lato della stanza, le creature continuarono divertirsi nella vasca e ben presto piccole nuvole di schiuma ricoprirono ogni cosa. <<Voi due, smettetela adesso o Hillin se la prenderà con me!>> li ammonì senza sortire però alcun effetto. Anche Xera si ritrovò infine a indossare un cambio d’abiti pulito, che ricordava vagamente l’uniforme delle Giovani Leve con tanto di gonnellino imbarazzante. Dovette così fermare il coltello di Mihrrina direttamente sulla coscia e legare la cintola sulla vita. Il fodero della spada le sfiorò la pelle e contraddicendo il suo aspetto, risultò più freddo del metallo. Un brivido le percorse la schiena, facendole drizzare i capelli. <<Brrr!>> mormorò contrariata stringendosi nelle spalle. Legò i capelli in una lunga coda di cavallo grazie all’inseparabile fiocco rosso che pian piano era diventato sempre più logoro, sebbene Elesya lo avesse rammendato alla perfezione. I capelli solleticavano le gambe ogni qualvolta muoveva un passo e questo le fece detestare gli abiti corti ancora di più. 

Xera si occupò anche dei due Hipis, asciugandoli con delle tovaglie appese al catino della sua stanza. Non sembrarono contenti di uscire dall’acqua, ma allo stesso tempo non osarono contraddire la guerriera da cui si lasciarono abbracciare e nutrire. Xera uscì dalla sua stanza, fresca come una rosa, benché fosse notte fonda e presto si ritrovò a bussare alla porta di Reilhan dalla quale provenivano le voci dei suoi amici. Quando varcò l’uscio, vide il Novizio e l’amica scherzare spensierati e inevitabilmente non poté non notare quanto Elesya fosse femminile con indosso i nuovi abiti. Non erano molto diversi dai suoi, seppur alcuni dettagli sembrassero essere stati aggiunti in seguito. La camicetta bianca le cadeva alla perfezione, valorizzando le forme sinuose della giovane donna. Il gonnellino blu notte invece le copriva a stento le gambe, facendo risaltare la tenue abbronzatura che tuttavia non era riuscita a sostituire del tutto il pallore della sua pelle. Elesya fece scorrere la voluminosa chioma corvina sulla spalla sinistra, spazzolata minuziosamente, che le incorniciò il viso rendendola ancora più bella. Xera arrossì sentendosi stranamente a disagio. 

Non aveva mai badato al suo aspetto esteriore, nonostante Annabell l’avesse sempre esortata a diventare più femminile. Tuttavia con il passare del tempo iniziava a sentirsi sempre più inadeguata se paragonata alla cara amica. Reilhan le sorrise nel momento in cui li raggiunse, fissandola intensamente. Era l’unica persona in grado di metterla in imbarazzo con un solo sguardo. <<Smettila!>> gli disse arrossendo e voltandogli le spalle, si sedette sull'unica sedia vuota rimasta. <<Di far cosa?>> ribatté lui divertito, <<Lo sai>> si limitò a rispondergli evitando di incrociare il suo sguardo. Elesya sorrise tenendo una mano sulla bocca forse per contenere la sua reazione dinanzi a quella scenetta comica offertale dai due ragazzi. <<Sei bellissima!>> esclamò infine tornata alla normalità. <<Bene! Adesso che siamo tutti freschi e riposati, possiamo tornare con i piedi per terra e discutere sul da farsi?>> domandò Reilhan assumendo un tono serio ma che di tanto in tanto era tradito da dei fugaci sorrisi compiaciuti. 

<<Credo che per prima cosa dovremmo accertarci che Hillin e Murdar non siano in casa, perché in caso contrario questi ultimi due giorni saranno stati inutili>> aggiunse schiarendosi la gola. <<Dovrete andare voi due soli>> asserì Xera, ricordando loro che i due Hipis preferivano la sua compagnia. <<D’accordo! Io ed Ely ci recheremo nelle stanze del saggio, tu aspetta qui: sono sicuro che Hillin non si preoccuperebbe mai di ordinare la mia stanza>> affermò contrariato. Poco prima di uscire però, Xera afferrò la camicia di lino sbiadita del curatore, costringendolo così a fermarsi. <<Volevi dirmi qualcosa>> le domandò incuriosito, <<Si … beh! >> farfugliò non ancora abituata al nuovo aspetto del ragazzo che intanto era talmente cresciuto da sovrastarla, seppur anche lei vantasse una certa altezza per essere una ragazza. <<Cosa c’è che non va Testa calda?>> le chiese addolcendo la voce, <<Mi sono accorta che la temperatura del mio corpo è più alta del solito … per cui mi chiedevo se per caso …>> ma non continuò la frase poiché troppo imbarazzata. Non era nella sua natura domandare aiuto, benché da quando era approdata sull’isola, lei fosse molto cambiata. 
<<Capisco, vuoi che ti dia un’occhiata. Va bene! Aspetta un attimo fuori Ely, farò in un baleno>> spiegò all'amica congedandola momentaneamente. <<Non c’è tutta questa fretta alla fine>> borbottò la guerriera che tuttavia non poté più tirarsi indietro. 

Depose i piccoli animali sul letto del Novizio e si sedette su di esso accanto a loro per tenerli tranquilli. Reilhan si avvicinò al suo viso fino a sfiorarla con la punta del naso, per poi adagiare la fronte contro la sua, mentre con la mano le accarezzava la nuca. Istintivamente Xera arretrò <<Che cosa pensi di fare?>> disse rossa in viso e Reilhan alzando gli occhi al cielo le spiegò che non vi erano altri modi affidabili per comprendere se si fosse realmente ammalata; così riluttante restò immobile dando al curatore carta bianca. <<Se avessi voluto baciarti, non avrei utilizzato una scusa tanto banale>> le sussurrò poco prima di ritrarsi lasciando la guerriera senza parole. <<Non credo tu abbia la febbre, eppure il tuo corpo è davvero molto caldo. Non appena avremo risolto questo problema, mi dedicherò completamente a te>> disse strizzandole l’occhio e uscendo in fretta dalla stanza, forse per il timore di una sfuriata improvvisa della ragazza. Xera restò seduta a lungo ancora frastornata e subito le parole di Reilhan iniziarono a echeggiarle nella mente, facendola arrossire com’era solita Elesya. Scosse il capo per ricacciare quegli insoliti pensieri ma presto qualcos’altro attirò la sua attenzione, riportandola alla realtà. Qualcuno, infatti, aveva bussato alla sua porta.

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