Dono
& Maledizione
Reilhan e Xera non
abbassarono la guardia, nonostante la bestia fosse stata placata dalla luce del
sole: i loro cuori battevano ancora all'impazzata e l’adrenalina circolava
nelle vene; fu solo quando Elesya li abbracciò che si resero conto dello
scampato pericolo. I compagni finalmente si ricongiunsero, accertandosi che
tutti stessero bene, <<Xera la tua
ferita si è riaperta!>> disse l’amica preoccupata, notando la vecchia
lacerazione sanguinare, <<Sto bene,
non ti preoccupare>> la rassicurò <<Piuttosto Shùly come sta?>>, <<Non sembra essere cambiato
nulla, ma il cuore batte sempre più lentamente; se non facciamo subito qualcosa,
temo che la predizione di Chundra si possa avverare!>> spiegò Elesya
affranta. Keldas, allora, si voltò verso l’Hulfùr pronto a dare nuovamente
battaglia, ma questa volta Norwen lo afferrò in tempo << Che cosa pensi di fare? Rivolgerti in quel
modo a una divinità … >>, l’arciere respirò profondamente, tentando
di calmarsi <<avresti potuto farci
uccidere tutti, quindi d’ora in poi lascia parlare noi>>.
La giovane
Leva sembrò calmarsi mentre il resto del gruppo cercò di trovare le parole
giuste da usare con Chundra: ormai era chiaro che prendere le lacrime con la
forza sarebbe stato inutile, <<Andrò
io!>> disse Reilhan, <<voi
restate indietro>>. Nessuno osò obiettare, la fermezza delle sue
parole aveva convito anche il più scettico, così senza esitazione, percorse la
breve distanza che lo separava dall’Hulfùr, trovandosi dinanzi alla divinità
che stranamente sembrava dormire. Reilhan si schiarì la voce, << Sommo signore della Foresta …>>, ma
tutto tacque, provò ancora una volta fingendo di tossire, << Potente Chundra, divinità della notte …
>> ma nulla cambiò e la bestia continuò a dormire; allora il Novizio,
non sapendo cos'altro fare, si girò verso i suoi compagni alzando le spalle e face
capire loro che svegliarlo era impossibile, << Ti arrendi troppo
facilmente ragazzo! >> disse Chundra aprendo gli occhi, <<Da
come hai combattuto, ti credevo più temerario!>> continuò
rincarando la dose.
Il giovane Novizio non si fece però influenzare dalle
provocazioni dell’Hulfùr e ancora una volta provò a parlare, <<Divino Chundra … >>, la bestia,
infastidita, abbassò di nuovo il capo e ritornò apparentemente a dormire << Non
mi sono mai piaciuti i leccapiedi! Dimmi cosa vuoi e poi sparisci!>> replicò
risoluto <<Signore … Vorrei … Noi
vorremmo chiedervi …>>,
<<Arriva al dunque!>> disse ringhiando, allora
Reilhan senza timore chiese <<
Prestateci le vostre lacrime, così che la nostra amica possa essere risvegliata
... vi imploriamo!>> aggiunse, per evitare un nuovo attacco d’ira
della bestia. <<Cosa vi fa pensare che queste lacrime
possano curare la vostra amica?>> disse l’Hulfùr tornando a
guardare il giovane Novizio << La
speranza che una vecchia leggenda possa avere un fondamento di verità>> rispose
il ragazzo << Voi ne siete già una
prova, Signore!>> continuò prima che la divinità lo interrompesse.
Chundra osservò il Novizio così intensamente da provocargli disagio, era come
se gli stesse scrutando l’anima, poi distogliendo lo sguardo, fissò il resto
del gruppo, soffermandosi in particolare su Xera. <<Non vi darò le mie
lacrime!>> sentenziò, Keldas però, non poteva accettarlo così
accorse al cospetto dell’Hulfùr, sfoderando la spada <<Allora me le prenderò con la forza!>> gridò
a gran voce, ma la divinità lo immobilizzò senza nemmeno toccarlo, << Il
tuo amore e la tua disperazione ti faranno compiere azioni stupide o peggio ti
uccideranno>> proferì Chundra <<Chi più di me può comprenderti! Le
lacrime, tuttavia, resteranno in mio possesso, voi non ne avete bisogno>>.
La giovane leva fece
cadere la spada al suolo, in preda alla disperazione e allo stesso modo crollò
pesantemente sulle ginocchia, tenendosi la testa fra le mani <<La tua
amata ha una speranza!>> disse rincuorandolo, <<
Ma non la troverai nel mio lago o nelle mie lacrime: posso dirlo con certezza!>>,
<< Dove allora?>> chiese, <<Nel cuore di un compagno!>> dopo di che la bestia tornò a
riposare. Tutti si guardarono perplessi a eccezione dei due Novizi che
sembrarono essere gli unici ad aver capito le parole sibilline della divinità
<<Che cosa avrà voluto dire? Io non
capisco>> chiese Keldas dopo essersi ricongiunto alla sua Shùly, ma
nessuno dei due capi gruppo disse nulla. <<Che cosa ci state nascondendo?>> domandò Xera, stanca di quel
silenzio, suscitando la curiosità del resto dei compagni,
<<La divinità si riferiva …>> ma
Norwen non poté finire perché Reilhan lo interruppe, << Lascia parlare me, è giusto che sia io a
dirglielo>>; le giovani leve erano molto perplesse, non comprendevano
il motivo di tutta quella segretezza e si prepararono ad ascoltare le parole
del loro amico.
<< Chundra è stato chiaro, le lacrime per noi
sono inutili … o meglio lo sarebbero state>>, << Che cosa vuoi
dire? Non ci sto capendo nulla!>> domandò Keldas confuso, << Lasciatemi spiegare e tutto vi sarà chiarito!>>
fece un gran respiro e ricominciò.
<<Quando Chundra ha detto che “la
speranza risiede nel cuore di un amico”, parlava di me!>> tutti lo
osservarono stupiti <<Perché ne sei
così sicuro Rei?>> chiese Elesya << Posso affermarlo per il semplice fatto che io sono … o meglio sarei voluto essere …>>, fece una breve pausa che sembrò interminabile per
il resto dei suoi amici <<Cosa
sei?>> domandò Keldas stanco di tergiversare, << Un Curatore! >>.
La giovane Leva
istintivamente afferrò il Novizio per il bavero della camicia e iniziò a gridare
a gran voce <<Eri un Curatore e
per tutto questo tempo ci hai mentito?>> ma Norwen prontamente lo separò,
seppur con difficoltà, da Reilhan, <<
Continua a spiegare Rei, prima che ti uccida con le sue stesse mani!>>
gli consigliò l’arciere. << Non è
una cosa di cui vado fiero!>> aggiunse il Novizio << Anche se
vi avessi detto la verità, non avrei comunque potuto cambiare questa
situazione>>, << Che cosa
intendi dire?>>, <<Non
sono in grado di utilizzare le preghiere della cura!>> confessò e
tutti rimasero in silenzio sconvolti, <<Amico mio è la prima volta che te lo sento dire a voce alta!>>
replicò Norwen .
<< Com'è possibile?
Che razza di Curatore sei?>> aggiunse Keldas fuori di sé, <<Cerca di calmarti!>> gli disse
Elesya poggiandogli una mano sulla spalla <<Lasciamolo parlare senza interromperlo o aggredirlo, sono sicura che
Rei avesse delle valide ragioni per tenerci nascosta questa storia>>, la
giovane Leva allora si limitò ad ascoltare. Reilhan spiegò ai suoi amici che
sin da bambino, aveva sempre desiderato diventare un Chierico Curatore poiché, proprio
uno di loro, lo allevò dopo essere stato abbandonato dalla sua famiglia. Parlò
del suo primo approdo a Horsia, colmo di sogni e speranze: le stesse dei suoi compagni,
ma che a lungo andare, si trasformarono in illusioni a causa delle dure prove a
cui fu sottoposto. Quando finalmente pensò di essere pronto per l'esame finale con il vecchio Murdar, si recò al villaggio e la sua scelta, alla
domanda posta dal saggio, fu chiara e senza ripensamenti <<“Io voglio essere un Curatore”, gli dissi sicuro di me>>
spiegò il ragazzo, <<Ma quando mi consegnò
la pergamena della preghiera, una delle più semplici in verità, la meglio
conosciuta “Preghiera dell’Antidoto”, io non fui in grado di recitarla e
qualcuno ne pagò le conseguenze>>.
Le giovani Leve ascoltarono
attentamente le parole del Novizio comprendendo i suoi sentimenti: Xera in
particolare, solo allora capì perché Reilhan era così severo nei suoi
confronti. <<Forse questa volta
sarà diverso!>> disse speranzosa Elesya, << quel giorno è ormai lontano, tu sei diventato più forte e
forse ora potresti riuscirci, provaci almeno per la povera Shùly>>.
Reilhan non voleva deludere le speranze dei suoi amici e così si avvicinò alla
fanciulla assopita, inginocchiandosi al suo fianco, chiuse gli occhi e in una
strana lingua, iniziò a recitare una misteriosa litania. Passarono alcuni
minuti dopo che ebbe finito, ma nulla cambiò: Shùly continuò a dormire e
Reilhan, già consapevole di quel che sarebbe stato il risultato, disse << Ecco perché ho preferito tacere!>>
e sconsolato si risollevò.
<<Non
sono solito ripetermi, ma ti arrendi davvero troppo facilmente, ragazzo!>>, Chundra aveva osservato con molta attenzione l’insoddisfacente
tentativo del Novizio e irritato dalla facilità con la quale aveva
rinunciato a curare la sua amica, decise di intervenire, << Come pensi di
ripristinare l’essenza di una persona, se nel tuo cuore dai per scontato un
fallimento! Credi forse che un Fhian salti un precipizio, sapendo di cadere? In
tal caso perché mettere a repentaglio la sua vita? I Fhian saltano dirupi e
precipizi perché sanno di poter arrivare dall'altro lato, incolumi; non ci sono
incertezze nei loro cuori e allo stesso modo, anche tu non devi averne!>>.
Chundra raggiunse il ragazzo e si sedette al suo fianco, <<
Provaci ancora e questa volta non dimenticare chi sei!>>, Reilhan
occupò nuovamente il posto accanto a Shùly, chiuse gli occhi e per la seconda
volta intonò l’arcana nenia, imponendo le mani sulla fanciulla.
Mentre recitava
la Preghiera Antidoto, avvertì uno strano calore circoscritto ai palmi delle
mani, seguito da una luce che le avvolse: non era molto intensa e lentamente si
trasferì sul corpo di Shùly sino a ricoprirla interamente; “Io sono un Curatore”, pensò e continuò a
ripeterselo per tutto il tempo della preghiera sino all'ultima sillaba. Pian
piano la luce si affievolì fino a sparire del tutto, così come quell'intenso calore alle mani; la cura era conclusa e invitando la giovane Leva a occupare il suo
posto, si allontanò, lasciando riservatezza ai due innamorati.
Keldas sollevò
il capo della fanciulla con estrema delicatezza, avvicinando il suo viso a
quello di Shùly per accertarsi che stesse bene, proprio allora la ragazza
si svegliò. Colmo di felicità, le disse <<Ho temuto di non rivedere i tuoi splendidi
occhi azzurri>>, Shùly allora, guardando il suo amato rispose
<<La prossima volta che vorrai
farmi un regalo, accertati che non sia mortale o ti perseguiterò come fantasma
per l’eternità!>>. Tutti rimasero stupiti, “chi lo avrebbe mai detto che una fanciulla dall'aspetto così delicato,
potesse essere un simile peperino” pensarono, << Bentornata mia amata Shùly, nemmeno la morte ha saputo renderti più
dolce, a quanto pare!>> le disse abbracciandola, <<Sono contento, tutto sommato, perché è
questa la donna di cui mi sono innamorato>> e sorridendo la baciò. <<Bisogna festeggiare!>> disse
Norwen in preda all'euforia <<Che
ne pensate di una bella festa? Naturalmente anche voi siete invitato, mio
Signore!>> aggiunse l'arciere per ingraziarsi la divinità. << Oh! Abbiamo ritrovato il nostro
Capo Donnaiolo! Che fortuna!>> disse ironizzando Shùly << Adesso oltre ai regali del mio fidanzato,
devo anche controllare che nessuna bella donna si avvicini a noi o a pagarne le
conseguenze sarò sempre io, … anche se a quanto pare è troppo tardi! A
proposito voi chi cavolo siete? E perché questa tipa strana, mi sta
stritolando come fossimo vecchie amiche?>> continuò rivolta a Elesya
che, felice per il suo risveglio, l'abbracciò.
Ci fu una risata generale e pian piano le narrarono tutte le avventure vissute
mentre era assopita, Shùly ascoltò con molta attenzione e alla fine del
racconto, le sembrò davvero di conoscere quelle persone da lungo tempo: comprese
i gesti affettuosi di Elesya e la ringraziò per le premure che le aveva
riservato. Un ringraziamento speciale andò a Reilhan e
quando si voltò per far la stessa cosa con Xera, vide la ragazza ricurva su se
stessa, in preda a strane convulsioni.
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