lunedì 1 luglio 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag.2)

La stella cadente

L’aria era particolarmente frizzante quella notte tuttavia Annabell non ne risentì, poiché il suo giovane sposo la stringeva a sé. I suoi occhi vagavano oltre la piccola finestrella accanto al letto. Il cielo era scuro come la pece ma puntellato da milioni di stelle mentre la musica del vento, che danzava tra i monti di Dalihan, faceva da colonna sonora per quello spettacolo che la natura le stava donando. Chiuse gli occhi e con quell'immagine ben ferma nella mente, si addormentò.

Un forte boato e il sussultare della piccola dimora strapparono Annabell dal suo sogno e così suo marito. La terra aveva tremato e quel fragore appena udito era simile all'esplosione di una montagna. <<Che cosa è stato?>> si chiesero i due giovani. Lo sposo allora, temendo per la sua famiglia, si armò di vanga (l’unica arma che aveva mai brandito) e partì alla volta di quella nube di fumo che si scorgeva oltre i monti.

Poco prima di lasciare l'amata casa però, Annabell gli afferrò il polso ma l’unica frase che riuscì a pronunciare fu <<ti prego non andare>> versando candide lacrime dai sui limpidi occhi azzurri. Lei che non aveva mai visto la guerra, che non aveva mai guardato il male più oscuro aveva paura, perché sentiva che un pericolo si celava dietro quell’esplosione. La sua creatura cominciò ad agitarsi in grembo come a voler uscire con la forza e questo provocò un piccolo mancamento alla donna. Il suo sposo la fece sdraiare sul loro talamo, la coprì dolcemente e dandole un bacio sul ventre e uno alle rosee labbra, le disse 
<<non temere mia dolce Annabell, quando ti desterai io sarò già accanto a te. Domani rideremo di tutto questo. Non devi agitarti altrimenti il nostro piccolo piangerà, canta per lui mia amata sposa e canta per me, affinché la tua voce mi accompagni per tutto il tragitto>>.

Annabell contemplò il suo amato dagli occhi verdi come i prati di Dalihan e infine accarezzò i suoi capelli color del grano arso dal sole d’estate. Avrebbe voluto dirgli tante cose ma decise di preservarle per il suo ritorno. Ricordando la richiesta dello sposo, chiuse gli occhi e cominciò a canticchiare alcune note della Canzone dei Pillim, versando una lacrima che le rigò una guancia.


Il suo sposo si preparò, ma prima di varcare l’uscio guardò un’ultima volta Annabell, poi chiuse la porta della piccola dimora, il suo castello, e si incamminò verso quel fumo più scuro del cielo notturno. La sua unica arma era una vanga e nel cuore solo la voce della donna che amava e che stava cantando per lui.

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