giovedì 11 luglio 2013

Xera, la ragazza con la spada (pag. 8)

Il viaggio


Erano passate diverse ore dalla partenza, all’orizzonte non vi era traccia di terra e il tempo sembrava non scorrere più. Per quanto la nave fosse veloce, dava l’impressione di essere del tutto immobile, in una landa azzurra senza fine. Xera detestava aspettare, per questo star seduta sul ponte, senza far nulla, era per lei come subire una tortura.

Tutti i gruppi, risultati idonei alla prima selezione, avevano già iniziato a pianificare strategie di sopravvivenza per l’isola di Horsia, era risaputo infatti che fosse un luogo non molto ospitale o almeno era quello che si narrava; solo i suoi compagni non riuscivano a comunicare, per questo Xera si domandò se avesse scelto le persone giuste. Non voleva essere la prima a esporsi, dando così l’opportunità a Reilhan di fare il saputello, preferì invece aspettare che fosse qualcun altro a iniziare, chissà forse proprio Elesya, che sino a quel momento le era stata accanto senza proferir parola. 

Era una giovane ragazza dall’aspetto un po’ cupo, forse a causa dei lunghi capelli neri che le ricadevano sulle spalle, anche i suoi occhi erano scuri e molto profondi, la pelle invece, era chiara come se non avesse mai visto la luce del sole. Aveva dei lineamenti gentili e delicati quanto quelli di una bambolina e il suo viso era sempre sereno. A prima vista dava l’impressione di essere una ragazza senza pensieri e al contrario delle altre Leve, sembrava non avere alcuna attitudine alla lotta. Indossava una tunica molto semplice ma di strana fattura, apparentemente era di color verde foglia ma, se illuminata dalla luce solare, si tingeva di strani riflessi porpora.

 Xera era così intenta ad osservare quella strana veste che attirò, non volendo, l’attenzione della giovane, la quale sorridendo le disse <<ti piace vero? Scommetto che non hai mai visto un tessuto come questo! E’ costituito da foglie di palude, ma non di quelle comuni che crescono sulle sponde degli acquitrini solforosi. Le mie provengono da delle piante magiche estremamente rare, note solo nel mondo della negromanzia!>>

Xera distolse subito lo sguardo, non le erano mai interessati vestiti e tessuti, gli unici indumenti che aveva sempre indossato erano quelli cuciti a mano da sua madre, in pelo di Yak o di Jarak, animali tipici di Dalihan facilmente addomesticabili. Preferiva di gran lunga armi e armature e queste di solito richiedevano semplice metallo, almeno cosi credeva.

<<Non ho potuto fare a meno di notare quel fiocco rosso che adorna i tuoi splendidi capelli>> disse Elesya <<mi piacerebbe poterne acquistare uno simile, adoro collezionare abiti. È lo stesso per te, vero?>>
Il discorso però fu disturbato da Reilhan che dopo aver riposato per due ore, era finalmente pronto a istruire il suo gruppo.

<<Per quanto possa essere interessante conversare amabilmente di pizzi e merletti, mie care fanciulle>> disse strizzando l’occhio a Xera che, per la prima volta da quando si erano conosciuti, gli era grata per l’interruzione.

<<Vorrei spostare la vostra attenzione su argomenti adesso più importanti!>> Aggiunse.

<<Non bisogna sottovalutare né i pizzi né i merletti, amico mio, soprattutto se questi possono salvarti da situazioni spiacevoli>> rispose Elesya <<Sapevi che questo tessuto, ha la capacità di riflettere, seppur in minima parte, gli attacchi magici?>>

Xera rimase molto colpita da quella spiegazione, non avrebbe mai immaginato, infatti, che un vestito potesse possedere simili attributi, per lei non c’era niente di meglio di una corazza per proteggersi dal nemico.

<<La mia famiglia, da generazioni, studia le proprietà di questo tipo di materiali e i loro possibili utilizzi in campo magico e bellico.>>aggiunse la ragazza non perdendo il sorriso.

<<Sono molto impressionato, ma non ti servirà a nulla quella tunica sull’isola poiché è ammessa solo l’uniforme>> replicò Reilhan concludendo il dibattito.

<<Ora vorrei parlarvi dell’addestramento che vi aspetta, una volta approdati>> disse.

Superando l’imbarazzo iniziale Xera pose la prima domanda <<Come sarebbe a dire addestramento? Pensavo fosse una specie di gara i cui i vincitori hanno la possibilità di diventare guerrieri!>>

Reilhan sorrise, si era appena reso conto che la ragazza non sapeva molto su quell’argomento ma, pur avendola conosciuta da poche ore, aveva capito che Xera s’innervosiva facilmente, se provocata, per cui cercò di non calcare troppo la mano, almeno per questa volta.

<<Non è una gara, per fortuna, anche perché se cosi fosse certamente perderesti, nelle tue condizioni attuali!>> Lo sguardo adirato di Xera non annunciava nulla di buono e sebbene lui avesse maggiore esperienza con lotte e duelli, comprendeva che offendere quella fanciulla sarebbe stato molto pericoloso.

<<Non voglio sminuire le tue capacità!>> disse Reilhan cercando di non peggiorare le situazione <<Sull’isola ci sono numerose creature che solo una mano esperta, potrebbe sconfiggere>>.
Sapeva di provocarla evidenziando i suoi limiti ma non poteva mentire, era suo compito dopotutto informare le giovani Leve dei pericoli dell’isola.

<<Mi chiedo allora, com’è possibile che un ragazzo con la tua esperienza e forza, preferisca diventare Novizio invece di proseguire l’addestramento>> disse Xera ancora stizzita.
<<Anche se inesperta, persino io conosco l’obiettivo finale di queste prove ossia la scelta del percorso da seguire per il resto della nostra vita. Il tuo quale sarebbe? Fare la guida turistica?>> aggiunse.

<<Il mio percorso dici? Pensi che sia così semplice decidere? Per alcuni ci sono voluti anni di duro addestramento, solo dopo molto tempo hanno potuto compiere la scelta finale. Adesso sono prodi guerrieri e la loro forza non ha nulla da invidiare a nessuno. Vorrei farti capire che avere una grande determinazione, non serve a molto se non si conosce se stessi e le proprie reali capacità, è una lezione che ho imparato a mie spese >> disse il giovane con un velo di malinconia nella voce.

Elesya ascoltò con molto interesse, il discorso di Reilhan <<Quindi vuoi dirci che preferisci aspettare prima di affrontare la prova finale? Io so già cosa diventare, lo desidero sin da bambina. La negromanzia sarà la mia vita, ci sono cosi tanti esseri carini da evocare ed io voglio collezionarli tutti>>.

I due ragazzi si ammutolirono, non potevano credere che qualcuno fosse mosso da così futili motivi, tuttavia preferirono mantenere il silenzio, per non ferire la nuova amica.

<<Io diventerò una Paladina anche a costo di rivoltare l’intera isola di Horsia e tutti i suoi abitanti>>  disse Xera, la sua sicurezza era tale, che non ci fu altro da aggiungere.

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