<<Come ho già
detto, quell’uomo mi aiutò a trasportare le creature sull’isola, ma se solo
avessi saputo le sue vere intenzioni … sono stato avventato e alcuni ne hanno
pagato le conseguenze>>. I tre ragazzi preferirono non
interrompere la confessione del saggio, vedendo quanto quei ricordi fossero
dolorosi per lui. Il suo volto si rabbuiò e le fiamme del camino iniziarono ad
assumere un colore spento. La stanza si fece più fredda, poiché il fuoco aveva
smesso di produrre calore. <<La
magia della famiglia Tholescu era antica e consentiva ai suoi discendenti di
scrutare passato, presente e futuro. Il loro sangue inoltre gli permetteva di
varcare il confine tra la vita e la morte e creare così un contatto diretto con
coloro che, ormai da tempo, avevano abbandonato il mondo terreno. Vi lascio
quindi immaginare quanto fossero decisivi i loro interventi per decretare la
fine di una disputa o determinare l’esito di una guerra. I loro poteri erano
bramati da tutti i maggiori esponenti del mondo magico e non solo, perciò non
era insolito vederli anche alle più importanti riunioni del Concilio>>.
Elesya corrugò le sopracciglia <<Ma
non erano segrete?>> domandò con un filo di voce. Murdar annuì e poi
sospirò <<Quando si è in situazioni
disperate, persino le regole più rigide possono essere ignorate. La loro magia
tuttavia, non gli permise di ambire a incarichi più importanti, poiché nessuno
avrebbe concesso loro più potere di quanto non ne avessero già. Ecco perché, pian
piano, iniziarono a centellinare il loro supporto e a chiedere persino un lauto
compenso in cambio del loro intervento; oltre che a non far più discriminazioni
tra nemici e amici>>.
Reilhan scosse il capo in segno di disappunto
ma non disse nulla, piuttosto preferì ascoltare il resto del racconto. <<Furono esiliati dalle Capitali nel momento
in cui le loro informazioni consentirono, a degli invasori, di oltrepassare le
difese di Thesla. Ci furono molti feriti e innumerevoli morti a causa loro, tra cui …
l’unico figlio di Kiem>>. Xera si sollevò dal divano per lo stupore
<<Com’è possibile allora che
collaborasse con quella donna?>> Murdar però le accarezzò il viso e
la invitò ad accomodarsi <<Tutto a
suo tempo bambina>>. <<Il
mio vecchio amico ne fu sconvolto a tal punto da rinunciare a tutto per potersi
vendicare e spinto da quell'insano desiderio, inseguì la famiglia per molti anni,
ma con scarsi risultati. Non era un assassino e con il tempo la rabbia che
covava nel cuore svanì o almeno così pensavo>>. L’uomo si accasciò
sulla poltrona dinanzi al divano; era esausto e le sue rughe si fecero ancora
più profonde. <<Kiem, dopo alcuni
anni, perse anche sua moglie a causa di una malattia e ormai solo, si dedicò al
suo lavoro e a nient’altro. La famiglia Tholescu tuttavia non si sentì mai al
sicuro e così stanchi di scappare, decisero che i loro poteri dovessero
evolvere. Ogni magia però ha il suo prezzo e persino una famiglia tanto potente
dovette sottostare a questa legge>>. Reilhan si grattò la barbetta
sul mento, i piccoli tasselli nella sua mente iniziarono man mano a
congiungersi l’uno con l’altro.
<<I
loro poteri gli consentivano già di comunicare con le anime del regno eterno,
immaginate allora quale potere avrebbero generato, se fossero stati in grado di
imbrigliare quelle anime e utilizzarle appunto come armi>>. Xera si
passò una mano tra i capelli ed esclamò: <<Quelle carte …>> fece una breve pausa e Murdar annuì <<Si bambina, quelle carte erano il modo che
la famiglia Tholescu aveva escogitato per utilizzare le anime>>.
Il saggio si accomodò accanto ai tre ragazzi per poterli guardare negli occhi <<Una magia tanto oscura,
spegne il cuore di chi la utilizza e alla fine trasforma l’uomo in un involucro
senza anima: questo è il prezzo da pagare per un simile potere. Affinché però
si possa adoperare, le carte devono essere fuse con un oggetto appartenuto
all’anima quando era ancora in vita o persino una parte del suo vecchio corpo.
Immaginate ora cosa potesse rappresentare per quella famiglia, un’intera isola
gremita di creature potenti e pericolose. L’avrebbero resa una sorta di
dispensa magica, cui attingere quando qualcuno li avesse minacciati; poco
importava se le creature sarebbero morte, tanto non erano gradite a
nessuno>>. Murdar si schiarì la voce e subito dopo sorseggiò la
bevanda ormai fredda, per inumidirsi le labbra e la gola, <<Come hai fatto a scoprire le loro
intenzioni?>> domandò Xera. <<Qualcuno mi avvertì, qualcuno che faceva parte di quella famiglia ma
che non ne condivideva le scelte: la sorella maggiore di Thue Tholescu, che voi
conoscete con l’appellativo di Madame Taròt>>.
I tre ragazzi
restarono a bocca aperta, <<Il suo
nome era Illiahl, la ragazza più bella e generosa che avessi mai incontrato. I
suoi capelli erano rossi come il fuoco e gli occhi più azzurri del cielo.
Secondo le loro leggi, avrebbe sposato il successivo capo famiglia, un uomo
senza scrupoli il cui unico pensiero era il potere. Al contempo però era la persona
che più di tutte aveva ereditato i poteri della famiglia e per questo si rivelò
fondamentale che la fanciulla abbracciasse la magia d’evocazione al più presto. Illiahl
tuttavia aveva un cuore puro e i suoi poteri le consentivano di guardare più in
la di quanto qualsiasi altro membro della sua famiglia avesse mai fatto. Una
notte corse a perdifiato sino alla mia capanna e con le lacrime agli occhi mi
si gettò tra le braccia. Aveva avuto un incubo terribile e quelle orrende
visioni avevano continuato a tormentarla per settimane. Quella notte però si
rese conto che le immagini rappresentavano il suo futuro, per cui decise di cambiarlo chiedendo il mio aiuto. Durante la mia permanenza
sull’isola ero entrato in confidenza con lei più di quanto non
avessi dovuto, perciò quando mi chiese d'intervenire, io non esitai un solo istante. Mi
confessò che nel giro di due notti tutte le creature dell’isola sarebbero
svanite e che la sua famiglia avrebbe mietuto quelle anime per tramutarle in
carte. M’implorò di fermarli, di indurli a riflettere, poiché questo tipo di
azioni avrebbe spento i loro cuori, tramutandoli in gusci vuoti. Aggiunse
infine che le loro intenzioni erano ostili anche nei confronti del Concilio e che si
sarebbero presi il ruolo che gli spettava, nelle Capitali, con la forza. Non
ebbi il coraggio di negarle il mio aiuto, ma in cambio le imposi di farsi da
parte … non volevo che fosse coinvolta con quanto sarebbe potuto accadere. Me
lo promise … l’ultima notte che trascorremmo insieme>>.
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