martedì 3 novembre 2015

Xera, la ragazza con la spada (pag.184)

I tre ragazzi restarono in silenzio, nessuno osò emettere un fiato poiché il saggio parve loro visibilmente scosso. Il suo viso si rabbuiò e la stanza si fece man mano più fredda. <<Quando lasciò la mia capanna, non persi altro tempo e mi misi in contatto con i miei vecchi amici del Concilio, in particolare Kiem, che mi raggiunse prima degli altri>>. L’uomo sospirò, poi alzò lo sguardo e fissò i tre ragazzi con volto severo. <<All’epoca ero un uomo precipitoso, non ponderavo a dovere le mie azioni, ma si sa che la saggezza è una prerogativa degli anziani>> disse abbozzando un sorriso amaro. <<Raccontai tutto a Kiem e lui mi consigliò di attaccare il più presto possibile, prima che la famiglia Tholescu desse il via alla mietitura. Mi consigliò inoltre di non attendere l’arrivo del Concilio, poiché ogni minuto era prezioso. Mi armai di coraggio quindi e partimmo alla volta del loro accampamento, tuttavia qualcosa era accaduto … un avvenimento che si sarebbe potuto evitare, se solo avessi agito con raziocinio>>. Xera corrugò le sopracciglia <<Che cosa accadde?>> asserì la fanciulla e l’uomo si rabbuiò ancora di più. <<L’intera famiglia era riunita al centro dell’accampamento e quando arrivammo, mi accorsi subito che i loro volti erano pallidi e privi d'espressione. Era come se qualcuno li avesse privati della loro umanità. Persino Kiem li paragonò a dei fantocci senza vita, adducendo inoltre che il nostro arrivo era atteso, ma purtroppo in ritardo. Il rito era già stato eseguito e l’unica cosa che ci restava da fare era di contare le perdite e contenere i danni. Un uomo si fece avanti, il futuro capo famiglia e nelle sue mani stringeva trionfante un mazzo di carte scure, come fosse un prezioso tesoro. Rabbrividii alla vista di queste ma cercai di reprimere i miei timori, per tentare ancora una volta la strada del dialogo>>. 

L’uomo respirò profondamente e poi riprese a parlare <<Sarebbe superfluo dirvi che fu tutto inutile. Non vollero sentir ragioni, dal loro punto di vista nessuno avrebbe potuto più fermali. Non tentai oltre, perciò mi venne spontaneo cercare Illiahl con lo sguardo, allo scopo di accertarmi che si fosse tenuta lontana da quelle persone. Quell’uomo però se ne accorse e iniziò a deridermi. Non ho mai dimenticato il suono gutturale di quelle risate. Continuò a schernirmi, dandomi dello sciocco, tuttavia non compresi quali fossero i suoi intenti e lo ignorai, pensando fosse solo vittima del suo stesso incantesimo. Fu in quel momento che una bambina si fece avanti e additandomi, mi accusò dinanzi a tutti di averle portato via la sua preziosa sorella, insieme agli stessi genitori. Un brivido mi percorse la schiena e quella sensazione nefasta che mi aveva pervaso il cuore sin dal mio arrivo, divenne una sorta di pugno nello stomaco>>. Murdar dovette sorseggiare dell’altro the, prima di poter continuare. <<Domandai a quell’uomo cosa ne avesse fatto della mia Illiahl e lui mi rispose con un’altra risata che mi fece ribollire il sangue. Infine, sotto gli occhi di tutti le sue risa cessarono e tornando improvvisamente serio, mi accuso di aver tolto la vita a Yadranka, a sua moglie e alla sua figlia maggiore. Mi accusò di aver reso orfana una bambina innocente, perché incapace di accettare un rifiuto da parte di una donna destinata a lui. Compresi perciò, che cosa avesse fatto quell’uomo pur di ottenere il potere che tanto desiderava e mi maledissi per non aver costretto Illiahl a restare nella mia dimora>>. Murdar fece una breve pausa, si passò una mano sulla testa e infine riprese il racconto.


<<Avrei dovuto intuire che avrebbe tentato di tutto pur di dissuadere i suoi cari, ma non aveva fatto i conti con qualcuno disposto a tutto pur di ottenere la gloria. Mi sentii svuotato e nulla m’importò delle false accuse mosse a mio sfavore, ora che la donna che amavo non c’era più. Persi così la voglia di lottare, di andare avanti … almeno sino a che Kiem non si fiondò contro quella gente, attaccando con tutte le sue forze. Riuscì a sopraffare molti di loro, assicurandosi che non potessero continuare a combattere. Quando però vidi quell’uomo avanzare, innalzando una di quelle carte maledette, fui costretto a intervenire. Tutti furono catturati, fatta eccezione per alcune donne e bambini che si erano tenuti in disparte. L’uomo tuttavia, poco prima di essere sconfitto, poiché ancora incapace di contenere quel potere, riuscì a evocare una delle loro creature: una donna stupenda dai capelli rossi come il fuoco e dagli occhi azzurri. Quell’essere mi osservò a lungo ma non mi attaccò e alla fine mi sorrise chiedendomi scusa, per poi svanire dinanzi i miei occhi>>. Elesya si asciugò delle piccole lacrime con un lembo del suo abito, mentre Xera e Reilhan chinarono il capo in segno di rispetto. Murdar aveva gli occhi lucidi e le parole iniziarono presto a scarseggiare. <<Costringemmo quella gente ad abbandonare Horsia; Kiem invece si assunse l’incarico di condurli in una delle prigioni più sicure di Sihlya, dove si sarebbe accertato che nessuno avrebbe mai più utilizzato quel tipo di magia. Sul punto di lasciare il campo tuttavia, mi resi conto che le carte erano sparite e con esse, l’unico superstite della famiglia Tholescu>>. Xera si accertò che l’uomo non avesse altro da aggiungere, prendendo poi la parola << Madame Taròt non ha mai abbandonato l’isola, almeno così ci raccontò>> ma il saggio scosse il capo. <<La cercai in lungo e in largo, ma di lei nessuna traccia. Suppongo fosse riuscita a scappare sulla nave che trasportava il resto dei suoi familiari, per poi tornare qualche anno prima del vostro arrivo, per attuare la sua vendetta. Temo a questo punto che sia stato Kiem a condurla di nuovo su Horsia, sebbene non mi spieghi ancora cosa lo abbia indotto a tradirci>>. Murdar si scusò con i ragazzi per tutto ciò che avevano dovuto sopportare a sua insaputa e poco prima di invitarli a seguirlo in una stanza più consona, consegnò loro tre pacchi da parte di Aldaria. <<Aspetto fuori>> affermò, uscendo dalla stanza ma subito Xera lo fermò <<Nonno … Madame Taròt ci impose di aiutarla nel recuperare due frammenti dei guardiani e dopo aver ascoltato le tue parole, temo che la bestia che ci ha attaccati fosse la loro evocazione … non so in che modo poter rimediare, poiché le carte sono andate distrutte nel vulcano, tuttavia accetterò qualsiasi punizione tu vorrai darmi>>. Murdar sospirò come se la notizia lo avesse rincuorato e questo confuse non poco il trio, <<Il solo sapere che quegli strumenti sono andati distrutti, è più di quel che mi serve. Tutti commettiamo degli errori, l’importante è imparare da essi. Ora però fate in fretta>> aggiunse, chiudendo la porta.

Le giovani leve accolsero le parole del saggio e ne fecero tesoro, infine con la mente colma di nuove informazioni, presero in consegna il regalo di Aldaria, che per qualche insolito motivo, suscitò in loro una strana sensazione. Soltanto una volta aperti i tre pacchi, compresero che cosa stesse per accadere. 

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