I tre ragazzi restarono in
silenzio, nessuno osò emettere un fiato poiché il saggio parve loro
visibilmente scosso. Il suo viso si rabbuiò e la stanza si fece man mano più
fredda. <<Quando lasciò la mia capanna, non persi altro tempo e mi
misi in contatto con i miei vecchi amici del Concilio, in particolare Kiem, che
mi raggiunse prima degli altri>>. L’uomo sospirò, poi alzò lo sguardo
e fissò i tre ragazzi con volto severo. <<All’epoca ero un uomo
precipitoso, non ponderavo a dovere le mie azioni, ma si sa che la saggezza è
una prerogativa degli anziani>> disse abbozzando un sorriso amaro.
<<Raccontai tutto a Kiem e lui mi consigliò di attaccare il più presto
possibile, prima che la famiglia Tholescu desse il via alla mietitura. Mi
consigliò inoltre di non attendere l’arrivo del Concilio, poiché ogni minuto
era prezioso. Mi armai di coraggio quindi e partimmo alla volta del loro
accampamento, tuttavia qualcosa era accaduto … un avvenimento che si sarebbe
potuto evitare, se solo avessi agito con raziocinio>>. Xera corrugò
le sopracciglia <<Che cosa accadde?>> asserì la fanciulla e
l’uomo si rabbuiò ancora di più. <<L’intera famiglia era riunita al
centro dell’accampamento e quando arrivammo, mi accorsi subito che i loro volti
erano pallidi e privi d'espressione. Era come se qualcuno li avesse privati della
loro umanità. Persino Kiem li paragonò a dei fantocci senza vita, adducendo
inoltre che il nostro arrivo era atteso, ma purtroppo in ritardo. Il rito era
già stato eseguito e l’unica cosa che ci restava da fare era di contare le
perdite e contenere i danni. Un uomo si fece avanti, il futuro capo famiglia e
nelle sue mani stringeva trionfante un mazzo di carte scure, come fosse un
prezioso tesoro. Rabbrividii alla vista di queste ma cercai di reprimere i miei
timori, per tentare ancora una volta la strada del dialogo>>.
L’uomo respirò
profondamente e poi riprese a parlare <<Sarebbe superfluo dirvi che fu tutto
inutile. Non vollero sentir ragioni, dal loro punto di vista nessuno avrebbe
potuto più fermali. Non tentai oltre, perciò mi venne spontaneo cercare Illiahl
con lo sguardo, allo scopo di accertarmi che si fosse tenuta lontana da quelle
persone. Quell’uomo però se ne accorse e iniziò a deridermi. Non ho mai dimenticato il suono gutturale di quelle risate. Continuò a schernirmi, dandomi
dello sciocco, tuttavia non compresi quali fossero i suoi intenti e lo ignorai,
pensando fosse solo vittima del suo stesso incantesimo. Fu in quel momento che una bambina si
fece avanti e additandomi, mi accusò dinanzi a tutti di averle portato via la
sua preziosa sorella, insieme agli stessi genitori. Un brivido mi percorse la
schiena e quella sensazione nefasta che mi aveva pervaso il cuore sin dal mio
arrivo, divenne una sorta di pugno nello stomaco>>. Murdar dovette
sorseggiare dell’altro the, prima di poter continuare. <<Domandai a
quell’uomo cosa ne avesse fatto della mia Illiahl e lui mi rispose con un’altra
risata che mi fece ribollire il sangue. Infine, sotto gli occhi di tutti le sue
risa cessarono e tornando improvvisamente serio, mi accuso di aver tolto la
vita a Yadranka, a sua moglie e alla sua figlia maggiore. Mi accusò di aver
reso orfana una bambina innocente, perché incapace di accettare un rifiuto da
parte di una donna destinata a lui. Compresi perciò, che cosa avesse fatto
quell’uomo pur di ottenere il potere che tanto desiderava e mi maledissi per
non aver costretto Illiahl a restare nella mia dimora>>. Murdar fece una breve pausa, si passò una mano sulla testa e infine riprese il racconto.
<<Avrei dovuto intuire che
avrebbe tentato di tutto pur di dissuadere i suoi cari, ma non aveva fatto i
conti con qualcuno disposto a tutto pur di ottenere la gloria. Mi sentii
svuotato e nulla m’importò delle false accuse mosse a mio sfavore, ora che la
donna che amavo non c’era più. Persi così la voglia di lottare, di andare avanti
… almeno sino a che Kiem non si fiondò contro quella gente, attaccando con
tutte le sue forze. Riuscì a sopraffare molti di loro, assicurandosi che non
potessero continuare a combattere. Quando però vidi quell’uomo avanzare,
innalzando una di quelle carte maledette, fui costretto a intervenire. Tutti
furono catturati, fatta eccezione per alcune donne e bambini che si erano
tenuti in disparte. L’uomo tuttavia, poco prima di essere sconfitto, poiché ancora
incapace di contenere quel potere, riuscì a evocare una delle loro creature: una
donna stupenda dai capelli rossi come il fuoco e dagli occhi azzurri.
Quell’essere mi osservò a lungo ma non mi attaccò e alla fine mi
sorrise chiedendomi scusa, per poi svanire dinanzi i miei occhi>>. Elesya si asciugò delle piccole lacrime
con un lembo del suo abito, mentre Xera e Reilhan chinarono il capo in segno di
rispetto. Murdar aveva gli occhi lucidi e le parole iniziarono presto a
scarseggiare. <<Costringemmo quella gente ad abbandonare Horsia; Kiem invece si assunse l’incarico di condurli in una delle prigioni più sicure
di Sihlya, dove si sarebbe accertato che nessuno avrebbe mai più utilizzato
quel tipo di magia. Sul punto di lasciare il campo tuttavia, mi resi conto che
le carte erano sparite e con esse, l’unico superstite della famiglia Tholescu>>.
Xera si accertò che l’uomo non avesse altro da aggiungere, prendendo poi la
parola << Madame Taròt non ha mai abbandonato l’isola, almeno così ci
raccontò>> ma il saggio scosse il capo. <<La cercai in lungo
e in largo, ma di lei nessuna traccia. Suppongo fosse riuscita a scappare sulla
nave che trasportava il resto dei suoi familiari, per poi tornare qualche anno
prima del vostro arrivo, per attuare la sua vendetta. Temo a questo punto che
sia stato Kiem a condurla di nuovo su Horsia, sebbene non mi spieghi ancora
cosa lo abbia indotto a tradirci>>. Murdar si scusò con i ragazzi per
tutto ciò che avevano dovuto sopportare a sua insaputa e poco prima di
invitarli a seguirlo in una stanza più consona, consegnò loro tre pacchi da
parte di Aldaria. <<Aspetto fuori>> affermò, uscendo dalla
stanza ma subito Xera lo fermò <<Nonno … Madame Taròt ci impose di
aiutarla nel recuperare due frammenti dei guardiani e dopo aver ascoltato le
tue parole, temo che la bestia che ci ha attaccati fosse la loro evocazione …
non so in che modo poter rimediare, poiché le carte sono andate distrutte nel vulcano,
tuttavia accetterò qualsiasi punizione tu vorrai darmi>>. Murdar
sospirò come se la notizia lo avesse rincuorato e questo confuse non poco il
trio, <<Il solo sapere che quegli strumenti sono andati distrutti, è
più di quel che mi serve. Tutti commettiamo degli errori, l’importante è
imparare da essi. Ora però fate in fretta>> aggiunse, chiudendo la
porta.
Le giovani leve accolsero
le parole del saggio e ne fecero tesoro, infine con la mente colma di nuove
informazioni, presero in consegna il regalo di Aldaria, che per qualche
insolito motivo, suscitò in loro una strana sensazione. Soltanto una volta
aperti i tre pacchi, compresero che cosa stesse per accadere.
Stiamo tutti col fiato sospeso per il gran finale.
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