La stanza che gli si parò dinanzi, li lasciò a bocca aperta. In fondo
poterono notare tre poltrone simili al trono di un sovrano, di cui però
soltanto due erano occupate. Quella alla destra di Murdar, infatti, era vuota,
forse il posto che sarebbe spettato al caro amico. Non vi erano molti mobili
nella sala e la profondità dell’ambiente fece riecheggiare i loro respiri. Xera
rimirò ogni decorazione, ogni intarsio e i dipinti appesi al muro, sino a
giungere al maestoso candelabro che adornava il soffitto della stanza. Era
costituito da innumerevoli piccole fiaccole che a tempi alterni mutavano il
loro colore, proprio come le fiamme del camino alla sinistra del saggio. Grazie
a questo gioco di luci, la sala fu ammantata da minuti riflessi simili a stelle
che resero l’atmosfera davvero magica. Era come se persino la vecchia dimora si
fosse preparata per dar loro il meritato addio. <<Prego bambini, non restate sulla porta>> gli invitò il
saggio, leggendo la sorpresa sui loro volti. Fu Reilhan a muoversi per primo,
la cui espressione si fece subito seria; lo seguì di pari passo Elesya e infine
Xera, con lo sguardo fisso sul pavimento per aver ripensato alle parole
proferite poco prima. <<Benvenuti>>
Murdar li accolse con molto trasporto, quello appartenente ai vecchi nonni
lieti di riabbracciare i propri familiari dopo una lunga separazione e Xera si
sentì un po’ meglio. <<Vi presento la
persona che con me presiederà questa cerimonia: il signor Bhatal Vastir, mio
amico di vecchia data>> asserì indicando l’uomo seduto accanto a lui.
Fu solo in quell’istante che i ragazzi si accorsero della sua presenza. Era un
uomo anziano e ricurvo su stesso, molto silenzioso ma allo stesso tempo poco
incline al buon umore. Aveva dei radi capelli sulla testa, a dispetto della
folta barba canuta che discendeva sino ai calzari. Elesya era sul punto di
ridere dinanzi a quella strana figura ma l’uomo, che sino a quel momento aveva
tenuto gli occhi socchiusi, li aprì di scatto fulminandola con lo sguardo.
Elesya rabbrividì e subito abbassò il capo. L’uomo indossava una tunica grigia
e logora, al cui centro però era ricamato il simbolo del Concilio che intimorì
le tre leve. Quando Reilhan si accorse di essere osservato, notò che al collo
dell’uomo vi era un monile particolare, un simbolo che non avrebbe potuto confondere
con nessun altro: la runa della vita. In passato tutti i curatori più
importanti sfoggiavano quel marchio, in particolare i Valvur che si
distinguevano in battaglia. Persino suo padre aveva una spilla simile, che
tuttavia preferiva conservare lontano da occhi indiscreti. Si convinse perciò
che anche quell’uomo fosse un curatore e forse uno dei più famosi.
<<Bhatal, loro sono i ragazzi di
cui ti ho parlato. In ordine: Reilhan Alder, Novizio del gruppo>>,
<<Molto piacere Signore>> rispose il ragazzo. <<Elesya Muritor, una promettente maga e
nipote del compianto Abelor>> continuò Murdar <<Lieta di conoscerla>> ribatté la
fanciulla, inchinandosi appena come da etichetta, <<E in ultimo ma non per importanza: Xera Muritor giovane condot…>>
ma la presentazione fu bruscamente interrotta dall’uomo ormai stanco dei
convenevoli.
<<D’accordo, ora però
sarà meglio iniziare … non posso restare a lungo su quest’isola>>
lamentò in tono irritato. Xera trovò bizzarro quel comportamento, considerando
l’importanza del momento e trovò scortese nei suoi confronti, non aver avuto la
possibilità di essere presentata come i suoi compagni. <<Dovete scusare i suoi modi burberi, non ama
molto viaggiare e preferirebbe starsene nella sua accademia da mane a
sera>> spiegò il saggio per giustificare il vecchio amico. <<Ha detto accademia, Signore?>>
Reilhan prese la parola. <<Sì
figliolo. Il signor Vastir è l’attuale Preside dell’accademia di Sihlya; non è
un caso se lui è qui>> disse
sorridendo. L’uomo accanto a lui sbuffò e Murdar decise di non perdere
altro tempo. <<Avrete intuito ormai
il motivo del mio invito, ragazzi miei. Tuttavia prima di congedarvi, ci terrei
a dire qualche parola>>. L’uomo si accomodò sulla sedia centrale e
invitò i suoi ospiti a fare lo stesso. Quando Elesya si voltò, vide che alle
sue spalle erano apparse tre sedie di velluto dorato e subito le occuparono.
<<Dal nostro primo incontro ho capito
che avreste compiuto grandi imprese; che vi sareste distinti sull’isola e che
sareste cresciuti forti e coraggiosi sino a diventare combattenti di cui andare
fiero. La sorte vi ha messo alla prova più di quanto era mia intenzione fare …
eppure ne siete sempre usciti a testa alta e da vincenti. Non è questo però che
vi ha condotti dinanzi a me>>. Xera si stupì di quell’affermazione ma
preferì rimanere in silenzio.
<<Viviamo
in tempi duri ragazzi miei e avendo trascorso un intero anno della vostra vita
lontani dalle vicende del mondo esterno, non avete avuto modo di comprendere
cosa accade al di la dell’oceano>>. Vastir tossì ma Murdar lo ignorò
<<è giusto che sappiano>> lo redarguì. <<Essere uniti, crearsi dei legami indissolubili e delle alleanze è la
cosa più importante, in tempi incerti come questi. La lealtà verso un compagno,
l’amicizia e l’amore sono sentimenti che stanno scomparendo con il passar del
tempo e temo che alla fine gli uomini saranno uniti soltanto dalla prospettiva
di arricchirsi. Lo scopo della mia competizione è sempre stato quello di
insegnarvi quanto siano importanti i legami, soprattutto nel momento in cui la terra che ci
appartiene è minacciata da una forza che mira all’oscurità presente nei nostri
cuori. Solo se restiamo insieme, le nostre menti non potranno essere
corrotte>>. Reilhan ed Elesya ascoltarono il discorso senza proferire
parola, mentre Xera iniziò man mano a irrigidirsi. La sgradevole sensazione che
qualcosa di brutto avesse colpito la sua terra, l’aveva accompagnata a lungo e ascoltare le parole del saggio fu come ricevere una conferma. <<Avete affrontato pericoli,
situazioni che hanno messo a rischio le vostre stesse vite … eppure siete
sempre restati l’uno accanto all’altro, anche quando farlo, avrebbe significato
rinunciare a ciò che avete di più caro. Da soli siamo deboli, insieme
diventiamo invincibili>> aggiunse infine con voce profonda.
<<Reilhan,
Elesya e tu mia adorata Xera alzatevi ora>> li invitò facendo lo
stesso. Le tre sedie sparirono e di nuovo si ritrovarono in piedi al centro di
una grande sala. Murdar si avvicinò per primo al Novizio, ormai più alto
dell’anziano uomo <<Prima alleato e
poi guida, hai condotto il tuo gruppo con cuore fiero, imparando che persino un
capo deve sapersi affidare ai propri uomini. La perseveranza ha temprato il tuo
spirito e ora che sei finalmente pronto, puoi abbandonare Horsia a testa alta.
Ti affido perciò al mio caro amico Vastir, che ti condurrà a Sihlya e ti
guiderà durante tutta la tua futura formazione. Che il tuo valore possa essere
d’esempio per tutti quelli che avranno l’onore di incontrarti. Addio figlio
mio>> Murdar pose le mani sul viso del ragazzo e dopo aver proferito
delle parole sottovoce, una calda luce avvolse i suoi palmi. Reilhan percepì da
prima un leggero calore provenire dal saggio, infine una runa dorata comparve
sulla sua fronte. Le due ragazze lo guardarono con curiosità ma Murdar non
diede loro ulteriori spiegazioni. Fu così la volta di Elesya e il saggio le
toccò il viso alla stessa maniera. <<
Il coraggio è una virtù che solo in pochi posseggono e tu figlia mia ne sei
pervasa. Ti guardo e vedo una fanciulla dall’animo puro che è stata in grado di
affrontare i suoi demoni, sconfiggendoli come il più grande dei condottieri. Se
tuo nonno ora ti vedesse sarebbe molto orgoglioso, proprio come lo sono io. Le
tue debolezze sono diventate le tue armi più forti e la tua intelligenza è
stata in grado di guidare i tuoi compagni sino alla fine di questo lungo
percorso. Spero che la sensibilità e il buon cuore che ti contraddistinguono,
possano rischiarare gli animi più corrotti e indurli a pensare che la
solitudine non è così allentante come pensano>>.
Murdar ripeté la
formula e una runa dorata apparve anche sulla fronte di Elesya. Fu infine la
volta di Xera che sentì il suo cuore battere ancor più forte di prima. <<Lo spirito di sacrificio ha contraddistinto
tutto il tuo percorso e ti ha permesso di comprendere che un vero guerriero è
colui che imbraccia la sua lama non per se stesso ma per difendere gli altri.
Un vero guerriero non toglie la vita ma la difende; un vero guerriero combatte
prima col cuore e poi con le armi. La consapevolezza di avere qualcuno da
proteggere, ci rende forti e per questo sono certo che il tuo intervento
volgerà gli esiti d’intere battaglie. Che la tua lama possa annientare le
tenebre che ci minacciano e che la tua forza possa essere d’esempio per tutti
quelli che ti affiancheranno in battaglia. Addio figlia mia>> Murdar bisbigliò di nuovo la formula e anche sulla fronte della guerriera
comparve la runa dorata. Xera era in fermento. Ogni dubbio, ogni paura
scomparve e nel suo cuore si fece avanti il desiderio di intraprendere il nuovo
cammino che si apriva dinanzi a lei. Guardò i suoi compagni e avvertì lo stesso
sentimento provenire dai loro cuori; la competizione era ormai conclusa e
finalmente tutti e tre avrebbero abbandonato l’isola di Horsia.
<<Prima di congedarvi però vorrei incontrarvi in privato sulla a costa a Nord-Est di Horsia, Hillin saprà condurvi al luogo esatto. Ora andate, io vi aspetterò lì>>.
<<Prima di congedarvi però vorrei incontrarvi in privato sulla a costa a Nord-Est di Horsia, Hillin saprà condurvi al luogo esatto. Ora andate, io vi aspetterò lì>>.
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