Il polso dell’uomo si fermò poco prima di sfiorare il
capo del ragazzo; una forza misteriosa lo aveva bloccato e con esso la fattura
in corso. Nel momento in cui il velo di vapore magico si diradò, Gholja vide
l’arto circondato da una catena oscura. <<Allontanati Rei!>> gli ordinò una voce familiare non molto distante da lui. <<Ely …!>>
esclamò sorpreso il ragazzo, scappando in un punto più isolato dell’antro senza tuttavia
distogliere gli occhi dal suo nemico.
L’uomo si stupì di non essere riuscito ad anticipare la giovane maga,
ma allo stesso tempo non se ne preoccupò. Con l’altra mano afferrò il giogo pece
e con poco sforzo ne allentò gli anelli, spezzandoli come fossero
giocattoli. Alcuni caddero a terra, mentre altri s’incastrarono nelle vesti
dell’uomo. <<Cosa credi di
fare!>> la minacciò con tono severo, ma Elesya non si fece intimorire
<<Il necessario per
sopravvivere>> rispose fissandolo negli occhi. Gholja rise a
quell’affermazione e di nuovo fu costretto a congratularsi con i suoi avversari
per la loro astuzia. Non fece in tempo però ad aggiungere altro, che una lama
scarlatta gli piombò addosso da sinistra.
Gholja sollevò il braccio per contrastarne il filo, ma
con sua grande sorpresa l’arto era immobilizzato. Fu costretto così a spostarsi
in maniera repentina per evitare il fendente della guerriera.
L’uomo osservò i resti della catena di Elesya sul suo
braccio, ognuno di essi emetteva delle scintille che contrastavano i suoi
poteri. <<Sono colpito, ma non sarà
questo a fermarmi>> asserì, chiudendo gli occhi. Xera si fermò
vedendo il nemico immobile e sebbene per lei fosse impensabile attaccare chi non
si potesse difendere, con Gholja non ci pensò due volte. Tornò subito sui suoi
passi, sollevò Rhinvel e facendo ricorso alle sue forse residue, si scagliò
contro il Segugio.
Lo stridio di due lame incrociate si propagò per tutto
il vulcano, insieme a delle scintille generate dall’attrito. Xera fece allora
un balzo indietro e solo in quel momento poté realizzare chi fosse il suo
avversario o meglio “cosa”.
Uno scheletro dalle ossa coperte di muffa impugnava
una falce molto più lunga del normale e dalla lama affilata. Benché quello fosse
uno spettacolo insolito, per Xera quell’essere non era del tutto estraneo e
quasi in risposta ai suoi pensieri, si rese conto che ai piedi del non morto vi
era una carta vuota. Con il capo si girò alla ricerca del responsabile, per poi
individuarlo ancora con le braccia sollevate e con il volto sorridente.
<<Tu!>>
mormorò la guerriera, cercando di reprimere il profondo astio nei suoi
confronti.
<<Non ti
permetterò di colpirlo!>> gemette la donna con voce stridula. La
guerriera osservò lo scheletro avanzare lentamente, perciò decise di
anticiparne le mosse attaccando per prima.
La reazione del suo avversario, però, riuscì a spiazzarla. Invece di difendersi, infatti, lo scheletro si lasciò colpire in pieno petto; ferita che tuttavia non gli procurò alcun dolore. Xera fece per ritrarre la spada, ma le ossa dello scheletro bloccarono Rhinvel, iniziando poi a contaminarla con il marcio di cui erano ricoperte. Più Xera si divincolò e maggiore divenne la velocità di corrosione, fino a che fu costretta a fermarsi per evitare di distruggere la spada.
La reazione del suo avversario, però, riuscì a spiazzarla. Invece di difendersi, infatti, lo scheletro si lasciò colpire in pieno petto; ferita che tuttavia non gli procurò alcun dolore. Xera fece per ritrarre la spada, ma le ossa dello scheletro bloccarono Rhinvel, iniziando poi a contaminarla con il marcio di cui erano ricoperte. Più Xera si divincolò e maggiore divenne la velocità di corrosione, fino a che fu costretta a fermarsi per evitare di distruggere la spada.
La falce dello scheletro, però, non fu altrettanto
premurosa e senza indugiare un solo istante fu scagliata alle sue spalle.
In un primo momento la guerriera non comprese quel
gesto, almeno sino a quando, voltando il capo, non scorse Reilhan con gli occhi
serrati e in fase meditativa.
<<Svegliati
Rei!>> urlò con tutto il fiato che aveva, riuscendo ad avvertirlo
appena in tempo. Il ragazzo allora sollevò il Maglio con entrambe le mani,
abbandonò la posizione supina e si preparò ad accogliere la falce proteggendosi
con la stessa arma. Due braccia tuttavia comparvero alle sue spalle
strappandogli il Maglio dalle mani, per poi afferrargli i polsi lasciandolo
privo di difese.
La falce così poté colpirlo in pieno petto, senza che
nessun ostacolo le bloccasse la strada.
Xera ed Elesya urlarono dal terrore dinanzi a quella
scena mentre il curatore, ancora con volto stupito, si accasciò a terra pallido
come un cencio.
Madame Taròt sorrise compiaciuta; finalmente era
riuscita a togliere di mezzo uno di quei tre ragazzi e di sicuro questo gesto
le avrebbe restituito la fiducia persa del suo signore o almeno così pensò.
Soltanto lo sguardo severo di Gholja riuscì a riportarla alla realtà.
Mentre il corpo del ragazzo giaceva ai suoi piedi, l’uomo contemplò con disprezzo il resto del gruppo; almeno sino a che, con la coda dell’occhio, non intravide un bagliore porpora conquistare in fretta tutto il cono vulcanico.
Mentre il corpo del ragazzo giaceva ai suoi piedi, l’uomo contemplò con disprezzo il resto del gruppo; almeno sino a che, con la coda dell’occhio, non intravide un bagliore porpora conquistare in fretta tutto il cono vulcanico.
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