Madame Taròt vide il resto
dell’odiato trio raggiungerla e con la mente rivisse, momento per momento, il
susseguirsi d’eventi che l’avevano condotta a giacere inerme al suolo. Tuttavia
per quanto provasse a dare una spiegazione logica all'accaduto, non
riusciva a capire come i tre ragazzi fossero tornati in vita.
<<Ho visto i
vostri corpi esalare l’ultimo respiro, questo non sta accadendo sul
serio>>, gemette a denti stretti e con il viso rivolto nella polvere
color pece.
<<Ti abbiamo
mostrato ciò che tu volevi vedere, dando per scontato che la brama di vendetta
ti avesse oscurato la mente>> rispose la guerriera, <<Dopodiché
ingannarti è stato un gioco da “ragazzi”>> aggiunse il curatore. Elesya
indicò il foro sul suo abito e sollevando il sottile strato di stoffa, mostrò
la pelle priva di segni o tagli. La Paramal sbarrò gli occhi dallo stupore, per
poi tornare a fissare gli abiti macchiati di sangue. <<Io avevo il
pieno controllo del suo corpo …>> lamentò cercando la guerriera con
lo sguardo << Niente di più vero, ma benché i tuoi poteri fossero
ancora attivi, la magia di quelle rune ne ha ridotto la forza. Mi è bastato
sporcare la lama con il mio stesso sangue e poi fingere di pugnalare Elesya,
per darti l’illusione sperata>> disse Xera sorridendo. Reilhan iniziò
presto a spazientirsi e preso dal desiderio di portare a termine quella farsa,
interruppe bruscamente le spiegazioni.
<<Conversare non porterà a
nulla, dobbiamo decidere cosa farne di lei!>> esclamò adirato. Il
volto contratto dalla rabbia non accennava ad attenuarsi, soprattutto quando,
con la coda dell’occhio, osservava i lividi sul collo dell’amica. C’era voluta
una grande forza d’animo per non perdere il controllo del suo corpo, ma la
forte pressione esercitata sulla pelle, le aveva lasciato il segno. Dal suo
punto di vista la loro messa in scena era stata guidata dalla buona sorte e
nient’altro; ignaro della finta morte di Elesya, lui per primo ne era stato
ingannato e solo nel momento in cui fu sul punto di far del male alla sua amica, la ragazza
gli sussurrò quanto era accaduto. Reilhan osservò le rune che circondavano la
superficie del cono vulcanico e per la prima volta fu grato della loro
presenza.
<<Questa donna non
merita alcuna pietà!>> asserì il Novizio, <<Ma se dovessimo
toglierle la vita, diverremmo degli assassini. Dal mio punto di vista non ci
sarebbe peggior maledizione da sopportare per il resto dei miei giorni>>
affermò risoluto. Elesya provò a replicare, ma sapeva bene quanto le parole
dell’amico corrispondessero a verità. Madame Taròt sorrise compiaciuta,
<<Hai fatto la scelta giusta ragazzo; sono sicura che Murdar sarà
orgoglioso di te>> aggiunse ironica. Reilhan si voltò verso la donna
e con un sorriso beffardo le rispose a tono <<I tuoi poteri da Paramal
sono davvero straordinari, Madame Taròt>>, la donna inarcò le
sopracciglia <<Che cosa stai farneticando?>>, Reilhan allora
si avvicinò a lei di qualche passo, per avere la certezza che la donna lo
guardasse in faccia.
<<Murdar sarà davvero orgoglioso di me, quando le
porterò la persona che ha causato così tanti guai nell’ultimo anno>>.
La Paramal impallidì al pensiero di rivedere l’odiato saggio e improvvisamente
riconsiderò l’idea di essere giustiziata in quello stesso luogo. <<Siete degli sciocchi se pensate davvero che rinuncerò alla mia vendetta! Vi
perseguiterò finché avrò vita e mai un solo giorno sarete felici>>
urlò dimenandosi con forza. Gli occhi s’iniettarono di sangue e alcune vene sulla
fronte presero a gonfiarsi. <<Una volta fuori di qui, i miei poteri
torneranno più forti di prima, soggiogarvi perciò sarà un vero spasso>>
continuò con affanno a causa dell’eccessiva respirazione. Elesya strinse le dita attorno alla staffa
finché non si fecero bianche; un’irrefrenabile rabbia le stava montando in
petto, sentimento che non ebbe intenzione di tenere a freno. Si avvicinò allora
alla Paramal desiderando soltanto di farla tacere e senza rendersene conto
sollevò Vheles con entrambe le mani, per poi farle calare con violenza in
direzione della donna. Fu Xera a fermarla in tempo, <<Ely … ?>>
la interrogò con volto smarrito, che tuttavia tornò subito serio allorquando schiaffeggiò la guancia della giovane maga. Elesya si sentì subito svuotata, come se fino a quel momento qualcun altro ne avesse diretto le
azioni. <<Non puoi darle tutto questo potere su di te>> le
sussurrò la guerriera prendendola in disparte. <<I suoi discorsi mi
rendono nervosa>> si giustificò la ragazza, <<Non mi
riferivo a Madame Taròt>> aggiunse senza distogliere lo sguardo.
Le mani della Paramal erano
state legate con della corda recuperata dalla bisaccia di Xera, affinché le fosse
impedito di difendersi con le aguzze unghie. Reilhan volle fare lo stesso con le
caviglie, però dopo costringerla a camminare sarebbe stato difficile. I tre
ragazzi allora decisero di riposarsi, nell’attesa che il saggio li raggiungesse
per portarli in salvo, quando un forte boato li costrinse a ripararsi la testa.
Una sfera infuocata si era schiantata contro la barriera, incrinandola in
alcuni punti, che tuttavia non ne attenuarono la forza. Reilhan fissò il
soffitto oscurarsi e preoccupato per le amiche, le riparò con il suo stesso
corpo. Una seconda palla infuocata colpi di nuovo la barriera, accentuando le
incrinature che, molto veloci, percorsero l’intera superficie magica. Dei
detriti presero a cadere dal cono in direzione delle giovani leve, che decisero
quindi di ripararsi sotto l’enorme statua d’ossidiana. Soltanto Madame Taròt fu
lasciata indietro, ma con i forti attacchi rivolti alla barriera, avvicinarla
divenne sempre più arduo. Xera alzò lo sguardo in direzione del soffitto e
l’ultima cosa che vide prima di un forte bagliore, fu la barriera andare in
frantumi.
Anche nelle ultime puntate ci tieni sospesi.
RispondiEliminasempre :D
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