Madame Taròt contemplò i suoi feticci e in particolare
quello vincolato alla fanciulla. Era stata una fortuna per lei aver ritrovato
alcuni capelli della guerriera sul suo vecchio divano, quasi il destino volesse
aiutarla nella sua sadica vendetta. Sebbene i tentativi d’interazione col
sigillo della ragazza, le avessero consentito soltanto di tenerla a bada per
qualche giorno, proprio quel fallimento le aveva permesso di conseguire il
migliore dei piani. Decise allora che della ragazza non ne aveva più bisogno e,
con uno strattone, distrusse il vincolo attorno al collo della bambola.
Nell’istante in cui la magia fu spezzata, la guerriera riaprì gli occhi
ritrovandosi alla mercé del Novizio e della sua presa risoluta. I loro sguardi
s’intrecciarono e benché la situazione richiedesse un immediato intervento, il
corpo della giovane leva parve troppo provato. Reilhan cercò in tutti i modi di
resistere a quella fattura, ma le sue mani non volevano saperne di ubbidire.
Fece appello così a ogni fibra del suo corpo, tant’è che pian piano la sua
fronte iniziò a imperlarsi di sudore. L’unico risultato ottenuto però fu quello
di allentare, seppur di poco, la morsa attorno al collo. <<Rei, ti prego … fermati>> gemette
Xera circondando i polsi del ragazzo con le sue mani, ma il volto contrito
dell’amico le fece subito intendere la situazione.
<<È
inutile ribellarsi ragazzina, ormai è finita! Arrenditi e lascia che il Novizio
allevi le tue sofferenze. Dopotutto hai appena ucciso la tua cara amica, per
cui meriti di morire>> gongolò Madame Taròt fissando, divertita, la
scena. Xera cercò il corpo di Elesya con la coda dell’occhio e inorridendo,
pianse lacrime amare. Reilhan si sentì morire dentro dinanzi a tanta
sofferenza, ma la situazione in cui versava non era poi così diversa. Di lì a
poco, infatti, anche lui avrebbe provato il medesimo dolore. Con i polsi ancora stretti
nella fievole morsa della fanciulla, Reilhan era completamente in balia della
megera che, stanca di attendere oltre, decise di porre fine al suo piano.
<<Forza ragazzo è il momento. Un
ultimo sforzo e sarà tutto finito!>> lo derise, mentre con le dita
mosse il feticcio con insistenza. Il curatore perse così lo scarso controllo
guadagnato con il sudore della fronte e, suo malgrado, fu costretto ad
abbandonarsi a quel potere ignobile. Le mani, allora, si strinsero intorno al
collo della guerriera e sebbene Xera non facesse che implorarlo, Reilhan non
serrò la morsa sino a che la guerriera non si accasciò. Le mani, che fino a
poco prima avevano tentato di respingere le braccia del curatore, crollarono
pesanti sui fianchi e il respiro, già affannato, cessò del tutto. Quando la presa fu interrotta, il corpo di Xera cadde a terra accanto a
quello dell’amica, scena che pietrificò il Novizio.
Si rese conto così di aver
riacquistato il totale controllo del suo corpo, ma ormai non aveva più nessuno
da difendere. Decise perciò di fare la cosa più ovvia per lui in quel momento e
senza rifletterci, s’impadronì del piccolo pugnale di Xera. Con la coda
dell’occhio diede un ultimo sguardo alla donna che aveva causato loro tanto
dolore e quasi stesse innalzando un calice ricolmo di vino, le puntò contro la
lama per poi affondarla dritto nel suo cuore.
Il ragazzo cadde in ginocchio, accertandosi di essere
abbastanza vicino al resto del gruppo, poiché non c’era posto migliore per
morire, dal suo punto di vista. Reilhan si trascinò verso le due compagne e
dopo averle accarezzate affettuosamente, si accasciò esanime.
La fragorosa risata di Madame Taròt echeggio per tutto
il vulcano, rendendo quello sgradevole suono ancor più nefasto. Discese pian piano da
quel che era stato il suo podio per tutto quell'intervallo di tempo, perché il suo
desiderio di contemplare la scena era diventato troppo forte da contenere. Con
l’ausilio di una fune, che aveva raccolto una volta in cima, discese sino alla
base della statua. L’azione le causò molta fatica, data la veneranda età e data
la mancanza dei suoi poteri. La barriera magica, infatti, aveva colpito anche
lei, proprio come aveva detto Elesya, ma le sue amate marionette erano state
maledette prima di accedere in quel luogo, per cui non avevano risentito di tale
restrizione. Prese fiato prima di raggiungere i corpi dei ragazzi, benché
l’euforia le avesse reso quell’ultima fatica infima, se paragonata
al premio che ne avrebbe conseguito.
Ai suoi piedi i corpi senza vita dei ragazzini che l’avevano allontanata
dal suo Signore, mentre nel suo cuore pregustava il momento in cui, l’odiato
Murdar, avrebbe appreso della loro dipartita.
In queste ultime 2 pagine la cattiveria di Madame Tarot viene descritta in modo sadico e crudo e le scene sono simili ad un horror non pensavo potesse arrivare a tanto sei riuscita a farmi rimanere terrorizzato e la scena finale di questa pagina mi ha fatto quasi piangere
RispondiEliminaIn effetti molta gente vorrebbe vederla finire in malo modo quella persona. :D
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