Reilhan si chinò per
osservare la bambola riversa sul terreno e con la mano sfiorò la cucitura che
non aveva retto a causa del brusco lancio. I fili spezzati erano ancora
visibili, sebbene un liquido scuro li avesse macchiati. Annusò in
silenzio le dita che aveva intinto nella strana sostanza e un olezzo acre e
ferroso gli fece lacrimare gli occhi. <<Questo è sangue, non ci sono
dubbi>> disse ripulendosi con un lembo di stoffa. <<Avete
ucciso la mia Lorrhena!>> mormorò Alonya. Reilhan si voltò verso la
bambina che lo stava fissando con disprezzo <<Lorrhena non era una
bambola>> spiegò con voce ferma, <<Era la mia
preferita!>> rispose invece lei. <<Rei che cosa sta
succedendo? Datemi la bambola posso ripararla>> s’intromise Elesya
incuriosita dalla situazione. <<Ely per favore, vorrei che tu venissi qua>>,
il Novizio indicò alla ragazza il punto in cui il pupazzo era caduto e allo
stesso tempo tentò di farla allontanare dalla bambina dalla quale non si era mai
separata. Ma quando Elesya provò a raggiungere i suoi compagni, Alonya le
afferrò un lembo del suo vestito. La giovane maga le sorrise e prendendole la
mano, iniziò a camminare.
Un improvviso gelo le entrò
nella pelle. Lentamente si diffuse in tutto il corpo, rallentando i suoi
movimenti e impedendole di proseguire oltre. <<Lasciala!>>
le urlò la guerriera ma Elesya ormai non era più in grado di controllare il suo
corpo. Anche l’evocazione della giovane maga fu immobilizzata per effetto dell’incantesimo
che legava le loro anime. <<Dilettante>> la rimproverò
Alonya <<Ti sei sacrificata per evocare la bestia, nessun Negromante
avrebbe commesso un errore tanto banale>> malignò senza neanche
guardarla. <<Se come maga lasci a desiderare, in compenso sarai una perfetta
Lorrhena seconda>> aggiunse allontanandosi da lei di qualche metro.
<<Avevo ragione questo non è un coniglio di pezza>> la
incalzò il Novizio, inorridito dalla freddezza che la bambina continuava a
ostentare, quasi fosse indifferente alle sofferenze altrui. <<La mia
Lorrhena era molto più che una bambola e voi l’avete uccisa>> rispose
lei alzando la voce. <<Non si può uccidere un essere già morto. Quale
bambina sana di mente giocherebbe con i resti di un animale imbalsamato?>>
le domandò infine tentando si smascherarla. Leha e Satyr, sebbene avessero
deciso di farsi da parte, non mossero un muscolo. <<Imbalsamato? Non
so di cosa parli. Lorrhena l’ho cucita con le mie mani. Io le ho ridato la
vita>> spiegò osservando il corpicino della bambola con tristezza.
Xera cercò di avvicinare Elesya ma qualcosa le impedì di muoversi. In un primo
momento pensò fosse opera di Alonya, ma più la bambina parlava e più lei si
sentì prevaricata. La sua testa le diceva di agire, ma qualcosa di ben più
grande invece, le fece desiderare di scappare lontano. Com'era possibile che un essere così piccolo le incutesse tanto timore? Xera fissò l’amica immobile a pochi
passi da lei e per tutto il tempo non le tolse gli occhi di dosso. <<Mi
era stata donata da mia madre: un tenero batuffolo color castagna. Un giorno
però mentre giocavo a farle il bagnetto, Lorrhena non si mosse più ed io fui
molto triste. L’avevo rotta!>> confessò la bambina, <<Decisi
di ripararla per non far arrabbiare la mamma e così con delle forbici da cucito
le ho aperto il pancino per cercare il guasto. Poi ho preso ago e filo e l’ho
ricucita come mi aveva insegnato la nonna. Finalmente era rinata, Lorrhena
era tornata da me>>. Reilhan non osò replicare, poiché era sempre più
convinto che l’essere dinanzi a lui fosse pericoloso e ostile. Preoccupato per
la sorte della sua amica, decise di distrarla per prendere tempo e studiare un
piano.
<<Scommetto che non ti eri persa davvero. Tu ci stavi aspettando.
Perché dimmelo!>>. Alonya si guardò attorno prima di rispondere quasi
temesse di essere udita, <<Dovevate condurmi da mia nonna, non so
altro>>, <<Perché non la raggiungi tu stessa, non mi sembri indifesa>> borbottò Leha intervenendo nella conversazione.
<<Io sono solo una bambina, non dovrei neanche essere qui. Mi sono
persa ma so che la nonna è con i suoi amici del Concilio. Ho tanta fame, adesso
basta parlare, voglio tornare a casa>> lamentò cambiando
presto atteggiamento. <<Che le prende?>> domandò
Satyr rivolto ai due ragazzi, <<Un attimo prima parla come un’adulta e
un attimo dopo si comporta come una mocciosa: pazza come un cavallo ma
mocciosa>>. Reilhan portò una mano sulla schiena per afferrare il
Maglio, sentirle dire di avere fame lo inquietò. Xera invece restò stranamente
immobile. <<Dobbiamo intervenire, non oso immaginare di cosa si voglia
nutrire>> bisbigliò affinché soltanto la guerriera lo sentisse, ma
Xera non sembrava prestargli attenzione. <<Xera!>> la voce del curatore la fece scattare, <<Ti sembra il momento opportuno per
avere paura?>> la rimproverò. <<Io non ho paura>>
si difese ma le sue parole non apparvero molto convincenti. <<Dobbiamo
aiutare Elesya ma da solo non posso riuscirci>> la pregò e Xera
si fece coraggio.
<<Ho fame, ho tanta fame>> continuò a ripetere Alonya
con le lacrime agli occhi, <<Portatemi da mia nonna, lei mi darà da
mangiare!>> esclamò infine al culmine della rabbia. <<Tua
nonna adesso è alla locanda, lascia andare la mia amica e ti ci
porteremo>> propose il Novizio. <<Lei è la mia nuova
Lorrhena, andate a chiamare la nonna ed io la terrò in vita ancora un po’>>
ribatté. <<Non abbiamo mai visto tua nonna, come faremo a
riconoscerla? Lascia stare Elesya e noi ti accompagneremo!>> replicò Xera
cercando di farla riflettere e Alonya si lasciò finalmente convincere. <<Andiamo
subito, io ho tanta fame>> disse disperata e quando iniziarono a
muoversi, Satyr li fermò <<Ragazzi pensateci: se dal primo momento il
suo intento è stato di incontrare il Concilio, il suo vero obiettivo non siete voi. In quanto guardia scelta non posso permettervi di condurre questo mostro
al loro cospetto>> affermò imbracciando lo strano liuto. La bambina
lo osservò a lungo <<Non vuoi che riveda la nonna?>>.
<<Non prima di essermi accertato che tu sia davvero la nipote di un
esponente del Concilio, in caso contrario dovrai rivolgere la tua attenzione
altrove>> la redarguì. <<Adesso basta Satyr, non c'è tempo per discutere!>> lamentò il Novizio ancora in pensiero per
Elesya che da diversi minuti giaceva immobile sul selciato. <<Mi avete
fatto arrabbiare!>> asserì infine la bambina. Con passo veloce
raggiunse il corpo del coniglio senza che nessuno se ne accorgesse, poi
intingendo le dita con il sangue dell’animale, disegnò degli strani simboli sul
terreno. Trascorsero solo alcuni secondi affinché il maleficio si manifestasse
e colpisse i due bardi. Una porta simile all'uscio spettrale evocato da Elesya,
si materializzò sotto i piedi dei ragazzi risucchiandoli senza lasciarne
traccia. Xera avvertì una fitta al petto a causa dell’eccessiva forza con
cui il suo cuore batteva. Reilhan invece fu preso dal panico vedendo i nuovi
amici sparire sotto i suoi occhi. <<Che ne hai fatto di loro?>>
mormorò con un filo di voce, <<Li ho mandati via per sempre, mi erano
antipatici. Adesso però tocca a te. Io conto fino a dieci e voi vi nascondete:
il primo che trovo, muore!>>.
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