<<C’era un
tempo in cui le entità divine risiedevano stabilmente tra noi, camuffati ovviamente,
ma sempre pronti a rivelarsi quando la situazione lo richiedeva. Vivendo a
stretto contatto con gli abitanti di Raifaelia, era consuetudine inoltre, che le
divinità decidessero di elargire particolari doni a chi reputassero affidabile.
A volte si trattava di armi potenti, altre di poteri magici rari o addirittura
della Lebith Ketui (la Conoscenza Sapiente). Gli individui eletti erano
destinati a compiere grandi imprese e a godere di profondo rispetto. L’anima
umana tuttavia, non è votata solo alla purezza di spirito, ognuno di noi,
infatti, nasconde un lato oscuro che in alcuni casi prende persino il
sopravvento.
Anche i prescelti non erano immuni a questa lotta interiore
tuttavia, diversamente dai comuni esseri umani, avevano una tempra morale
ammirevole. Questi uomini e donne però non erano immortali e durante un normale
combattimento, potevano essere feriti e persino uccisi. Adesso vorrei che tu
prestassi particolare attenzione a ciò che sto per dirti, poiché ti riguarda personalmente>>.
Fissai Zaharra e con un cenno del capo, la esortai a continuare il
racconto.
<<Molto
bene! Uno dei prescelti più noti della storia, è stato sicuramente Kùa Leis che
seppur fosse un ragazzo molto giovane, giocò un ruolo fondamentale durante la “Guerra
delle sette piume” che si svolse nella città di Sihlya. Purtroppo in seguito a
questa sanguinosa battaglia, il ragazzo perse la vita, nonostante avesse il
dono della Lebith Ketui e non fosse schierato sul campo. Alcuni ipotizzarono
che fosse stato ucciso dalle stesse divinità, poiché videro in lui un
potenziale nemico>>. Mi grattai la testa perplessa, << È una teoria assurda; come può una divinità
temere un potere che egli stesso ha donato?>> obiettai. <<Molti la pensarono come te, infatti, nessuno
diede credito a questa versione, nonostante partisse da una persona di grande
importanza: Raghana Leis, la negromante più potente mai esistita e la persona
più influente del Concilio, dopo Murdar il saggio.