<<Quando sbarcammo su Horsia, io e Reilhan eravamo
nello stesso gruppo; due giovani sprovvedute leve, ignare di quanto potesse
essere dura l’impresa che avevano scelto di conseguire. Non fu semplice per noi
diventare amici, perché avevamo due caratteri simili: entrambi testardi e forse
anche molto sciocchi. Solo Hila, la Novizia, era in grado di domare la nostra
irruenza: per noi era come una sorella maggiore e Rei in particolare, l’era
molto devoto, essendo cresciuto senza né fratelli né sorelle. Ci impiegammo
poche settimane per raggiungere Kodur e il Saggio Murdar ne fu talmente
sorpreso, che volle farci un dono. Io ricevetti la frusta>> rivelò guardando Xera, <<dicendomi: “Non c’è niente meglio di una
corda sinuosa per legare le persone a noi, purché non si spezzi”. Ancora oggi
non ho compreso se all’epoca, si fosse preso gioco di me o dicesse il
vero>> spiegò la ragazza perplessa.
<<A Rei invece, donò il suo Maglio. Non l’ha mai scambiato con armi
migliori, nonostante ne avesse avuto la possibilità in diverse occasioni.
Ricordo ancora le parole di Murdar: “A volte anche i Curatori devono infliggere
delle ferite per difendere le persone che amano e le cause che sposano”>>.
Le giovani Leve ascoltarono in silenzio il racconto di Mihrrina e nessuno
osò interromperla. La Novizia narrò loro le prime imprese affrontante insieme
al suo vecchio gruppo e di come, con il passar del tempo, diventarono una
famiglia. La loro forza cresceva di pari passo alle loro capacità individuali,
soprattutto per Mihrrina, la cui agilità e velocità divennero ineguagliabili.
Anche Reilhan era molto forte, spiegò la Novizia, ma non abbastanza da poter
utilizzare la sua magia. La ragazza disse loro inoltre, quanto fosse stato difficile da
accettare per il curatore, al punto tale, da convincerlo a rinunciare al suo
sogno. << Credo però, che una parte
di lui, non avesse ancora smesso di sperare, tuttavia, una serie di infausti
eventi, lo convinse a rinunciarvi definitivamente!>> aggiunse, <<A che cosa ti
riferisci?>> domando Elesya. <<Non so se è giusto raccontarlo in sua assenza, potrebbe volerlo tenere
per sé. Posso dirvi però che in seguito a quella brutta vicenda, il nostro
gruppo si sciolse: io divenni un’apprendista Hem mentre lui scelse di servire
Murdar come Novizio>>. Xera ascoltò le parole di Mihrrina, poi
ansiosa di riappacificarsi con il suo amico, decise di raggiungerlo, ignorando
il suggerimento ricevuto in precedenza.
<<Quando sei tornata a Horsia?>>
domandò Elesya incuriosita. <<Otto
mesi fa, giorno più o giorno meno!>> rispose, poggiando i piedi sul
tavolino da the dinanzi al divano. <<Capo,
se ti vedesse Aldaria, si arrabbierebbe; lo sai benissimo quanto tiene alle
buone maniere>>, le rimproverò Faiha, ma la Novizia preferì fare
orecchie da mercante. <<Prima di
procedere con l’iniziazione degli Hem, bisogna portare a termine una
prova!>> spiegò la ragazza, <<Devo dimostrare ai Cinque, di saper guidare dei sottoposti, facendo di
loro dei temibili combattenti>> poi Mihrrina guardò i due compagni e
asserì << Il risultato conseguito è
sotto gli occhi di tutti!>>, <<Perdonala>> disse Faiha, <<La modestia non è la sua qualità migliore>>, <<Puoi dirlo
forte>> replicò soddisfatta la Novizia.
<<Siete quindi sull’isola da quasi un anno, ora capisco perché la vostra
forza è nettamente superiore!>> affermò Elesya entusiasta. <<Il fatto di essere qui da più tempo di voi,
non vuol dire nulla!>> aggiunse Zabora, <<Se una Leva è inadeguata, potrebbe anche passarci la vita su
quest’isola e comunque nulla cambierebbe>>. La giovane maga si
rabbuiò, temeva di essere una di quelle Leve. <<Non è il tuo caso tuttavia!>> spiegò Faiha sorridendo,
<< I tuoi poteri si stanno ancora
formando, questo lo avverto chiaramente>> disse accarezzando il
gioiello che portava al collo.
<<Faiha
… Sei una Conue?>> le domandò, la ragazza allora sorrise <<La tua conoscenza è vasta, quasi nessuno mi
chiama più così ormai!>>, <<
È vero quello che si dice di voi? Vi sottraggono ai vostri affetti appena nati,
per sottoporvi a duri addestramenti e infine, siete persino costretti a
…>> Elesya non osò continuare, <<Puoi dirlo se vuoi, vado fiera di quello che sono, anche se mi è stato
imposto!>> replicò Faiha rassicurandola. <<Costringendovi a privarvi del cuore e a trasformarlo in un Cohr, ossia
la pietra che porti appesa al collo>>. Per un attimo calò il
silenzio, interrotto solo dai rumori provenienti dalla cucina della locanda.
<<Sono una ragazza come tutte le
altre, ho dei sentimenti e provo emozioni>> spiegò Faiha senza perdere
il sorriso. <<Tutti coloro che si
avvicinano alla magia, in qualche modo pagano uno scotto assai alto. Questi
sacrifici tuttavia, sono un piccolo prezzo da pagare, in confronto al potere cui
abbiamo accesso. Se intendi davvero diventare una Negromante, è bene che tu sia
pronta a dover sacrificare qualcosa, forse anche la tua stessa vita!>>. Elesya
impallidì, non era ancora pronta a pagare un così alto tributo.
Mentre i suoi
amici discorrevano, Xera perlustrò tutta la locanda in cerca di Reilhan, ma non
riuscì a trovarlo. Quando fu sul punto di uscire per strada però, Aldaria,
vedendola in pena, le suggerì di recarsi sulla soffitta dell’edificio, da cui
si poteva avere accesso alla terrazza dove di solito la locandiera metteva il
bucato ad asciugare. Senza farselo ripetere, la guerriera salì le scale
velocemente e in pochi minuti, raggiunse il punto indicatole. Non appena aprì
la vecchia porta di legno, fu subito abbagliata dalla luce del primo sole, che
alto si stagliava nel cielo. L’aria era fresca e frizzante, inebriata dal
profumo del bucato, appeso alle corde della terrazza. Essendo la locanda, uno
dei due edifici più alti del villaggio, offriva una vista mozzafiato cui era
impossibile non soffermarsi.
Xera scorse in lontananza le mura di Kodur,
oltrepassate qualche giorno prima, dietro le quali s’intravedevano le cime più
alte del bosco adiacente. Dall’altro lato del villaggio, sulla cima di una
scogliera, c’era una piccola casa, dal cui camino fuoriusciva uno strano fumo
colorato.
<<Non è possibile, è blu?>> disse a
voce alta per lo stupore, <<Il
camino di Murdar cambia il colore delle fiamme, in base all’umore del
saggio>> rispose Reilhan da dietro un grande lenzuolo bianco.
Divincolandosi così,
tra tovaglie e asciugamani, Xera raggiunse il compagno, <<Ti ho cercato dappertutto!>> gli
disse, ma il ragazzo non rispose. La guerriera però non aveva intenzione di
arrendersi << Che bella vista! Non
trovi? >>. Xera continuò a farfugliare per diversi minuti ma nulla
sembrò dissuadere Reilhan. <<Oh
andiamo, Rei! Non ti sembra infantile il tuo comportamento? Per quanto ancora,
hai intenzione di ignorarmi?>> domandò stizzita. << È incredibile che proprio tu, ti permetta
di giudicare qualcuno! Sei la persona più cocciuta che abbia mai conosciuto e
soprattutto la più egoista!>> le rispose il Novizio visibilmente
adirato.
<< Ti abbiamo implorato di
interrompere il combattimento; Elesya aveva tutte le mani insanguinate, per
quante volte ha colpito la barriera magica, ma tu invece volevi combattere. Che
cosa t’importa se i tuoi amici si disperano per te. Se per mesi ti hanno vegliato,
senza dormire, nella speranza che tu ti risvegliassi. Come ti è saltato in
mente di sfidare una Hem, sei forse impazzita!>>. Man mano che
Reilhan le rimproverava qualcosa, il tono della sua voce aumentava. <<Avermi quasi ucciso, non ti ha insegnato
nulla?>> urlò infine.
L’ultima frase fu un duro colpo per la
guerriera, che spinta dal rimorso, versò qualche lacrima amara. <<Mi dispiace, non volevo >>,
<<Non ti scusare>> affermò la ragazza, <<Quello che dici è vero, ma vorrei farti
capire che non passerò la mia vita sotto una teca di cristallo, solo per
rassicurare chi mi vuole bene!>>, poi asciugandosi il viso con le
mani, continuò <<Ho scelto di
diventare una Paladina e inoltre ho fatto una promessa solenne a mia madre. Mi
reputo fortunata per aver incontrato sulla mia strada, degli amici tanto
preziosi, ma se davvero tenete a me, dovrete accettare anche la mia natura. Non
so se questo maledetto sigillo influenza le mie scelte, ma io ho intenzione di
continuare a combattere. Ci saranno persone con cui desidererò duellare e contro
le quali, quasi certamente, perderò. Mi ferirò e probabilmente, rischierò anche
la vita>>.
Xera si voltò nuovamente, poi prendendo le mani dell’amico
aggiunse, << Spero che un giorno tu
possa perdonarmi per il male che ti ho fatto>> disse mentre con la
mano destra, gli accarezzava il petto, proprio dove, nascosta dagli abiti, c’era
la cicatrice. <<Ho giurato a me
stessa, che non avrei mai più perso il controllo e intendo rispettarlo>> affermò
la ragazza.
<< Durante il duello,
quando hai ribaltato il risultato dello scontro, atterrando Mihrrina, vuoi
forse dirmi che non eri sul punto di mutare?>> domandò il Novizio.
<<Non so spiegarti che cosa è
successo, ma diversamente dal lago, io ricordo tutto, anche se i dettagli sono
ancora un po’ annebbiati>>.
Reilhan strinse la mano che Xera teneva
sul suo petto. << Scusami se ho
alzato la voce, ma se è nella tua natura ficcarti in situazioni pericolose, lo
è nella mia cercare di proteggere le persone che amo. Mi sento responsabile
delle vostre vite e farei di tutto per tenervi al sicuro. Non voglio più perdere
degli amici, anche se questi hanno particolari predisposizioni a cacciarsi nei
guai>> affermò sorridendo.
<<Che cosa è accaduto al tuo vecchio
gruppo?>> domandò la ragazza facendosi coraggio. Il Novizio allora,
tornò a scrutare il bel vedere con lo sguardo perso nel vuoto; quei tristi ricordi
dolevano ancora, nonostante fossero trascorsi due anni.
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