Qualche tempo prima …
<<Ancora l’ennesimo carico di mocciosi, mio
fidato Primo Ufficiale; spero solo che nessuno di loro bagni le mie brandine stanotte, ah ah ah !>>, <<Capitano dobbiamo salpare tra quindici
minuti, date inizio alla prova o rischieremo di
tardare>>.
Il capitano Flor amava
il mare, non a caso ci aveva trascorso la sua intera esistenza; qualcuno
addirittura sosteneva che fosse l’unico uomo a essere rimasto sulla terra
ferma, per non più di un giorno. Nonostante questo però, ogni volta che gli era
affidato il compito di prelevare le Giovani Leve, il suo umore cambiava.
<<Sono solo dei bambini!>>
disse guardando la piccola folla che attendeva speranzosa ai piedi della sua
imponente nave.
<<Non vedo l’ora di partire!>> affermò
un ragazzino bruno e alto, <<Io
spero solo che la mia stanza sia luminosa e spaziosa, odio dividere le mie cose
con gli altri>> disse un’altra.
<<Che branco di sciocchi>> mormorò una fanciulla minuta, guardando il
resto dei compagni con aria sprezzante. <<Pensi di essere migliore di loro?>> rispose un ragazzo dai
capelli rossi che le sedeva accanto. << Su questo non ho alcun dubbio>> affermò lei. La giovane
leva, osservò la ragazza con molta attenzione: aveva una corporatura minuta e snella, cosa che probabilmente le garantiva
notevole agilità. I suoi lineamenti però, erano ancora molto infantili, marcati
ancor di più dal taglio corto dei suoi capelli castani. Infatti, con altre vesti, la si sarebbe potuta scambiare per un bambino. Nonostante l’espressione di
disapprovazione che aveva sul volto, il ragazzo non poté non notarne la
bellezza del viso e in particolare dei suoi occhi scuri, che secondo il suo
umore, avrebbero potuto incantarti quanto terrorizzarti.
<<Benvenuti, piccoli mocciosi!>>
urlò l’uomo di mare, dal ponte della sua nave.
Il Primo Ufficiale tossì
e il Capitano Flor si corresse, <<Ah
ah ah! Benvenute Giovani Leve, io sono il Capitano Flor. Non amo fare lunghi
discorsi, soprattutto considerando che ognuno di voi è stato preparato dal
proprio custode, sui rischi e pericoli cui sta andando in contro. La vita è
vostra e fateci ciò che più vi aggrada>>. Tutti i ragazzi
cominciarono a guardarsi perplessi e ancora una volta il Primo Ufficiale tossì.
<< Quel che forse non sapete,
invece, è che la metà di voi sta per tornarsene a casa e vi assicuro che i veri
fortunati saranno proprio loro>>. Un’altro colpo di tosse si udì alle
spalle di Flor. <<Bisogna proprio
che tu ti faccia controllare, amico mio. Non vorrei che ti stessi ammalando ah
ah ah! >> disse ridendo il Capitano.
<<Dovete formare dei gruppi rispettando tre condizioni fondamentali, se
anche solo una di queste mancherà, sarete lasciati a terra>> spiegò, incrociando
le braccia. <<La prima è che il
gruppo sarà costituito da sole tre Leve; la seconda, forse la più importante, è
che in ogni gruppo dovrà esserci un Novizio; la terza infine, è che avete a
disposizione solo quindici minuti per registrarvi dal Primo Ufficiale; odio
perdere del tempo prezioso per colpa di ragazzini piagnucolosi>>. Per un instante calò il silenzio, poi però, il Capitano decretò l’inizio della
prima prova e lo stupore si tramutò in paura. Tutte le Giovani Leve furono
prese dal panico, ad eccezione di due.
La ragazza minuta restò in disparte
osservando la scena e così anche il ragazzo dai capelli rossi. <<Confermo quanto detto prima, sono un branco
di sciocchi>> disse lei. <<Sei
molto sicura di te! Hai forse individuato un Novizio?>> domandò il
ragazzo incuriosito, <<Credo di sì,
ma perché dovrei dirlo a te, sei un mio avversario dopotutto>>
rispose infastidita, poi senza aggiungere altro, sparì tra la folla. La Giovane
Leva iniziò a osservare i volti dei suoi compagni notando che, nonostante tutti
sembrassero spaventati e intimoriti, alcuni di loro si limitavano a starsene immobili,
senza dire una parola. <<Trovato!>>
pensò, così dirigendosi verso quello a lui più vicino, disse <<Sei un Novizio vero? Posso far parte del tuo
gruppo?>>. Il ragazzo voltandosi, gli rispose <<Sei stato abile, ma purtroppo ho promesso i
miei servigi a qualcun altro>> e gentilmente si congedò.
La Giovane
leva così, tornò a osservare la folla e ancora una volta, riuscì a individuare un
altro Novizio che tuttavia, era stato già scovato da alti due suoi compagni.
Dopo ben tre tentativi andati male, il ragazzo iniziò a perdere le speranze e
temendo di essere lasciato indietro, cominciò ad agitarsi. Nonostante la tensione
però, riuscì a raggiungere altri due Novizi ma la risposta fu la stessa già
udita. La speranza di prendere il largo a bordo della nave, andò man mano
scemando così come il tempo a disposizione. Quando ormai mancavano solo alcuni
minuti, si accorse che la ragazza minuta, stava discutendo con uno dei Novizi
da cui era stato rifiutato poco prima.
<<è assurdo! Preferisci far gruppo con quei due Gaal, invece di scegliere me!>> urlò irritata. <<Sono le regole, chi primo arriva, firma! Non
sono io a scegliere il mio gruppo>> rispose il Novizio, tentando di
calmarla, <<Allora le regole sono
sbagliate, chi le ha scritte un altro Gaal>> poi furiosa, gli voltò
le spalle, allontanandosi dal resto dei compagni. La Giovane Leva raggiunse la
ragazza minuta e senza dire una parola, le sedette accanto. <<Che cosa credi che sia questo, il posto
degli esclusi? Se ti sei arreso, torna tra le fila dei perdenti>> gli
disse senza peli sulla lingua. <<Allora
qual è il tuo piano? T’intrufolerai sulla nave di nascosto?>> domandò
il ragazzo incuriosito. <<Se fossi
costretta, potrei anche farlo, il Capitano non mi sembra così sveglio>>
rispose lei.
<<Posso farti una domanda?>> disse
il ragazzo, <<Spara! Purché tu non
mi faccia perdere del tempo prezioso >>, <<Che cosa sono i Gaal>>.
La ragazza minuta si voltò stupita, <<Come fai a non conoscere i Gaal! Persino i bambini li
conoscono!>>. <<Bé dalle
mie parti non ne ho mai visti, forse i bambini della tua terra, sono i soli a
sapere della loro esistenza>>. Dopo averci riflettuto un po’, la
ragazza gli disse <<I Gaal sono
simili ai cavalli ma al contrario di questi, sono bestie stupide, l’unica cosa
che sono in grado di fare è obbedire ai loro padroni. Di solito apprendono un
solo comando nella loro vita e lo eseguono fino alla fine. Odio ripetermi ma
sono davvero sciocchi!>> spiegò. <<Poveri animali, se solo potessero sentire le tue parole; è così che la
loro grande devozione è vista dall’uomo? Spero solo che queste tue
considerazioni, tu le abbia tenute per te, ho sentito dire che sono creature
molto permalose>>. Qualcuno alle loro spalle si unì alla
conversazione.
Il ragazzo dai capelli rossi si voltò, trovandosi dinanzi la fanciulla più
bella che avesse mai visto. Aveva dei lineamenti gentili e delicati, quasi
fosse una di quelle principesse di cui si narrava nei racconti. I suoi capelli
erano dello stesso colore dell’oro e leggeri le ricadevano sulle spalle,
fermati da un piccolo monile a forma di fiore sulla sinistra del capo. I suoi
occhi invece erano celesti come il cielo più limpido. La fanciulla indossava la
stessa uniforme che lui teneva nella bisaccia e questo gli fece intuire che
probabilmente doveva essere un Novizio. <<E tu chi sei, il difensore degli sciocchi?>> domandò sprezzante,
la ragazza minuta. <<Bé questo
forse, è il titolo più bello che abbia mai ricevuto e ti ringrazio>>
rispose la fanciulla sorridendo <<Generalmente
mi chiamano Hila, se volete, potreste farlo anche voi>>.
Il ragazzo
dai capelli rossi allora, facendosi avanti, si presentò <<Il mio nome è Reilhan Alder, mia
signora!>>. Colpita dalla formalità della presentazione, la fanciulla
si avvicinò al ragazzo e prendendogli il viso tra le esili mani, gli disse,
<<Come sei gentile, però chiamami
solo Hila, tra amici è così che si fa>> poi inaspettatamente, gli
donò un bacio sulla fronte che imbarazzò il ragazzo al tal punto, da farlo
arrossire. <<E tu come ti chiami,
piccola?>> domandò Hila, osservando la ragazza minuta. <<Io sono Mihrrina Thyll, ma ti prego risparmiami
i tuoi baci e riservali a lui soltanto: le sue guance rosee dimostrano quanto
li gradisca>> disse ridendo. <<Baciare te, sarebbe come abbracciare un cespuglio di rose: doloroso e
folle!>> rispose Reilhan accigliato. I due ragazzi allora, iniziarono
a litigare e così Hila fu costretta a prendere il controllo della situazione,
dando loro un piccolo buffetto sulla fronte.
<<Non è il momento di discutere, ci resta solo un minuto per registrare
il nostro gruppo dal signor Primo Ufficiale>> spiegò. <<Un momento di quale gruppo stai
parlando?>> domandò Mihrrina, <<Ovviamente del nostro!>> rispose Hila, poi alzandosi dalla
panca sulla quale era seduta, prese le due Giovani Leve per mano e li condusse
al tavolo delle firme. Quando la fanciulla si alzò in piedi, Reilhan notò quanto fosse alta e improvvisamente, accanto a lei, si sentì un
bambino. <<Ei tu spilungona, cosa
credi di fare!>> protestò Mihrrina cercando di divincolarsi dalla
presa della ragazza. <<Credevo
volessi salpare! Mi sono forse sbagliata?>> disse la ragazza, confusa.
<<No non ti sei sbagliata, ma senza
un Novizio c’è proibito>> risposte, continuando a divincolarsi, così
Hila incurante delle proteste della Giovane Leva, riprese a dirigersi verso il
Primo Ufficiale e poco prima di raggiungerlo disse <<Dopotutto non sei poi così diversa dai Gaal, ma negherò di averlo
detto, dovessi trovarmi dinanzi a loro>>. Reilhan iniziò a ridere divertito,
seguito dalla stessa Hila che complice gli strizzò l’occhio.
<<Vedo che ancora una volta hai aspettato l’ultimo
minuto Hila, è davvero una pessima usanza la tua>> gli disse il Primo
Ufficiale, che pensando di aver terminato il suo compito, aveva riposto la
lista dei partecipanti. << Come si dice dalle mie parti: “Il meglio si
lascia sempre per ultimo” e voi sapete quanto io sia esigente sulle Leve da
accompagnare>> poi, voltandosi verso i suoi nuovi compagni, spiegò
loro dove firmare e insieme salirono a bordo della maestosa Sylvia. <<Piccola Mihrrina, prendi questo prima
di salire! I marinai sono molto superstiziosi; assecondiamoli se questo li
rende felici, dopotutto ci lasciano viaggiare sulla loro preziosa nave, senza
versare una sola moneta>> disse Hila, consegnandole un sacchetto di
sale. Al contrario di quel che pensava Reilhan, la nuova compagna obbedì senza
fare storie, forse perché ancora stupita per essere riuscita a superare la
prova.
<<Cos’è il gatto ti ha
mangiato la lingua?>> domandò il ragazzo per provocarla, ma Mihrrina
parve non averlo sentito. I tre compagni occuparono il loro posto al centro
della nave, posizione strategica, spiegò loro Hila, per osservare le debolezze
dei propri rivali. Nessuno parve spiccare particolarmente, a eccezione di un
ragazzo, abbastanza alto per la sua età e molto magro. Era forse l’unico che si
stava davvero divertendo durante quel viaggio, tuttavia, le sue attenzioni,
erano riservate soltanto alle fanciulle a bordo, non disdegnandone nessuna. Il
bizzarro ragazzo, si presentò a tutte le nuove compagne e tra un complimento e
l’altro, senza mostrare imbarazzo, invitava queste a uscire con lui.
<<Non credo che tu abbia capito
dove stiamo andando!>> gli rispose una. <<Sull’isola dell’amore, dove altrimenti!>> asserì il ragazzo
sicuro di sé ma contrariamente a quel che sperava, la fanciulla non fu per
niente colpita e lo cacciò via.
Non perdendosi d'animo,
la Leva si guardò intorno e quando posò gli occhi su Hila, ne fu abbagliato.
<<Oh mia Dea! Le vostre umane
sembianze potranno ingannare gli occhi degli stolti, ma non i miei. Lo
splendore della vostra anima mi ha attirato a voi, come un Hòros bramoso del
dorato e dolce nettare, chiamato miele>>. Hila sorrise divertita,
<<Che ragazzo simpatico!>> affermò.
<<Sono lieto di aver incontrato una
Dea tanto magnanima, temevo di esser condannato alla morte, per il solo fatto
di aver posato i miei occhi su di voi>>, <<Spero ci sia un limite a
tutte queste idiozie>> affermò infastidito Reilhan, <<Hai ripetuto la stessa solfa alla ragazza
che siede di fronte a noi, potresti, quantomeno, essere più originale?>>
gli disse rincarando la dose. <<Che
vuoi che ti dica, mio geloso amico, oggi è il mio giorno fortunato, ho
incontrato due Dee e sono ancora vivo per raccontarlo>> disse
gongolando.
<<Forse anche più di
due, giacché anche la fanciulla dai capelli corvini laggiù, è stata allietata
dagli stessi complimenti>> disse sarcastica Mihrrina, intromettendosi
nella conversazione. <<Che mi
prenda un colpo, perdonate la mia villania, gentil donzella!>> disse
il ragazzo, inginocchiandosi al cospetto della minuta Leva. <<Come ho potuto non notare, che su questa
fortunata nave, ci fosse anche la bella
principessa delle Elhvy>>. Mihrrina era visibilmente confusa,
<<Che bel complimento ti ha
fatto!>> le spiegò Hila, <<Ti
ha paragonato alla principessa di una delle creature più incantevoli delle
terre di Sihlya>>. Mihrrina arrossì, non era abituata alle attenzioni
dei ragazzi con i quali, di solito, preferiva menar le mani. <<Si Mihrrina, è proprio bello: queste creature
sono piccole, dispettose e amano raggirare i viandanti. Proprio a causa del
loro bell'aspetto, ti traggono in inganno; non potevano farti un complimento
migliore>>.
La ragazza cambiò subito espressione, mostrando rabbia e
disappunto. <<Lasciatelo dire mie signore,
la sua è invidia>> disse la giovane leva, poi sfiorando le mani delle
fanciulle, si presentò seguendo l’etichetta riservata ai nobili. <<Il mio Nome è Norwen Nhul, umile Arciere
delle Contea di Candhelia. Al vostro servizio>>. Il nuovo amico restò
in loro compagnia per tutta la durata del viaggio, riempiendo le ragazze di
complimenti e irritando Reilhan che al contrario delle sue compagne, preferì
stargli alla larga. Poco prima di arrivare, Hila invitò i suoi protetti a
indossare la loro uniforme, requisito fondamentale per accedere sull’isola.
Secondo l’ennesimo rituale della nave, le nuove leve abbandonarono le vecchie vesti, gettandole nel mare come
buon auspicio anche se c’era sempre qualcuno che si rifiutava e generalmente
erano delle ragazze.
In poche ore, si ritrovarono sull’isola che al contrario
di quanto detto da Norwen, non si mostrò per nulla un luogo piacevole,
soprattutto le prime due settimane, forse le più dure che Reilhan avesse mai
vissuto. Qualsiasi cosa era un pericolo, persino le creature a prima vista, più
innocue. Le cose iniziarono ad andare meglio dopo il loro incontro con il vecchio
Murdar, potendo da quel momento in poi, contare sul fidato Maglio. Generalmente
Hila lasciava che fossero le sue leve ad affrontare gli scontri, tuttavia,
quando le cose si facevano pericolose, bastava un suo rapido intervento per
ritornare alla normalità. Era un’arciera molto dotata e precisa, con una vasta
conoscenza in merito alla caccia che insegnò ai suoi pupilli, rendendoli dei
veri maestri. Ciò che Reilhan più apprezzava, era come lei facesse di tutto per
evitare lo scontro e se proprio doveva esserci, mostrava pietà e rispetto nei
confronti dei suoi avversari.
Ogni volta che toglieva una vita, sia pur solo
per mangiare, Hila era solita seguire un antico rituale, nella lingua dei
druidi, per invocare il loro perdono. <<Mia madre mi ha insegnato che essere in grado di porre fine a una vita,
non fa di noi degli esseri superiori, anzi al contrario, ci rende deboli e
infimi. È importante quindi, invocare il perdono delle creature cui abbiamo strappato
un dono così prezioso, solo in questo modo, è possibile redimerci>>
gli spiegò la prima volta che eseguì il rito dinanzi a lui.
Con il passar dei
mesi, i sentimenti di stima e affetto che nutriva nei confronti delle due
ragazze, crebbero: ormai era come vivere in compagnia di due sorelle, che
avrebbe protetto a ogni costo. Il duro allenamento cui si erano sottoposti,
iniziò a dare finalmente i suoi frutti e in particolare Mihrrina, sviluppò un’agilità
e velocità ben superiore a tutte le altre leve. Reilhan invece, nonostante
tutto l’impegno che dimostrava, non era ancora riuscito a esercitare i suoi
poteri curativi.
Durante una serata particolarmente dura, Hila lo prese in
disparte, avendo notato in lui solo rassegnazione e dispiacere. <<Rei non devi arrenderti! Sono sicura che
saresti il miglior Curatore di tutti i tempi, se solo credessi in te
stesso>> gli disse, ma il ragazzo anziché esserne lieto, sfogò la sua
frustrazione e la sua rabbia, sulle spalle dell’amica. <<Comincio a pensare che ciò in cui credi sia
solo un’illusione che ti sei creata, per non ammettere di aver scelto un
allievo incapace >> asserì furioso, <<Hai alimentato le mie speranze solo per te
stessa, quando invece, avresti potuto dirmi la verità e mettermi dinanzi alla
cruda realtà. Non diventerò mai un curatore, accettalo!>> disse fuori
di sé. Hila s’intristì e Reilhan preso dal rimorso, afferrò la sua bisaccia, deciso ad abbandonare le due amiche. <<Che cavolo stai combinando, Rei?>> gli rimproverò Mihrrina,
avendo assistito alla scena. <<Me
ne vado!>> annunciò deciso, <<Sono solo un peso per voi!>>.
Voltando le spalle alle
compagne, nonostante avessero cercato di dissuaderlo, le abbandonò,
inoltrandosi nel cuore del bosco alle pendici del vulcano, con la speranza di
incontrare qualche avversario, sul quale scaricare la sua rabbia. Hila e
Mihrrina decisero di attendere il loro amico per un’ora, passata la quale,
avrebbero iniziato a cercarlo.
<<Spero solo che non si sia recato nei pressi
della Caverna Ana>>, disse preoccupata la Novizia, <<Che posto è?>>, domandò Mihrrina, <<La tana delle Labah-Labah, i ragni che popolano le caverne alle pendici del
vulcano. Oltre ad essere grandi quanto macigni, sono velenose e al vostro
livello attuale, costituirebbero un grande pericolo. Presto piccola, corri più
veloce che puoi, abbiamo un curatore da salvare!>> rispose, lanciandosi tra gli alberi.
Giunte ai piedi del vulcano, ritrovarono la bisaccia di
Reilhan, abbandonata, ma di lui non vi era alcuna traccia. <<Guarda Mihrrina!>> gridò Hila,
terrorizzata, poi avvicinandosi velocemente a delle fronde secche, afferrò un
brandello di stoffa, impigliato. Dopo averlo annusato, ebbe la conferma che si
trattava di un lembo della camicia di Reilhan e tutto le faceva supporre che si
fosse inoltrato nella caverna dinanzi a loro. Armate di torce improvvisate,
seguirono l’unico percorso possibile, stando ben attente a non inciampare,
sulle ossa decomposte di prede sfortunate. <<Spero di non fare la stessa fine!>> disse preoccupata
Mihrrina. Camminarono per diversi minuti senza incontrare nessuno, mentre l’aria
si fece man mano irrespirabile, a causa dei gas sprigionati dai corpi
putrefatti.
Nonostante tutto però, decisero di proseguire. Giunte in prossimità
di un grande atrio, che Hila suppose essere il centro della caverna, da tutti i
cunicoli ad esso collegati, si iniziarono a sentire piccoli passi minacciosi.
Dal rumore dovevano essere in tanti e messe alle strette, le due ragazze
capirono di essere circondate. <<Non
avere paura piccola!>> disse Hila, <<Afferra i tuoi coltelli e sii pronta a colpire per uccidere, le Labah-Labah
non fanno sconti a nessuno>>. Le prime bestie a raggiungerle,
sbucarono dal corridoio alla loro destra e grazie alle precise frecce di Hila,
perirono senza nemmeno poterle sfiorare. Il successivo seguito invece, giunse
alle loro spalle e Mihrrina, riuscì a disfarsene senza troppe difficoltà.
<<Andiamo Hila, pensavo fossero
pericolosi, invece sono solo dei ragnetti innocui>> disse spavalda la
ragazza ma la Novizia prontamente la ammonì, <<La loro minaccia non risiede nella forza del singolo, bensì nel loro
numero>> ma non ebbe il tempo di avvisarla che una miriade di Labah-Labah
cominciò a fuoriuscire da tutti i corridoi adiacenti al grande atrio.
Per ogni
ragno ucciso, tre si facevano avanti. Ben presto Hila terminò le frecce a sua
disposizione, così armandosi di ossa appuntite, iniziò a trafiggere le bestie
nemiche. Dando fondo a tutte le loro forze, riuscirono ad abbattere tutte le Labah-Labah
ed esauste si accasciarono al suolo. La pausa
però fu presto interrotta dal rumore di nuovi passi. <<Non credo di potercela fare Hila,
perdonami>> disse Mihrrina con le lacrime agli occhi. La Novizia
allora, con le poche energie che aveva, si sollevò a fatica, pronta a difendere
la sua protetta. <<Mentre le
attacco, tu prova a scappare>> le intimò la ragazza, <<Non potrei mai abbandonarti qui, non
chiedermi questo>> le rispose la fanciulla affranta, ma Hila insistette
e non volle sentir ragioni, <<Dammi
uno dei tuoi pugnali, sarà sempre meglio di queste stupide ossa>> le
disse sorridendo.
Una nuova orda di Labah-Labah arrivò ed anche più numerosa
della precedente. Hila combatté con
tutte le poche energie che aveva, ma dopo la prima ondata era già allo stremo
delle forze. Quando fu sul punto di arrendersi però, qualcuno le arrivò alle
spalle e con un colpo ben assestato di martello, sbaragliò due ragni, scaraventandoli
sulle parenti della caverna. <<Rei, sei tu e sei vivo!>> disse
felice la Novizia, prima di crollare a terra, stremata. In poco tempo
Reilhan si occupò delle Labah-Labah rimaste, portando così le sue compagne in
salvo. Non potendo trasportarle insieme, sotto suggerimento di Hila, si occupò
di Mihrrina per prima, accompagnandola fino all’ingresso della caverna.
<<Aspettami qui, vado a prendere
Hila>> si raccomandò il ragazzo.
Percorse la strada velocemente, ma
giunto al luogo in cui si era separato dalla compagna, non la trovò e
preoccupato, invocò il suo nome ad alta voce.
Inoltrandosi nuovamente nel cuore dell’antro, continuò a gridare il suo
nome, quando improvvisamente sentì il verso di una Labah-Labah sopravvissuta,
giungere alle sue spalle. Con difficoltà riuscì a evitare il suo morso e a
sconfiggerla, esaurendo però tutta la sua forza, al punto da accasciarsi al
suolo esausto. <<Rei …!>>.
Una flebile voce, proveniente da un mucchio di detriti accanto a lui, lo
chiamava. Ci mise un po’ a riconoscerla e nel momento in cui si rese conto che
si trattava della sua amica, il suo cuore si fermò.
<<Hila!>> urlò. Si avvicinò al corpo
della Novizia, riverso tra i resti delle altre vittime delle Labah-Labah,
macchiato del suo stesso sangue. <<Non
sono stat … Non sono stata abbastanza veloce questa volta>> disse a
stento la fanciulla. <<Non ti devi
preoccupare di nulla>> le rispose, rassicurandola <<Io ti curerò, p-posso farlo!>>,
<<Si tu puoi farlo>> confermò
la ragazza sorridendo. Reilhan recitò la preghiera che aveva imparato a
memoria, ma non accadde nulla. <<Prova
ancora Rei, devi solo credere in te stesso!>> gli disse Hila
rassicurandolo. Così si fece coraggio e ricominciò a recitare la preghiera, ma
ancora una volta inutilmente. <<Basta
così Rei!>> disse serenamente la ragazza, <<è colpa mia se sono stata ferita, dovevo
stare più attenta. Ho abbassato la guardia troppo presto>> spiegò la
Novizia.
Reilhan la strinse tra le braccia, sollevandola. <<Resisti ti prego, nella mia bisaccia, ho delle erbe mediche,
devi solo resistere>>la supplicò. Raggiunta Mihrrina all’ingresso, le
due leve cercarono, in preda al terrore, qualsiasi erba che potesse essere d’aiuto,
ma il veleno si era ormai diffuso in tutto il corpo e per la ragazza non ci
furono più speranze. <<Lasciatemi
guardare i vostri volti>> disse poco prima di morire, <<Sono davvero orgogliosa di voi! Siete gli
allievi migliori che potessi desiderare>>, <<Che cosa stai dicendo
Hila, non sono nemmeno riuscito a guarirti, dovresti odiarmi piuttosto>>
replicò il ragazzo piangendo. Hila sollevò le braccia a fatica e come quando li
aveva incontrati, diede loro un piccolo buffetto sulla fronte, poi rivolgendogli il suo dolce sorriso, si spense serena.
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