I tre amici raggiunsero ben presto il punto della foresta da cui
provenivano le urla e seduto accanto a una giovane, distesa su di un giaciglio
di foglie secche, vi trovarono un ragazzo disperato che le teneva la mano; dall'uniforme
non poteva essere altro che una Giovane Leva.
<<Per favore
aiutateci!>> disse disperato << La mia
compagna è svenuta da un’ora e non riesco a svegliarla!>>. Elesya avanzò
con cautela, ricordando tutti gli avvertimenti di Reilhan in merito agli
inganni dell’Isola ma presto si rese conto che la ragazza assopita non era un
nemico << Il mazzo di fiori, sotto quell'albero, è vostro?>> chiese, <<Si li ho raccolti per la mia Shùly, lei adora i fiori, dopo averli
annusati, però, è svenuta>>. Xera li riconobbe, erano gli stessi che
Elesya aveva notato raccogliendo frutta, <<Si tratta di un fiore molto velenoso, il Napello; se a contatto con la
pelle, provoca un sonno profondo e infine la morte. Il veleno è solitamente utilizzato
per intingere le armi e renderle più funzionali durante la battaglia>>,
Reilhan guardò Elesya stupito <<Ma
sei un’enciclopedia vivente?>>, la ragazza arrossì <<Quando si tratta di piante velenose e
mortali, posso sempre far ricorso a quanto mi è stato insegnato dai miei
genitori>>, <<Devo ricordarmi di non farti mai arrabbiare
allora>> rispose il giovane.
<<Che cosa possiamo fare per
curare la mia Shùly?>> chiese la Giovane Leva disperata, <<Purtroppo l’antidoto cresce solo vicino a
dei corsi d’acqua sulfurea, su quest’isola c’è un vulcano ma è troppo lontano,
se provassimo a raggiungerlo, la tua amica potrebbe morire durante il
tragitto>> rispose rammaricata.
Nessuno osò parlare dopo quanto detto da Elesya, la ragazza assopita sarebbe
stata condannata a morte senza l’antidoto, quando improvvisamente a Xera venne
un’idea <<Se provassimo a farle
bere l’acqua del lago Biru? Sbaglio o Reilhan ha detto che ha proprietà
magiche?>> tutti si guardarono sollevati, <<Che sciocco! Come ho potuto dimenticarmene?>>
disse rimproverandosi. Reilhan raccontò del lago al ragazzo e finalmente la
speranza si riaccese in lui; provava un profondo senso di colpa per aver
causato l’avvelenamento della fanciulla che amava e il solo pensiero di perderla
era inaccettabile, <<Il mio nome è
Keldas, mentre lei è la mia fidanzata Shùly>>. Reilhan
però, che conosceva tutti i Novizi presenti sulla nave, ne notò l’assenza in
quel gruppo e così gli venne spontaneo chiedere << Dovreste essere in tre, dov'è il vostro Novizio?>>. Il
ragazzo, ancora una volta sconfortato, rispose <<Ci siamo separati una volta scesi dalla nave; avevo visto delle armi in
un emporio del porto e ingannati dalle false promesse del mercante, abbiamo
perso di vista il nostro capo gruppo. Dopo aver vagato senza meta fino al
deserto, decidemmo di dirigerci verso questa foresta, pensando che fosse la
strada giusta per il villaggio>>. Tutti ascoltarono in silenzio le
peripezie che i due giovani avevano affrontato fino a quel momento, un attimo
di distrazione era costato alle Giovani Leve la separazione dal proprio Novizio
e l’avvelenamento di Shùly; Xera capì che tutte le raccomandazioni di Reilhan
erano state utili, anche loro avrebbero potuto avere lo stesso infausto destino.
Presa in spalla la fanciulla svenuta, la condussero all'accampamento di
fortuna, che i tre ragazzi avevano allestito in precedenza, Reilhan decise che
non avrebbe abbandonato le Giovani Leve, anche se si
trattava di una competizione. Dopo aver mangiato dei frutti e carne di
coniglio, il gruppo riposò poiché non era sicuro incamminarsi di notte, in un
luogo a loro sconosciuto. Basandosi sulla mappa, il Novizio, attraverso dei
calcoli, identificò il centro della foresta e una volta sistemate le loro cose,
s’incamminarono.
Vagarono per ore verso Sud-Ovest ma del lago non vi era alcuna traccia; di tanto in tanto si fermavano per controllare la mappa e per ritemprare le
energie, Keldas in particolare, poiché trasportava sulle spalle la sua Shùly.
Reilhan si offrì di aiutarlo in diverse occasioni ma il giovane non accettò.
Decisero allora di fare un piccolo spuntino con la frutta raccolta da Elesya durante
il tragitto, tuttavia non fu sufficiente a placare il loro stomaco, ma non
potendo perdere altro tempo, si dovettero accontentare.
Poco prima della fine del pasto però, sentirono delle foglie
muoversi alle loro spalle; restarono improvvisamente tutti in silenzio e pronti
a difendersi, se necessario. Fu in quell'occasione che Xera notò le armi dei nuovi
amici; Keldas possedeva una spada lunga, che poteva essere brandita solo a due
mani, mentre Shùly, legati alla cintura, aveva due pugnali. Il movimento delle
foglie aumentò e iniziarono a sentirsi dei passi provenire da dei cespugli;
tutti erano pronti ad attaccare, nel caso si fosse trattato di un nemico, poiché
quella foresta era gremita di bestie selvagge. I passi erano sempre più vicini,
gocce di sudore freddo, imperlarono la fronte di Keldas e la tensione si fece
sempre più netta. A un tratto il calpestio cessò e le foglie smisero di
muoversi, nessuno osò fiatare, quando dal più grande dei cespugli spuntò,
impaurito, uno strano animale del tutto innocuo.
Riponendo il martello Reilhan
sorrise e disse quasi sollevato << È
solo un pacifico Fhian, per un attimo ho temuto il peggio, ve lo
confesso>>, ma non fece in tempo a finire la frase che,
immediatamente dopo l'apparizione del Fhian, sentirono un forte bramito tutt'altro che pacifico; si trattava del vero motivo per il quale quell'animale era così spaventato.
Ben presto però, non fu il solo ad avere paura poiché, davanti a loro, fece la sua comparsa,
un essere di notevoli dimensioni, <<
State attenti!>> urlò Reilhan riprendendo il martello << È un Hòros ed è anche molto
arrabbiato; abbiamo involontariamente interrotto la sua caccia e adesso ci
attaccherà>> spiegò.
Elesya era terrorizzata e non riusciva più a muoversi, Keldas invece, per
quanto spaventato strinse maggiormente la sua spada, sapendo di non poter
scappare a causa delle condizioni della sua amata; per quanto fuggire, sarebbe
stata la scelta più giusta in quel momento, nessuno avrebbe abbandonato un
amico in difficoltà.
Xera, molto lentamente, si spostò davanti alla sua amica per proteggerla,
anche se si rendeva conto che quella bestia era troppo forte per tutti loro.
L’Hòros
avanzò facendosi largo a zampate, sradicando tutta la vegetazione che ostruiva
il suo cammino; non era molto lontano dai ragazzi ormai e si preparò ad
attaccare. Reilhan allora, gli andò in contro impugnando minaccioso il maglio, era sua
responsabilità proteggere le Giovani Leve ma quando Xera tentò di seguirlo, lui
le intimò di proteggere Elesya e di rimanere indietro, non essendo ancora
esperta nell'arte del combattimento. Con
uno scatto felino, fece un balzo, cercando di imprimere più forza al suo colpo
sfruttando la gravità, ma fu del tutto inutile poiché l’Hòros lo fermò con una violenta
zampata che scaraventò il Novizio dietro dei cespugli. Xera si preparò ad
attaccare, anche se la preoccupazione per la sorte del suo amico, offuscava il
suo giudizio; impugnando la spada con la mano destra, corse in contro alla
bestia ma quando fu sul punto di colpirlo, alle spalle dell’Hòros spuntò
Reilhan, malconcio, che con una martellata ben assestata all'arto inferiore
dell’animale, lo costrinse a piegarsi su se stesso, in preda al dolore.
<<Allontanati, ti avevo detto di stare
indietro! Perché non ascolti mai!>> disse arrabbiato alla ragazza, ma
era troppo tardi per indietreggiare, l’Hòros tornò su due zampe in breve tempo
e pronto al contrattacco. Con un arto assestò un altro duro colpo a Reilhan,
mentre con l’altro percosse la ragazza che aveva tentato di ritirarsi. Xera fu
spinta pesantemente verso un albero ma l’intervento tempestivo di Keldas, le
evitò un violento impatto.
A causa della forza
dell’attacco, la fanciulla aveva perso la presa della sua spada e gli artigli
dell’Hòros le avevano procurato una vistosa lacerazione, sul braccio sinistro,
che cominciò a sanguinare copiosamente. Elesya avanzò preoccupata verso la sua
amica e occupando il posto di Keldas, la aiutò a sorreggersi, << Dobbiamo medicare quella ferita Xera, perdi
molto sangue!>>, ma non era il momento di perdersi in chiacchiere, la
bestia voleva ucciderli.
<<Proteggete
Shùly, ve ne prego>> disse Keldas prima di procedere velocemente
verso l’Hòros infuriato, brandendo la sua spada con tutta la forza che aveva in
corpo. Lo raggiunse anche Reilhan che intanto si era rialzato <<Attacchiamolo nello stesso momento!>> urlò
al ragazzo; ancora una volta il Novizio mirò agli arti posteriori per minare l’equilibrio
della bestia, mentre Keldas puntò alla testa. Reilhan colpì nuovamente la zampa
destra, l’Hòros si accasciò ma accorgendosi della presenza di Keldas, si
concentrò sulla Giovane Leva, che scaraventò lontano dal suo collo.
Sbarazzatosi del ragazzo, puntò il Novizio che intanto, fortemente provato dai
colpi subiti, era disteso al suolo completamente indifeso. Serrò i possenti
artigli e con la forza che gli era rimasta, assestò un colpo diretto al giovane.
Elesya non volle guardare la scena e chiuse gli occhi piangendo, ma Xera la
tranquillizzò, perché il tonfo che avevano udito non era stato provocato dal
colpo inferto a Reilhan, ma dalla pesante caduta della bestia. L’Hòros giaceva
addormentato a terra, con tre frecce profondamente conficcate nella sua spalla.
Nessun commento:
Posta un commento
Dimmi cosa ne pensi