Erano trascorse tre ore quando Xera si destò; non aveva riposato quanto avrebbe voluto ma la fame si faceva sentire persino in sonno. Si stropicciò gli occhi ancora stanchi e ben presto si rese conto di essere osservata.
<<Vedo che non hai perso il vizio di fissare la gente, a quanto pare!>> disse infastidita.
<<Non c’è molto altro da guardare in questo momento e poi sei così buffa quando dormi, mi ricordi il Gatto Rosso di Thesla; una volta ne vidi uno completamente avvolto dalla sua lunga coda scarlatta, mentre sonnecchiava di gusto>> e rise ripensando alla scena. Xera non gradì il paragone e indispettita si alzò dal suo giaciglio, sistemò l’uniforme ormai asciutta e ricompose il fiocco tra i suoi capelli.
<<Ho troppa fame per continuare a dormire, se vuoi, possiamo darci il cambio così anche tu potrai riposare>> disse la ragazza ormai del tutto sveglia <<ti ringrazio, ne avevo proprio bisogno; per quanto riguarda il cibo, domani proveremo a pescare in questo fiume, intanto potresti intagliare, con la tua spada, uno dei bastoni che ho raccolto per il fuoco, appena mi sarò svegliato v’impartirò lezioni di pesca>> e sorridendo si sdraiò accanto al fuoco.
Xera raccolse dei rami secchi, ne scelse uno solido e con la sua spada iniziò ad appuntirlo, cercando di non fare rumore per non svegliare i suoi amici. Mancava ormai soltanto un’ora all’alba e tutto iniziava a tingersi di nuovi colori. La piccola talpa si svegliò per prima, anche lei doveva essere affamata e Xera si chiese di cosa potessero nutrirsi quegli strani animali; pensò in un primo momento a degli insetti e così decise di provare a cercarne qualcuno in attesa del giorno.
Portò la talpa con sé e prese a camminare lungo la riva del fiume; l’unica cosa che riuscì a scorgere, però, furono sassi ed erbe acquatiche, ma nulla più.
Un po’ sconfortata pensò di tornare indietro, non volle allontanarsi troppo, temendo di perdere la strada, ma proprio quando le sembrò di essere quasi arrivata, la piccola amica si divincolò costringendo Xera a lasciare la presa.
<<Che cosa hai fatto? Spero che tu non ti sia fatta male!>> ma il cucciolo cominciò a correre in direzione del deserto, come se qualcuno lo chiamasse.
<<Elesya, Rei, svegliatevi!>> urlò Xera ai suoi amici non molto distanti <<la talpa sta correndo via! Forse ha avvertito un pericolo, presto sbrigatevi!>>.
I ragazzi erano ancora intontiti a causa del brusco risveglio ma senza perdere altro tempo, impugnarono le loro armi e molto velocemente seguirono il cucciolo nel deserto, lasciando il resto delle loro cose vicino al fuoco.
<<Che cosa facciamo se incontriamo la sua famiglia?>> chiese Elesya preoccupata, <<non lo so, io spero solo che la piccola non si cacci in qualche guaio>> disse Xera <<aveva molta fame ma non sono riuscita a trovarle nulla da mangiare>>.
Reilhan si fermò di colpo <<smettere di inseguirla!>> intimò alle sue amiche che iniziarono a guardarlo perplesse.
<<Cosa ti salta in mente? E’ troppo piccola per cavarsela, se non le prestiamo soccorso potrebbe essere attaccata>> disse Xera visibilmente adirata a causa della decisione dell’amico.
<<Possibile che tu non abbia ancora capito? Sei su di un’isola popolata da bestie feroci; qui ogni cosa è pericolosa, persino un cucciolo che a prima vista sembra indifeso!>>.
Reilhan ripose il martello e voltando le spalle al deserto camminò in direzione del fiume.
<<Ho capito che qui è tutto pericoloso, ma come puoi abbandonare un animale indifeso? Si può sapere perché improvvisamente hai smesso di inseguirla?>> chiese Xera agitata, non poteva credere che il ragazzo fosse così insensibile.
<<Se mi stai ponendo queste domande, vuol dire che non hai compreso ancora un bel niente!>> disse Reilhan scuro in viso.
<<Ragazzi non litighiamo per favore>> intervenne Elesya con la speranza di placare gli animi <<Rei, è vero noi non siamo ancora esperte, ma abbiamo passato su quest’isola soltanto una notte, quindi non essere così severo con Xera, spiegaci invece il motivo della tua decisione; è stupido agitarsi inutilmente>>.
Elesya aveva ragione e i due ragazzi lo sapevano bene ma per Xera non c’era altro tempo da perdere, il cucciolo poteva essere in pericolo.
<<Io ho deciso di inseguire la talpa, non voglio un innocente sulla coscienza!>>.
<<Se vuoi andare incontro a morte certa, sei libera di farlo>> rispose Reilhan <<ma noi non ti seguiremo! Chi ti dice che quella bestia sia innocente? Hai forse dimenticato la forza del suo assalto, quando ci ha colpito nel deserto? Erano attacchi inferti per uccidere, perché solo così questi esseri possono sopravvivere>>.
Xera perse tutta la sua risolutezza, non voleva credere a quanto aveva appena udito.
<<Mi hai detto che il cucciolo aveva fame, vero?>> chiese Reilhan.
<<Sì! E non riuscendo a trovarle nulla da mangiare, ha cominciato a divincolarsi e a scappare verso il deserto!>> spiegò la ragazza.
Ci fu un momento di silenzio, Reilhan respirò profondamente per calmarsi e spiegò il motivo della sua decisione.
<<La regola fondamentale su Horsia è sopravvivere a qualunque costo>> disse <<non ci sono amici quando ne va della tua vita! La talpa aveva fame per cui il suo primo istinto è stato quello di condurci nel deserto, dove lei è chiaramente più forte, per poi aggredirci>>.
Sia Elesya sia Xera erano incredule, lo stesso essere che avevano tenuto al caldo, tra le loro braccia, per tutta la notte, aveva cercato di farli cadere in trappola.
<<Mi dispiace essere stato così duro con voi, anch’io mi ero un po’ affezionato a quell’animale ma ho fatto il grave errore di dimenticare, per attimo, dove ci troviamo e qual è il mio dovere nei vostri confronti>>. Le due amiche rimasero in silenzio, avevano ricevuto una lezione molto importante e finalmente cominciarono a capire come tutto su quell’isola costituisse un pericolo.
Il gruppo tornò sulla riva del fiume senza aggiungere altro durante il cammino, il fuoco ormai era quasi del tutto spento e Reilhan senza perdere tempo, lo ravvivò con dell’erba secca e altro legno.
<<Sono una sciocca!>> disse Xera quasi sul punto di piangere <<non ho pensato, prima d’agire; avrei potuto essere la causa della vostra morte e quindi anche della mia, come posso credere di diventare una guerriera, se non riesco nemmeno a distinguere gli amici dai nemici?>> continuò e qualche lacrima bagnò il suo viso, anche se fece di tutto per nasconderlo. Elesya si avvicinò alla sua amica e la abbracciò, cercando di consolarla.
<<Tutti commettiamo degli errori, ci manca l’esperienza; non essere dura con te stessa, anch’io avrei agito così, la piccola aveva ingannato tutti!>> le sussurrò nell’orecchio.
<<Non è colpa tua!>> disse Reilhan dispiaciuto <<l’unico da biasimare sono io! Sono un Novizio e il mio dovere è di aiutarvi e proteggervi. Avrei dovuto allontanare quell’essere sin da quando l’ho visto tra le tue braccia e chissà forse anche …>>.
<<Non dirlo ti prego>> Xera lo fermò <<per quanto pericoloso, non toglierò la vita a qualcuno se posso evitarlo>> e si sedette sconsolata vicino al falò.
<<Fa come credi ma non aspettarti che ti sia restituito il favore!>> disse secco Reilhan e impugnando il bastone, intagliato in precedenza dalla ragazza, si diresse verso un punto basso del fiume, dove poter pescare.
<<Xera vieni anche tu sulla riva, così Rei ci insegnerà a pescare! Inutile continuare a rimuginare, dobbiamo provvedere al cibo e rimetterci in marcia, ricordi cosa ci hai detto alla taverna? Sei stata tu a definire la nostra strategia, non dimenticarlo>>. Elesya si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò <<come puoi diventare forte, se non mangi?>> e porgendole la mano, la aiutò a rimettersi in piedi, accompagnandola al fiume.
<<Sai Ely, sei proprio una buona amica, sono felice di averti nel mio gruppo>> le disse mentre raggiunsero il loro compagno.
Elesya arrossì, era una ragazza molto timida non abituata a simili complimenti; nessuno le aveva mai dato un soprannome o definita una buona amica poiché aveva passato la sua intera esistenza, circondata solo da studiosi e persone troppo impegnate per occuparsi di lei. La sua famiglia possedeva dei centri di ricerca nei quali trascorrevano la maggior parte del loro tempo, affidando la loro unica figlia alle cure di precettori e istitutrici, con il compito di crescerla e istruirla.
Non aveva mai avuto amici e sentirsi dire quelle parole fu per lei una gioia immensa.
<<Forza ragazze, vogliamo iniziare a pescare o preferite perdere altro tempo? Io muoio di fame>> disse loro Reilhan, impaziente di poter addentare qualche pesce succulento.
<<Bene fanciulle iniziamo la lezione>> e sorridendo compiaciuto, sollevò il bastone appuntito <<ci sono diverse tecniche di pesca, ma noi possiamo avvalerci solo di un bastone e lo faremo bastare>>. Lo agitò in aria come fosse una lancia, per testarne la fattura e continuò la sua spiegazione <<questo punto mi sembra ottimo come inizio, perché l’acqua è alta solo fino alle ginocchia e per me sarà più facile muovermi>> iniziò a guardare il fondale con molta attenzione e così anche le ragazze << mi raccomando non alzate la voce e non fate movimenti bruschi, i pesci si potrebbero spaventare>> disse quasi bisbigliando mentre attendeva il momento giusto per colpire.
Dopo pochi minuti di totale silenzio, alcuni pesci iniziarono, ignari, a nuotare tra le loro gambe; accadde tutto molto velocemente, Reilhan alzò il braccio e con un movimento rapido e preciso, infilzò la sua preda, senza sollevare nemmeno una goccia d’acqua. Il pesce fu innalzato come fosse un trofeo, dinanzi ai volti increduli delle due giovani <<E questo è quanto>> disse il ragazzo uscendo soddisfatto dal fiume, per pulirlo e cucinarlo.
<<Ovviamente non sarei un buon maestro, se vi dessi il pesce senza insegnarvi la tecnica; non c’è miglior metodo d’apprendimento che provare e riprovare a stomaco vuoto, la fame intensificherà il vostro allenamento>> ridendo sotto i baffi, lanciò loro il bastone e voltandosi preparò la sua colazione.
<< Non abbiamo certo bisogno del tuo aiuto, pescheremo il nostro pesce senza problemi; se ci sei riuscito tu, possono farlo tutti!>> replicò indignata ma soprattutto affamata, Xera.
Cercando di ricordare le poche fasi che le aveva spiegato Reilhan, afferrò con forza il bastone e rimase immobile come una statua, mentre Elesya la osservava con molta attenzione.
Dopo diversi minuti d’attesa ecco tornare i pesci; prese la mira e con un movimento goffo, non solo non catturò alcuna preda ma sollevò così tanta acqua da inzuppare completamente gli abiti della sua amica.
<<Ti chiedo scusa Ely, non volevo bagnarti gli abiti, devo aver sbagliato qualche movimento>> disse imbarazzata Xera, mentre dal fuoco Reilhan se la rideva di gusto.
<< io dico che hai sbagliato “tutti” i movimenti e non qualche>> le disse divertito come non mai.
<< Evidentemente ho avuto un pessimo Maestro, se commetto così tanti errori>> replicò la ragazza stizzita.
<<Oppure sei tu una pessima alunna, perché non fai provare a Elesya, se anche lei non ci dovesse riuscire, in maniera così grossolana, ammetterò il mio fallimento come insegnante>> rispose.
Xera consegnò il ramo a Elesya che, molto impacciata, occupò il posto dell’amica. Anche lei rimase immobile ma ci volle molto più tempo affinché i pesci tornassero, dopo la confusione precedente. Quando la calma si ristabilì, alzò il bastone molto delicatamente e quando le sembrò il momento giusto, sferzò l’acqua; forse a causa della poca forza utilizzata o di un piede messo male, Elesya scivolò ma quando tentò di rialzarsi, notò che all'estremità appuntita del ramo, si agitava un pesce, non molto grande, infilzato a dovere.
Xera non ci poteva credere, chiaramente doveva trattarsi di un colpo di fortuna ma questo non impedì a Reilhan di ridere fragorosamente.
<< Come vedi >> non riusciva quasi a parlare dal ridere << Ho spiegato in maniera egregia, Elesya si è guadagnata la sua colazione>>.
<< Non ci posso credere ci sono riuscita!>> disse contenta la ragazza e per non rovinare questo suo momento di gloria, Xera decise di non infierire, si limitò solo a recuperare il bastone, in silenzio, consigliando all'amica di asciugare le sue vesti al più presto, mentre lei avrebbe riprovato a pescare.
Tentò più e più volte senza mai riuscirci, le braccia iniziavano a farle male e la fame rendeva tutto più difficile <<Se non ti sbrighi, la colazione diventerà pranzo>> disse divertito Reilhan <<perché non chiami Elesya, ti spiegherà volentieri la tecnica, non a caso ha già finito il suo pasto>>.
Xera non ne poté più, era stanca e affamata e le parole del ragazzo la resero anche furiosa; con un rapido movimento gettò lontano il bastone che andò a infilzarsi a pochi metri da Reilhan, il quale smise di ridere e di parlare, forse temendo per la sua vita.
Dopo essersi liberata del ramo intagliato, rimase immobile con la mano serrata intorno alla sua spada; tornò la quiete sulla riva del fiume e Xera era estremamente concentrata, quand'ecco giungere un branco di pesci nella stessa direzione della giovane.
Strinse la presa, poi con un movimento fulmineo, estrasse la spada dal fodero e con estrema precisione, la lanciò come fosse un pugnale, nel fiume, infilzando tre pesci di medie dimensioni; senza scomporsi, la recuperò e tornò al fuoco in completo silenzio mentre i suoi amici la fissavano senza parole.
<<Scusate l’attesa>> disse <<oggi avevo più fame del solito, ho preferito optare per una colazione abbondante>> liberò l’arma dalle prede appena pescate e le pulì con maestria come sua madre le aveva insegnato; in poco tempo furono cotte a puntino e finalmente la ragazza poté saziare il suo appetito.
<< Devo ricordarmi di non prenderti più in giro la prossima volta, non voglio fare la fine di quei poveri pesci>> disse scherzando Reilhan, anche se, per un attimo, aveva davvero avuto paura.
<<Bravissima Xera, lo sapevo che saresti stata la migliore>> aggiunse Elesya accarezzandole la spalla.
<<Bene ragazze, quando la grande guerriera avrà terminato il suo pasto, riprenderemo il cammino, preparatevi poiché la nostra prossima tappa, sarà la riva opposta di questo fiume>> spiegò il ragazzo.
<<Come lo attraverseremo senza una barca? È troppo grande>> replicò Elesya preoccupata.
<<Niente di più semplice amica mia>> rispose Reilhan << nuoteremo!>>.
Nessun commento:
Posta un commento
Dimmi cosa ne pensi