Memory
(Incipit) Dopo anni
passati dietro una scrivania di metallo, decise che era giunto il momento di
cambiare la sua vita. La lettera, ricevuta la sera precedente, lo costrinse ad
aprire gli occhi e a decidere di voler tornare in quella casa da cui tredici
anni prima era fuggito, senza nemmeno voltarsi indietro. (Nico Andrisani) Dette solo uno sguardo veloce allo smartwatch che aveva al
polso. Non poteva proprio perdere tempo: in dieci minuti avrebbe dovuto essere
allo spazio-porto, proprio su quell'espresso interstellare, indicato nella
sconvolgente lettera ricevuta due giorni prima, oramai ridotta a un mucchietto
di polvere al quarzo. Il congegno autodistruttivo aveva funzionato alla
perfezione. (Fabio
Iovinella) Saltò di corsa sul treno, pochi secondi prima che si chiudessero
le porte. Prese fiato e si diresse verso uno dei posti vuoti. Dal finestrino lo
spazio immenso, quelle piccole stelle così lontane ma al tempo stesso così
vicine, davano un senso di pace. Il treno parte e una voce elettronica annuncia
<<Benvenuti sull'Espresso per
Alpha-Centauri, il treno non fa fermate intermedie. Buon viaggio>>, <<Espresso per Alpha-Centauri? Ma è la direzione sbagliata!>>
(Tiziana Luongo) Aprì gli occhi, la fronte imperlata di sudore, per alcuni istanti non
riuscì a rendersi conto di dove fosse, si mise a sedere, poi i contorni della
stanza si fecero più nitidi. Era nella sua camera da letto.
<<Espresso per Alpha-Centauri? Smartwatch? Spazio-porto?>> la combinazione della sera prima, polpettone e film, dovevano avergli giocato proprio un brutto scherzo. Guardò il comodino, la lettera era ancora lì, dove l'aveva lasciata. <<Congegno autodistruttivo, che sciocchezza!>>. (Monica Morrigan Palomba) <<Devo proprio smetterla di vedermi Star Trek in streaming fino alle quattro di notte>>, disse fra sé mentre si alzava dal letto. Raccolse la lettera dal comodino e andò fare colazione e mentre mangiava, la rilesse ancora una volta. Aveva dedicato molti anni della sua giovinezza alla ricerca del portale nascosto che collega il mondo degli uomini con quelli dei demoni, da quando lesse quel vecchio articolo del nonno in cui c’era scritto che proprio lì, nella sua città, doveva essercene uno, ma non era mai riuscito a trovarlo. Abbandonò così le ricerche e fuggì da quel luogo. E ora, dopo tredici anni, ecco che il suo vecchio amico, con cui si dedicava alla ricerca del portale, gli scrive che hanno finalmente trovato degli indizi interessanti. Ormai aveva deciso...doveva tornare lì.
<<Espresso per Alpha-Centauri? Smartwatch? Spazio-porto?>> la combinazione della sera prima, polpettone e film, dovevano avergli giocato proprio un brutto scherzo. Guardò il comodino, la lettera era ancora lì, dove l'aveva lasciata. <<Congegno autodistruttivo, che sciocchezza!>>. (Monica Morrigan Palomba) <<Devo proprio smetterla di vedermi Star Trek in streaming fino alle quattro di notte>>, disse fra sé mentre si alzava dal letto. Raccolse la lettera dal comodino e andò fare colazione e mentre mangiava, la rilesse ancora una volta. Aveva dedicato molti anni della sua giovinezza alla ricerca del portale nascosto che collega il mondo degli uomini con quelli dei demoni, da quando lesse quel vecchio articolo del nonno in cui c’era scritto che proprio lì, nella sua città, doveva essercene uno, ma non era mai riuscito a trovarlo. Abbandonò così le ricerche e fuggì da quel luogo. E ora, dopo tredici anni, ecco che il suo vecchio amico, con cui si dedicava alla ricerca del portale, gli scrive che hanno finalmente trovato degli indizi interessanti. Ormai aveva deciso...doveva tornare lì.
(Vincenzo Indellicati) Rapido e scrupoloso, Paul iniziò celermente
ed efficientemente a organizzare tutta la strumentazione che avrebbe dovuto
portar con sé... <<Rilevatore di
campi elettromagnetici, rilevatore di campi gravitazionali, analizzatore di
particelle alfa, beta e gamma, ricevitore di raggi cosmici, sdoppiatore
quantisco, dematerializzatore elettronico tascabile... il resto l'ho già
sistemato ieri; cosa sto dimenticando? Ovviamente il generatore di campi
spazio-tempo per poter bloccare i demoni ! Bene ! Ho preso tutto; ora devo solo
dematerializzare la strumentazione e inviarla tramite e-parcell (pacco
elettronico) a Ted, così potrà già iniziare ad allestire la sala di monitoraggio,
rimaterializzando il pacco. Chissà quando questo cavolo di teletrasporto sarà
sicuro anche per le persone...>> (Maria Ghini) Paul ripensò a
quell'incidente di tredici anni prima mentre smaterializzava l'attrezzatura,
era costato la vita alla sua amata Loren ma la speranza si fece viva in lui,
forse sarebbe potuta tornare dal regno dei demoni, lo stesso che l'aveva
risucchiata. Si guardò allo specchio, ormai aveva i capelli brizzolati e
qualche ruga di troppo, ma per il suo cuore il tempo si era fermato. Non aveva
più amato nessuno dopo di lei e avrebbe fatto di tutto per riaverla anche
rinunciare alla sua anima.
(Fabio Iovinella) Dopo essersi assicurato che tutto fosse in
ordine, Paul si diresse verso il Garage, salì sul suo Magitec personalizzato, e
s’incamminò sulla strada che lo avrebbe riportato a casa.
Con la superstrada intasata come al solito, ci sarebbero voluti giorni di viaggio. <<Attivare Modalità cinque Gamma!>> la voce elettronica del Magitec rispose <<Modalità cinque Gamma Attivata. Destinazione?>> <<Cristallo di Cevit>>, <<Destinazione impostata, Desidera i controlli manuali?>>, <<Si Grazie>>.
Il Cristallium iniziò a brillare carico di energia, il grosso bipede meccanico si sollevò lentamente dal suolo, trasformandosi in un piccolo velivolo. <<Si Parte!>> (Jacopo Minniti) Mentre guidava, Paul continuava ad avere flash back della propria vita, ma gli era impossibile distinguere la realtà dalla finzione che gli avevano propinato attraverso quegli interminabili sette giorni di lavaggio del cervello. Legato a una sedia, nutrito artificialmente, era stato sottoposto a una lunga tortura fatta d’immagini e suoni, che alla fine gli avevano alterato la mente e i ricordi. Non riusciva più a essere sicuro di chi fosse; ricordava di avere una missione che qualcuno non voleva che portasse a termine; ma aveva a che fare con lo spazio e il cosmo, o con antiche e soprannaturali realtà nascoste e mistiche? Capì solo una cosa, a un tratto, e il suo cuore ne fu certo, molto più di quanto possa mai esserne la mente: non era mai esistita nessuna Loren, e loro non potevano di certo saperlo... Paul aveva amato una sola persona in vita sua, e lui era James!
Con la superstrada intasata come al solito, ci sarebbero voluti giorni di viaggio. <<Attivare Modalità cinque Gamma!>> la voce elettronica del Magitec rispose <<Modalità cinque Gamma Attivata. Destinazione?>> <<Cristallo di Cevit>>, <<Destinazione impostata, Desidera i controlli manuali?>>, <<Si Grazie>>.
Il Cristallium iniziò a brillare carico di energia, il grosso bipede meccanico si sollevò lentamente dal suolo, trasformandosi in un piccolo velivolo. <<Si Parte!>> (Jacopo Minniti) Mentre guidava, Paul continuava ad avere flash back della propria vita, ma gli era impossibile distinguere la realtà dalla finzione che gli avevano propinato attraverso quegli interminabili sette giorni di lavaggio del cervello. Legato a una sedia, nutrito artificialmente, era stato sottoposto a una lunga tortura fatta d’immagini e suoni, che alla fine gli avevano alterato la mente e i ricordi. Non riusciva più a essere sicuro di chi fosse; ricordava di avere una missione che qualcuno non voleva che portasse a termine; ma aveva a che fare con lo spazio e il cosmo, o con antiche e soprannaturali realtà nascoste e mistiche? Capì solo una cosa, a un tratto, e il suo cuore ne fu certo, molto più di quanto possa mai esserne la mente: non era mai esistita nessuna Loren, e loro non potevano di certo saperlo... Paul aveva amato una sola persona in vita sua, e lui era James!
(Vincenzo Indellicati) Il ripristino della memoria neuronica, dopo
la riprogrammazione ad opera dei Minniti, era stato infatti problematico, perché
alcune aree del suo cervello, dopo essere state modificate, erano poi state
protette da scrittura con codice quantico e quindi in caso di sovrascrittura
davano un false flag di esito positivo. Il backup dei ricordi, inoltre, poteva
essere stato compromesso facilmente; per questo Paul chiese al Magitec di
verificare la compatibilità dei dati ripristinati con la memoria cellulare del
suo dna, e la risposta fu "73
percento". La missione era quindi ritrovare Loren? James? Né l'uno né
l'altra. Paul in realtà doveva ritrovare se stesso, non a caso nella lettera il
codice: Γνῶθι σεαυτόν settantatré, conosci te stesso settantatré. Qualcuno
sapeva! (Maria Ghini) Paul
non poteva più perdere altro tempo, giunto ormai davanti al cancello di quella
casa maledetta si rese conto che, ancora una volta, era stato vittima di un
ricordo fasullo; quella casa era un laboratorio scientifico. Varcò la soglia
senza timore, doveva scoprire la verità circa i suoi ricordi confusi. Era come
se tante realtà si fossero fuse. Avanzava in quei corridoi vuoti e freddi,
tutto era asettico e impersonale e poi l'ascensore alla fine della strada che
si aprì automaticamente, come se lo stessero aspettando. Com’era possibile che
un così grande laboratorio fosse completamente vuoto?
(Conclusione) L’ascensore lo portò sino al piano zero, si
aprì e dinanzi a Paul si presentò una stanza completamente bianca al cui centro vi era una sedia vuota. Si sedette e automaticamente tutte le luci si spensero
di colpo. Una voce che proveniva dalla sua mente parlò <<Bentornato Paul, abbiamo aspettato a lungo
il tuo ritorno>> disse, <<E
voi chi siete?>> domandò stupito e intimorito, <<Noi siamo Te e tu sei Noi>>. Paul s’innervosì, voleva delle spiegazioni con
tutte le sue forze, era arrabbiato perché non riusciva più a distinguere il
falso dal vero, vedeva realtà diverse, in epoche diverse che ancora dovevano
giungere. <<Chi sono io? Chi è
Loren e chi è James?>>, ci fu
un attimo di silenzio e poi la voce tornò a parlare. <<Tu sei Paul e Mike e Allison e Margaret, tu
sei tutti e nessuno>>. La voce illuminò pian piano i vari schermi nascosti, sulle pareti e ognuno di questi mostrava delle immagini. <<Loren era tua moglie che a causa di una
rapina perse la vita, durante il processo ai Demoni Rossi, il nome di quella
banda, tu hai avuto un infarto quando ti rendesti conto che quei malviventi non
avrebbero avuto nessuna pena>>. Paul ascoltò in silenzio terrorizzato
<<James era il tuo fidanzato, Mike
era il tuo nome, un amore incompreso ma puro durato anni, sino a quando la tua
famiglia non lo venne a scoprire e ti rinchiuse in un ospedale psichiatrico, nel
tentativo di curarti, attraverso metodi come il digiuno, l’elettroshock e il
condizionamento mentale. Nulla di tutto questo però fece vacillare i tuoi
sentimenti, anche quando per le torture a cui eri stato sottoposto, è cessata
la tua esistenza>>. L’uomo cominciava a ricordare, emozioni, sogni,
sentimenti, lui aveva vissuto quelle vite e ora le ricordava bene. <<Ti abbiamo chiamato a noi perché anche
questo ciclo vitale si è concluso, ma hai vissuto così tante vite che tutti i
ricordi si sono riformulati e trasformati, questo perché eri in coma tra la
vita e la morte. Dovevi tornare, con il treno spaziale, a casa dai tuoi figli
dopo aver concluso le tue ore di lavoro. Rimiravi le stelle in quel momento,
ripensando all’ultima lettera scritta da tuo marito tredici anni fa, prima che
partisse per un viaggio interstellare a nome delle “Galassie Unite”; il treno però,
ha subito un’avaria e deragliando ti ha fatto sbattere la testa violentemente.
Per salvarti, i medici ti hanno indotto in uno stato di coma terapeutico,
tuttavia il colpo era stato troppo forte e tu, Margaret, non ti sei più
svegliata>>.
Tutto finalmente aveva
un senso, tutte quelle immagini confuse e illogiche adesso avevano un
significato, <<Cosa mi succederà
adesso?>>, la voce rispose <<Quello
che avviene sempre! Quando una vita finisce, un’altra inizia; è tempo per te di
ricominciare una nuova esistenza>>. Un riflettore illuminò la sedia e
tutti i monitor si spensero uno dopo l’altro. Quando uno schermo si spegneva,
portava con sé i ricordi della vita che rappresentava, sino a quando un solo
monitor rimase acceso, ma non trasmetteva nulla … ancora.
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