Il saggio prese in consegna
la fanciulla invitando tutti gli altri ad abbandonare le sue stanze, tutti a
eccezione di Reilhan. Xera se ne stava seduta sul divano incurante della
situazione, mentre i due uomini non facevano che fissarla. <<Pensate
si tratti di un incantesimo?>> mormorò il Novizio grattandosi il
pizzetto, ma il saggio non si espresse e Reilhan non osò insistere. L’uomo si
avvicinò alla guerriera e si sedette accanto a lei <<Bambina sai chi
sono io?>> le domandò con dolcezza e la fanciulla annuì gettandogli
le braccia al collo <<Sei il mio adorato nonno, perché me lo
chiedi?>>. Murdar si rassettò il buffo cappello sul capo glabro, per
poi accarezzare la ragazza <<Certo, certo>>. Xera si separò
da lui e di nuovo grattò la spalla con insistenza. <<Bambina, non ho
potuto fare a meno di notare che la spalla ti arreca disturbo, potrei dare un’occhiata?>>,
Xera si voltò, invitò l’amico a girarsi e infine sbottonò le prime quattro
asole della camicetta, affinché il saggio potesse osservare meglio la sua
schiena. Murdar restò in silenzio e con un cenno invitò il curatore a unirsi a
lui. In un primo momento Reilhan non notò nulla d’insolito, poi, però, fissando
con più attenzione, sobbalzò dallo stupore. <<Che diam…>> ma
il saggio lo zittì <<Bambina rivestiti pure, ora che ne dici se diamo
un’occhiata alla tua camera? Sarai stanca, immagino>>. Ancora una
volta la fanciulla annuì e tutti si ritrovarono a percorrere il corridoio
gremito di stanze.
La camera numero tre era spalancata, dopo la
precedente brusca uscita. Murdar entrò per primo, fece qualche passo e subito si
recò in direzione del tavolo su cui era adagiata una brocca riempita solo per
metà. Vi si sedette accanto, la avvicinò a sé e la annusò per qualche secondo.
Non mancò di annusare anche il bicchiere annesso e sfruttando l’oggetto, versò
qualche goccia del liquido trasparente per poterne studiare la composizione.
Dalla tasca del vestito ne estrasse una fiala color porpora, che versò sempre
nello stesso bicchiere. Trascorse un minuto e nulla accadde ma proprio quando
gli altri smisero di fissarlo, il bicchiere incominciò a ribollire. Il liquido trasbordò copioso e infine si addensò su se stesso assumendo una forma quasi solida.
Era luminescente e dai riflessi lividi e ricordava in qualche modo lo strano
intruglio che Murdar aveva versato nel bicchiere. L’essere girò attorno al corpo del saggio in
segno di saluto e tintinnando entusiasta, gli si posò sul naso. <<Eh
eh, anch’io sono felice di vederti Rhan>>, l’essere tintinnò più forte dopo le parole del saggio e di nuovo vorticò attorno alla sua testa
senza sosta. Nessuno osò interrompere la scena, poiché era davvero uno
spettacolo insolito, <<Te ne prego Rhan, aiuta questo vecchio amico
ancora una volta>> lo esortò Murdar. L’essere luminoso si fermò e con
un'incredibile velocità percorse il perimetro della stanza in volo. Con
movimenti fulminei scandagliò tutti gli ospiti della stanza, ma soltanto su
Xera indugiò qualche secondo.
La fanciulla sorrise dinnanzi alla bellezza dell’essere
e con la piccola mano fece per sfiorarlo. L’essere però produsse un suono
assordante e nello stesso momento la sua luce iniziò a cambiare tonalità.
<<Non toccatela e non muovetevi>> insistette il saggio
tentando di tranquillizzare lo strano essere. Il colore verde acido divenne
sempre più intenso, mentre piccoli fulmini candidi incominciarono a diramarsi in
tutte le direzioni. Solo uno tuttavia colpì il bersaglio e con esattezza il
cuscino di Xera. Il tessuto prese fuoco dissolvendosi all’istante e rivelando
così un oggetto misterioso che nessuno aveva notato. Murdar raggiunse il letto
e si accostò allo strano ritrovamento <<Ecco il responsabile!>> affermò
con sicurezza. Dal taschino della stramba veste, ne estrasse una sorta di mazzo
di chiavi, nel quale erano inseriti degli attrezzi minuti e dorati. Tra questi vi
era una pinza che l’uomo utilizzò per sollevare l’oggetto. <<Ti
ringrazio Rhan, ora puoi andare>> asserì Murdar senza staccare gli
occhi dal ritrovamento. L’essere luminoso vorticò attorno alla stanza, tintinnò
in direzione del bicchiere d’acqua e infine sfruttando la gravità, si lasciò
cadere nel recipiente da cui era stato evocato, ritornando così nella forma
liquida originale. <<Essenza di Rhamsaka, utile per scovare le fatture
ben nascoste, ma incredibilmente irascibile>>, si giustificò il saggio
avvolgendo l’oggetto in un lembo di stoffa marrone.
<<Signore, non
riesco a capire …>> disse Reilhan ancora confuso dall’accaduto e
Murdar espose alle leve lo strano ritrovamento. A prima vista sembrava una
gemma ambrata dalle venature scure, poi però guardando con più attenzione,
Elesya vi scorse un nucleo al centro che pulsava.
<<Sconvolgente vero? Questo è l’occhio di Vorantho, una comune gemma per chi non s’intende di magia antica. Non ne vedevo una da moltissimi anni>> spiegò loro, rapito dalla rarità della pietra.
<<Sconvolgente vero? Questo è l’occhio di Vorantho, una comune gemma per chi non s’intende di magia antica. Non ne vedevo una da moltissimi anni>> spiegò loro, rapito dalla rarità della pietra.
<<In passato quando un nemico
diventava troppo potente, si assoldavano degli intagliatori del nord per
confezionare gioielli unici nel loro genere. Questi erano dati in dono al mal
capitato che una volta indossati, cadeva vittima dell’inganno>>.
Elesya rabbrividì mentre Reilhan non poté fare a meno di notare lo strano
comportamento dell’amica. Xera, infatti, si era seduta accanto alla finestra,
osservando incurante il panorama. <<Signore … che cosa accadeva alle
persone che indossavano l’occhio di Vorantho?>>, Murdar scosse il
capo e richiuse il lembo di stoffa, <<Questa gemma non è altri che una
fattura dalle sembianze solide, nel cui nucleo risiede l’intento del suo
creatore. In questo momento non sono ancora in grado di affermare quali effetti
ha prodotto sulla vostra amica. Per prima cosa dovrei …>>, <<Signore!>>
lo interruppe Reilhan bruscamente, <<Che cosa accadeva a quelle
persone?>> insistette. L’uomo fissò la fanciulla con sguardo
triste, si schiarì la voce e infine aggiunse <<Qualcosa di ben
peggiore della morte ragazzo mio. La gemma risucchiava la loro anima,
trasformandoli in gusci vuoti privi d’emozioni e sentimenti>>,
Reilhan batté il pugno sul muro per sfogare la rabbia <<Quella gemma non
le ha solo cancellato le rune sulla spalla … si è portato via anche
lei>>.
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