L’uscio si aprì poco
dopo per poi accogliere un uomo dal volto familiare. Murdar gli andò in contro
abbracciandolo e dal tono della sua voce, i tre ragazzi compresero quanto il
saggio fosse rincuorato dalla presenza del vecchio amico. Era un uomo di mezza
età dalla pelle scura, la cui barba rasa era stata modellata per ricordare
delle fiamme guizzanti. <<Gholja
sei arrivato finalmente!>> esclamò Murdar invitandolo ad accomodarsi,
<<Devo dire che il tuo invito si è
rivelato una gradita sorpresa, Oedh!>> ribatté l’uomo. Xera lo
riconobbe non appena varcato l’uscio. Era il mastro di chiavi del Concilio conosciuto durante il processo che li aveva coinvolti. Di lui aveva un ricordo
positivo tuttavia a differenza del precedente incontro, l’uomo si era
presentato in abiti informali, perciò la guerriera ne dedusse che la sua visita non fosse
ufficiale. <<La cortesia di cui mi
onori mi rende felice, amico mio. Mi è capitato sovente di
chiedermi da quanti anni ormai ne beneficio, ma la mia memoria è dispettosa e
si prende gioco di me>>. Gholja rise divertito e dopo una sonora
pacca sulle spalle del saggio, gli sussurrò qualcosa all’orecchio. <<Ora basta con le formalità Oedh, perché mi
hai invitato nella tua casa così all’improvviso? Non mi dire che ha a che fare
con questi tre ragazzi!>> con la mano indicò le leve che sino a quel
momento avevano preservato un assoluto silenzio.
<<Sì e no!>> rispose vago l’uomo. <<Andiamo amico, sai quanto io sia curioso. Indugiare a questo punto
sarebbe scorretto!>> lo incalzò Gholja che, seppur a malincuore,
dovette sottostare ai tempi del saggio.
<<Le mie leve sono finalmente pronte per la prova finale, per cui ti ho
invitato affinché assistessi di persona>> le parole di Murdar
scossero tutti i suoi invitati. <<Ti
ringrazio Oedh! Permettermi di assistere alla fase ultima della tua
competizione non può che essere un gradito onore per me … sebbene non ne
capisca il motivo. Altre leve hanno affrontato questa prova e mai nessuno, a
parte te s’intende, vi ha preso visione>> l’uomo si grattò la nuca,
rivelando così la perplessità che lo attanagliava; Murdar però non rispose e
preferì versare dell’altro tè a tutti i commensali. Infine dopo aver raggiunto
la finestra che si affacciava sul mare, disse: <<Voci ti saranno giunte in merito ad una breccia nella barriera!>>
Murdar non cercò giri di parole per esprimere quel che pensava, al contrario fu
diretto e conciso, mostrando quanto forte e confidenziale fosse il
rapporto con l’amico <<Sono
preoccupato Gholja, lo confesso!>>.
Il membro del concilio aggrottò le sopracciglia e poi affermò <<Lo sai meglio di me quanto veloci possono correre certe “voci”. Non devo certo dirtelo io! Ammetto che leggendo la tua lettera così improvvisa e vaga, ne ho avuto il sentore, ma forse sarebbe meglio discuterne a quattr’occhi>> propose Gholja facendo un cenno con lo sguardo in direzione delle tre leve. <<Non occorre amico mio. Questi ragazzi hanno avuto la sventura di capitare sempre nel posto giusto ma al momento sbagliato. Se penso alle avversità che hanno fronteggiato a causa di questa mia egoistica pretesa, non posso che dolermene>>.
Il membro del concilio aggrottò le sopracciglia e poi affermò <<Lo sai meglio di me quanto veloci possono correre certe “voci”. Non devo certo dirtelo io! Ammetto che leggendo la tua lettera così improvvisa e vaga, ne ho avuto il sentore, ma forse sarebbe meglio discuterne a quattr’occhi>> propose Gholja facendo un cenno con lo sguardo in direzione delle tre leve. <<Non occorre amico mio. Questi ragazzi hanno avuto la sventura di capitare sempre nel posto giusto ma al momento sbagliato. Se penso alle avversità che hanno fronteggiato a causa di questa mia egoistica pretesa, non posso che dolermene>>.
<<Signore,
non più di quelle affrontate dai nostri compagni>> tenne a precisare
Reilhan << ma senza le quali non
saremmo le persone che avete qui dinanzi a voi>> aggiunse tentando di
rincuorare l’uomo.
<<La sua
devozione è ammirevole!>> esclamò Gholja stupendosi per primo di
quanto fosse stato diretto. <<Purtroppo
mio caro ragazzo, non tutto è dipeso della mia volontà. Temo che in più
occasioni io sia stato, mio malgrado, più uno spettatore che un direttore d’orchestra,
perciò ritengo opportuno che voi affrontiate al più presto la prova finale,
affinché chiunque stia tramando alle vostre spalle possa dimenticare voi e i
suoi piani a me ancora sconosciuti>>. Nessuno osò ribattere alle
affermazioni del saggio, al contrario un silenzio innaturale incupì le stanze
dell’uomo. Gholja si sollevò rivelando la sua sorprendente altezza, raggiunse
Murdar e di nuovo pose la sua grande mano sulla spalla minuta del saggio
<<Ci sono troppe preoccupazioni che
gravano su queste vecchie ossa, lascia che sia io ad occuparmene Oedh. Ho
accettato il tuo invito senza porre alcuna domanda, ora però che si è
trasformato in una richiesta d’aiuto, è mio dovere restare al tuo
fianco>>. Murdar accennò un sorriso, il suo viso era provato e le
rughe sembrarono accentuarsi scavandone il volto. I tre compagni, dopo le
recenti rivelazioni del saggio, accolsero di buon grado la presenza di Gholja e
a cuor sereno si prepararono per la fase finale della competizione.
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