Una fanciulla
dai capelli corti e biondi come il grano maturo entrò di forza dalla porta.
Esausta per aver corso durante tutto il tragitto, fu lieta di aver raggiunto le stanze del saggio con largo anticipo. Quando ebbe
rialzato il capo, dopo aver ripreso fiato, il suo volto si contrasse in un’espressione
di stupore e fastidio. <<Voi?>>
domandò respirando con affanno. Reilhan tuttavia non sembrò particolarmente
sorpreso, poiché del suo volto non aveva alcun ricordo <<Ci conosciamo?>> ribatté confuso.
<<La tua memoria è davvero così
penosa? Del resto cosa ci si può aspettare da un uomo in vestaglia?>>. Il
Novizio corrugò le sopracciglia e si grattò il pizzetto <<Io non indosso alcuna vestaglia>> fece
notare, sebbene i suoi abiti fossero fin troppo evidenti. <<Da dove vieni? Non sai che questa
espressione è di uso comune in città? Sei o no un curatore?>> lo
bersagliò di domande e in ognuna vi era una presa in giro poco
velata che però Reilhan preferì ignorare. Xera raggiunse i due ragazzi e quando
i suoi occhi incrociarono quelli della fanciulla esclamò <<Te ora Mure ore!>> portando una mano al petto. La ragazza tuttavia non rispettò il saluto e per tutta risposta, si andò a sedere sul divano poco
prima occupato dalle tre leve. <<Non
dovresti appropriarti di certi modi di fare che non ti appartengono>>
commentò aspramente.
La larga spada riposta nel
fodero alla sua sinistra fu adagiata accanto alla sedia, poiché molto ingombrante. <<Soltanto ai soldati
di Nortor bisogna augurare una “vita eterna”. Perché dovrei rispettare il
rituale con te che sei quanto più lontano possa esserci dal definirti con tale
appellativo?>>. Xera s’indispettì, seppur fosse consapevole del
fondo di verità celato nelle sue parole. <<Temo che la gentilezza sia un requisito che a Nortor è stato dimenticato!>> Murdar interruppe bruscamente la conversazione, apparendo
sulla sedia dietro la scrivania. <<Saya Rakan, sono contento di rivederti>>
aggiunse con un largo sorriso sul volto. La fanciulla abbassò lo sguardo dall’imbarazzo,
momento che però durò ben poco date le notizie urgenti che era venuta a
portare. <<Nortor mi ha inviato qui
per conferire con voi circa ingenti anomalie riscontrate alla barriera>>
disse tutto d’un fiato, senza premurarsi di preservare il codice di segretezza.
Soltanto qualche secondo più tardi lo ricordò e portata una mano alla bocca, fortemente
imbarazzata riabbassò il capo. Murdar però non vi fece caso, anzi al
contrario invitò tutti ad accomodarsi. Con un cenno della mano la credenza in
fondo alla stanza si aprì e da essa ne fuoriuscirono: un vassoio con cinque
tazze di tè fumanti e un piatto di biscotti alla cannella. Quando ogni
commensale fu servito, il saggio prese la parola. <<Sono contento che una grande capitale come Nortor vigili sulla nostra
incolumità. Tuttavia ritengo che tali attenzioni debbano essere rivolte altrove,
specie in tempi come questi>> asserì sorseggiando la bevanda
calda.
<<La mia età è piuttosto
avanzata, ne sono consapevole, ma vi assicuro che ci so ancora fare. Io stesso
mi sono recato sul luogo incriminato per indagare sull’accaduto>>. Le
tre leve ascoltarono senza dire una parola, benché non riuscissero a comprendere
l’argomento principale della discussione. Fu Murdar a espletarlo non volendo
emarginarli dai fatti. <<A
questo punto mi sembra opportuno parlare chiaro, sulla discrezione dei ragazzi garantisco io>>. Dopo un breve scambio di sguardi, il saggio spiegò
loro il nocciolo del problema: <<Come
ho già detto, mi sono recato nel luogo in cui ho percepito la barriera
vacillare>> sostenne accarezzano il gioiello vincolato al monile
intorno al suo collo, <<ed ho
potuto constatare che effettivamente vi era qualcosa di anomalo>>,
<<Ben più che anomalo direi>> obiettò Saya e l’uomo dovette
schiarirsi la voce prima di riprendere a parlare. <<Trattasi per la precisione di "una breccia" che ho subito
provveduto a riparare>>. Reilhan scattò in piedi rovesciando quel che
era rimasto nella sua tazza <<Una
breccia? Ma signore la barriera …>> tuttavia non poté ultimare la sua
frase, poiché il saggio lo interruppe invitandolo ad accomodarsi.
<<Soltanto tre esseri umani sono passati per
quel varco e non per invadere l’isola, bensì per abbandonarla>>
rivelò loro. <<Quella barriera è
una delle magie difensive più potenti mai esercitate, com’è possibile che tre
persone abbiano potuto infrangerla>> Saya strinse i pugni e li batté
sul tavolo facendo tintinnare le antiche porcellane.
<<Presto imparerai bambina mia, che in questo
mondo nulla dura per sempre e che le nuove generazioni, con il dovuto aiuto s’intende,
sanno essere piene di risorse>> aggiunse inducendo lo sguardo sui tre
ragazzi. Saya si alzò di scatto e riprendendo possesso della spada si diresse
verso l’uscita <<Indagherò
personalmente sull’accaduto, se mi date la vostra autorizzazione>>
sostenne e dopo averla ottenuta, abbandonò la capanna in fretta e furia.
<<Tornando a noi!>> disse
<<La vostra presenza qui m’induce a
pensare che la decisione sia stata presa>> commentò senza giri di
parole ma Reilhan era deciso a non far cadere l’argomento appena affrontato.
<<Signore avete scoperto l’identità
dei trasgressori?>>, << È
davvero così importante per te saperlo?>> lo scalzò l’uomo fissandolo con intensità, <<Mi dispiace non poter
essere più dettagliato, ma in questo momento è di vitale importanza che voi
affrontiate la prova finale!>> si lasciò sfuggire l’uomo. <<Che intende dire>> ribatté Elesya
riflettendo sulle parole pronunciate dal saggio, qualcuno però pose fine alla
discussione bussando pesantemente alla spessa porta della stanza.
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