martedì 31 dicembre 2013
martedì 24 dicembre 2013
venerdì 20 dicembre 2013
Xera, la ragazza con la spada (pag.33)
Le due ragazze
impiegarono pochi minuti per ritornare al piccolo accampamento creato da
Reilhan e una volta giunte, vi trovarono una sgradita sorpresa: <<Fatti da parte e rendimi la tua
imbarcazione, se farai come ti dico non ti capiterà nulla>> urlò un
giovane, brandendo una lunga asta di legno scuro, <<Pensi davvero che ti cederò la mia zattera, dopo tutta la
fatica che abbiamo fatto per costruirla? Sei pazzo!>> rispose Reilhan
con rabbia.
Le due ragazze preoccupate per il loro compagno, non persero tempo:
Elesya evocò le funi nere per catturarlo, mentre Xera si preparò ad attaccare,
ma non ebbe il tempo di reagire poiché il giovane si divincolò dal cappio
incantato con estrema facilità, <<Incantesimo,
senza dubbio, eseguito alla perfezione, ma con me non funziona!>> replicò
e muovendo rapidamente l’asta, materializzò una gabbia di lame che
intrappolarono Elesya. Xera in preda alla furia, si scagliò contro l’avversario
che senza alcun timore, evitò il contrattacco della guerriera e la immobilizzò
con un’altra formula, <<Se non
fossi stato allenato, mi avresti sicuramente sconfitto, ma contro di me nessuno
rozzo guerriero potrà mai averla vinta>>, ma non finì la frase poiché
Reilhan, dopo averlo aggirato e approfittando della confusione creata dalle sue
amiche, lo attaccò con il fido Maglio.
Il ragazzo cadde a terra, travolto dal
peso del martello e finalmente smise di parlare <<Diventerai un’abile Stregone, devo ammetterlo, ma parli troppo e ti
manca ancora l’esperienza in battaglia>> gli disse il Novizio
porgendogli la mano in segno di pace. <<Come ti chiami?>>, chiese Reilhan, la giovane Leva accettò il
suo aiuto e rialzatosi, rispose << Paldur
è il mio nome e vengo da Sihlya>>, ripulì
in fretta l’uniforme e per prima cosa dissolse la gabbia che circondava Elesya.
<<Grazie mille, quelle lame erano
un po’ troppo affilate per i miei gusti>> disse sorridendo la ragazza;
Xera invece, si liberò dopo pochi minuti, dallo stato in cui versava, con la sola
forza fisica.
<<Com’è
possibile?>> chiese Paldur sorpreso, << Ci ho messo anni per imparare quella formula e soltanto un abile
stregone avrebbe potuto spezzarla>> spiegò stupito, <<La nostra Xera ti sorprende sempre>> rispose
il Novizio, <<avrai modo di capirlo
tu stesso, ma ora sarà meglio mangiare perché a stomaco vuoto, si commettono il
doppio delle stupidaggini>> gli disse, porgendogli un pezzo di carne
ben cotta. <<Come mai una giovane
Leva, si aggira per Horsia completamente sola?>> domandò ancora una
volta Reilhan, << Il mio Novizio
era un debole, così come il mio compagno: durante le nostre prime due battaglie,
ho dovuto combattere da solo perché nessuno dei due era abbastanza forte, per
cui ho deciso di proseguire per la mia strada, senza palle al piede>>.
Il
discorso di Paldur innervosì Reilhan che al contrario, prendeva molto sul serio
il ruolo di Novizio e di guida per il suo gruppo; anche Xera non ne fu contenta,
soprattutto dopo essere stata definita una rozza guerriera. L’unica che
sembrava sopportare la presenza dell’egocentrica Leva, era la giovane maga che
quasi pendeva dalle sue labbra, <<
ti senti bene Ely?>> chiese bisbigliando Xera, ma la domanda non ebbe
alcuna risposta, essendo Elesya visibilmente distratta dal nuovo arrivato. La
guerriera e il Novizio si guardarono perplessi e inventando una banale scusa,
si allontanarono dal falò per parlare, <<Quel tizio non mi piace!>> disse Reilhan senza peli sulla
lingua, <<Neanche a me piace, ma
Elesya ne sembra attratta, non vorrei vederla soffrire a causa sua>>.
Xera
era molto preoccupata e così attendendo la notte, ne approfittò per parlare con
la sua amica, <<Che ne pensi di
Paldur>>, << È un mago molto forte>> disse arrossendo << è alto, slanciato e, i suoi lunghi capelli
neri, hanno dei riflessi quasi blu; senza contare gli occhi poi, sono grigi
come le nuvole prima di un acquazzone>>. Elesya continuò a descrivere
ogni singolo particolare del ragazzo, arrossendo e mostrando quanto interesse
avesse riscosso in lei, così per non arrecarle un dispiacere, Xera decise di
rimandare la conversazione, pensando che non fosse giusto giudicare una persona, solo dalla prima impressione.
<<Potrai
venire con noi fino a Kodur>> disse Reilhan l’indomani, <<la nostra zattera è abbastanza capiente>>
e il ragazzo accettò, rendendo felice la giovane maga. Il Novizio e la
guerriera si offrirono di remare per la prima parte del viaggio, per poi darsi
il cambio nella successiva con i due maghi ma ancora una volta, Paldur diede
mostra della sua bravura, <<Non ci
sarà alcun bisogno di remare, posso guidare la zattera controllando l’acqua con
i miei poteri>> e dopo l’ennesima formula, l’imbarcazione si mosse
spinta dalla sola forza del fiume. <<Dove
hai imparato tutti questi incantesimi? Sei solo una giovane Leva dopotutto>>
domandò Elesya sempre più sorpresa.
<<
Come ho già detto, provengo da Sihlya la capitale della magia: i miei genitori
sono due figure di spicco del concilio e come loro, un giorno, occuperò quel
posto tanto ambito ma che solo i migliori possono ottenere>>,
<<Parole forti per una Leva alle prime armi!>> disse Reilhan, omettendo
quel che pensava in merito, <<è vero
sono ancora una giovane Leva, tuttavia mi reputo quanto meno superiore, alla
maggior parte di quelli sbarcati mesi fa e penso di averne dato già prova>>
replicò Paldur senza perdere la sua sicurezza. <<Su quest’isola non serve a niente essere i migliori, perché ci sarà
sempre qualcuno più bravo e più forte che incrocerà il tuo cammino. Pensando esclusivamente
al potere invece, rischierai di isolarti dal resto del mondo; ricordi il detto
che recitava “l’unione fa la forza”?>>, il mago non gradì le
parole di Reilhan, <<Abbiamo due
modi di pensare completamente differenti, io però ho deciso la mia strada e non
intendo tirarmi indietro>> ribadì Paldur e dopo preferì continuare il
viaggio in silenzio.
Passarono diverse ore e come qualche sera prima, il gruppo
decise di stabilire dei turni per dormire, ma nuovamente la giovane Leva,
volle fare di testa sua, invitando i tre ragazzi a riposare, mentre lui avrebbe
continuato a guidare la zattera; non volendo discutere ancora una volta, sia
Xera sia Reilhan si addormentarono, Elesya invece, decise di tenere compagnia
al ragazzo, sostenendo di non essere per niente stanca.
Lottando contro la sua timidezza, la
giovane maga tentò di intrattenere una conversazione con Paldur cercando di non
dare a vedere, l’interesse che provava nei suoi confronti. <<Pensi di potermi insegnare qualche formula?>>
domandò, lo stregone allora, inizialmente restio, non se la sentì di negare
il suo aiuto alla dolce ragazza che lo guardava invaghita, <<Mi farebbe piacere, anche se di solito non
farei mai una cosa del genere, le formule per un mago sono sacre, ma non si
tratta, in questo caso, di incantesimi creati da me, quindi non vedo perché non
aiutarti>> replicò lusingato per essere stato scelto come insegnante.
Elesya sprizzava gioia da tutti i pori e non vedeva l’ora di iniziare il suo
addestramento, cosa che non avvenne immediatamente però, poiché il giovane Paldur
parlò per circa un’ora dell’importanza della segretezza per un mago e di come
scegliere la strada della magia comportasse sacrificio,dedizione ma soprattutto
isolamento.
<<Noi maghi abbiamo
bisogno di entrare in contatto con la Natura per poterla dominare, dobbiamo diventare
i padroni degli elementi e poi utilizzarli a nostro vantaggio per essere i
migliori>> disse come se stesse parlando a una folla. Elesya in
verità non concordava del tutto con il suo modo di pensare ma l’idea di averlo
come insegnante offuscava tutto il resto. <<Vuoi forse dirmi che dovrò abbandonare i miei amici alla fine?>>,
<<Io credo che avere degli amici costituisca un ostacolo, almeno in
questa fase della nostra vita>> replicò Paldur, <<Se non avessi abbandonato il mio gruppo,
adesso sarei ancora al punto di partenza e non avrei imparato tutte queste
formule; sei consapevole che al villaggio ti assegneranno delle missioni da
fare?>>.
Elesya ricordò le parole di Reilhan in merito e annuì,
<<Bene, che cosa succederà quando dovrete
scegliere a chi spetterà la ricompensa? Scommetto che quella guerriera
arrafferà tutte le armi migliori e il tuo caro novizio, le formule più potenti;
a te cosa rimarrà?>>. La giovane maga s’intristì, non poteva credere
alle parole di Paldur perché voleva bene ai suoi amici, tuttavia il seme del
dubbio fu impiantato quella sera e presto o tardi, sarebbe sbocciato.
lunedì 16 dicembre 2013
Come far nascere un racconto con un semplice click!
Salve a tutti amici lettori, come vi ho già anticipato in un precedente post, Lo Scrittoio Segreto porta avanti da circa tre settimane, un gioco ( ma si chiamiamolo così, i giochi piacciono a tutti :D) a cui tutti voi siete invitati.
Il mio intento è quello di scrivere un nuovo racconto insieme a voi, sebbene contattarvi uno per uno sarebbe impossibile, come potrete ben immaginare; per questo attraverso i vari social network di cui faccio parte ( Facebook - Twitter - Google+ ) posterò una serie di domande specifiche, che riguarderanno piccoli frammenti del nostro nuovo racconto. Il risultato del precedente quesito (Dove sarà ambientata la nostra storia?) è il seguente: la maggioranza ha decretato che le vicende narrate saranno ambientate per metà sulla Terra e per metà su di un mondo inventato.
Oggi però ho in serbo per voi una nuova domanda: In che lasso di tempo vuoi che si svolga la nostra storia? Per rispondere vi basterà cliccare il seguente link: http://strawpoll.me/875015 e infine, scegliere una delle proposte elencate.
Partecipate numerosi, vi basterà un semplice click! :)
Grazie a tutti.
Valeria
giovedì 12 dicembre 2013
Xera, la ragazza con la spada (pag.32)
Come
previsto dal Novizio, i tre amici riposarono qualche ora prima di salpare; nonostante
il timore accompagnasse ancora la giovane maga, l’idea di raggiungere velocemente
il villaggio Kodur era troppo allettante. Dopo aver preparato una piccola scorta
di cibo, salirono sulla zattera e tramite dei remi, ricavati dal restante
legname, spinsero l’imbarcazione sino al centro del ristretto corso d’acqua. Non
avendo avuto modo di intrecciare una vela, sfruttarono solo le correnti del
fiume e con l’ausilio dei remi, riuscirono a prendere velocità, nonostante l’assenza
di venti a favore.
Il fiumiciattolo attraversava il deserto per diversi
chilometri, che passarono in fretta, non dovendo affrontarli a piedi <<Non so voi ragazze, ma io ero stufo
di tutta quella sabbia, preferisco di gran lunga questa piacevole
navigazione>> disse soddisfatto Reilhan e le sue amiche non poterono
essere più d’accordo. <<Quanto
manca al fiume?>> chiese Elesya ansiosa, <<Non dovrebbe mancare molto, il deserto non è tanto esteso,
credo che tra un’ora al massimo, saremo già sfociati nel fiume Lille>>,
rispose il Novizio visibilmente soddisfatto.
<<Non avere paura Ely, la nostra zattera è resistente, ma se dovessimo
incappare in qualche impedimento, potremo sempre proseguire a piedi>>
aggiunse Xera, per tranquillizzare i timori della sua amica.
Ancora una volta,
la previsione di Reilhan si avverò e dopo circa un’ora, raggiunsero finalmente
il torrente in questione: anche Lille non sembrava particolarmente pericoloso,
poiché le sue correnti erano facilmente controllabili con i soli remi, per cui
Elesya acconsentì a proseguire la navigazione. <<Guardate a sinistra ragazze, quella foresta oscura sull'altra sponda, è
l’ingresso delle Paludi Lodo e per fortuna, le abbiamo evitate; non credo che
il temibile Lodo, sarebbe stato generoso e magnanimo quanto Chundra>>
spiegò Reilhan, smettendo improvvisamente di sorridere. Le due ragazze ripensarono
a tutte le difficoltà affrontate al lago Biru e dopo aver ascoltato le parole
del Novizio, inorridirono immaginando quanto potesse essere crudele il signore delle
paludi.
<<Sta diventando
notte>> disse Xera scrutando il cielo, <<Che ne pensate di fare dei turni per riposare?>> chiese e i
due ragazzi accettarono, avendo remato per quasi tutto il restante giorno. Il
primo turno toccò a Elesya che del gruppo, era la meno resistente, dopo tre ore
fu la volta di Reilhan e infine Xera, cui spettarono le restanti ore prima dell’alba.
Una volta destata, i ragazzi mangiarono i frutti raccolti nell'oasi, però,
avendo navigato per tutta la notte, cominciarono ad avvertire il bisogno di sgranchirsi le gambe << Possiamo
fermarci sulla sponda che preferite, non vi è alcuna differenza perché ci
troviamo nel centro di una pianura>> disse il Novizio, osservando la mappa. Il gruppo optò
allora, per la riva destra e sfruttando una zona più bassa del fiume, poterono
approdare senza difficoltà: prima di abbandonare la zattera però, la assicurarono con
una fune, alla roccia più resistente, <<Proverò a cacciare qualcosa, dopo aver acceso un fuoco vicino alla
nostra imbarcazione, non ho alcuna intenzione di perderla, dopo tutto quel
lavoro! Come potete notare, non ci sono molti alberi qui>> disse
Reilhan preoccupato, <<Ricordate
che questa è pur sempre una competizione e non tutte le Leve o Novizi che
incontreremo, saranno amichevoli quanto i nostri vecchi amici; fate
attenzione!>> e dopo aver dato loro le dovute raccomandazioni, iniziò
a mettere in pratica, quanto aveva detto.
Xera ed Elesya invece, preferirono
farsi un bagno nel fiume Lille e allontanandosi di qualche metro, lavarono
anche i loro indumenti <<Sono
contenta, finalmente ci possiamo rilassare un po’>> disse la giovane
maga spogliandosi, <<Anch'io ne
sono lieta, però ti confesso che non vedevo l’ora di ripartire>>
aggiunse Xera un po’ malinconica. Anche la guerriera si liberò della sua
uniforme, scoprendo così la spalla e il sigillo su di essa <<Ti fa ancora male?>> chiese timidamente Elesya, <<La spalla? No, non più! Avverto a
volte un po’ di bruciore ma credo che sia più che altro, un riflesso di quanto
provato mesi fa>> e sciogliendo i suoi capelli, coprì l’infausto
segno. Le due ragazze entrarono nel fiume e per alcuni minuti pensarono solo a
rilassarsi come due normali amiche alle terme, <<Guarda Xera!>> disse Elesya, indicando un punto sulla
riva. La guerriera si voltò velocemente e poté osservare che l’erba aveva
iniziato a muoversi in maniera sospetta, <<Potrebbe esserci qualcuno, resta qui mentre cerco di raggiungere la
spada>>.
Xera, nuotando con molta agilità, arrivò in poco tempo alla
riva non lontana e senza fare rumore, afferrò la sua arma che subito brandì.
Anche Elesya si avvicinò alla sponda sospetta e temendo che il pericolo potesse
essere più di uno, corse in soccorso dell’amica; la guerriera però, che aveva
un discreto vantaggio, decise di non aspettarla e con molta attenzione, si recò
verso il punto indicato poco prima da Elesya. Una volta raggiunta la zona,
rimase immobile aspettando che il nemico si mostrasse, ma questa volta la
ragazza non poté combattere poiché, dalle fronde erbose della pianura, fece capolino
un gruppo di timidi Kobay, ansiosi di potersi dissetare con le acque del fiume
Lille. Xera abbassò subito la spada e raggiunta da Elesya, guardarono divertite
le simpatiche creature giocare con l’acqua, senza mostrare alcun timore. <<Sono così simpatici, pensavo che sull'isola vivessero solo bestie spietate, ossia tutto l’opposto dei Kobay>> disse
la giovane maga, <<Ely, non ti
sembra strano che nonostante la loro nota natura schiva e timida, non abbiano paura
di noi?>> chiese pensierosa Xera, <<Forse sono abituati alla presenza delle giovani Leve!>>
rispose Elesya pur non essendone molto convinta.
Le ragazze decisero di
ritornare dove avevano lasciato le uniformi, ma quando voltarono le spalle ai
piccoli animaletti, questi iniziarono a seguirle come ipnotizzati. <<Perché ci stanno
inseguendo?>> bisbigliò Elesya, <<Non ne ho idea, muoviamoci lentamente e vediamo che succedere>>
rispose sussurrando Xera. Erano quasi giunte nei pressi dei loro indumenti,
quando i Kobay iniziarono a correre, superando le due ragazze stupite per il
comportamento anomalo degli animali: incuriosite allora, iniziarono a inseguirli
per cercare di capire a cosa stessero mirando. Si accorsero ben presto però,
che l’obiettivo degli strani esseri, erano proprio le bisacce e per impedire
loro di depredarle, cercarono di batterli in velocità, <<Quei piccoli ladri, vogliono rubarci le
nostre cose, ma hanno sbagliato Leve!>> disse Xera visibilmente
arrabbiata, Elesya invece, che non era altrettanto veloce, stanca di correre,
recitò l’incantesimo che aveva imparato a memoria e in un batter d’occhio delle
robuste corde, nere come la notte, si materializzarono catturando tutti i furbi
Kobay.
<<Sei un genio, amica
mia!>> disse soddisfatta Xera, sollevando senza alcuna fatica la
scura cima, con la quale sette piccoli Kobay erano stati imprigionati. <<Rei aveva ragione, niente è quel che sembra
su Horsia e tutto quello che pensiamo di sapere, qui è come una menzogna!>>
disse Elesya fissando gli animaletti agitarsi, <<Rivestiamoci e una volta raggiunto Reilhan, sciogli il tuo incantesimo,
dubito che saranno tanto sciocchi da riprovarci>>, assicurando la
fune a un albero non molto distante, s’incamminarono in direzione della
zattera.
martedì 10 dicembre 2013
Sondaggio creativo
Salve a tutti amici lettori, da una settimana, sulla pagina ufficiale dedicata a questo blog, ho iniziato a porre una serie di quesiti ai quali tutti voi potrete rispondere. Domanda dopo domanda, acquisiremo determinate informazioni che alla fine, ci permetteranno di generare un racconto collettivo. Ogni quesito ha risposte multiple, quella che riceverà più voti, verrà inserita del racconto.
La prima domanda riguardava il sesso del nostro protagonista e la maggior parte di voi, ha optato per un personaggio femminile. La seconda domanda invece, vi ha fatto scegliere la sua natura, in questo caso ibrida e nel terzo quesito, avete decretato che lei fosse per metà umana e per metà soprannaturale. Per la domanda successiva, ho scelto di accantonare momentaneamente la protagonista, chiedendovi dove voi vorreste che la storia abbia luogo, questo quesito però, è ancora attivo e chiunque voglia votare, può ancora farlo.
Non avete un account Facebook che vi permetta di accedere alla pagina? Nessun problema, poiché ho attivato su questo sito http://strawpoll.me/837740 un sondaggio che esula dai vari social network. Vi basta cliccare sul link, scegliere la risposta e votare. Per quanto riguarda gli aggiornamenti di Xera, la ragazza con la spada, cercherò di dedicargli (salvo imprevisti) due giorni della settimana (per esempio martedì e venerdì) i restanti, invece, saranno dedicati esclusivamente al racconto collettivo. Se optate per la situazione opposta, ossia due giorni per i quesiti e i restanti per Xera, commentate qui sotto e in base alle vostre preferenze, mi regolerò.
Domani posterò il nuovo quesito e il nuovo sondaggio, fino ad allora vi saluto e vi ringrazio per il sostegno che mi state dando.
Buon Sondaggio.
Valeria
giovedì 5 dicembre 2013
Xera, la ragazza con la spada (pag.31)
Destinazione Villaggio Kodur (inizio secondo libretto)
Erano passate due
settimane da quando i tre giovani amici avevano abbandonato la dimora di
Chundra e molto era cambiato, in particolare, il rapporto che legava il gruppo,
non più unito solo dalle rigide regole della competizione; ognuno confidava nell'altro, seppur le discussioni non mancassero mai. Una volta lasciatosi alle
spalle il Lago Biru, i tre ragazzi s’incamminarono verso il villaggio Kodur,
tuttavia, la strada che li separava dalla tanto agognata meta, era lunga e non
priva di pericoli. In particolare furono costretti, dovendo ritornare sui loro
passi, ad attraversare nuovamente il deserto, gremito di talpe e creature a
sangue freddo: questa volta però, il gruppo era ben organizzato e grazie alle pergamene ricevute dall’Hulfùr, affrontarono facilmente quelle difficoltà.
Reilhan
poteva medicare le ferite delle sue compagne, con la preghiera di cura donatagli
da Chundra, non era una benedizione di alto livello, tuttavia, le lesioni di media
entità, non lo impensierivano più. Elesya, invece, aveva ricevuto, una
pergamena incanto, il suo primo incantesimo da giovane maga: essendo una
ragazza molto estrosa, aveva deciso battezzare quella formula con il nome di “Giogo
del Condannato”, <<Forse dando dei
nomi lugubri ai miei incantesimi, avrò più credibilità quando diventerò una Negromante;
materializzare corde nere non sarà una gran cosa, ma almeno potrò aiutarvi
intrappolando i nostri nemici>> disse leggendo la pergamena per la
prima volta.
Xera infine, al contrario dei suoi compagni, aveva ricevuto un
dono potente ma pericoloso: i sigilli del sole e della luna; dopo quanto
accaduto a Reilhan, si era ripromessa di mettere da parte la sua impulsività, temendo
di perdere il controllo ancora una volta, specialmente durante le notti di luna
piena, quando era più vulnerabile alle influenze negative del sigillo. Non si
sentiva ancora pronta, tuttavia, per affrontare l’addestramento proposto da
Chundra e non volendo correre il rischio di sprecare la sua unica possibilità, decise
di concludere la competizione, prima di prendere una simile decisione. Dopo due
settimane di cammino, erano giunti presso una piccola oasi, quasi alla fine del
deserto: secondo la mappa di Reilhan, non mancava molto al bosco antecedente il
villaggio, ma nonostante tutto, la strada da percorrere era ancora molta.
<<Ci sono due modi per raggiungere Kodur: il primo è
limitarsi a camminare seguendo la strada nel bosco; il secondo invece, è navigare
per il fiume Lille che scorre sino al centro del villaggio. In questo caso
però, avremo bisogno di un’imbarcazione o perlomeno potremmo provare a
costruirne una>>, le ragazze si guardarono perplesse, nessuna delle due, infatti, aveva mai
costruito una barca, <<Io non sono
un’abile nuotatrice, come ben sapete, se l’imbarcazione si dovesse rivoltare,
potrei annegare. Non conosciamo il fiume e non vorrei sottovalutarlo>> disse
Elesya ancora intimorita. Xera ci pensò su e dopo qualche minuto anche lei
disse la sua <<La costruzione di
una zattera, quanto tempo ci farà perdere? Io non so nemmeno da dove
iniziare>>, il giovane Novizio allora, volendo tranquillizzare le sue
amiche, spiegò loro che il fiume Lille non era pericoloso, essendo perlopiù un
torrente, mentre la costruzione di una zattera robusta ma non molto grande,
avrebbe portato via si e no qualche ora, nulla in confronto al cammino che avrebbero
dovuto ancora affrontare.
<< Se è
più conveniente navigare sul fiume, io ci sto! Sono stanca di camminare, i miei
calzari si sono consumati>> disse Xera, Elesya invece, decise che
avrebbe acconsentito solo dopo aver visto, con i suoi occhi, il torrente in
questione, tuttavia, si rese disponibile alla costruzione dell’imbarcazione,
poiché anche i suoi di calzari erano quasi del tutto logori. Reilhan e Xera si
occuparono della legna, mentre la giovane maga, approfittando della vegetazione
dell’oasi, raccolse tutto ciò che poteva essere intrecciato e quindi usato per
legare i tronchi.
<<Siamo stati fortunati a incappare in questa macchia
verde così rigogliosa, nonostante si trovi nel bel mezzo del deserto>> disse il Novizio, << Ma il vero pregio di quest’oasi è il corso
d’acqua che la percorre>>, <<Per
quale motivo?>> chiese Xera incuriosita, <<Semplice! Questo fiumiciattolo defluisce direttamente, nel
torrente che stiamo cercando>>. Le ragazze sorrisero soddisfatte,
finalmente le cose giravano per il giusto verso, dopo mesi di peregrinazioni e
sofferenze, << Ora dobbiamo allineare
i tronchi, eliminando quelli troppo sproporzionati, in questo modo avremo un
sostegno solido ed equilibrato>> spiegò Reilhan, indicando alle sua
amiche dove e come disporre il legname.
<< Alcuni sono troppo pesanti, fate attenzione a non sollevarli da sole o
potreste farvi male>> aggiunse, ma non ebbe il tempo di concludere il
monito, poiché la giovane guerriera aveva già afferrato il ceppo più pesante,
con le sue sole forze, <<E devo
ricordami di non farti più arrabbiare, amica mia!>> ironizzò,
concludendo il discorso. Xera, che sino a un attimo prima, non si era resa
conto di aver dato mostra della sua nuova forza, lasciò cadere improvvisamente il
tronco, << Sarà meglio che mi
occupi del pranzo o ci toccherà restare a digiuno>> disse sconsolata,
allontanandosi dal gruppo. Elesya e Reilhan continuarono a costruire la
zattera, lasciando alla loro amica, un po’ di tempo per se stessa: dopo quella
notte, Xera non aveva più subito mutazioni, tuttavia, di tanto in tanto, si
manifestavano strani effetti sui quali non aveva alcun controllo. Il più
evidente era stato il notevole accrescimento della sua forza fisica, che
cercava in tutti i modi di nascondere, ma con scarso successo.
Dopo un’ora di
duro lavoro, il Novizio decise che era giunto il momento di utilizzare la
grande forza della sua amica, per concludere più in fretta la costruzione dell’imbarcazione,
così una volta messa al corrente Elesya delle sue intenzioni, andò a parlare
con la testarda guerriera, <<Te ne
prego Rei, sii gentile e ricorda che nel nostro gruppo, l’unico curatore sei
tu>> disse la maga sorridendo. Xera era talmente assorta nei suoi
pensieri, da non rendersi conto che il suo amico, l’era seduto accanto da
diversi minuti, così volendo rompere il ghiaccio, Reilhan prese la parola, <<Si sta bene qui vicini al fuoco, non
credi?>> disse un po’ nervoso. <<
Si lo penso anch’io, ma tu non dovresti essere con Elesya vicino al corso d’acqua?>>,
<< Hai ragione, dovrei essere
li, del resto però, ci dovresti essere anche tu, i pesci sono ormai ben cotti
da quel che vedo, forse anche fin troppo>>.
Xera tolse subito il cibo dal fuoco, essendo
quasi del tutto bruciato e imbarazzata decise di cercarne altro, << Il pranzo può anche aspettare, perché invece,
non ci dai una mano con quei tronchi? Sono troppo pesanti per noi>> provò
a chiedere il Novizio, <<Vuoi forse
insinuare che questo è un lavoro per “Xera il mostro”?>> rispose la
ragazza visibilmente indispettita, Reilhan allora cercò di calmarla,
spiegandole che con l’ausilio di tutti e tre, il lavoro sarebbe stato più
semplice, indipendentemente dalla sua forza fisica. Xera allora, scusandosi con il compagno,
acconsentì ad aiutarli e tornati da Elesya, si adoperarono per la costruzione
della zattera. La guerriera, sollevò i tronchi con estrema facilità e
nonostante le procurasse ancora grande imbarazzo, si rese conto di come quel
dono, potesse diventare un valido aiuto per tutto il gruppo.
Dopo quattro ore,
finalmente l’imbarcazione rudimentale era pronta e una volta sistemata una
passerella di fortuna, fu uno scherzo per i ragazzi, avvicinare la zattera al
corso d’acqua <<Visto? Proprio come
vi avevo anticipato: ci abbiamo impiegato solo qualche ora, in compenso però,
risparmieremo giorni di cammino>> disse entusiasta il giovane Novizio,
<<Non credo che ci avremmo
impiegato solo “qualche ora” se Xera non fosse stata così forte>> disse
Elesya contrariata, << è tutto
merito suo e per questo ti ringrazio amica mia>> aggiunse sorridendo,
<<Non stiamo a guardare i dettagli,
l’importante è aver concluso il lavoro, riposiamoci qualche ora e prendiamo
subito il largo, sarà meglio non perdere altro tempo>> rispose
Reilhan euforico e sdraiandosi soddisfatto accanto alla nuova zattera, si
addormentò con il sorriso stampato ancora in volto.
martedì 3 dicembre 2013
Facciamo due chiacchiere
Salve amici lettori, spero che tutti voi abbiate apprezzato
il racconto che vi ho proposto fino a pagina trenta. Nella versione originale è
ben oltre le trenta pagine, come potrete ben immaginare, ed è per questo che
avevo pensato di chiudere il primo ciclo delle avventure di Xera: possiamo dire
che il primo libretto è concluso. Era mia intenzione, introdurre nuovi racconti
nel mio blog, magari creati con la collaborazione di voi lettori, ma ci sono
alcuni che si sono affezionati alle avventure della piccola Xera, per questo
continuerò questo racconto, senza però farne il fulcro del mio spazio
telematico. Tramite
la mia pagina ufficiale di facebook, ogni tot, inserirò dei quesiti ai quali
tutti voi potrete rispondere e in base alle vostre scelte, cercherò di creare
un racconto originale da postare sul blog. Mi piacerebbe inoltre arricchire i
miei racconti con dei disegni, per questo esorto tutti voi, appassionati di
disegno o grafica, a inviarmi (se vi fa piacere) immagini, disegni fatti a mano
o al PC, ispirati ai miei racconti, che io poi pubblicherò sul blog e sulla
pagina con le dovute menzioni :).
Non voglio dilungarmi molto in questo piccolo post, come sempre voglio
ricordarvi i link attraverso i quali potrete contattarmi e sono Twitter, Google+
e la pagina ufficiale di facebook (Lo Scrittoio Segreto). Per concludere, vi
ricordo che potrete sempre commentare sul mio blog, indipendentemente da quei
link, io leggerò tutti i vostri commenti e risponderò. Che dire ancora, ma certo: Grazie a tutti :D
mercoledì 27 novembre 2013
Xera, la ragazza con la spada (pag.30)
Il viaggio continua
Le bisacce erano ormai pronte, una piccola provvista di cibo
ed erbe, invece, era stata divisa tra i tre compagni, mentre le armi furono
lustrate e riposte nelle apposite custodie. Chundra si limitò a osservare i
ragazzi senza dire una parola, non avrebbe mai immaginato che dopo quanto
narrato a Xera, il gruppo avrebbe ripreso il cammino, insieme. Durante gli
ultimi preparativi però, anche il trio aveva svolto le proprie mansioni in
silenzio, non una parola, non un sorriso, solo il rumore dei mille pensieri che
vorticavano nelle loro teste.
Quando l’atmosfera iniziò a essere insostenibile,
Reilhan ruppe il ghiaccio, <<Non
vedo l’ora di arrivare al Villaggio Kodur, il polpettone di Aldaria è
strepitoso, ma non voglio anticiparvi nulla>> disse sorridendo,
<<Anche io spero di arrivarci
presto, vorrei tanto imparare degli incantesimi, sono stanca di non potervi
aiutare in combattimento>> rispose Elesya, Xera invece, si limitò ad
ascoltare riordinando la caverna.
<<Prima di partire, vorrei donarvi
qualcosa!>> disse Chundra, invitando separatamente i ragazzi
nella sua dimora. Sia Reilhan sia Elesya ebbero in dono una pergamena, Xera
invece, ricevette una canzone, <<Non
so a cosa possano servirmi queste note ma credo di aver ricevuto molti doni in quest’ultimo
mese, la troppa generosità potrebbe viziarmi>> disse sarcastica, ma
Chundra insistette <<Ti ho già posto questa domanda, ma forse lo
hai dimenticato: sei consapevole che il tuo amico Reilhan non ti seguirà per il
resto della vita?>>, <<E
io ho già risposto, sì ne sono consapevole! Perché me lo chiedi ancora una
volta?>>, <<Perché da sola
non riuscirai mai gestire quello che ti sta accadendo, ora comprendi perché devi
accettare questo dono?>>. Xera era confusa, non capiva come una
semplice melodia, avrebbe potuto aiutarla, ma non volendo passare per una sciocca,
annuì.
Prese la pagina e la ripose nella bisaccia, <<Quando arriverete al Villaggio,
mostra la canzone a Murdar, lui saprà spiegarti come utilizzarla al meglio;
vorrei però che tu abbia anche questa>>, l’Hulfùr afferrò una piccola
pietra, recitò una formula e subito dopo, su di essa, comparvero, per pochi
secondi, delle strane lettere luminose, sostituite, in seguito, dalla runa
della luna, la stessa incisa sulla spalla di Xera. <<Quando ti sarai liberata di tutto
ciò che ti rende un’umana fragile e instabile, torna qui e sarò lieto di
insegnarti come diventare padrona di te stessa e di quello che potresti essere.
Attenta però, perché ti concedo una sola occasione, un unico viaggio, non
sprecarlo!>>, <<Questa
è una …>>, <<Sì è una Pietra
Traccia o meglio conosciuta con il nome di Ohrm, ossia un oggetto in cui è infuso,
in minima parte, il potere spirituale di una persona o di un posto specifico,
per poi essere utilizzato come portale di ritorno: come tu ben saprai una volta
utilizzato l’Ohrm, perde il suo potere, tornando a essere un oggetto comune. Sappi
tuttavia, che non ne riceverai un altro, né ti addestrerò, se ti dovessi giudicare
non ancora pronta; usalo saggiamente!>>.
Xera prese la pietra e
la ripose in una tasca interna della bisaccia per non perderla, ma, poco prima
di uscire dalla caverna, tornò sui suoi passi e avvicinandosi nuovamente all’Hulfùr,
lo accarezzò, <<Potrei anche
decidere di non utilizzarla mai>>, <<Non
mi stupirebbe, la tua cocciutaggine è leggenda ormai>>, la
ragazza sorrise e ringraziando la divinità, uscì dalla dimora, finalmente
pronta per ripartire. Elesya, vedendo la sua amica più serena, le si avvicinò e
dalla borsa prese un lungo pezzo di stoffa rossa, rammendata alla perfezione,
<<Vorrei restituirli questo, ho
cercato di sistemarlo come potevo, anche se non avevo gli strumenti adatti a …
>> ma non poté nemmeno finire la frase, perché Xera la abbracciò
quasi commossa.
<<Pensavo di averlo
perso per sempre>> le sussurrò, <<Niente può essere perduto, se nel nostro cuore ne preserviamo, sempre
vivido, il ricordo; la prima cosa che hai fatto, quando ti sei svegliata, è
stato toccarti i capelli e in quel momento, ho capito che ciò che ti mancava,
era il fiocco di tua madre così, senza indugio, sono ritornata sulle sponde del
lago e lì, logoro, l’ho ritrovato. Reilhan mi ha fornito una spina di pesce,
abbastanza grande, da poter essere usata come ago e con alcune fibre vegetali,
ho potuto rammendarlo>>. La giovane guerriera, dopo aver legato i
capelli con il fiocco, ascoltò il breve racconto stringendo la mano di Elesya, non
era solita abbandonarsi a gesti così affettuosi, ma il sentimento di
gratitudine che provava in quel momento era talmente grande, da non poterlo
contenere.
Dopo un po’ anche Reilhan si avvicinò loro e disse spalancando le
braccia, <<Anch’io credo di
meritare un abbraccio, per il solo fatto di essere il vostro Novizio preferito>>,
Elesya sorrise divertita e così anche Xera, almeno sino a quando non le cadde l’occhio
sul rammendo della camicia, che le riportò alla mente cosa, quella cucitura,
nascondesse: allora il sorriso svanì e fu sostituito dalla vergogna per il male
che aveva arrecato al compagno. Reilhan, se ne accorse e tirandola per un
braccio, con decisione, la portò nella foresta, chiedendo a Elesya e Chundra di
lasciarli soli; Xera cercò di ribellarsi ma fu tutto inutile, poiché il giovane
Novizio era più caparbio di lei.
Una volta al centro di una radura, gettò la
bisaccia a terra, seguita dal maglio che aveva sulla schiena e senza pensarci,
tolse anche la camicia, restando a torso nudo. Xera distolse subito lo sguardo,
imbarazzata, ma Reilhan le prese delicatamente il viso tra le mani, facendo in
modo che la ragazza non potesse guardare altrove, <<Guardami!>> le disse deciso, << e poi guarda la mia cicatrice>>. Xera sconvolta, cercò di divincolarsi
dalla presa del Novizio ma Reilhan fu più veloce e le afferrò i polsi,
ripetendo ancora una volta, <<Guardami
per favore>>, la fanciulla allora, si arrese e iniziò a fissare il
volto del suo amico e poi la cicatrice. I suoi occhi si riempirono di lacrime e
al culmine della disperazione, cadde in ginocchio, <<Volevo diventare una guerriera, per difendere le persone dai
mostri e dalle bestie che ci sono in queste terre, adesso però, sono io il
mostro da cui difendersi>> disse singhiozzando.
Anche il ragazzo s’inginocchiò
e sorridendo, le asciugò le lacrime con la mano, <<Puoi ancora diventare quella guerriera, per quanto riguarda la storia
del mostro invece, beh mi dispiace dirti che lo eri già da prima del sigillo,
pensavo ci fossi abituata>> le disse, anche Xera non poté fare a meno
di sorridere, <<Non farei troppo lo
spiritoso, fossi in te, sei anche disarmato>> rispose la ragazza,
<< Perché altrimenti che fai, mi
colpisci ancora? Non sei stanca di farmi del male?>> aggiunse
fingendo disperazione ma Xera non riuscì a scherzare sull’argomento, ancora
troppo duro da affrontare. Reilhan si rivestì, poi porgendo la mano alla sua
amica, per aiutarla a rialzarsi, le disse <<Dovrai perdonarti prima o poi!>> e scompigliandole la testa
simpaticamente, si diresse verso la caverna di Chundra.
I tre compagni
finalmente riuniti, salutarono e ringraziarono ancora una volta l’Hulfùr, che
fu ben felice di ritornare a occupare la sua dimora prediletta, <<Che
possiate realizzare i vostri sogni, senza però, rinunciare a voi stessi!>>
disse l’Hulfùr congedando il trio. Reilhan, Elesya e Xera lasciarono le sponde
del lago Biru con la consapevolezza di essere cambiati: il giovane Novizio
aveva riacquistato fiducia in se stesso, manifestando il suo potere curativo,
la piccola maga, invece, aveva finalmente degli amici veri e infine la
guerriera, che a caro prezzo, aveva imparato una dura lezione, nessuno è invincibile
e chi pensa di esserlo, presto o tardi mette in pericolo prima se stesso e poi gli
altri.
I tre amici si sentirono più grandi o forse un po’ più saggi e questo
sentimento, accrebbe maggiormente il loro desiderio di ricominciare, dopo tutto
era pur sempre una competizione.
venerdì 22 novembre 2013
Xera, la ragazza con la spada (pag.29)
I pensieri di Xera
Ho aperto gli occhi
da pochi minuti e sento le mie palpebre pesanti e gonfie, come se non le avessi
dischiuse da un secolo: per quanto tempo ancora, ho dormito, ma soprattutto
dove mi trovo? Che sciocca, quasi dimenticavo, sono nella dimora di Chundra. La
mia bocca è secca, ho tanta sete, vorrei bere dell’acqua per cancellare questo
sapore ferroso, così intenso e rivoltante; non è la prima volta che provo
questa sensazione: ricordo, infatti, quando avevo sette anni ed ero nei prati
accanto alla mia casa, sferzando il vento con la spada, ricavata dal legno della
vecchia culla; se ripenso al dispiacere che arrecai a mia madre, ancora mi
sento male.
Giocando con quella spada, dalle fattezze grezze, mi ferii con una
scheggia; non fu tanto doloroso e ingenuamente pensai di curarmi, mettendo il
dito graffiato in bocca: fu proprio allora che assaggiai, forse per la prima volta,
il sapore del mio sangue, ma lo sputai subito dopo, perché quell'aroma per me
era disgustoso. Adesso, come allora, provo lo stesso ribrezzo, tuttavia, non
posso che chiedermi perché la mia bocca ha il sapore del sangue.
La prima cosa
che mi viene in mente è una probabile ferita, ma non avverto alcun dolore, solo
un gran fastidio alla spalla destra, come se mi fossi bruciata in passato e
ancora risentissi dell’ustione; con la mano cerco di raggiungere il punto
preciso, ma riesco a toccare solo le bende che l’avvolgono. Mi rendo conto però,
che non è la sola parte bendata del mio corpo, anche i miei polsi lo sono: delicatamente
allora, scosto la medicazione, cercando lacerazioni che potessero giustificare
quel gusto così nauseante, ma vi ho trovato solo dei lividi di cui, tuttavia, non
mi capacito. Sono stanca di star distesa, piena di domande cui non so dare una
risposta, è il momento per me di alzarmi e cercare i miei compagni, solo loro
potranno risolvere i miei dubbi.
Ora che sono
finalmente in piedi, noto che i miei vestiti sono logori ma rammendati al
meglio, di sicuro c’è la mano di Elesya dietro queste cuciture così accurate, non
riesco però, a starci a lungo, con la sola forza delle mie gambe, per cui
appoggiarmi alle pareti della caverna è inevitabile; le mie energie sono agli
sgoccioli, ma non voglio tornare a dormire, l’ho fatto fin troppo a lungo. Con
tutti questi pensieri, non mi ero nemmeno resa conto di avere i capelli sciolti
sulle spalle: sono molto più lunghi, rispetto a quando ci siamo imbarcati su
Sylvia, adesso ricoprono quasi interamente la mia schiena; è facile dedurre
allora, che non si è trattato di un semplice sonnellino ristoratore, proprio
come temevo.
<<Xera, ti sei svegliata finalmente!>>, alzo gli occhi, in direzione dell’uscio e scorgo la
mia amica, che mi guarda preoccupata e forse un po’ intimorita, ma perché? <<Si penso di aver dormito fin troppo
per i miei gusti, non possiamo perdere altro tempo, dobbiamo riprendere il
nostro viaggio, dove sono tutti gli altri?>>, Elesya ha uno sguardo
così triste, <<Ho tante cose da
dirti, amica mia, ma adesso devi tornare a letto, altrimenti potresti svenire
ancora!>>, <<Sei forse sorda? Ti ho detto che sono stanca di dormire,
voglio uscire da questa dannata caverna>>, no, no, no perché me la
prendo con lei, è solo in pensiero per me. <<Scusami,
non volevo farti arrabbiare, avviso Chundra del tuo risveglio>>,
<<Aspetta Ely, non sei tu a doverti scusare>>. Sono una
sciocca, perché ho reagito con così tanta rabbia, non ha senso tutto questo
rancore che sento dentro, voglio bene a quella ragazza, perché farla scappare
allora? Nei suoi occhi ho visto la paura, per la prima volta da quando la
conosco; devo uscire da questo posto claustrofobico, ho bisogno di prendere una
boccata d’aria.
Provo a camminare ma
le vertigini si fanno più forti e perdo l’equilibrio: mi aspettavo di cadere, però
non è successo, perché qualcuno mi ha afferrato in tempo. Non riesco ad aprire
gli occhi, senza provare una forte nausea, così mi limito a tenerli chiusi,
aspettando che il capogiro passi: sento il battito del suo cuore, è normale se
si tiene poggiata la propria testa, sul petto di qualcuno, chi può essere? È più
alto di me e con la mano, avverto sul suo torace un solco, forse una cicatrice.
Provo allora a vedere se quanto percepito con il solo tatto, corrisponde alla
realtà e mi accorgo che si trattava proprio di una cicatrice, sul petto di Rei.
<<Chi è stato a farti
questo?>>, ho paura della risposta che potrebbe darmi, che questa lesione
sia collegata ai miei lividi? <<Non
credi che mi renda molto più attraente? Si sa che le fanciulle abbiano un
debole per gli uomini con cicatrici di guerra>> ecco il solito
Reilhan, fastidioso e poco divertente, <<Non hai risposto alla mia domanda>>,<<Mentre la nostra
guerriera riposava beatamente, qualcuno doveva pur fare la guardia, contro le
bestie feroci della foresta>>. Non so perché ma la sua risposta non
mi convince, forse a causa dei suoi occhi tristi; Reilhan è cambiato soprattutto nell'aspetto: il suo viso è provato, reduce forse
da un periodo difficile, lo stesso che ho letto sul volto di Elesya, mi sento
in colpa e non capisco perché.
<<Per
quanto apprezzi il corpo di una fanciulla tra le mie braccia, è il momento di
tornare a riposare>>, non ho avuto il tempo di rispondergli come
meritava, perché mi ha sollevato come fossi un fuscello, riportandomi
delicatamente su quel giaciglio, accanto al fuoco. È la prima volta che un
ragazzo mi prende in braccio, non mi ero mai sentita così vulnerabile come in
questo momento, ma è inutile insistere perché hanno ragione, non sono ancora in
grado di stare in piedi, devo purtroppo riposare. <<Da quando mi rimbocchi persino le coperte?>>, <<Da
più di un mese ormai, anche se dubito che tu te ne sia resa conto>>, ha
cominciato a fissarmi intensamente, come fa di solito, mettendomi non poco a
disagio: mi sento sempre nuda, quando mi guarda così e lo detesto.
<<Dimmi la verità, non mentirmi
pensando a me come a una fragile fanciulla, posso accettare quello che tenti di
nascondermi>>, <<Hai ragione, devi sapere la verità>>, odio
quando si prende lunghe pause, <<Forza
allora non perdere altro tempo>>,<<Xera, la verità è che … No non
posso, sarebbe troppo doloroso per te>>, << Oh ma per favore! Sputa
il rospo>>, perché tergiversa in questo modo, che cosa posso aver mai
fatto, di tanto orribile? <<D’accordo,
lo hai voluto tu però; Xera la verità è che tu … ebbene sì, tu russi! So che
probabilmente sarà sconvolgente per te saperlo, ma sei stata tu a insistere;
non temere tuttavia, sono un gentiluomo e preserverò questo tuo piccolo segreto>>. Alle solite, non si può mai essere seri con questo ragazzo, perché non ho la
mia spada a portata di mano, quando sono alle prese con il suo lato divertente? <<Hai per caso visto, la mia
arma?>>, <<Non ti preoccupare è al sicuro, lontana da certe persone
che potrebbero utilizzarla in maniera scorretta, solo perché prive di senso
dell’umorismo>>.
Per quanto sia detestabile alle volte, mi sento meno
spaventata adesso, dopotutto se scherza così a cuor leggero, forse non è
accaduto nulla di grave. <<Vorrei
parlare con Chundra, se fosse possibile: devo chiedergli del mio
sigillo>>, ma Rei finge di non aver sentito e questo mi fa arrabbiare
<<Hai capito quello che ti ho
detto, stupido Curatore da quattro soldi>>, maledizione è successo di
nuovo, ho persino dovuto mettermi le mani alla bocca per impedirmi di
continuare, non ho più il controllo di me stessa. <<Ti chiedo scusa, non so cosa mi stia succedendo>>, perfetto
adesso ci mancavano solo le lacrime, più patetica di così non si può.
<<Non capisco di cosa stai parlando, io non ho
sentito niente, prendi questo fazzoletto, il fumo del falò deve averti
procurato fastidio agli occhi>>, piangere davanti a lui m’infastidisce,
però è sempre meglio che insultare i miei amici. <<Grazie Rei>>, <<Non ti preoccupare, ti chiedo solo di
lavarlo però, prima di restituirmelo … quell'espressione contrariata sul tuo
volto mi è mancata, bentornata Testa Calda! Ora vado a chiamarti Chundra prima
che tu mi faccia un’altra cicatrice … >>, << Che cosa hai detto?>> perché Reilhan ha
cambiato espressione, spero di aver capito male, <<Nulla d’importante, stavo scherzando come al solito, riposa
adesso>>, inutile non mi convince, quello che ha detto prima allora è
vero, sono stata io a fargli quella lesione sul torace, ma non ne ho alcun
ricordo.
<<Sono stata io, vero? Ti prego,
se tieni a me, rispondimi!>>, non ho nemmeno il coraggio di guardarlo
in faccia, <<Se la metti su questo
piano, devo forzatamente dirti di sì, ma allo stesso tempo risponderti di no>>,
sono così confusa, le sue parole non hanno senso, <<Adesso basta! Tu Novizio,
raggiungi la piccola maga qui fuori, devo parlare in privato con Xera, è il
momento per lei di sapere che cosa ha fatto e di pagarne le conseguenze>>.
martedì 19 novembre 2013
Xera, la ragazza con la spada (pag.28)
Nonostante la
ferita, Reilhan riuscì a evitare i successivi attacchi della fanciulla, tuttavia,
i suoi movimenti diventarono più lenti, avendo perso troppo sangue. Cercò molte
volte di condurla alla ragione, parlandole o ricordando le avventure vissute
insieme, ma fu tutto inutile poiché Xera sembrò esserne indifferente. Pur
essendo i colpi sempre più violenti, il Novizio decise di non contrattaccare,
temendo di ferire la sua compagna o renderla ancora più nervosa, ma le forze iniziarono
a venirgli meno, mentre Xera guadagnava terreno.
Sentì chiaramente di essere
sul punto di svenire perché la vista cominciò ad annebbiarsi e così altri due
tagli, ormai impossibili da schivare, solcarono il suo corpo: Reilhan era
riverso al suolo esausto, il sangue continuava a scorrere dalle ferite e la
vita lo stava lentamente abbandonando, così come ultimo tentativo disperato,
iniziò a declamare l’antica preghiera, sulla quale si era esercitato per lungo
tempo, pur temendo che sarebbe stato, forse, tutto inutile.
Non appena
pronunciò il primo verso dell’incanto, la fanciulla parve risentirne, come
fosse stata bloccata da delle catene invisibili, alle quali cercò ardentemente
di sottrarsi con la forza, senza però riuscirci. Reilhan allora, decise di
continuare e con il verso successivo, si materializzarono dei bracciali di pura
energia, che andarono a posizionarsi ai polsi della ragazza: quando, tuttavia, sfiorarono
la sua pelle, le procurarono un grande dolore, al punto da indurla ad urlare a
squarciagola e ad abbandonare la spada che stava impugnando. Man mano che la
preghiera proseguiva, la richiesta di energia aumentava e nel momento più
difficile dell’arcano rito, il giovane Novizio si rese conto che non avrebbe
potuto portarlo a termine.
Anche la fanciulla lo capì e liberandosi dalla
magica prigione, con estrema facilità, rientrò in possesso della sua arma,
decisa a eliminare definitivamente il debole avversario. <<Non avrai un’altra possibilità,
Curatore>> gli disse, con una voce diversa e molto più fredda: Xera
strinse la spada e con un rapido movimento, si fiondò sull'ormai inerme
Novizio, ma non ebbe il tempo di ferirlo perché un ululato lontano la assordò,
come fosse il rumore più molesto al mondo. Il suono diventò molto intenso, così
come il dolore della ragazza, Reilhan sapeva che Chundra si stava avvicinando e
così sentendosi al sicuro, svenne sfinito.
La divinità non era sola, con lui
arrivò anche Elesya, che durante la ricerca, aveva incrociato l’Hulfùr,
informandolo della situazione: deciso quindi a ritrovare Xera, si era offerto di
trasportare sulle sue spalle, la giovane maga, aiutandola così negli
spostamenti. Avevano poi vagato a lungo fino a quando, Chundra non udì la
preghiera del Novizio, percependo l’esiguo potere che restava al ragazzo; ci
mise poco per raggiungerlo, temendo il peggio e una volta al lago, intervenne
prontamente, usando la sua magia per bloccare i movimenti di Xera. Elesya non
poté credere a quanto aveva visto: la sua amica era diventata un’altra persona,
la stessa che aveva quasi ucciso Reilhan, ferendolo gravemente.
Mentre la
bianca fanciulla, cercava di liberarsi dalla forza che la imprigionava, Elesya ne
approfittò per raggiungere il Novizio, prestandogli così un primo soccorso,
Chundra invece, dopo aver recitato delle formule di protezione per i due
ragazzi, decise di contrattaccare Xera, ormai sul punto di diventare una
Chimera. <<Per nessuna ragione, dovrai uscire dallo scudo che ho creato
intorno a voi>> spiegò a Elesya, <<Solo così saprò che siete
al sicuro; non lasciare che il dispiacere o la paura, compromettano
ulteriormente questa situazione … Posso fidarmi ragazza?>>, <<Hai la mia parola, se questa è l’unica
cosa che posso fare per aiutare te e i miei compagni, la farò! Ti prego però,
di promettermi al contempo, che farai tutto il possibile per restituirmi la mia
migliore amica>>. L’Hulfùr osservò attentamente Xera <<Ci
proverò, anche se bloccare un processo di mutazione così inoltrato, non sarà
una cosa semplice, ma se rispetterai il mio volere, tutto andrà bene>>.
Chundra cominciò a girare attorno alla ragazza canuta, studiandone i movimenti
e la nuova fisionomia, <<Stammi
lontano bestiaccia>> gli intimò Xera, strattonando catene invisibili,
<<Mi
dispiace ma non posso esaudire il tuo desiderio, dovrai abituarti alla mia
presenza, poiché sarà l’ultima cosa che vedrai prima di sparire per
sempre>> rispose minacciandola. Xera allora, presa dal panico e
da una crescente rabbia, iniziò ad agitarsi con più violenza, avendo percepito
il grande potere dell’essere che si parava dinanzi, << Sei un vigliacco, mi tieni prigioniera perché hai paura della
mia forza, liberami e combatti lealmente sciocca bestia >>. Chundra
tuttavia, era furbo e non cedette alle provocazioni della ragazza, così comprendendo
che non avrebbe potuto ottenere la libertà con le sole parole, la fanciulla
decise di rientrare in possesso della sua lama, abbandonata a pochi passi da
lei: l’Hulfùr però, anticipò Xera e prendendo l’arma con il muso, la scaraventò
nel lago.
Quando anche l’ultimo piano fu sventato, la ragazza urlò in preda alla
rabbia, maledicendo il suo avversario e strattonando con maggior veemenza, le
catene magiche che la imprigionavano. Fu proprio allora che Chundra le disse
<<Tu bieca creatura maligna, ti sei approfittata della debolezza del
corpo che ti ospitava, per prenderne il sopravvento, ma il tuo malsano
desiderio di sangue, ti ha impedito di fuggire lontano, dall’unica persona che
avrebbe potuto distruggerti; sarà un piacere per me eliminarti, ora che ti sei
mostrata>>. La divinità recitò l’antica preghiera insegnata al
Novizio; dopo ogni verso, una fune prendeva forma e intrappolava la ragazza, la
quale non poté fare altro che contorcersi dal dolore.
Al culmine del rito, l’aspetto
di Xera iniziò a cambiare: i capelli si tinsero nuovamente di un rosso
scarlatto, le iridi dei suoi occhi, invece, ritornarono verdi come i campi di
Dalihan, mentre la veste bianca che la ricopriva, svanì quasi fosse fatta di
fumo, lasciando il corpo della fanciulla, nudo, ma dal colorito roseo. Chundra
la prese sulle spalle, poiché priva di sensi, accompagnando i giovani amici
presso la sua dimora; non appena giunti, curò subito Reilhan, facendo sparire
dal suo corpo, i segni del combattimento, con la sola eccezione del taglio sul
petto: non poté cancellare, quella lacerazione, poiché era la più profonda e
quindi la più difficile da rimarginare, tuttavia, a parte l’appariscente
cicatrice, tornò come nuovo. Elesya, intanto, rivestì la sua amica, con l’uniforme
che aveva ritrovato a pochi metri dalla caverna, poi preoccupata per la salute
di Xera, chiese ulteriori spiegazioni alla divinità.
<<Come mai il suo corpo ha subito quella trasformazione così
spaventosa?>>, <<Temo che
sia stata tutta colpa della luna piena>> rispose l’Hulfùr pensieroso, <<Dovremo
quindi temere che tutto si ripeta ad ogni plenilunio?>>, <<Non posso escluderlo, forse però, l’effetto è stato accentuato dalla debolezza in cui versava la ragazza>>.
Poi dopo una breve pausa, continuò <<Questa è solo una mia supposizione: la luna e il sole influenzeranno sempre la
vostra compagna, solo lei potrà decidere se in bene o in male>>. Elesya
parve molto turbata dalle parole di Chundra e dopo aver visto gli effetti di
una mutazione, iniziò a temere che la sua amica, non sarebbe più stata la
ragazza incontrata, mesi addietro, al porto di Libra.
<<Sono certo che quella testa calda,
una volta sveglia, sarà più cocciuta di prima! Vedrete!>>
intervenne Reilhan, ritemprato quasi del tutto, <<Come ti senti Rei?>> chiese preoccupata la fanciulla,
<<Benissimo, se non fosse per la
mia camicia distrutta però, starei anche meglio>> e tutti sorrisero rasserenati.
venerdì 15 novembre 2013
Xera, la ragazza con la spada (pag.27)
La luce della luna
piena, era talmente intensa da illuminare a giorno l’intero antro; i due
ragazzi, tuttavia, continuarono a riposare incuranti del forte bagliore, almeno
sino a quando Reilhan non fu disturbato da un rumore improvviso. Normalmente
non aveva il sonno così leggero, ma a causa della tensione provata in quell'ultimo periodo, a stento riusciva a riposare: una volta destato, era solito continuare
i suoi studi, ma quella sera, qualcos'altro catturò l’attenzione del giovane Novizio.
Si rese conto, infatti, che il giaciglio della sua compagna era vuoto, per la
prima volta, dopo un mese ma di lei non vi era traccia; svegliò Elesya
preoccupato, chiedendole se avesse visto Xera alzarsi, tuttavia, anche la
giovane maga, rimase sorpresa nel notarne l’assenza. I due ragazzi allora,
decisero di andarla a cercare con non poco timore, a causa di quanto detto da
Chundra, in merito ai possibili cambiamenti che avrebbe potuto subire la
guerriera, una volta destata.
Elesya si recò nei boschi circostanti, mentre
Reilhan decise di perlustrare il lago; il sentiero era ben illuminato dalla
luna e per il Novizio fu uno scherzo orientarsi, anche nel cuore della notte.
Una volta giunto sulle sponde del lago Biru, provò a invocare a gran voce, il
nome della sua amica, tuttavia, con esito negativo; era sul punto di cambiare
direzione, quando delle luci, poco distanti da lui, lo incuriosirono. In pochi
minuti raggiunse quel boschetto, ma non vide nulla d’insolito, almeno sino a quando,
inoltrandosi tra la fitta vegetazione, poté scorgere delle felci recise di
netto, come fossero state tagliate, con estrema precisione, da una lama molto
affilata: ne dedusse quindi, che qualcuno si fosse creato un passaggio, tra
quelle fronde, con violenza. Impugnando il suo Maglio, decise di proseguire,
pronto a difendersi in caso di nemici improvvisi, ma con sua somma sorpresa,
giunto alla fine di quel sentiero artificiale, si ritrovò nuovamente dinanzi al
lago, presso le cui sponde vi era una ragazza, completamente avvolta dalla luce
della luna.
I suoi lunghi capelli bianchi, riflettevano i raggi lunari, come
fossero fili d’argento, ondeggiando leggeri per la brezza notturna; indossava
una strana veste, anch'essa bianca e argentata, adagiata sul prato, per quanto
era estesa: pareva di seta e talmente sottile da mostrare le sinuose forme
della fanciulla, pur coprendola. Reilhan rimase colpito da quell'inaspettata visione,
ma il suo stupore, durò pochi minuti: non gli ci volle molto tempo, infatti,
per notare che la ragazza stesse impugnando una spada lunga e affilata. Ripensò
al sentiero artificiale, che aveva seguito sino al lago, deducendone che la
responsabile di tale scempio, era proprio dinanzi a lui; prima di affrontarla, però,
decise che sarebbe stato più saggio osservarla ancora, non essendo certo che si
trattasse di un nemico, così, approfittando della fitta vegetazione, si
mimetizzò tra i cespugli, studiandola da una distanza di sicurezza.
Reilhan
provò sensazioni contrastanti: una parte di lui, ardeva dal desiderio di
affrontarla, ma l’altra, forse la sua ragione, gli diceva di starne alla larga;
era talmente preso dai suoi pensieri, che a stento notò delle bende sotto del
fogliame, probabilmente abbandonate da poco, essendo ancora pulite. Le prese
con estrema delicatezza, per non provocare rumori improvvisi che avessero
potuto attirare l’attenzione: poté osservare allora, il balsamo di cui erano
intinte, una medicina a lui familiare, con la quale aveva avuto a che fare
tutti i giorni, nell'ultimo mese; non vi erano più dubbi, quelle erano le
medicazioni di Xera. Improvvisamente una grande paura pervase il suo cuore,
temendo che tutte le preoccupazioni della divinità, si fossero avverate,
osservò allora più attentamente la ragazza cercando in lei, qualsiasi
particolare che potesse dimostrare quello che la sua ragione già sapeva.
Tentò
di avvicinarsi il più possibile senza dare nell'occhio e proprio lì, sul corpo
della candida fanciulla, vide quel marchio inconfondibile, che non avrebbe mai dimenticato,
essendo il sigillo imposto a Xera, per tenerla in vita. La runa della
luna intersecata a quella del sole, il marchio di Chundra e Suhanna, ricopriva la
spalla destra della ragazza canuta che gli si parava dinanzi, nella quale però
non vi era alcuna traccia della sua amica.
Stanco di aspettare decise di affrontarla,
pronto ad attaccare se fosse stato necessario; oltrepassò i cespugli, che aveva
usato come riparo, silenziosamente e intraprese la distanza che lo separava da
lei, stando attento a non farsi scoprire. Mancavano pochi metri ormai, quando
la giovane donna si voltò, mostrando finalmente il suo viso, al Novizio: anche
se l’aspetto differiva, non vi erano più incertezze, si trattava di Xera.
<<Che cosa ti è successo?>> gli
chiese preoccupato, ma la ragazza si limitò a osservarlo; il suo viso era privo
di qualsivoglia espressione, nei suoi occhi un tempo pieni di speranze, non c’era
traccia di dolore o gioia, al contrario parevano vuoti e spenti, al punto che
persino il colore ne aveva risentito: il verde chiaro era stato sostituito con
il nero più oscuro, tipico delle tetre notti d’inverno.
Il Novizio si avvicinò
a Xera con timore e quando le provò a sfiorare il viso, con un gesto fulmineo,
la fanciulla agitò la spada che impugnava, incidendo sul corpo del giovane, un
taglio lungo e profondo. Reilhan, per quanto avesse dei riflessi allenati, non poté
schivare del tutto quel colpo e portandosi le mani al petto, scorse il suo
sangue inzuppargli la camicia. Nonostante la ferita fosse molto estesa, non
provò alcun dolore, essendo stato colpito con estrema rapidità, tuttavia, la
paura che ne scaturì subito dopo, lo gettò a terra come pietrificato. Nella sua
mente sapeva di dover fuggire al più presto, ma una forza misteriosa lo
inchiodava al suolo, rendendo vano ogni suo tentativo di fuga.
Il suo sangue
ricopriva la lama argentea per intero, rendendo quell'arma ancor più spaventosa; con un altro rapido movimento, la ragazza ripulì la spada, dell’ancora
calda, sostanza in eccesso, mentre il resto che ne rimase, lo portò alla bocca
assaggiandolo, come fosse un nettare irresistibile. Il viso, prima privo d’espressione,
si oscurò minaccioso; in lei ormai non vi era più alcuna traccia d’umanità,
solo una forte brama di sangue.
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