Erano passate due
settimane da quando i tre giovani amici avevano abbandonato la dimora di
Chundra e molto era cambiato, in particolare, il rapporto che legava il gruppo,
non più unito solo dalle rigide regole della competizione; ognuno confidava nell'altro, seppur le discussioni non mancassero mai. Una volta lasciatosi alle
spalle il Lago Biru, i tre ragazzi s’incamminarono verso il villaggio Kodur,
tuttavia, la strada che li separava dalla tanto agognata meta, era lunga e non
priva di pericoli. In particolare furono costretti, dovendo ritornare sui loro
passi, ad attraversare nuovamente il deserto, gremito di talpe e creature a
sangue freddo: questa volta però, il gruppo era ben organizzato e grazie alle pergamene ricevute dall’Hulfùr, affrontarono facilmente quelle difficoltà.
Reilhan
poteva medicare le ferite delle sue compagne, con la preghiera di cura donatagli
da Chundra, non era una benedizione di alto livello, tuttavia, le lesioni di media
entità, non lo impensierivano più. Elesya, invece, aveva ricevuto, una
pergamena incanto, il suo primo incantesimo da giovane maga: essendo una
ragazza molto estrosa, aveva deciso battezzare quella formula con il nome di “Giogo
del Condannato”, <<Forse dando dei
nomi lugubri ai miei incantesimi, avrò più credibilità quando diventerò una Negromante;
materializzare corde nere non sarà una gran cosa, ma almeno potrò aiutarvi
intrappolando i nostri nemici>> disse leggendo la pergamena per la
prima volta.
Xera infine, al contrario dei suoi compagni, aveva ricevuto un
dono potente ma pericoloso: i sigilli del sole e della luna; dopo quanto
accaduto a Reilhan, si era ripromessa di mettere da parte la sua impulsività, temendo
di perdere il controllo ancora una volta, specialmente durante le notti di luna
piena, quando era più vulnerabile alle influenze negative del sigillo. Non si
sentiva ancora pronta, tuttavia, per affrontare l’addestramento proposto da
Chundra e non volendo correre il rischio di sprecare la sua unica possibilità, decise
di concludere la competizione, prima di prendere una simile decisione. Dopo due
settimane di cammino, erano giunti presso una piccola oasi, quasi alla fine del
deserto: secondo la mappa di Reilhan, non mancava molto al bosco antecedente il
villaggio, ma nonostante tutto, la strada da percorrere era ancora molta.
<<Ci sono due modi per raggiungere Kodur: il primo è
limitarsi a camminare seguendo la strada nel bosco; il secondo invece, è navigare
per il fiume Lille che scorre sino al centro del villaggio. In questo caso
però, avremo bisogno di un’imbarcazione o perlomeno potremmo provare a
costruirne una>>, le ragazze si guardarono perplesse, nessuna delle due, infatti, aveva mai
costruito una barca, <<Io non sono
un’abile nuotatrice, come ben sapete, se l’imbarcazione si dovesse rivoltare,
potrei annegare. Non conosciamo il fiume e non vorrei sottovalutarlo>> disse
Elesya ancora intimorita. Xera ci pensò su e dopo qualche minuto anche lei
disse la sua <<La costruzione di
una zattera, quanto tempo ci farà perdere? Io non so nemmeno da dove
iniziare>>, il giovane Novizio allora, volendo tranquillizzare le sue
amiche, spiegò loro che il fiume Lille non era pericoloso, essendo perlopiù un
torrente, mentre la costruzione di una zattera robusta ma non molto grande,
avrebbe portato via si e no qualche ora, nulla in confronto al cammino che avrebbero
dovuto ancora affrontare.
<< Se è
più conveniente navigare sul fiume, io ci sto! Sono stanca di camminare, i miei
calzari si sono consumati>> disse Xera, Elesya invece, decise che
avrebbe acconsentito solo dopo aver visto, con i suoi occhi, il torrente in
questione, tuttavia, si rese disponibile alla costruzione dell’imbarcazione,
poiché anche i suoi di calzari erano quasi del tutto logori. Reilhan e Xera si
occuparono della legna, mentre la giovane maga, approfittando della vegetazione
dell’oasi, raccolse tutto ciò che poteva essere intrecciato e quindi usato per
legare i tronchi.
<<Siamo stati fortunati a incappare in questa macchia
verde così rigogliosa, nonostante si trovi nel bel mezzo del deserto>> disse il Novizio, << Ma il vero pregio di quest’oasi è il corso
d’acqua che la percorre>>, <<Per
quale motivo?>> chiese Xera incuriosita, <<Semplice! Questo fiumiciattolo defluisce direttamente, nel
torrente che stiamo cercando>>. Le ragazze sorrisero soddisfatte,
finalmente le cose giravano per il giusto verso, dopo mesi di peregrinazioni e
sofferenze, << Ora dobbiamo allineare
i tronchi, eliminando quelli troppo sproporzionati, in questo modo avremo un
sostegno solido ed equilibrato>> spiegò Reilhan, indicando alle sua
amiche dove e come disporre il legname.
<< Alcuni sono troppo pesanti, fate attenzione a non sollevarli da sole o
potreste farvi male>> aggiunse, ma non ebbe il tempo di concludere il
monito, poiché la giovane guerriera aveva già afferrato il ceppo più pesante,
con le sue sole forze, <<E devo
ricordami di non farti più arrabbiare, amica mia!>> ironizzò,
concludendo il discorso. Xera, che sino a un attimo prima, non si era resa
conto di aver dato mostra della sua nuova forza, lasciò cadere improvvisamente il
tronco, << Sarà meglio che mi
occupi del pranzo o ci toccherà restare a digiuno>> disse sconsolata,
allontanandosi dal gruppo. Elesya e Reilhan continuarono a costruire la
zattera, lasciando alla loro amica, un po’ di tempo per se stessa: dopo quella
notte, Xera non aveva più subito mutazioni, tuttavia, di tanto in tanto, si
manifestavano strani effetti sui quali non aveva alcun controllo. Il più
evidente era stato il notevole accrescimento della sua forza fisica, che
cercava in tutti i modi di nascondere, ma con scarso successo.
Dopo un’ora di
duro lavoro, il Novizio decise che era giunto il momento di utilizzare la
grande forza della sua amica, per concludere più in fretta la costruzione dell’imbarcazione,
così una volta messa al corrente Elesya delle sue intenzioni, andò a parlare
con la testarda guerriera, <<Te ne
prego Rei, sii gentile e ricorda che nel nostro gruppo, l’unico curatore sei
tu>> disse la maga sorridendo. Xera era talmente assorta nei suoi
pensieri, da non rendersi conto che il suo amico, l’era seduto accanto da
diversi minuti, così volendo rompere il ghiaccio, Reilhan prese la parola, <<Si sta bene qui vicini al fuoco, non
credi?>> disse un po’ nervoso. <<
Si lo penso anch’io, ma tu non dovresti essere con Elesya vicino al corso d’acqua?>>,
<< Hai ragione, dovrei essere
li, del resto però, ci dovresti essere anche tu, i pesci sono ormai ben cotti
da quel che vedo, forse anche fin troppo>>.
Xera tolse subito il cibo dal fuoco, essendo
quasi del tutto bruciato e imbarazzata decise di cercarne altro, << Il pranzo può anche aspettare, perché invece,
non ci dai una mano con quei tronchi? Sono troppo pesanti per noi>> provò
a chiedere il Novizio, <<Vuoi forse
insinuare che questo è un lavoro per “Xera il mostro”?>> rispose la
ragazza visibilmente indispettita, Reilhan allora cercò di calmarla,
spiegandole che con l’ausilio di tutti e tre, il lavoro sarebbe stato più
semplice, indipendentemente dalla sua forza fisica. Xera allora, scusandosi con il compagno,
acconsentì ad aiutarli e tornati da Elesya, si adoperarono per la costruzione
della zattera. La guerriera, sollevò i tronchi con estrema facilità e
nonostante le procurasse ancora grande imbarazzo, si rese conto di come quel
dono, potesse diventare un valido aiuto per tutto il gruppo.
Dopo quattro ore,
finalmente l’imbarcazione rudimentale era pronta e una volta sistemata una
passerella di fortuna, fu uno scherzo per i ragazzi, avvicinare la zattera al
corso d’acqua <<Visto? Proprio come
vi avevo anticipato: ci abbiamo impiegato solo qualche ora, in compenso però,
risparmieremo giorni di cammino>> disse entusiasta il giovane Novizio,
<<Non credo che ci avremmo
impiegato solo “qualche ora” se Xera non fosse stata così forte>> disse
Elesya contrariata, << è tutto
merito suo e per questo ti ringrazio amica mia>> aggiunse sorridendo,
<<Non stiamo a guardare i dettagli,
l’importante è aver concluso il lavoro, riposiamoci qualche ora e prendiamo
subito il largo, sarà meglio non perdere altro tempo>> rispose
Reilhan euforico e sdraiandosi soddisfatto accanto alla nuova zattera, si
addormentò con il sorriso stampato ancora in volto.
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