I tre ragazzi
restarono seduti per diversi minuti senza dire nulla. Xera non
poté fare a meno di fissare il torso scoperto del curatore, che sfoggiava ben
due cicatrici. La prima a lei nota, che ancora la faceva rabbrividire e la
seconda circondata da una serie di rune, che ormai occupavano buona parte dei
pettorali di Reilhan. Il curatore si rese ben presto conto di avere gli occhi
della fanciulla puntati addosso e finalmente si decise a rompere il silenzio
<<Non hai mai visto un torso nudo?>>
la punzecchiò. Xera distolse subito lo sguardo, arrossendo <<Stupido, fissavo le rune di cui non ci hai
ancora parlato!>> confessò indispettita. Reilhan fece un grande
respiro e senza tralasciare nulla, raccontò loro quanto aveva vissuto durante
la breve separazione. Sia Elesya sia Xera restarono esterrefatte, fino a che
visibilmente arrabbiata, la guerriera non si avvicinò all’amico con fare
minaccioso. <<Cosa ti è saltato in
mente?>> gli urlò battendo i pugni contro il suo petto, <<Avresti preferito che fossi morto? Sai che
magra consolazione vagare per il Regno Eterno!>>, <<No, certo che
no!>> ribatté furiosa ma non sapendo articolare la moltitudine di
pensieri che le affollavano la testa, rimase in silenzio senza staccare gli
occhi dal ragazzo. Due piccole lacrime rigarono il suo volto, che Xera si
apprestò ad asciugare ma con scarsi risultati, poiché a queste ne seguirono molte
altre. Reilhan la tirò a sé, non sopportava vederla piangere e lo stesso fece
con Elesya, affranta in egual misura.
Mentre accarezzava il capo delle due
fanciulle, il curatore si convinse di aver preso la giusta decisione <<Non potevo certo abbandonare due ragazze
indifese su di un’isola tanto feroce. Che razza di Novizio sarei stato?>>
commentò gonfiando il petto, fiero. Le due ragazze sorrisero divertite <<Naturalmente!>> aggiunse Elesya
ricomponendosi, <<Prima di andare, mi
darò una ripulita>> disse facendo riferimento al fango di cui era
ricoperta <<il mio amico mi farà da
guardia del corpo>> asserì infine allontanandosi dai due amici in
compagnia della sua evocazione. Xera fece per staccarsi dalla presa del ragazzo
ma Reilhan glielo impedì <<Che
fretta c’è!>> affermò accarezzandole i capelli scarlatti. Xera
arrossì, non era infatti abituata a simili attenzioni, senza contare che il
cuore non smetteva di martellarle il petto. <<Se qualcuno ci vedesse, potrebbe fraintendere>> mormorò la
guerriera in imbarazzo, <<Non me ne
importa niente! Se da un giorno orribile posso trarne almeno qualcosa di
bello, così sia. Oltretutto …>>, <<Oltretutto?>> ripeté
la ragazza, <<Ho dovuto persino
assistere a una scena il cui ricordo ancora mi rende furioso>>. Xera
rabbrividì ricordando il bacio rubato da Dereth, <<Era parte di uno dei suoi piani contorti, non conta nulla per
me>> si giustificò la ragazza senza neanche capirne il motivo,
<<Per me conta, invece. Ti ha
sfiorato contro la tua volontà, giuro che se dovessi rivederlo …>> ma
non poté continuare la frase, poiché la guerriera lo abbracciò.
Reilhan riuscì
a percepire il battito della ragazza galoppare allo stesso ritmo del suo, si
separò dolcemente da lei e con le mani le sfiorò le morbide gote rosee, mentre
pian piano avvicinò il viso al suo. Quando però i loro nasi si sfiorarono, Xera
rabbrividì, <<Mi dispiace>>
mormorò Reilhan allontanandosi in maniera brusca, <<Non so cosa mi sia preso. Pensavo che … Lascia stare, in realtà non
pensavo che a me stesso, dimenticando che già qualcuno ha agito contro la tua
volontà>>. Xera aggrottò le sopracciglia <<Hai frainteso, io … io non >> la guerriera tuttavia non poté
aggiungere altro perché Elesya tornò subito dopo. <<Mi sento molto meglio! Farsi un bagno è la cosa migliore dopo una
cruenta battaglia. Da non crederci che un giorno avrei pronunciato una frase
simile … Si può sapere che vi prende?>> affermò la giovane maga
notando quanto il clima tra i due ragazzi si fosse raggelato. <<Nulla di che, sono solo stanco. Non appena
arriveremo a Kodur, dormirò per una settimana>> tagliò corto il
curatore. Xera invece non disse nulla, rimanendo in silenzio per tutto il viaggio di ritorno.
Giunti infine dinanzi alle porte del villaggio, il trio si recò alla locanda, dove ad attenderli vi trovarono Aldaria e qualche amico di vecchia data. Presto la notizia della dipartita di Lodo si diffuse a macchia d’olio, fino a che lo stesso Murdar non si presentò, la mattina seguente, alla locanda. <<Nonno!>> esclamò Xera stropicciandosi gli occhi, <<Ben svegliata, bambina mia>>.
Giunti infine dinanzi alle porte del villaggio, il trio si recò alla locanda, dove ad attenderli vi trovarono Aldaria e qualche amico di vecchia data. Presto la notizia della dipartita di Lodo si diffuse a macchia d’olio, fino a che lo stesso Murdar non si presentò, la mattina seguente, alla locanda. <<Nonno!>> esclamò Xera stropicciandosi gli occhi, <<Ben svegliata, bambina mia>>.
La fanciulla si accomodò accanto al saggio
che con un largo sorriso stampato sul volto, decise di aspettare anche il
resto del gruppo. L’attesa non durò molto. <<Perché siete venuto qui, saggio
Murdar?>> domandò Reilhan stupito, <<Ci sono compiti che spettano a me soltanto, figliolo>> si
giustificò l’uomo incuriosendo le giovani leve. <<Ne avete affrontante di avventure durante questo lungo anno!>>
asserì alzandosi in piedi, poi ponendosi dinanzi a loro con aria autorevole,
aggiunse <<Vi ho osservato crescere
e maturare insieme, affrontando ogni sorta di pericolo a testa alta e senza mai
dimenticarvi di essere una squadra. Sebbene non sia mia consuetudine
influenzare le scelte altrui, sono qui per chiedervi di partecipare alla “prova
finale”. Siete pronti ormai e quest’isola non ha più nulla da
insegnarvi>>. I tre ragazzi si guardarono con insistenza, ma nessuno
riuscì a formulare una frase di senso compiuto. Fu Reilhan infine a prendere la
parola <<Saggio Murdar, ne è
sicuro? Rispetto ad altre giovani leve siamo indietro per esperienza e lavori
portati a termine>> fece notare il Novizio, <<Le missioni sono solo una parte di questa
competizione, il cui fine è di prepararvi alla prova finale. Non permettete a
un eccesso di umiltà di tarparvi le ali. Adesso la scelta spetta soltanto a voi! Quando sarete pronti, venite alla
capanna … anche se sono certo che non mi farete attendere a lungo>>.
L’uomo sorrise loro e dopo un breve saluto alla padrona della locanda, si
congedò senza aggiungere altro.
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