Sia Elesya sia Xera si voltarono notando che dinanzi a
loro si stagliava un lago spoglio ma limpido, <<Non vedo nulla di così grave da preoccuparsi!>> commentò la
guerriera grattandosi il capo. Reilhan però non era d’accordo <<è questo il punto, non è solo la nebbia a
essere scomparsa>> asserì avanzando di qualche passo. Fissò il
panorama con circospezione mentre nella mano destra stringeva ancora il Maglio,
sebbene il signore delle paludi giacesse senza vita accanto a loro. Fu in quel
momento che Elesya comprese le parole dell’amico <<Dove sono finite le bolle che imprigionavano i compagni di
Dereth?>> affermò tutto d’un fiato. Xera si guardò intorno per qualche
secondo e aggiunse <<Anche il
bellimbusto è scomparso, che sia scappato durante la battaglia?>>. La
guerriera sorrise cercando la complicità dei suoi amici che al contrario
chinarono il capo e restarono in silenzio. <<Che succede?>> domandò la fanciulla incuriosita dalla
bizzarra reazione, <<Purtroppo
Dereth non ce l’ha fatta!>> confessò Elesya. Xera si strinse nelle
braccia e non disse altro. <<Se le
gabbie sono scomparse, è probabile che quei due fossero solo
un’illusione>> spiegò il Novizio tentando di cambiare argomento,
<<Questo vorrebbe dire che anche
loro sono …>> ma Elesya non riuscì a completare la frase, poiché
iniziò a rabbrividire. Reilhan fissò il corpo di Lodo con disgusto, senza
tuttavia smettere di chiedersi come fosse possibile che un mostro tanto feroce
vivesse sulla stessa isola di Murdar.
Ripensò così alle parole dello spadaccino
che instillarono in lui il seme del dubbio. <<Andiamo via!>> esclamò risoluto ma nel momento in cui fece
per incamminarsi, Elesya afferrò il suo braccio <<Rei, prima di proseguire prenditi la gemma di Lodo>>, <<Non
desidero nulla che sia appartenuto a un assassino>> sentenziò il
curatore, fu Xera allora a intervenire. <<Ti sei meritato quell’artefatto. Se non fosse stato per te, ora non
saremmo qui>> la guerriera gli pose una mano sulla spalla e dopo
avergli sorriso, aggiunse << Sono
sicura che quella gemma in mani sbagliate potrebbe arrecare più danni che
benefici, ma se in cuor tuo senti di non volerla, potremo sempre riportarla al
saggio>>. Reilhan non era intenzionato a cambiare idea tuttavia il
pensiero che qualcun altro avrebbe utilizzato l'artefatto per scopi ignobili,
lo dissuase dall’abbandonarlo al centro del lago. <<Xera prestami il tuo coltello, per favore>> asserì porgendo
la mano alla fanciulla che già pronta, gli depose il piccolo pugnale sul palmo.
Reilhan aggirò il corpo arso della bestia, raggiunse il capo e con la luna a
favore riuscì a intravedere la gemma bianca, ancora intatta, sulla fronte di
Lodo. Il curatore si aggrappò alla zampa della bestia per raggiungere l’artefatto
e sebbene fosse consapevole della dipartita del sovrano, il suo cuore batteva
all’impazzata. Con il filo della lama recise la pelle attorno alla gemma, che al
contrario del suo padrone riluceva di luce propria.
Reilhan afferrò l’artefatto
con cautela, le mani gli tremavano e solo quando la strinse tra i palmi, ne
carpì il vero potere di cui però decise di non disporne. Conquistato il tesoro,
raggiunse le amiche che lo accolsero con un largo sorriso sul volto. <<Attento!>> urlò Elesya all’improvviso,
Reilhan si voltò di scatto ma un colpo preciso alla nuca lo atterrò all’istante.
Il Novizio ricadde a terra, stordito ma non privo di sensi, scorgendo con la
coda dell’occhio qualcuno che gli strappava l’artefatto dalle mani. <<Perché?>> gemette la giovane maga
terrorizzata, <<Come sei pallida
ragazzina, sembra tu abbia visto un fantasma!>> un ragazzo dalla
lunga chioma se ne stava di fronte alle due leve sorridendo soddisfatto.
<<Devo ammetterlo, vi avevo
sottovalutato. Non avrei scommesso neanche una moneta sulla vostra vittoria
contro il feroce sovrano delle paludi. Perciò vi ringrazio; senza il vostro
aiuto, questa gemma non sarebbe mia!>> Dereth lanciò la pietra in
aria due volte riafferrandola sempre al volo. <<Perciò non era dei tuoi amici che ti preoccupavi!>> lamentò
Xera guardandolo con disprezzo, <<Amici?
Quali amici? Ah che sciocco, ti riferisci ai miei subalterni!>>. Due
ombre si materializzarono dal nulla alle spalle delle ragazze. Una
fanciulla minuta bloccò Elesya, mentre un ragazzo più basso puntò la sua arma tra
le scapole della guerriera.
Xera sguainò Rhinvel ma la pressione esercitata dall’arma
la costrinse a rinfoderare la spada e ad alzare le mani <<Era tutta una messa in scena>> disse
disgustata. Lo spadaccino si dimostrò
abbastanza divertito << È stato più
facile di quel che pensassi!>> ribatté sarcastico. Reilhan si rialzò
ancora frastornato <<Ho visto Lodo
dilaniare il tuo corpo. Come hai fatto a sopravvivere a simili ferite?>>
domandò massaggiandosi la nuca. Dereth si voltò e come nulla fosse, diede le
spalle alle due ragazze <<Dopo aver
combattuto contro Lodo, poni simili domande? Non tutti hanno bisogno
di una gemma per generare un’illusione>>. Reilhan strinse i pugni
dalla rabbia <<Se è alla gemma che
miravi, perché hai dovuto coinvolgere proprio noi?>>. Lo spadaccino
ripose la lama nel fodero e ghignò soddisfatto <<Perché siete un gruppo patetico con la fama dei buoni samaritani. Al
villaggio non fanno altro che parlare di voi e delle vostre imprese
fallimentari, perciò nessuno vuole assegnarvi dei lavori. Allo stesso
tempo siete stati etichettati come i “protetti di Murdar”, perciò la scelta mi
è sembrata ovvia. L’idea di una vostra prematura dipartita forse lo avrebbe
affranto a tal punto da abolire questa stupida competizione, restituendoci
così la nostra libertà>>. Reilhan sbarrò gli occhi dallo stupore ma
rimase in silenzio, fu Xera invece a prendere la parola <<Siete solo dei vigliacchi!>> asserì
fissandolo torva, <<La gemma appartiene
a Reilhan, restituiscila!>> aggiunse.
Dereth per tutta risposta la
depose in una tasca della cintola <<Perché
dovrei. Questo potere sarebbe sprecato nelle vostre mani>> confessò
divertito, stringendo il mento della guerriera tra le dita. <<Abbandona il tuo gruppo e unisciti al mio! Un subalterno come te, mi farebbe davvero comodo>> la
provocò avvicinando il suo viso a quello della ragazza. <<Non sei stanca di seguire un uomo tanto
debole?>> le bisbigliò poco prima di adagiare le sue labbra su quelle
di Xera. La guerriera tentò di colpirlo ma dei rovi acuminati la circondarono bloccandone
i movimenti e lo stesso fu per Elesya. Reilhan osservò la scena senza dire una
parola, riconquistò il Maglio perduto e preservando l’assoluto silenzio, si
fiondò contro il corpo dello spadaccino la cui immagine tuttavia svanì all’improvviso.
Al suo posto invece vi ritrovò Xera ancora legata, che visto l’imminente
attacco del curatore, chiuse gli occhi temendo il peggio. Il Maglio però si
fermò appena in tempo senza sfiorare il capo della fanciulla. <<Accidenti che riflessi pronti, speravo che
le fracassassi il cranio e invece …>>. Dereth rinfoderò il fioretto e
con un cenno richiamò i suoi sgherri <<Qui abbiamo finito! Adesso che ho la gemma, non ho più alcun interesse
per queste persone>> confessò poco prima di svanire in una nuvola di
fumo insieme ai suoi compagni.
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